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Il ragnetto rosso, nome scientifico Tetranychus urticae, è uno dei più comuni acari delle piante. Con l’arrivo del caldo arriva puntualmente nei nostri orti, provocando gravi danni a diverse colture. E’ un acaro di dimensioni piccolissime che si posiziona nella pagina inferiore delle foglie. Per riconoscerlo, quindi, è necessario un attento sguardo. Se notate sulle vostre piante degli anomali, piccolissimi, puntini rossi in movimento, con ogni probabilità sarà lui, il ragnetto rosso.
In quest’articolo, quindi, vi insegneremo a riconoscere la sua presenza. Un’azione di contrasto tempestiva è di fondamentale importanza per evitare gli effetti dannosi che quest’acaro può causare.
Esistono diverse difese biologiche per contrastare le sue infestazioni senza usare pesticidi, e alcune sono molto semplici da attuare.
Scopriamo quindi insieme quali sono e vediamo come evitare le infestazioni di ragnetto rosso.
L’identificazione del ragnetto rosso

Il ragnetto rosso Tetranychus urticae
Il ragnetto rosso è un insetto appartenente alla famiglia degli Acari.
Si tratta di un acaro di piccolissime dimensioni, visibile chiaramente solo al microscopio elettronico. Le femmine adulte, quelle delle generazioni primaverili ed estive, hanno forma ovale e una dimensione di circa 500 micron. La colorazione è inizialmente gialla rosata, poi verdastra e infine rossa, con microscopiche macchie brune ai lati del corpo.
I maschi sono ancora più piccoli, nell’ordine dei 300 micron, di forma più slanciata e con una colorazione prevalentemente rossa.
A occhio nudo ciò che vediamo sono dei piccolissimi puntini rossi, fermi o in movimento, sulla pagina inferiore delle foglie. Quando il ragnetto rosso è morto, invece, i puntini che si vedono sono neri e immobili.
Danni

Ragnetto rosso su foglie di zucca
Il ragnetto rosso è un acaro fitofago, ossia si nutre della linfa delle piante. E’ inoltre polifago, cioè attacca un numero indefinito di specie vegetali, sia erbacee che arbustive.
Per quanto riguarda l’ambito della nostra trattazione, le specie vegetali orticole più a rischio sono: il fagiolino, la zucchina, il cetriolo, la zucca, le angurie, i pomodori, le melanzane, i peperoni.
L’azione polifaga del ragnetto rosso consiste innanzitutto nel nutrirsi delle piante, in particolare del citoplasma.
In secondo luogo, quest’acaro tesse una ragnatela fittissima e sottilissima, che toglie respiro alle piante. I danni che ne conseguono sono inizialmente l’ingiallimento fogliare, poi un grave disseccamento vegetativo, e infine, se l’attacco è esteso, la morte della coltivazione.
Gravi sono anche i danni sui frutti, che induriscono e diventano molto amari e quindi non più commestibili.
Ciclo biologico
Il ragnetto rosso ha un ciclo biologico molto veloce. In condizioni favorevoli (serre o clima caldo), può compiere fino a 8-10 generazioni l’anno. Le femmine adulte dell’ultima generazione, alla comparsa dei primi freddi, si rifugiano nei residui vegetali secchi, dove svernano. In primavera risalgono dagli anfratti invernali, si disperdono sulle piante ospiti e iniziano la loro attività di deposizione. Una femmina adulta produce dalle 10 alle 20 uova al giorno, riuscendo nel suo ciclo vitale a deporne ben 90-120. Le uova non sono visibili a occhio nudo e vengono deposte nella fittissima tela che ricopre la vegetazione. Le larve diventano acari adulti attraversando due stadi ninfali.
Il periodo di sviluppo migliore, e quindi i danni, si hanno in presenza di alte temperature, sopra i 30-35 °C, e di bassi livelli di umidità, ossia assenza di piogge. In queste condizioni un ciclo può essere completato in soli 8-10 giorni.
La difesa biologica con l’acqua
Viste le peculiarità del suo ciclo biologico, il ragnetto rosso fa notare la sua presenza sulle nostre colture all’inizio del periodo più caldo. In genere compare tra fine maggio e inizio giugno e resiste per tutta l’estate, fino all’arrivo delle piogge. Proprio questa sua caratteristica, cioè la preferenza per il caldo torrido e la bassa umidità, ci conduce a parlare della prima tecnica di difesa biologica per questo temibile parassita, vale a dire l’acqua. Esatto, stiamo parlando di pura e semplice acqua fresca.
