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La pianta di ligustro è tipica della nostra macchia mediterranea, luogo in cui cresce spontanea. Si tratta di un arbusto molto comune nei giardini, essendo una specie che ben si adatta alla formazione di splendide siepi e quindi all’arte topiaria.
In quest’articolo scopriamo le caratteristiche botaniche del ligustro e le tecniche di coltivazione biologica. Capiamo inoltre come creare una siepe con la pianta di ligustro con adeguati interventi di potatura.
Le diverse specie di ligustro
Il ligustro appartiene al genere Ligustrum comprende circa 45 specie di arbusti e piccoli alberi. Alcuni sono sempreverdi altri decidui, e fanno parte della famiglia botanica delle Oleaceae, la stessa dell’albero di olivo.
Vediamo quali sono le specie di ligustro più diffuse in Italia.
- Ligustrum vulgare, naturalizzato in quasi tutte le regioni italiane, è la specie che illustriamo nel prosieguo della trattazione;
- Japonicum, noto come ligustro giapponese, è un sempreverde con foglie grandi e lucide, di un bel colore verde scuro o variegato. Allo stato spontaneo si trova solo in Friuli-Venezia Giulia;
- Sinense, specie decidua e adatta per la formazione di siepi medio-basse, dal fogliame folto e di colore chiaro. Poco presente allo stato selvatico. Viene utilizzata per fare i bonsai;
- Lucidum, si trova in tutta Italia. La pianta può arrivare fino a 10 m di altezza e ha una splendida fioritura, sempreverde nelle aree con clima mite;
- Ovalifolium, specie dalle lunghe foglie ovali e dalla rapida crescita. Resiste bene al freddo e perde poche foglie. Si trova spontanea solo al Nord.
La pianta di Ligustrum vulgare
Il Ligustrum vulgare in natura ha un portamento arbustivo, con numerose ramificazioni contorte, lunghe e flessibili.
Se cresce liberamente, può arrivare a un’altezza di 5 m, ma di norma non supera i 2 m.
Possiede foglie opposte, semplici, ovato-lanceolate, glabre, lucenti, brevemente picciolate e coriacee. Il Ligustrum vulgare è una pianta che si comporta da sempreverde nelle regioni a clima mite. Nelle zone più fredde, invece, si spoglia parzialmente delle foglie durante l’inverno, anche se la ripresa vegetativa è molto veloce.
Fiori, fioritura, frutti
I fiori sono ermafroditi, si trovano riuniti in fitte pannocchie erette e di forma ovata, all’apice delle ramificazioni. Sono di piccole dimensioni, gradevolmente profumati, di colore bianco avorio e di consistenza cerosa.
La fioritura avviene in piena primavera, da aprile a giugno. L’impollinazione è prevalentemente entomofila, ossia avviene ad opera di api e altri insetti impollinatori.
Le api amano molto i fiori del ligustro, che bottinano sia per il polline, che per il nettare.
Dopo la fioritura iniziano a formarsi i frutti, che sono piccole bacche globose, con polpa oleosa. Inizialmente sono verdi, ma a maturità diventano nere. All’interno contengono un unico seme.
Le bacche non sono commestibili e, se ingerite, hanno effetti tossici.
Come coltivare il ligustro
In natura il ligustro si adatta a vivere in ambienti rustici. È una pianta comune nei boschi di latifoglie e nelle siepi di campagna, dalla pianura alla montagna. Tollera molto bene il freddo invernale, anche se sarebbe meglio non esporla ai venti freddi, che potrebbero danneggiare la fioritura. Si tratta di un arbusto che predilige esposizioni soleggiate, ma anche la mezz’ombra va bene. La coltivazione del ligustro in zone ombrose è più problematica, la pianta, infatti, ha più difficoltà a fiorire, anche se lo sviluppo vegetativo non viene pregiudicato.
Terreno ideale
Per la coltivazione del ligustro in giardino si dovrebbe avere un terreno di medio impasto, fresco, profondo e con una buona dotazione di sostanza organica. Predilige i terreni con pH neutro o sub-alcalino, di meno quelli acidi.
Concimazione
Prima dell’impianto conviene fare una concimazione di fondo, utilizzando del compost domestico, dell’humus di lombrico o del letame maturo. Anche un po’ di cenere di legna migliora le condizioni del terreno per coltivare il ligustro.
