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L’albero di pesco è tra i più amati dagli orticoltori. Allo stesso tempo, però, è tra i più difficili da coltivare in biologico. Uno dei problemi principali sono i tanti parassiti che ne attaccano la vegetazione e i frutti.
Oggi, mostriamo una carrellata degli insetti da tenere sotto controllo nella coltivazione del pesco. Inoltre, vediamo che tipo di danni causano questi insetti e capiamo come prevenire le infestazioni con tecniche di difesa bio.
Ad altre patologie, come la più comune bolla, dedicheremo più in là un adeguato spazio.
Vediamo adesso quali sono i principali parassiti del pesco.
I principali parassiti dell’albero di pesco
Diamo il via a questa carrellata fotografica dei principali parassiti dell’albero di pesche.
I lepidotteri Cydia molesta

Cydia molesta
La Cydia molesta, nota anche come tignola orientale del pesco, è un Lepidottero che, come dice il nome, è originario dell’Asia orientale.
Questo lepidottero è in grado di compiere 4-5 generazioni l’anno, svernando come larva matura nella corteccia dell’albero di pesco. La sua attività riprende in aprile, con il primo volo.
I danni sono dovuti all’attività delle larve che a maggio rovinano i giovani germogli. In seguito iniziano a danneggiare i frutti.
La difesa biologica è resa molto complessa dall’accavallarsi delle generazioni. Dunque è necessario un monitoraggio continuo, da effettuarsi con trappole cromotropiche che potete reperire a qui
A queste vanno affiancate le trappole ai feromoni, già viste contro la tuta absoluta del pomodoro. I feromoni devono essere specifici, e pertanto è opportuno acquistarli presso rivenditori specializzati.
Questi rimedi limitano le popolazioni di farfalle adulte.
Contro le larve, che producono la maggior parte dei danni, il miglior rimedio bio è il bacillus thuringiensis var kurstaki, che trovate qui
Anarsia lineatella
Altro lepidottero molto dannoso per l’albero di pesco è l’Anarsia lineatella, o tignola del pesco.
Compie tre generazioni l’anno e sverna come larva giovane sotto la corteccia delle branche e dei rami. I primi sfarfallamenti si verificano a metà maggio per la generazione svernante. Per le generazioni successive, invece, si va da luglio in poi.
Provoca danni sia ai frutti che ai giovani germogli.
Nelle coltivazioni dell’albero di pesco, la sua presenza è spesso associata alla Cydia molesta. Sono molto simili ed entrambi fitofagi, ed è difficile distinguerli.
Ad ogni modo la difesa biologica è uguale per entrambe le specie. Dunque vale quanto descritto per la tignola orientale.
Gli afidi
Gli afidi sono una super famiglia di insetti. Sono conosciuti comunemente come pidocchi delle piante. Quelli più dannosi per l’albero di pesco sono:
- Myzus persicae, afide verde del pesco
- Myzus varians, afide sigaraio
- Brachycaudus schwartzi, afide bruno del pesco
- Hyalopterus amygdali, afide farinoso
- Myzus persicae
- Myzus varians
- Brachycaudus schwartzi
- Hyalopterus amygdali
Il ciclo biologico, i danni, la prevenzione agronomica e i rimedi bio, sono assimilabili per tutte le specie. Vediamo come agire partendo dal primo punto.
Ciclo biologico
Questi afidi compiono il loro intero ciclo biologico sull’albero di pesco. Trascorrono l’inverno allo stadio di uova, sul legno vecchio o all’interno dei fiori midollari degli speroni di potatura.
In primavera, in concomitanza con la ripresa vegetativa, ha di nuovo inizio la loro attività dannosa. Spesso le specie che abbiamo elencato formano colonie miste.
Danni
I danni che gli afidi provocano all’albero di pesco sono concentrati sulla vegetazione. Parliamo di decolorazione, caduta o accartocciamento fogliare, arresto dello sviluppo vegetativo, produzione di melata, fumaggini sui frutti.
Prevenzione agronomica
Per prevenire grosse infestazioni è opportuno attuare una serie di accorgimenti agronomici quali:
- Potature equilibrate
- Irrigazioni regolari e non eccessive
- Concimazioni organiche azotate ridotte, per evitare l’eccessivo sviluppo vegetativo
Anche la tutela della biodiversità dell’agroecosistema può facilitare il controllo degli afidi. Ad esempio, il mantenimento dell’inerbimento sotto gli alberi può essere utile. Così come la creazione di siepi dove gli insetti antagonisti come le coccinelle possono trovare rifugio.
Rimedi biologici
La velocità di riproduzione degli afidi, superiore a quella degli insetti antagonisti, spesso rende necessario un intervento con rimedi bio. In questi casi è indicato l’utilizzo di macerati naturali come quelli di ortica e aglio.
Nel caso di infestazioni di una certa intensità, si può intervenire con sapone molle potassico, che trovate qui in una formulazione specifica per l’agricoltura bio, o con l’olio di neem, anch’esso facile da trovare in rete
Le cocciniglie
Per quanto riguarda le cocciniglie, sono due le specie maggiormente dannose sull’albero di pesco.
La prima è la cocciniglia bianca, Pseudaulacaspis pentagona, la seconda è la Comstockaspis perniciosa.
La cocciniglia bianca, Pseudaulacaspis pentagona

