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Lo zolfo è tra gli anticrittogamici più utilizzati in agricoltura biologica, in quanto consentito dai regolamenti comunitari. È un prodotto di uso classico che tutti i contadini conoscono, e fino a qualche decennio fa lo si trovava esclusivamente nelle formulazioni in polvere. Più di recente, però, sono stati introdotti i prodotti a base di zolfo bagnabile, più semplici da utilizzare anche da chi è alle prime armi.
Ma come agisce lo zolfo contro le malattie fungine delle piante?
Su quali colture è applicabile?
Quali sono le differenza tra il prodotto in polvere e quello bagnabile?
Cerchiamo di dare una risposta a queste domande.
L’azione anticrittogamica dello zolfo
Lo zolfo è considerato un fungicida non sistemico con azione principalmente diretta e di contatto sugli agenti patogeni. L’effetto anticrittogamico viene svolto allo stato di vapore dal suo prodotto di degradazione, ossia l’acido solfidrico.
Agisce a più livelli ed è in grado di interferire con i processi vitali della cellula fungina. Inibisce la respirazione del fungo, degrada la funzionalità delle proteine, compromette i processi biochimici tramite la chelazione di metalli che sono importanti per le funzioni enzimatiche.
In altri termini, quando l’elemento chimico raggiunge il micelio e le spore del fungo, riesce a penetrarne le cellule rompendo la membrana e provocandone la morte per disidratazione.
Condizioni affinché lo zolfo sia efficace
L’efficacia anticrittogamica dello zolfo è correlata a diversi fattori, ambientali e non. Questi sono, innanzitutto, la finezza delle particelle, i livelli di temperatura e l’umidità relativa.
La temperatura deve essere sufficientemente elevata per permettere la sublimazione, che inizia a circa 12 °C e aumenta progressivamente fino a 38-40 °C. Non tutti i formulati a base solfurea riescono ad essere attivi a basse temperature, per quelli meno raffinati con particelle più grosse sono necessarie temperature dai 18-20 °C a salire. L’umidità dell’aria non dovrebbe essere troppo elevata, difatti l’efficacia del prodotto è inversamente proporzionale ai valori di umidità relativa.
La fitotossicità dello zolfo
Le condizioni di efficacia dei prodotti a base di zolfo sono anche dei limiti, per via della possibilità di insorgenza di fenomeni di fitotossicità, come ad esempio la bruciatura delle foglie.
Le temperature troppo elevate sono infatti un fattore di rischio, così come la finezza della raffinazione. In generale gli zolfi in polvere sono più aggressivi nei confronti della vegetazione delle piante, specie se la povere è troppo grossolana.
Per non incorrere in rischi, si consiglia sempre di somministrare il prodotto solfureo nelle ore più fresche della giornata, specie nei trattamenti primaverili ed estivi.
Malattie contro cui lo zolfo è efficace
Tradizionalmente, lo zolfo viene impiegato in agricoltura contro le diverse forme di oidio , come ad esempio l’oidio della vite, l’oidio delle cucurbitacee, l’oidio delle rose, l’oidio della salvia ecc.
Ha anche un’ottima efficacia contro la ticchiolatura delle fruttifere, le forme di ruggine delle colture e la monilia delle drupacee (ciliegio, albicocco, pesco, mandorlo, susino).
Contro malattie come la peronospora del pomodoro è preferito l’uso del rame, anche se i prodotti a base solfurea possono essere una valida alternativa per evitare trattamenti ripetuti sempre con lo stesso principio attivo.
Altri usi in agricoltura
Lo zolfo è anche un efficace antiparassitario, ma solo nei confronti di alcuni insetti. I parassiti contro cui è possibile usarlo sono il ragnetto rosso, gli eriofidi (come ad esempio quello del pero, del pomodoro, della vite), la mosca bianca.
L’elemento in polvere trova utilizzo in agricoltura anche come correttivo dei terreni con pH eccessivamente basico.
Zolfo in polvere
Come accennato i prodotti a base di zolfo si dividono in due grandi gruppi: gli zolfi in polvere e quelli bagnabili. Quelli in polvere sono ottenuti in seguito a processi industriali e hanno diverse caratteristiche. Sono usati principalmente contro l’oidio della vite e delle cucurbitacee. Possiamo averne di tre diverse tipologie:
- in polvere grezzo, composto da materiale grezzo macinato finemente;
- sublimato, ottenuto dalla condensazione dei vapori di zolfo;
- ventilato, il più usato in agricoltura e prodotto dalla molitura e ventilazione dello zolfo sublimato.
Zolfo bagnabile
Gli zolfi bagnabili sono fatti con particelle più piccole di a quelli in polvere, per questo hanno una maggiore prontezza di azione, ma minore persistenza sulla vegetazione.
Anche quello bagnabile, così come quello in polvere, è diviso in tre tipologie di prodotti (che trovare in commercio nei negozi specializzati):
- bagnabile comune. È composto da zolfo ventilato con aggiunta di bagnanti;
- bagnabile micronizzato. Ottenuto per macinazione del sublimato o del ventilato con specifici micronizzatori per ottenere particelle finissime;
- bagnabile colloidale. Prodotto con un procedimento chimico finalizzato ad ottenere l’elemento allo stato colloidale con particelle molto fini.
Consigli pratici di utilizzo
Per prima cosa, evitate di miscelare lo zolfo con altri prodotti anticrittogamici, come la poltiglia bordolese, o con funzione antiparassitaria, come il sapone di Marsiglia, gli oli bianchi, l’olio di neem, il bacillus thuringiensis ecc. Il rischio è quello di perdere l’efficacia di entrambi o di innescare fenomeni fitotossici.
Si tratta di un prodotto eccellente per arrestare lo sviluppo della malattia, per cui non aspettate che l’infezione si propaghi a tutta la vegetazione, ma intervenite ai primi segni del problema, ad esempio le tipiche macchie bianche dell’oidio.
Le formulazioni dei trattamenti a base solfurea sono molto differenti tra loro (i prodotti li trovate nei negozi specializzati). Quindi, per quanto riguarda dosaggi e tempi di carenza attenetevi alle indicazioni riportate in etichetta.
Per la somministrazione, si devono usare delle attrezzature accessorie, come le solforatrici (come queste) per quello in polvere, o le pompe a spalla per quello bagnabile. In vendita c’è un’ampia scelta di questi attrezzi.
Ricordate anche di proteggervi con gli adeguati dispositivi di protezione individuali (DPI). L’inalazione di questo elemento è infatti molto irritante e può creare problemi di respirazione.
Infine, benché i trattamenti si possano ripetere più volte durante la stagione e sulla stessa coltura, vi consigliamo di alternare lo zolfo con altri prodotti anticrittogamici biologici, quali ad esempio: bicarbonato di sodio e di potassio, ampelomyces quisqualis, zeolite, bacillus subtilis, macerati naturali (aglio, equiseto ecc).