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Il bicarbonato di potassio è molto usato in agricoltura biologica come fungicida. Questo sale di potassio è detto anche idrogenocarbonato di potassio. Grazie alla sua particolare azione sulla lamina delle foglie, riesce a proteggere le piante dagli agenti patogeni fungini, siano essi ortaggi, piante di vite o alberi da frutto. Si presenta come una polvere di colore bianco, molto simile al bicarbonato di sodio, ma con alcune differenze, che lo rendono preferibile a quest’ultimo per un uso professionale.
Il bicarbonato di potassio è inoltre usato in enologia, come correttore di acidità nel processo di produzione del vino.
Conosciamo quindi questo prodotto, le sue proprietà e gli usi pratici nelle nostre coltivazioni biologiche.
Cos’è il bicarbonato di potassio
Il bicarbonato di potassio, o idrogenocarbonato di potassio, è un sale dell’acido carbonico. Si ottiene dalla reazione chimica tra: carbonato di potassio, biossido di carbonio e acqua. Questa la sua formula: K2CO3 + CO2 + H2O → 2KHCO3.
In commercio si trova allo stato puro al 99% in polvere bianca cristallina, molto fine. È estremamente solubile in acqua, considerando che 33,2 g si sciolgono in 100g d’acqua a 20 ºC. Una volta sciolto il bicarbonato di potassio si divide in ioni potassio e bicarbonato, con valori del pH all’1% di soluzione di: 8,54. Il pH è quindi fortemente basico. Non è irritante per gli occhi o per la pelle, quindi si può usare in tutta tranquillità. Negli studi condotti non emerge nessun rischio di mutagenicità, cancerogenicità, neurotossicità.
Il bicarbonato di potassio in agricoltura biologica
Il bicarbonato di potassio rientra tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica e che si possono utilizzare senza il possesso del patentino fitosanitario. A livello comunitario il suo utilizzo è inserito nell’allegato I della Direttiva 91/414/CEE per l’uso come fungicida ed è autorizzato in agricoltura biologica dal regolamento della Commissione Europea n. 404/2008.
Le proprietà antifungine del bicarbonato di potassio
Vediamo come agisce il bicarbonato di potassio sulle piante e qual è la sua azione antifungina. Il meccanismo è piuttosto semplice, a contatto con la lamina fogliare il bicarbonato fa alzare immediatamente il valore del pH ad almeno 6,4. Questo rende inospitale l’ambiente per il proliferare del fungo. L’azione sul patogeno è rapida e diretta, in quanto varia la pressione osmotica e l’ambiente diventa basico. La crescita del micelio viene inibita con il collasso delle spore e la disidratazione delle ife del fungo. Grazie a questa sua immediatezza d’azione, questo tipo di bicarbonato può essere addirittura usato come prodotto curativo, soprattutto nei casi in cui la malattia che attacca la pianta è al suo inizio. Ovviamente ha più efficacia preventiva e deve essere usato quando si verificano le condizioni favorevoli al patogeno. Si può usare, quindi, come corroborante per potenziare le difese naturali delle piante.
Contro quali malattie è efficace il bicarbonato di potassio
Le malattie crittogamiche sono un vero e proprio flagello per gli agricoltori, sia in ambito hobbistico, che professionale. Il bicarbonato di potassio è efficace nel prevenire le più comuni patologie fungine di ortaggi e alberi da frutto. Parliamo di:
- peronospora della vite e del pomodoro;
- oidio nella vite e nelle Cucurbitacee (zucca, zucchina, cetriolo, ecc.);
- botrite o muffa grigia su vite e altre colture;
- ticchiolatura del nespolo e del melo;
- monilia o moniliosi delle drupacee (ciliegio, pesco, albicocco, susino, ecc.);
- bolla del pesco.
