Indice dei contenuti
La poltiglia bordolese è un classico anticrittogamico usato per prevenire l’insorgenza di alcune dannose malattie delle piante, una su tutte la peronospora. In quest’articolo vi spieghiamo in maniera dettagliata cos’è e qual è il suo principio d’azione. Vediamo inoltre come prepararla artigianalmente, utilizzando gli ingredienti giusti, alla portata di tutti e facilmente reperibili in rete.
Capiamo infine come irrorarla sulle nostre piante, in che tempi e dosaggi, e soprattutto per quali tipi di malattie. Vi premettiamo subito che si tratta di un prodotto consentito in agricoltura biologico, da utilizzare però con i dovuti accorgimenti.
Cos’è la poltiglia bordolese

Solfato di rame
La poltiglia bordolese è un anticrittogamico di superficie, detto anche di contatto, a base di rame. Il rame, il cui simbolo chimico è Cu, è un catione bivalente (cioè a doppia carica positiva) che va a sostituirsi al calcio e al magnesio (Ca e Mg rispettivamente, anch’essi bivalenti) presenti nei polimeri costituenti le pareti cellulari fungine, denaturandone così le proteine strutturali ed enzimatiche e danneggiando i lipidi di membrana.
E’ anche un importante catalizzatore della sintesi della clorofilla. Inoltre, è tra i più efficaci anticrittogamici ad azione preventiva di cui disponiamo per poter contrastare moltissime delle patologie fungine in circolazione. Vite, olivo, pomacee, drupacee, agrumi, solanacee (in particolare il pomodoro), ecc, nessuna coltura è esente dagli attacchi fungini. Questi sono spesso devastanti poiché colpiscono le piante nella loro interezza, le foglie e i cauli in particolare, ma anche le radici. Le piante colpite assumono un colore snaturato, la loro struttura si rovina e lo svolgimento delle loro regolari funzioni viene meno.
Il rame è possibile somministrarlo sotto forma di ossicloruri, idrossidi e appunto come poltiglia bordolese. Di quest’ultima è da preferire quella fatta in casa. I formulati acquistabili in commercio, ad esempio quelli venduti in polvere (idrosensibili, che quindi vengono diluiti e utilizzati), contengono, infatti, al loro interno coformulanti che accompagnano la “sostanza attiva”. Molti di questi hanno funzione adesivante, in modo tale da aumentarne l’efficacia e l’applicabilità. Inoltre, alcuni hanno anche funzione stabilizzante, per favorire, tra le altre cose, la conservabilità. Ad ogni modo, tutto ciò che appare sotto il nome di coformulanti q.b. (quanto basta) nell’etichetta della poltiglia bordolese già pronta, è un’incognita che le case produttrici non consentono di conoscere. Il rischio dunque, usando poltiglie bordolesi già pronte, è di introdurre nel suolo sostanze che non avremmo mai voluto ci fossero.
La poltiglia bordolese fatta in casa
Cosa occorre per prepararla?
La poltiglia bordolese è una soluzione fredda molto semplice da realizzare anche in ambiente domestico. Necessita di tre semplici elementi:
- Solfato di rame, CuSO4, meglio se acquistato in polvere (per facilitarne lo scioglimento), ma eventualmente anche in scaglie. Lo possiamo acquistare facilmente presso qualunque rivenditore (un buon prodotto potete trovarlo qui)
- Calce, preferibilmente viva, cioè ossido di calcio, CaO. Nel caso fosse difficile da trovare, si può impiegare anche calce spenta o idrata, cioè l’idrossido di calcio, Ca(OH)2, derivante dalla reazione di spegnimento che coinvolge la calce viva: CaO + H2O → Ca(OH)2. Questo secondo prodotto è reperibile in rete a questo link
- Acqua
La necessità di mescolare questi due composti nasce dalla loro natura chimica. Il solfato di rame è a pH acido, inferiore a 7, la calce è invece basica, ossia ha un ph superiore a 7. Mescolati insieme danno luogo a una reazione che si dice di neutralizzazione, ph 7. Variando le dosi di rame e calce si possono ottenere poltiglie acide, che sono ad azione rapida ma anche altamente fitotossiche e ustionanti per la maggiore quantità di solfato di rame. O basiche, con maggiore quantità di calce, che sono meno rapide ma più persistenti, dato l’aumento dell’adesività.
In che quantità?
Per realizzare la poltiglia bordolese in casa è utile avere un riferimento quantitativo standard. Mediante le dovute proporzioni, è così possibile capire il quantitativo che ci occorre realmente, in base alle nostre necessità.
