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L’erba di santa Barbara o barbarea è una pianta spontanea commestibile presente in tutto il territorio italiano. Il suo nome botanico è Barbarea vulgaris e fa parte della grande famiglia delle Brassicaceae, che comprende altre piante a noi più note come la rucola o le cime di rapa.
Dell’erba di santa Barbare si utilizzano le giovani e tenere foglie, che si raccolgono nel periodo primaverile, come avviene per molte altre erbe selvatiche, quali: tarassaco, borragine, piantaggine, ruchetta selvatica, ecc.
In quest’articolo scopriamo le caratteristiche botaniche della barbarea, le sue proprietà e gli utilizzi in cucina.
Origine del nome Erba di santa Barbara
La nomenclatura Barbarea fu data a questa pianta dal famoso botanico scozzese Robert Brown, in una sua pubblicazione del 1812. Si presume in onore di santa Barbara, che nel nostro calendario cade il 4 dicembre.
Nell’iconografia cristiana, questa santa è la patrona degli artiglieri, dei cavatori, dei minatori e, in generale, dei lavoratori che corrono il rischio di rimanere feriti in esplosioni.
L’erba di santa Barbara ha da sempre trovato largo impiego come cicatrizzante naturale. Veniva quindi usata per lenire le ferite che queste categorie di lavoratori subivano durante la loro attività.
Caratteristiche della Barbarea
Il genere Barbarea comprende circa 22 specie differenti, la più comune sul territorio italiano è la vulgaris.
Specie molto simili sono la B. rupicola e la B. stricta.
L’erba di santa Barbara è di tipo erbaceo perenne, con un ciclo vitale biennale.
Queste le sue caratteristiche botaniche peculiari:
- portamento eretto;
- altezza media dai 70 ai 90 cm, anche se alcuni esemplari superano i 120;
- presenza di numerosi fusti ramificati, glabri all’apice, finemente pelosi alla base;
- fusti striato-angolosi, molto tenaci, ricchi di fibre al loro interno .
- Foglie
- Fusti
- Fiore
Foglie
Come detto, e foglie dell’erba di santa Barbara sono la parte commestibile della pianta.
Quelle giovani sono di un bel colore verde scuro e lucide.
Distinguiamo due tipi di foglie: quelle della rosetta basale e quelle del fusto.
Foglie della rosetta basale
Le foglie a rosetta basale persistono anche in inverno, sono ampie e pennate e hanno una lamina fogliare picciolata. Inoltre presentano un segmento terminale intero e ovale e altri due-quattro segmenti laterali minori.
Foglie del fusto
Le foglie lungo i fusti sono più rade e alterne. Vanno riducendosi di numero e dimensioni andando verso l’alto.
Hanno la base della lamina semi-avvolgente lo stelo, con contorno dentato-sinuoso.
Fiori e semi
I fiori dell’erba di santa Barbara hanno l’aspetto tipico dei fiori delle Brassicacee.
Si trovano riuniti in racemi terminali allungati compatti e composti da numerosi piccoli fiori gialli.
La fioritura avviene nella primavera del secondo anno di vita. Di solito inizia a partire dal mese di aprile e perdura fino a luglio.
L’impollinazione è entomofila, operata dalle api che ne gradiscono molto polline e nettare.
L’odore dei fiori non è però molto gradevole, anzi, per alcuni è nauseabondo.
I fiori a piena maturità formano delle silique di forma lineare e sezione quadrata, al cui interno sono custoditi numerosi semi di forma ovale e colore bruno-chiaro.
Dove trovare l’Erba di santa Barbara
La Barbarea vulgaris è una specie cosmopolita, ovvero presente in tutto il mondo. Nel nostro Paese la troviamo spontanea in tutte le regioni, dalla collina fino ai 1600 m di altitudine.
Predilige i luoghi umidi, come i ghiaieti e le golene dei fiumi. Ma si trova anche negli incolti, ai bordi dei fossi e delle strade, negli ambienti palustri.
Se si vogliono raccogliere le foglie tenere in primavere, bisogna scegliere un luogo pulito, dove nelle vicinanze non vi siano coltivazioni intensive con uso di pesticidi.
Proprietà dell’erba di santa Barbara
L’erba di santa Barbara ha un buon contenuto di vitamina C e mucillagini, per questo le si conferiscono proprietà: antiscorbutiche, depurative, detergenti e cicatrizzanti.
Si sconsiglia un uso prolungato delle foglie, in quanto possono portare all’accumulo di calcoli renali.
Contiene inoltre diversi flavonoidi.
Usi in cucina della barbarea
La barbarea è molto apprezzata nei paesi anglosassoni come pianta spontanea commestibile. In cucina viene usata nelle insalatine miste primaverili (misticanze).
Ha un sapore piuttosto amaro e senapato, quindi da cruda si usa sempre in piccole dosi.
Le foglie dell’erba di santa Barbare possono anche essere cotte e consumare in minestre e zuppe, alle quali conferiscono un gradevole retrogusto piccante e acidulo, oltre a un bel colore verde acceso.
Ulteriori approfondimenti sulla pianta
- The genome sequence of Barbarea vulgaris facilitates the study of ecological biochemistry (in inglese) – Nature
- The biology of Canadian weeds: 97. Barbarea vulgaris R.Br. (in inglese) – Canadian Science Publishing