Come si usa il bicarbonato di potassio
Il bicarbonato di potassio deve essere disciolto in acqua e irrorato sulla vegetazione delle piante. Ma quale prodotto usare, e con che dosaggio? La risposta a questa domanda dipende dal tipo di formulato commerciale che avete acquistato. Questo tipo di bicarbonato, infatti, lo trovate sia nei negozi di agraria che in quelli di enologia. La polvere pura (che trovate qui) viene usata nella vinificazione. Per l’agricoltura, invece, esistono formulati specifici con una concentrazione al 85% (qui ne trovate un esempio). Su questo secondo tipo di prodotto avrete un’indicazione precisa del dosaggio osservando l’etichetta. Se voleste usare la polvere pura, invece, il consiglio è quello di non superare una concentrazione dello 0,5%, ovvero 500 g di bicarbonato di potassio per 100 l d’acqua.
Consigli
La soluzione con acqua e bicarbonato di potassio deve essere usata sempre nelle ore serali. Questo serve ad aumentare la persistenza della bagnatura sulla vegetazione. Non effettuate mai il trattamento in pieno sole o con temperature superiori ai 35 °C. I trattamenti devono essere ripetuti in seguito a precipitazioni, in quanto il bicarbonato si dilava facilmente, perdendo il suo effetto protettivo. Di solito, si fanno interventi preventivi in primavera e autunno, quando si presentano le malattie fungine.
Precauzioni d’uso
Attenzione a non eccedere con il numero dei trattamenti. Il bicarbonato di potassio finendo del suolo nel modifica il pH del terreno, portandolo a valori basici. Questo può essere positivo per la maggior parte delle colture, quindi si può anche usare come correttivo dei terreni acidi, ma su un suolo già basico bisogna prestare attenzione a non alcalinizzare troppo, pena la difficoltà ad assorbire gli altri elementi nutritivi come il calcio.
Il bicarbonato di potassio si può anche usare in alternanza con i classici prodotti a base di rame, per una difesa più efficace sia dell’orto che del frutteto.
Similitudini e differenze con il bicarbonato di sodio
Come molti già sanno, anche il bicarbonato di sodio viene usato come fungicida per le piante, soprattutto in ambito domestico. La sua azione è la stessa del bicarbonato di potassio, ovvero agisce tramite la modifica del pH della lamina fogliare, impedendo la comparsa dei funghi. Tuttavia, se usato troppo di frequente e a dosaggi sbagliati, rischia di rovinare le foglie provocando delle ustioni. Inoltre, rilascia sodio nel terreno, che a lungo andare è un problema. Ha il vantaggio, però, di essere acquistabile nei supermercati e di avere un costo molto contenuto. Inoltre è un prodotto di uso comune, presente in tutte le case. Infine, ha un’ottima efficacia.
Il bicarbonato di potassio, invece, ha il vantaggio di essere meno aggressivo sulle foglie e di essere più rapido nell’azione.
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Il bicarbonato di potassio in enologia
Il bicarbonato di potassio (E501) viene usato in enologia come deacidificante. Può essere aggiunto al mosto o direttamente al vino. Reagisce con l’acido tartarico, producendo bitartrato di potassio. Dopo la stabilizzazione a freddo, questo precipiterà, comportando una nuova diminuzione dell’acidità totale. In pratica, ammorbidisce il vino, cosa spesso necessaria nella vinificazione artigianale. La deacidificazione massima permessa nei vini per legge è di 0,65 g/l espressa sotto forma di acido solforico (1 g/l espresso sotto forma di acido tartarico), che corrisponde a una dose di bicarbonato di potassio di 1,3 g/l. Si usa sciogliendolo in una parte del mosto o del vino, che andranno poi aggiunti al volume finale. Quando si utilizza prima dell’imbottigliamento finale, conviene attendere almeno 1 mese prima d’imbottigliare.
Il bicarbonato di potassio enologico lo trovate qui.
4 commenti
Si può usare come prevenzione in inverno e inizio apertura dei germogli sulle piante di viti
Articolo esauriente, molto interessante ed utile. Grazie.
Informazioni molto utili siete da premiare ,infiniti ringraziamenti.
Grazie mille ^_^