Il dosaggio dei vari componenti della miscela è:
- 1 kg di solfato di rame
- 1 kg di calce
Per ogni 100 litri di acqua
Le giuste proporzioni
Facciamo un esempio pratico. Ipotizziamo occorrano 10 litri per irrorare le nostre piante e vogliamo utilizzare la miscela tal quale, senza effettuare alcuna diluizione. Quanti grammi di solfato di rame devo miscelare? La risposta è tutto sommato semplice:
1000 gr (1kg) di solfato di rame: 100 litri di acqua = x : 10 litri di acqua
La x, chiaramente, corrisponde all’incognita che vogliamo ottenere. Per cui, isolandola, avremo:
x = (1000 gr di solfato di rame * 10 litri di acqua)/100 litri di acqua
Dunque:
x = 100 gr (0,1kg) solfato di rame
Ovviamente, la proporzione, impostata con le corrette informazioni, fornirà ogni volta il dato che ci occorre.
Possiamo seguire lo stesso procedimento analitico anche per la quantità di calce. Per 10 litri avremo bisogno di 100 gr (0,1kg) di calce idrata.
Utensili necessari
Sempre in relazioni alle quantità ”standard” di cui ci serviamo, prendiamo due contenitori. Devono essere non metallici e puliti. La loro capienza varierà dalle quantità di solfato di rame e calce che dovremo utilizzare. Ipotizziamo che ci occorrano contenitori dalla capienza di 20 e 150 litri.
Infine ci serve un bastone di legno per mescolare il composto (evitate di mescolarlo con le mani).
Come si prepara la poltiglia bordolese?

Preparazione della poltiglia bordolese
Una volta procurato il necessario, per preparala poltiglia bordolese bisogna effettuare tre semplici passaggi:
- Sciogliere 1kg di solfato di rame in 10 litri di acqua nel nostro contenitore da 20 litri. Assicuriamoci che il composto si sciolga completamente, senza lasciare residui. Per fare ciò mescoliamo per accelerare il processo. Un metodo molto utile, quando utilizziamo solfato di rame in scaglie, è quello di metterlo a bagno la sera prima con acqua tiepida. Così facendo ne facilitaremo lo scioglimento completo.
- Sciogliere 1kg di calce nei 90 litri di acqua rimanenti, nel contenitore da 150 litri.
- Dopo aver sciolto i due composti separatamente, mescolarli insieme, aggiungendo il solfato di rame al preparato in calce, sempre in questo ordine. Quindi mescolare per amalgamare il tutto.
Quando somministrarla

Poltiglia bordolese su foglie di pomodoro
La poltiglia bordolese è sicuramente è un prodotto da usare nelle 24 ore successive alla preparazione. Questo poiché in un lasso di tempo più lungo potrebbe perdere efficacia. È un trattamento preventivo, che va effettuato prima che piova. Se la mattina sono previste precipitazioni o c’è alta umidità, ad esempio, la sera prima si può pensare di utilizzarla. Questo perché i funghi come ad esempio la peronospora, hanno bisogno di acqua per entrare all’interno della pianta. Inoltre, svernano nel terreno e hanno bisogno di pioggia battente perché le spore possano essere proiettate sulle parti verdi. Una volta arrivate nella pagina inferiore della foglia, le spore entrano attraverso gli stomi, formando il micelio e dando inizio all’infezione secondaria. Questa si propaga, poi, in tutte le parti della pianta, grazie alla mobilità fornita dall’acqua. Ovviamente, se non piove spesso o se il tasso d’umidità non è molto alto, il trattamento non è necessario.
E’ bene non irrorare piante molto piccole o germinate di recente. Il rame, pur non penetrando attraverso la cuticola dei vegetali (che è uno strato ceroso utile alla protezione degli organi della pianta), quando questa è molto spessa, può essere pericoloso per gli organi molto giovani o fortemente idratati. Questo perché la sua azione è fitotossica e si traduce in una curvatura anomala delle foglia, che tende a chiudersi verso la nervatura centrale da ambo i lati del margine fogliare.
E’ sconsigliato anche l’utilizzo del rame durante la fase della fioritura. Questo, infatti, poiché potrebbe ostacolare l’allegagione dei fiori, cioè la formazione del frutto.
Come e quanta poltiglia bordolese somministrare in base al tipo di malattia
La poltiglia bordolese, in base alla virulenza dell’attacco, può essere usata appena preparata, tal quale, così come ottenuta.