Pseudaulacaspis pentagona
La cocciniglia bianca è un parassita preoccupante per molti alberi da fruttto.
Compie il suo ciclo biologico sul legno dell’albero e sverna come femmina adulta fecondata.
A maggio avviene la prima migrazione di neanidi.
La seconda avviene invece a luglio e si protrae nel mese successivo.
I danni sono dovuti alla sottrazione di linfa, che può provocare il disseccamento di rametti e branche. La seconda generazione è in grado di danneggiare anche i frutti.
Vediamone, quindi, la prenzione agronomica e la difesa biologica, in modo da tenere al sicuro i nostri alberi di pesche.
Prevenzione agronomica
A livello agronomico, per la cocciniglia bianca si può agire su più fattori per prevenire e limitare le infestazioni. Innanzitutto, in estate, si può favorire l’insolazione diretta delle colonie attraverso operazioni di potatura verde. Inoltre, le colonie soffrono anche l’esposizione al freddo invernale. Nei periodi freddi, quindi, si possono effettuare spazzolature manuali ed eliminare con operazioni di potatura i rami attaccati.
Difesa biologica
Per la cocciniglia i trattamenti bio più incisivi si fanno contro le forme svernanti, nella ripresa vegetativa. In questo caso si usa l’olio bianco, prodotto consentito in biologico (che trovate qui).
In estate l’olio è sconsigliato poiché può provocare bruciature alla pianta. Al suo posto si può pulire la vegetazione e usare il sapone puro di Marsiglia. Non è ovviamente il sapone reperibile nei supermercati, ma un prodotto puro, adatto all’agricoltura biologica. Questo sapone è reperibile nei negozi specializzati
Cocciniglia comstockaspis perniciosa
La specie Comstockaspis perniciosa, invece, è meglio nota con il nome di cocciniglia di San Josè. Compie tre generazioni l’anno e sverna come neanide di prima o seconda generazione. Sono questi gli stadi più sensibili ai trattamenti biologici.
I periodi in cui compaiono le neanidi sono i mesi di maggio, luglio-agosto, settembre–ottobre.
Le infestazioni avvengono poiché le neanidi migrano sui nuovi rami da colonizzare. Qui si fissano su rami e frutti proteggendosi con il loro scudo grigio-ardesia.
I danni all’albero di pesco sono causati dall’attacco al tronco e ai rami. Questi subiscono deperimenti e disseccamenti vegetativi.
L’attacco ai frutti, invece, si manifesta con areole clorotiche circondate da un alone rossastro. Al centro dell’alone si trova lo scudo della cocciniglia.
La prevenzione agronomica e la difesa biologica sono assimilabili a quanto illustrato per la cocciniglia bianca.
La cicalina

Empoasca decedens
C’è un altro insetto parassita capace di danneggiare l’albero di pesco. Si tratta della cicalina Empoasca decedens, appartenente all’ordine dei Rincoti.
Questa specie è nota anche con il nome comune di cicalina verde degli agrumi. Ha un’elevata mobilità e sverna come adulto su piante sempreverdi, come gli agrumi per l’appunto. Compie diverse generazioni l’anno e in piena estate si sposta sull’albero di pesco. Le femmine depongono le uova sulle nervature fogliari e, in seguito, gli adulti succhiano la linfa dalle nervature stesse.
Il danno causato dalla loro azione trofica si manifesta con necrosi dei tessuti periferici del lembo fogliare. Questo causa la conseguente riduzione dello sviluppo dei germogli.
Prevenzione e difesa biologica
Per la cicalina l’azione di prevenzione è molto complessa, vista l’elevata mobilità. Tuttavia, i suoi danni sono in genere occasionali.
Per l’eventuale trattamento bio, in caso di grossa infestazione, consigliamo l’utilizzo dell’olio di neem.
I tripidi

Taeniothrips meridionalis
Tra i parassiti dell’albero di pesco, i tripidi sono tra i più problematici, vista la difficoltà nella difesa biologica.
Le specie che interessano la cultivar cono il tripide del pesco, Taeniothrips meridionalis e la Thrips major.
I tripidi svernano come femmine fecondate direttamente nell’apparato legnoso dell’albero. Nei mesi primaverili, i minuscoli insetti si portano sui fiori. Qui avviene l’ovideposizione.
Le neanidi che si generano si sviluppano creando danni agli organi fiorali e ai piccoli frutti.
La prevenzione agronomica è molto complessa. Nelle zone dove c’è un alto rischio d’infestazione si consiglia addirittura di evitare un nuovo impianto.
Per capire se vi è la presenza dei tripidi si possono utilizzare le trappole cromotropiche di colore blu, che potete reperire qui.
Questo tipo di trappola svolge azione di monitoraggio e non di cattura massale.
Per la difesa bio, il prodotto più efficace è l’azadiractina, principio attivo dell’albero di neem.