Riproduzione
La riproduzione del ligustro può avvenire per propaggine o per talea. Se non avete a disposizione piante adulte di ligustro dalle quali fare il prelievo, vi conviene acquistare piante già formate in vivaio.
Talea
Il ligustro si riproduce facilmente per talea. In settembre-ottobre si prelevano delle talee di legno maturo e si piantano in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali. Per aumentare la percentuale di radicazione della talea si può usare un ormone radicante come questo.
La talea si può lasciare a radicare tutto l’inverno in un vaso, tenuto protetto dalle precipitazioni. In aprile-maggio dell’anno seguente, quelle radicate si trasferiscono in un vaso più grande, dove vengono allevate per un’altra stagione. Quindi in autunno si possono mettere a dimora definitivamente nel terreno.
Propaggine
Altra tecnica di riproduzione del ligustro è la propaggine, visto che i polloni basali a contatto con il terreno radicano facilmente.
Irrigazione
L’irrigazione del ligustro deve essere regolare, specie nella stagione calda. Bisogna evitare che il terreno si secchi completamente, ma allo stesso tempo non si devono creare ristagni idrici, che potrebbero portare delle malattie alle radici.
Il consiglio che diamo è quello d’innaffiare l’arbusto spesso ma poco.
Per limitare le irrigazione e proteggere la pianta dalle erbe infestanti è buona norma utilizzare uno strato di pacciamatura naturale con paglia o foglie.
Lo strato di pacciame deve essere periodicamente rinnovato.
Parassiti e malattie
Il ligustro è una specie piuttosto rustica, può subire attacchi da parte dei parassiti e malattie crittogamiche, ma riesce facilmente ad avere una buona reazione.
Tra i parassiti attenzione all’oziorrinco che ama nutrirsi delle foglie tenere della pianta. Si tratta di un insetto molto vorace, difficile da contenere. Un ottimo rimedio per limitarne le infestazione è l’uso di nematodi entomopatogeni specifici.
Una malattia molto comune per il ligustro, inoltre, è l’oidio (o mal bianco). Questa patologia si presenta con la caratteristica patina bianca sulle foglie.
Si previene e si cura con delle bagnatura a base di bicarbonato di sodio, da effettuarsi sempre nelle ore fresche della giornata.
Vi è poi un fungo che ama insediarsi sul ligustro, in particolare allo stato naturale. Parliamo dell’Armillaria mellea, specie conosciuta anche come famigliola buona.
È un parassita molto complesso da combattere, che attacca con il suo micelio la corteccia e le radici della pianta ospite.
Nel giro di qualche mese le radici marciscono e le pianta muore. Se ci accorgiamo della sua presenza conviene rimuovere subito tutta la pianta di ligustro attaccata, comprese le radici.
Come creare una siepe di ligustro
La distanza di trapianto del ligustro dipende dalla finalità della coltivazione. Se vogliamo creare una siepe sarà necessario mettere a dimora le giovani piantine lungo una fila regolare a 40 cm l’una dall’altra. In questo modo si creerà un blocco fitto di piante.
Se invece vogliamo crescere esemplari isolati, a mo’ di arbusto, possiamo lasciare anche 2 m tra una pianta e l’altra.
La potatura per formare la siepe
La formazione di una siepe di ligustro viene impressa con gli interventi di potatura.
Supponiamo di mettere a dimora le piante di ligustro nel mese di ottobre.
A marzo dell’anno seguente dobbiamo potare i rami a metà della loro lunghezza. In seguito, per stimolare la ramificazione alla base e ottenere una siepe molto fitta, si pratica un’analoga potatura, preferibilmente nel mese di settembre. Questo tipo d’intervento di potatura annuale si ripete fin quando la siepe di ligustro non avrà le dimensioni da noi desiderate. In seguito ci si può limitare a tosare, sempre alla fine dell’estate, per mantenere la forma e le dimensioni, nonché per rimuovere i rami secchi o danneggiati.
La tosatura pareggia i rami dei diversi soggetti e mantiene un aspetto armonioso della siepe.
2 commenti
Finalmente un articolo ben organizzato. Grazie
Grazie a te 🙂