Bisogna avere cura di cospargere la pianta con il preparato, nella sua interezza. E’ importante bagnare tutte le foglie applicando il composto sulla pagina inferiore, lì dove sono presenti gli stomi. Per l’irrorazione bisogna trovate attrezzature adeguate, di norma si usa una pompa a spalla, come quella che trovate a questo link.
Inoltre è indispensabile utilizzare gli adeguati dispositivi di protezione personale, come guanti e mascherina (anche questi potete trovarli in rete).
Per ogni specie colturale e tipologia di attacco fungino è consigliabile somministrare le dosi che seguono:
- Vite: contro peronospora, marciume e botrite circa 400 – 600 g/hl
- Pomaceae: contro batteriosi (Colpo di fuoco batterico), ticchiolatura, cancri, fumaggine e ruggine circa 600 – 1200 g/hl
- Drupaceae: contro bolla, monilia, fumaggine, cancri e batteriosi circa 100 – 1200 g/h. Consigliati almeno due trattamenti invernali: alla caduta delle foglie e subito dopo la potatura.
- Agrumi: contro gommosi, batteriosi, fumaggine e mal secco circa 700 – 800 g/hl
- Olivo: contro occhio di pavone e fumaggine circa 700 – 800 g/hl
- Pomodoro: contro alternaria, antracnosi, peronospora e batteriosi circa 600 – 800 g/hl
- Altre ortive: contro alternaria, antracnosi, peronospora, batteriosi, cercospora e ruggine circa 300 – 500 g/hl
Con la poltiglia è possibile contrastare anche gli oidi, ma non per azione diretta del rame sul fungo. In questo caso la protezione agisce attraverso l’ispessimento della pellicola esterna dei vegetali e dei loro frutti.
La gravità dell’attacco non è l’unico fattore che influenza le dosi della poltiglia bordolese. Contano molto anche le condizioni meteorologiche, ad esempio. Inoltre, come già detto, bisogna tener presente anche la fase fenologica nella quale si trovano le nostre colture el’ aggressività delle malattie da combattere.
Avvertenze
La poltiglia bordolese, come avete visto, è un composto che contiene un metallo pesante, il rame. Se questo si accumula nel terreno, inibisce e deprime le attività microbiche utili per i processi di sintesi dell’humus. Quindi è fondamentale evitare di farne un uso spropositato. Bisognerebbe attenersi al limite di circa 4kg/Ha/anno (28kg/Ha/anno in 7 anni), che è il limite di legge consentito.
Usiamolo solo quando esiste un reale pericolo di attacco fungino.
La poltiglia bordolese, come detto, è un trattamento preventivo. Ma prima di arrivare al suo utilizzo bisognerebbe attuare un’ulteriore prevenzione, prestando particolare attenzione alle irrigazioni. La gestione dell’acqua in entrata, infatti, è fondamentale. Se le nostre colture sono soggette a piogge frequenti e l’umidità si alza molto, un primo intervento potrebbe essere quello di arieggiare, magari riducendo il volume fogliare, quando possibile, per favorire l’abbassamento di umidità relativa.
22 commenti
Cosa usare per favorire la fioritura del broccolo?
.
La poltiglia bordolese può essere “spennellata” sui tronchi e sulle branche delle drupacee e delle pomacee, nel mese di febbraio?
Invece la “irrorazione” sul resto dei rami, sempre delle drupacee e delle pomacee, è giusto distribuirla prima o dopo la potatura? Va bene effettuare tutto questo nella seconda metà di febbraio? Grazie anticipate
Fai tutto dopo la potatura nel mese di febbraio.
Salve e complimenti per l’articolo. Vorrei approfondire le dosi in base al tipo di malattia. Leggo ad esempio: “Vite: contro peronospora, marciume e botrite circa 400 – 600 g/hl”. Si intende dai 400 ai 600 g ogni 100 litri di entrambi gli elementi? Grazie
Grazie per i complimenti, Diego. Per rispondere alla tua domanda, s’intende 400/600 g di poltiglia bordolese già miscelata.
Grazie per l’esauriente articolo, gradirei solo una conferma sui dosaggi.. Tornando alla vite per ogni 100 litri si mettono 200/300 grammi di solfato di rame e 200/ 300 grammi di calce.
I dosaggi restano sempre quelli indicati nell’articolo, quindi: 1 kg di solfato di rame e 1 kg di calce per 100 litri di acqua (se ti serve meno prodotto fai le dovute proporzioni matematiche). Per la vite, come diciamo nell’articolo, devi usare circa 400–600 g di composto già miscelato.
