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La propoli in agricoltura. Fungicida bio e antiparassitario naturale

Di Coltivazione Biologica 11 Dicembre 2017

La propoli, o propolis, è una sostanza prodotta dalle api, da sempre usata dall’uomo per via delle sue proprietà curative. La produzione parte dalle secrezioni resinose che le piante emettono per proteggere le proprie gemme e gli apici vegetativi. Questa sostanza viene prelevata dalle api, elaborata e usata in diversi modi nell’alveare. Il suo nome antico, propolis, deriva dai due termini greci pro=in difesa e polis=città. Il riferimento è all’attitudine delle api ad impiegarla per proteggere l’alveare dalle minacce esterne.

Oggi spieghiamo in dettaglio cos’è la propoli e come viene prodotta dalle api. Inoltre, capiamo come viene usata in agricoltura biologica per potenziare le difese naturali delle piante contro attacchi di malattie fungine e parassiti.

Cos’è la propoli

Propoli in alveare

Propoli grezza all’interno dell’alveare

Come abbiamo accennato, la propoli deriva da alcune sostanze resinose emesse dalle piante sulle gemme e gli apici vegetativi. Questa sostanza è prodotta dal sistema linfatico e serve per proteggere dagli agenti esterni la pianta stessa. Si tratta di una resina naturale, gommosa, balsamica, ricca di oli essenziali e componenti. Questa sostanza è diversa per ogni specie vegetale e viene prelevata ed elaborata dalle api. Queste la lavorano con saliva e cera e l’arricchiscono con enzimi, trasformandola in propoli.
Il prodotto finito viene poi trasportato nell’alveare dalle api bottinatrici, che si avvalgono delle robuste cestelle delle zampe posteriori.

Nell’alveare viene usato per diversi scopi, in primis come barriera naturale per restringere l’ingresso del nido, così facendo lo proteggono dagli agenti esterni.
In secondo luogo, per le sue proprietà fungicide e antibatteriche. In sostanza, le api lo usano per disinfettare l’interno dell’alveare..

Consistenza e diversità dei vari tipi di propoli

Propoli grezzaGli alberi preferiti dalle api per la produzione di propoli sono molti. Tra questi ci sono: pioppo, betulla, ontano, carpino, platano, prugno, ciliegio, abete, pino, olmo, salice, quercia. Si tratta di specie vegetali molto diverse tra loro, che crescono in ecosistemi differenti. Per questo motivo non esiste solo un tipo di propoli. Le caratteristiche fisiche e i contenuti variano a seconda delle specie bottinate, parliamo innanzitutto di odore, sapore e colore. Ad esempio, il colore varia dal giallo-verde (prevalenza di pini), al rossastro (prevalenza di pioppi), fino al nero (prevalenza di betulle). E in mezzo a queste variazioni, com’è ovvio, ci sono numerose sfumature.

L’odore, molto aromatico, varia in base alle sostanze resinose che ci sono nella pianta. Il sapore può essere acre e amaro, così come può essere dolce.
La consistenza invece è variabile in funzione della temperatura di utilizzo. Grezza, prelevata a freddo, risulta dura e friabile. Ma appena la si manipola diventa duttile, sempre più malleabile man mano che la temperatura si avvicina ai 30 °C. A temperature superiori diventa appiccicosa e viscosa, mentre a 65-70 °C fonde.

Approfondimenti
  • Come gestire i residui colturali nell’orto
  • Come usare i lupini macinati per concimare le piante
  • Come curare l’orto in estate
  • L’uso della bentonite in enologia e agricoltura

Cosa contiene

Per gli stessi motivi appena accennati, l’esatta composizione chimica della propoli è molto variabile a seconda della zona di raccolta. Dagli studiosi viene ipotizzata una composizione indicativa, che tiene conto dei componenti principali rilevati in studi fatti in diverse parti del mondo. Ossia:

  • 50-55% di resine e balsami (terpeni, polisaccaridi, acidi uronici, acidi aromatici, aldeidi aromatiche, acidi ed esteri caffeici, ferulici cumarici)
  • 25-35% di cera (acidi grassi, ossiacidi, lattoni)
  • 5-10% di sostanze volatili, di cui lo 0,5% di oli essenziali
  • 5% di polline
  • 5% di sostanze organiche varie, tra cui i più importanti sono i flavonoidi (crisina, galangina, isovanilina, isalpina, pinocembrina, pinobanksina, pronostrobina, vanillina, kemferide, sakuranetina); acido benzoico, caffeico, ferulico; alcool cinnamico; minerali (alluminio, calcio, cromo, rame, ferro, manganese, piombo, silice); vitamine del gruppo B, vitamina C ed E