Il ragnetto rosso, infatti, non sopporta l’acqua e l’umidità in genere. Questi elementi ne bloccano il suo veloce ciclo riproduttivo andando a distruggere le uova. Quindi se siamo in una stagione fortunata in campo aperto, frequenti precipitazioni piovose possono arrestare naturalmente la presenza del parassita. Purtroppo nei mesi estivi le piogge sono sempre meno frequenti, e quindi, per difendere le piante, bisogna agire con delle copiose bagnature artificiali.
Con una classica pompa a spalla (che trovate in rete a questo link) riempita d’acqua possibilmente fredda (si può mettere tranquillamente del ghiaccio nel bidone della pompa), è possibile effettuare una bagnatura completa e uniforme della vegetazione interessata dalla presenza del ragnetto rosso. Bisogna però fare attenzione a irrorare bene la pagina inferiore delle foglie, dove l’acaro si nasconde e tesse la tela.
Con questo semplice rimedio, economico e naturale, contrasteremo efficacemente lo sviluppo del parassita. Ulteriore raccomandazione è quella di effettuare la bagnatura nelle fresche ore serali. Questo è importante sia per evitare alle nostre piante un eccessivo stress di temperatura, sia per rendere più efficace e prolungata l’azione dell’acqua, creando una situazione di maggiore umidità.
I macerati naturali
In via preventiva, invece, si può agire con i macerati, in particolare quello d’ortica e quello d’aglio. In questo modo è possibile dissuadere il ragnetto rosso ad attaccare le nostre coltivazioni biologiche.
I predatori naturali
Altra tecnica biologica per contrastare il ragnetto rosso è quella dell’introduzione nell’ecosistema di alcuni insetti predatore naturali.
In particolare, si è dimostrato molto efficace l’utilizzo dell’acaro fitoseide denominato Phytoseiulus persimilis, che non produce effetti negativi sulle nostre colture.
Altri acari fitoseidi efficaci in questo tipo di lotta sono quelli appartenenti ai generi Amblyseius e Neoseius.
Molto efficace è anche l’azione di una particolare specie di coccinella, la Stethorus punctillum, di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo.
Lo zolfo in polvere
Per un’azione ancora più decisa contro il ragnetto rosso, è possibile adoperare da solo o congiuntamente agli altri rimedi, lo zolfo in polvere. Lo zolfo, infatti, allontana l’acaro efficacemente, ed è sufficiente irrorarlo nelle ore serali con un’apposita solforatrice (che potete trovate qui).
Questo rimedio è particolarmente utile, giacché, oltre a tenere lontano il ragnetto rosso, lo zolfo in polvere è un efficace rimedio contro l’oidio. La controindicazione, però, sta nel fatto che un suo uso continuo, specie se ravvicinato nel tempo, può causare una bruciatura delle foglie.
5 commenti
Grazie per l’interessante articolo. Volendo iniziare la lotta al ragnetto rosso su fagioli borlotti nani con la semplice bagnatura, tutte le sere potrei irrorare le piantine in toto a spruzzo con una pompa a spalla o direttamente con il tubo a pressione con acqua ghiacciata di pozzo, lavando via gran parte dei ragnetti. Non è che poi andrei incontro ad altri problemi, di tipo fungino, peronospora o altro? Per quanti giorni consecutivi consigli di ripetere tale operazione?
Altro discorso sui pomodori: le bagnature con acqua mi dà l’idea che possano indebolire la pianta. Dando nei prossimi giorni il caolino per prevenire gli attacchi delle cimici, riuscirei a risolvere anche il problema del ragnetto o no?
Ho pure olio di neem, se utile in che percentuale posso distribuirlo sui pomodori?
Consigli di eliminare tutte le foglie colpite (di pomodori e/o borlotti) prima di procedere?
Mi farebbe piacere un tuo parere in merito, grazie mille.
Buon lavoro!
Ciao Laura, per una consulenza così corposa puoi contattarci all’indirizzo email presente nella voce “Contatti” del sito. Grazie.
Può essere usato lo zolfo sciolto in acqua ?
Grazie.
Noi consigliamo lo zolfo in polvere, ma va bene anche quello bagnabile.
Peccato … la consulenza a Laura mi sarebbe stata molto utile 🙂