Grazie per l’aiutok
Molto istruttivo, interessante sono contento del risultato
Prego 🙂
Ho dato il solfato di rame più la calce agli olivi per contrastare un po l’attacco della mosca. Dopo 30 giorni dal trattamento posso raccogliere le olive anche se sono un po macchiate di rame? Anche lavandole con un getto d’acqua abbastanza forte restano sempre macchiate. Grazie
Per la mosca dell’olivo i prodotti a base di rame, compresa la poltiglia bordolese, non hanno efficacia. Si tratta di anti-crittogamici, che prevengono l’insorgenza di malattie fungine. Per la mosca dell’olivo ti consigliamo di leggere il nostro articolo specifico. Detto questo, il tempo di 30 giorni è sufficiente come tempo di carenza per utilizzare le tue olive, in particolare se devi fare olio. In frantoio verranno lavate con macchinari specifici. Diverso è il discorso se le devi trasformare, ad esempio per fare delle olive schiacciate. Ti consigliamo in tal caso di metterle a bagno con del bicarbonato di sodio e lavarle ripetutamente, fino a quando tutti i residui non saranno eliminati.
Razie mille
Ciao, ottimo articolo, grazie. Quando si parla del limite di 4kg/ha di rame all’anno, si intende il rame metallo? Se uso solfato di rame 98% miscelato con le dosi indicate sopra (1kg solfato di rame, 1kg calce per 100lt acqua) quanto è effettivamente la quantità di rame metallo presente? In molte etichette prodotto, (solfato di rame) viene indicata la dose 25g di rame metallo, ma è inteso per kg o 100g? grazie
S’intende la concentrazione di sali di rame contenuti nel prodotto. Nel caso della poltiglia bordolese è 1 kg. Nelle etichette s’indica la quantità per 100 g.
Finalmente indicazioni chiare!
ottima spiegazione comprensibile a tutti . grazie
Interessante
Grazie x i consigli
Ma se anche la poltiglia bordolese non va usata quando nei pomodori ci sono i fiori si torna al punto di partenza !
Cosa usare?
Ottimo, lo si imparava anche in campagna da ragazzo anni 50 e dal prof Morettini Ist. Miglioramento piante da frutto del CNR di Firenze, dove ho lavorato per tanto tempO. Poi quando passi a mutagenesi e genetica agraria di Pisa capii quali fossero i problemi. Ho sempre usato il ramato (Ossicloruro di rame e bianco, calce spenta) per i trattamenti e funziona d secoli, ma non ci nascondiamo che anche ciò che chiamiamo biologico, proprio biologico non è. Semmai è un prodotto naturale perché daal natura deriva, ma è tossico e la lunga esposizione al rischio porta ad alterazioni, a mutazioni sull’organismo spesso assorbite ma a volte la tossicità prolungata può portare sul DNA gravi forme di cancerogenicità. E se fai una attenta analisi anche ai derivati, in questo caso al vino, ma ai pomodori e tutte quel frutta e verdure che hanno avuto trattamenti di poltiglia o ramato, vi ritrovi in tracce proprio quel prodotto che anche la vite, o il pesco, o la pianta di pomodoro riconosce e si porta nelle sue fasi di sviluppo…..mi piace l’argomento, ma una delle più grandi delusioni oggi sono i concimi che vengono usati (Fanghi e Gessi) dalle ecomafie che impongono lo spandimento sul suolo italiano e da cui si ricavano poi grani, erbe affienagioni, verdure, frutta e che vanno ad inficiare quella catena alimentare con sostanze altamente cancerogene proprie di quei concimi malati che ritrovi po nei derivati dettate alimentari, anche carni e latticini. Ed il bello è che sopra ci trovi scritto prodotto biologico. Smettiamo di prenderci per il clo che di biologico non cè quasi niente. Per riottenerlo bisognerebbe risanare per anni i terreni di mezza Italia e poi ritornare alla vanga, alla zappa ed alla pompa di rame per dare quei pochi prodotto ai quali ormai geneticamente ci siamo assuefatti, plasmayi, i resistenti, eccetti le miglia di persone che senza sapere si beccano tumori e la cui mortalità supera ad oggi quella dello stesso prodotto dell’uomo che si chiama Covid. Buon lavoro e grazie per l’attenzione.
Grazie per il commento. Sulle pagine del nostro sito può trovare tutte le informazioni per realizzare un’agricoltura che sia realmente biologica, a cominciare dalla valutazione del terreno, fino ai metodi di coltivazione.