Proprietà

Una delle peculiarità della propoli è la grande ricchezza di flavoinoidi, ossia i pigmenti vegetali.
Si tratta sostanze molto preziose, che per le piante svolgono una duplice funzione: protezione e stimolo di importanti funzioni metaboliche.
I flavonoidi conferiscono alla propoli la maggior parte delle sue proprietà antimicrobiche. Ad esempio, flavonoidi quali la galangina (di cui sono ricchi i boschi di latifoglie) e la pinocembrina (proveniente dai boschi di conifere), sono sostanze dotate di azione batteriostatica. Quelli ricchi di sakuranetina, invece, hanno una spiccata attività antifungina.
Anche altre sostanze di natura aromatica rafforzano le proprietà battericide e antifungine delle propoli. Queste sono, ad esempio, l’acido benzoico, l’acido ferulico, l’acido caffeico e lo xanterolo,
Altre proprietà della propoli sono quelle:

  • Antivirali
  • Cicatrizzanti
  • Immunostimolanti
  • Vaso-protettive
  • Antiossidanti
  • Antiacide

Tutte queste proprietà hanno fatto sì che, nei secoli, questa sostanza venisse considerata una farmacia naturale.

Come si ricava la propoli

PropoliLa propoli si può presentare in diverse forme e preparazioni. La più semplice è quella grezza, che deriva dalla semplice attività delle api.
Questa versione grezza si può ottenere in due modi. Il primo è quello della periodica pulizia dell’arnia, dove vengono raccolti, con semplice raschiamento, pezzettini di propoli. Il problema di questo tipo di raccolta sono le impurità presenti nell’arnia, come schegge di legno, resti di insetti, eccesso di cera ecc.

Per questo motivo, molti apicoltori preferiscono il secondo metodo, ossia stimolano le api a propolizzare.
Questo processo avviene sistemando nell’arnia apposite griglie con una rete in plastica per la raccolta. Le griglie vengono collocate al posto dei coprifavi nei periodi di maggiore raccolta da parte delle api, cioè primavera e tarda estate. Con le griglie si crea un flusso di aria calda dal centro del nido verso l’alto, in direzione della rete. Quest’aria calda stimola le api a propolizzare in modo più rapido.
La propoli così ottenuta è senza impurità, quindi di migliore qualità. Altro vantaggio è in termini di resa per l’apicoltore. Tuttavia, c’è da sottolineare che per le api questo tipo di lavoro rappresenta una forzatura.

Come si usa la propoli

Per uso umano la propoli può essere assunta innanzitutto in forma grezza, mettendola in bocca e lasciandola sciogliere.
Può inoltre essere usata pura, in polvere, unita all’acqua o al miele.
Nella maggior parte dei casi viene però usata la tintura madre, che si ottiene lasciando macerare la propoli nell’alcol etilico.

La tintura madre

PropoliE’ stato studiato che la propoli sprigiona al meglio tutti i suoi contenuti proprio dopo lo scioglimento nell’alcol.
La tintura madre si può preparare in casa, con un dosaggio standard di 70 ml di alcol e 60 g di propoli pura. In questo modo si ottengono circa 100 ml di tintura madre al 30%.
Per migliorare la solubilità è bene polverizzare la propoli, tenuta in frigo per favorirne l’indurimento.
Prima si polverizza bene usando un piccolo mortaio. Una volta polverizzata si lascia macerare nell’alcol per circa 30 giorni. Ricordarsi di agitare la soluzione almeno ogni 2-3 giorni, questo facilita il contatto tra particelle di propoli e alcool.

Trascorso il tempo di macerazione la tintura deve essere filtrata. Consigliamo di farlo in modo delicato, usando un filtro di carta e senza smuovere il deposito in fondo al contenitore.
La tintura si conserva a lungo, possiamo dire che non ha scadenza. L’importante è tenerla al buio e in un luogo fresco.
Se non avete la possibilità di prepararla in casa, potete trovarla qui.
La tintura di propoli (in soluzione alcolica) rappresenta la base per altre preparazioni ad uso umano, tra cui:

  • Collutorio: 10-15 gocce di tintura madre in mezzo bicchiere d’acqua
  • Estratto molle
  • Miele

In ogni caso sono molti i prodotti a base di propoli che si trovano in commercio. Una gamma diversificata la trovarla qui.

L’uso della propoli in agricoltura biologica

Per le sue proprietà fungicide e antibatteriche la propoli può essere usata in modo proficuo anche in agricoltura.
Questa sostanza, infatti, rientra tra i prodotti di uso consentito in agricoltura biologica, come potenziatore delle difese naturali delle piante.
Il suo utilizzo è indicato per prevenire le malattie crittogamiche degli alberi da frutto, ossia causate da funghi. Nello specifico parliamo di oidio, bolla del pesco, virosi e batteriosi, corineo, gommosi, ticchiolatura, marciume del colletto dei fruttiferi e delle ortive.
Per gli attacchi di parassiti invece, l’uso della propoli si è dimostrato efficace contro: afidi, aleurodidi, cicala sputacchina, cocciniglia cotonosa, elateridi, larve terricole, metcalfa, minatori fogliari, mosca dell’olivo, mosca della frutta, nematodi.

