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La Carlina acaulis è una pianta appartenente alla grande famiglia delle Asteraceae, ed è comunemente nota come carlina bianca o semplicemente carlina. Questo tipico cardo di montagna è diffuso spontaneamente un po’ in tutta Italia, anche se con sottospecie botaniche differenti. Percorrendo i sentieri di montagna durante l’estate, questa pianta erbacea si fa notare per la bellezza dei suoi fiori e per le poderose spine pungenti. È un’erba che vanta una lunga tradizione nella medicina popolare e nella moderna erboristeria. Leggenda medievale vuole che il nome del genere Carlina sia in onore di Carlo Magno, che avrebbe usato la pianta per curare i suoi soldati durante una pestilenza.
In quest’articolo studiamo le caratteristiche botaniche di Carlina acaulis, le sue proprietà officinali e gli usi erboristici comuni.
I nomi regionali della carlina acaulis
A dimostrazione di quanto la carlina sia conosciuta in giro per l’Italia, vediamo i nomi regionali più simpatici: sciu da guardia e cardu argentin in Liguria, cardon e arasche in Piemonte, articioch salvadegh e capù in Lombardia, tiroliro e spin de pra in Veneto, jerbe de ploje in Friuli, bugnagun e scarzun in Emilia, Carlo pinto e rosa di terra in Toscana, attaccabraghe e Carducce in Umbria, carciofolla de montagna in Abruzzo, rapaguola in Campania, cardunceddu in Puglia, masticogna e cacocciola spinusa in Sicilia.
Descrizione di Carlina acaulis e sottospecie

Carlina acaulis subspecie acaulis

Carlina acaulis subspecie caulescens
La carlina è una pianta erbacea perenne, con la forma biologica di emicriptofita rosulata, ovvero una pianta perennante per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Il nome specifico acaulis deriva dal latino e significa “senza fusto”. In realtà, questa caratteristica è attribuibile solo alla sottospecie Carlina acaulis subsp. acaulis, dove il fusto è molto breve o del tutto assente e la pianta sviluppa solitamente un unico capolino molto vicino al terreno. Nell’altra sottospecie, Carlina acaulis subsp. caulescens, si riscontra invece la presenza di un fusto, foglioso e che può arrivare fino a 40 cm di altezza. Su questo fusto la pianta può sviluppare anche fino a 6 capolini.
Foglie
Le foglie della carlina formano una rosetta basale fra cui sorge il fusto o, nelle forme acauli, il capolino. Hanno forma ovale-oblunga, sono pennatifide con i lobi variamente incisi e terminati da spine molto pungenti. La superficie è glabra in ambedue le pagine.
Capolino
I fiori della carlina sono riuniti in un capolino disposto fra le foglie della rosetta o al termine del fusto. Il capolino ha parecchie squame alla sua periferia, le più esterne sono corte e spinescenti, quelle interne sono lunghe, strette e di colore bianco. I veri fiori sono disposti nella parte centrale del capolino, fra numerose pagliette sottilmente sfrangiate.
Il capolino della carlina bianca è grande e vistoso, la fioritura avviene in estate e i fiori sono visitati da api e altri insetti impollinatori.
Semi
I semi della Carlina acaulis sono degli acheni di forma oblunga ricoperti di piccoli peli lucenti. Sono sormontati da un pappo di peli pennati lungo un centimetro.
Chi volesse provare a coltivare la carlina in giardino come pianta ornamentale può trovare i semi nei negozi specializzati.
Dove cresce Carlina acaulis?
La carlina bianca cresce dalla regione submontana a quella subalpina di tutte le zone montuose d’Italia. Per una corretta distribuzione regionale bisogna però distinguere tra le due diverse sottospecie.
La Carlina acaulis subsp. acaulis cresce solo al Centro e al Nord, nei prati e nei pascoli a quote più elevate.
Per quanto riguarda la Carlina acaulis subsp. caulescens, ossia la carlina con fusto più o meno alto, questa cresce anche nelle regioni del Sud e a quote più basse.
Raccolta della carlina acaulis
Nella pratica erboristica, la parte utile della Carlina acaulis è costituita dalla radice. Questa si raccoglie tra ottobre e novembre, quando la pianta è in riposo vegetativo. Si scava con la zappetta, si taglia al colletto, si eliminano le radichette laterali e si seziona in pezzi di 5 cm di lunghezza, che si spezzano in due per il lungo. Questi pezzetti di radice vanno essiccati al sole o vicino una stufa. Si conservano ottimamente in recipienti di vetro.
Proprietà della carlina acaulis
I principali costituenti della carlina bianca sono: olio essenziale, tannini, sostanze amare. Da questi principi attivi derivano proprietà: diaforetiche, diuretiche, antielmintiche, amaricanti, digestive.
Indicazioni
La carlina bianca non è solo una pianta dal fiore singolare e molto bello. Ha una lunga tradizione in fitoterapia e viene impiegata soprattutto come diaforetico, cioè per favorire la sudorazione, nei casi di febbre, raffreddore e influenza. Altro impiego comune è quello di diuretico. Oltre a queste proprietà, quest’erba ha quelle amaro-toniche, digestive, carminative, utili perciò nei casi di mancanza di appetito e di digestione lenta e difficile.
Se volete provare la radice di Carlina aucalis la trovate negli store specializzati. In casa si può preparare il decotto con la radice (per favorire la sudorazione, la digestione e la diuresi) utilizzando 2 g di radice in 100 ml di acqua, da assumere in 2-3 tazzine al giorno.