In agricoltura, inoltre, è possibile impiegare preparati a base di propoli per proteggere le piante da agenti atmosferici, proprio come avviene in natura. E’ utile ad esempio contro danni da grandine, gelate, colpi di calore.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono le preparazioni consigliate in agricoltura.

Le preparazioni di propoli ad uso agricolo

Soluzione acquosa

Tra le preparazioni di propoli ad uso agricolo, la più semplice è la soluzione acquosa. Questa si ricava dalla macerazione della sostanza grezza in acqua.
I dosaggi prevedono 150 g di propoli grezza a macerazione in 1 l d’acqua per 15 giorni.
Per migliorare lo scioglimento e la dispersione dei contenuti nell’acqua, si consiglia di aggiungere un albume d’uovo.
Ogni 2 giorni la soluzione andrà mescolata. Trascorso il tempo di macerazione, la soluzione acquosa viene filtrata e conservata al buio in bottiglie di vetro scuro (come queste).

Soluzione idro-alcolica

In agricoltura biologica è la preparazione di propoli più usata. Si ottiene unendo in egual misura soluzione acquosa e tintura madre. Ad esempio 100 ml di soluzione acquosa, mescolati con 100 ml di tintura madre.
La soluzione idro-alcolica così ottenuta può essere diluita in ulteriori 100 l d’acqua e usata sulle piante ogni 15 giorni.
Se avete difficoltà nell’autoproduzione, la soluzione idro-alcolica la trovate qui.

Soluzione idro-alcolica più zolfo

Per potenziare l’efficacia della soluzione idro-alcolica di propoli, specie contro le malattie crittogamiche, viene aggiunto lo zolfo.
Sottolineiamo che non si usa il classico zolfo in polvere, ma lo zolfo melassato, il Sulfar. Si tratta di un particolare formulato a base di zolfo su supporto proteico, meno aggressivo del classico zolfo in polvere.
Il Sulfar si trova nei migliori negozi di prodotti per l’agricoltura, è consentito in agricoltura biologica e viene aggiunto alla soluzione idro-alcolica nella quantità di 250 g ogni 100 l d’acqua.

Propoli più silicato di sodio

Come abbiamo visto parlando della bolla del pesco, la propoli (in soluzione idro-alcolica) può essere arricchita con il silicato di sodio (all’1,5% sulle piante in vegetazione e al 2,5% sulle piante in riposo).

Oleato di propoli

Questo preparato di propoli è indicato in sostituzione degli oli bianchi minerali nella cura contro le cocciniglie.
In questo caso si usa la versione in polvere macinata fine, e si lascia macerare per 5 giorni nell’olio d’oliva. Il dosaggio è di 25 g di propoli per 1 l di olio. Trascorso il tempo di macerazione si estrae la parte superiore della soluzione priva di sedimento. Una volta estratto l’olio, si addiziona la soluzione idro-alcoolica nella proporzione del 20%, ottenendo un oleolato pronto all’uso.
L’oleato viene spennellato in modo diretto sugli alberi da frutto infestati dalle cocciniglie. Alcuni degli alberi soggetti a questi parassiti sono il fico e il limone.

Propoli più cera d’api

Infine, largo impiego trova la propoli addizionata con cera d’api. Si tratta di una pomata cicatrizzante, ottima per sanare le ferite degli alberi dopo gli interventi di potatura. In questo modo si prevengono gli attacchi fungini, che trovano facilità d’ingresso nelle ferite dell’albero.
La crema si prepara sciogliendo a bagnomaria la cera d’api, alla quale viene aggiunta la tintura madre e un olio vegetale.
I dosaggi sono: cera d’api 45 g, tintura di propoli 30 ml, olio vegetale 25 ml.

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6 commenti

itala denicolo 16 Dicembre 2017 - 9:08

Articolo veramente interessante, ho iniziato quest’anno ad usare la propoli, senza però averne la necessaria conoscenza.Ho comunque notato dei buoni risultati. Ora la conosco molto meglio, grazie a voi. Continuate così! Buon lavoro!

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Antonio 15 Aprile 2022 - 14:24

Possiamo utilizzare prodotti da scarti di apicoltura per creare difese albore e per ortaggi.

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renzo rafanelli 17 Febbraio 2020 - 14:46

la propoli è efficace per la rogna dell’ulivo e può essere associata al rame e in quale proporzione?

Replica
Coltivazione Biologica 17 Febbraio 2020 - 16:03

La propoli ha dimostrato la sua efficacia per i patogeni fungini come l’occhio di pavone, ma per la rogna, che è un batterio, non ci sono certezze sulla possibilità che sia curativa. La rogna si cura con grandi potature (con i tagli disinfettati con il rame). In ogni caso: non mischiare mai propoli e rame. Il rame va usato da solo.

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FERRARESE SALVATORE CONCETTO 8 Febbraio 2021 - 0:41

cerco della propoli in soluzione alcolica , grosse quantita Lt. 50 o piu’

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Tiziana 7 Giugno 2021 - 17:48

Bravi

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