Le cimici dei letti a differenza delle cimici asiatiche e di quelle verdi, non procurano danni alle colture ma solo all’uomo e ad alcuni animali domestici. La loro diffusione nella storia recente della società moderna ha avuto fasi alterne. Negli ultimi anni sta tornando alla ribalta delle cronache, come problema di emergenza sanitaria.
Si tratta di un insetto molto pericoloso, di non facile individuazione, che ha grandi capacità di proliferare negli ambienti domestici. Il suo comportamento è subdolo, visto che riesce a vivere per lungo tempo senza alimentarsi. Inoltre, le sue punture, nella maggior parte dei casi, non si avvertono subito.
Conosciamo dunque meglio le cimici dei letti e il loro comportamento. Vediamo come comportarci in caso di puntura e come prevenire i rischi d’infestazione con pratiche di buon senso. Infine, vediamo come agire in maniera ecologica per eliminarle dai nostri ambienti domestici.
Classificazione entomologica delle cimici dei letti
La cimice dei letti (Cimex lectularius) è un insetto dell’ordine dei Rincoti e della famiglia Cimicidae.
Viene classificato come artropode ectoparassita ematofago obbligato dell’uomo e di altri animali, soprattutto domestici. In parole povere vuol dire che l’obiettivo primario di questa cimice è l’uomo. Siamo noi l’animale principale da cui trae nutrimento attraverso le punture.
Storia e diffusione
Antichità
La storia del rapporto tra l’uomo e le cimici dei letti si perde nelle notte dei tempi. I primi scritti che testimoniano la presenza di questi parassiti risalgono all’antica civiltà Egizia, più di 3.500 anni fa. Le cimici dei letti erano conosciute sia tra i Greci che tra i Romani e la loro diffusione non si è mai arrestata fino ai giorni nostri.
Agli inizi del secolo scorso, con l’avvento degli impianti di riscaldamento, si è avuto addirittura un incremento delle infestazioni. Il calore delle case, infatti, ha consentito a questi parassiti di proseguire il loro ciclo biologico anche nei mesi invernali.
Gli anni ’50
A partire dagli anni ’50, però, le infestazioni di cimici del letto segnarono un forte calo. Gli studiosi credono che questo abbattimento fu dovuto a una duplice serie di fattori, ossia il miglioramento generale delle condizioni igieniche e l’introduzione degli insetticidi di sintesi, ovvero i piretroidi. I danni di quest’ultimi, però, com’è noto, avvengono sempre nel lungo periodo.
Gli anni ’90
A partire dagli anni ’90 le cimici dei letti tornano alla ribalta e fanno segnare un progressivo aumento delle infestazione.
Gli studiosi ritengono che proprio l’uso eccessivo degli insetticidi piretroidi, come il classico Ddt, abbia favorito il loro ritorno.
Le cimici dei letti, inoltre, sono in grado di viaggiare per lunghe tratte, proprio insieme all’uomo. Nel tempo, l’aumento del numero degli scambi internazionali, ha favorito un processo di rimescolanza genetica, che ha reso le popolazioni delle cimici resistenti agli stessi insetticidi.
In Italia le cimici dei letti negli ultimi anni sono diventate dei parassiti di primaria importanza. Provocano spesso disagi e gravi danni, anche economici, specie nel settore dell’ospitalità alberghiera e dei trasporti pubblici.
Riconoscimento delle cimici dei letti
La Cimex lectularius adulta è facilmente riconoscibile, anche se è lunga solo 5 mm il maschio e 6 la femmina.
Il corpo è di forma ovale e appiattita sul dorso, con una colorazione rosso-brunastro. Possiede due espansioni laterali del pronoto e una coppia di emielitre. Ha un evidente rostro allungato, che in posizione di riposo è tenuto ripiegato all’indietro, al di sotto del torace. La testa è piccola e di forma cilindrica. Gli occhi sono composti e risaltano come due scure prominenze laterali.
L’apparato boccale delle cimici del letto è di tipo pungente-succhiante. E’ grazie a questo che si nutrono pungendo l’epidermide e succhiando il sangue delle prede.
Altra caratteristica, paragonabile a quella di altri parassiti come le zecche, è quella di poter espandere il proprio corpo. Queste cimici, infatti, aumentano il volume addominale durante i loro pasti.
Ciclo vitale delle cimici dei letti
Come per le altre specie di cimici, il ciclo vitale comprende tre stadi: uovo, ninfa (o neanide) e adulto.
Gli stadi ninfali sono in totale cinque e in questi passaggi le ninfe hanno bisogno di sangue per avanzare allo stadio successivo. Gli adulti invece, si nutrono per riprodursi. Tuttavia, una delle caratteristiche più temibili delle cimici dei letti è che allo stadio adulto possono sopravvivere anche un anno senza mangiare. In attesa della giusta occasione.
Il ciclo vitale si compie in maniera ideale quando le temperature oscillano intorno ai 30 °C. Le minime e le massime che ne arrestano il ciclo sono rispettivamente 13 °C e 37 °C.
Comportamento delle cimici dei letti

Colonia di cimici dei letti
Le cimici dei letti, come facilmente si intuisce dal nome volgare, amano rifugiarsi in luoghi umidi e ricchi di tessuti. Meglio se in quei pressi le loro prede (ossia noi uomini) sostano di notte. Dunque i letti rappresentano l’ambiente ideale. Ad ogni modo vanno bene anche altri “alloggi”: crepe, fessure, piccoli nascondigli…
La cimice si nasconde di giorno, in quanto non sopporta la luce, caratteristica chiamata fototropismo negativo. Escono invece dai nascondigli di notte, per compiere il proprio pasto di sangue.
Questo parassita è attratto dal calore e dall’anidride carbonica che la sua preda ospitante emana.
Se ad esempio una cimice cammina su un cornicione e avverte la presenza di una preda, può lasciarsi cadere a terra e piombare direttamente sulla sua epidermide.
Altra tendenza delle cimici dei letti è quella di aggregarsi, formando delle vere e proprie colonie. Qui sono presenti anche residui fecali, uova schiuse, soggetti adulti. Questa loro tendenza ha lo scopo di favorire il mantenimento di un certo grado di umidità nel nido e impedire la morte per disidratazione delle forme giovanili più suscettibili. Altro vantaggio della colonia è l’aumento del numero degli accoppiamenti, dovuto anche all’emissione di feromoni di aggregazione.
La puntura sull’uomo
Come si manifesta

Lesioni da puntura delle cimici dei letti
La puntura della cimice del letto può dar luogo a diverse sintomatologie. La più comune è l’insorgere di lesioni eritematose o maculo-papulari di dimensioni 2-5 mm di diametro. Queste lesioni, molto pruriginose, di solito si risolvono in una settimana, se non intervengono complicazioni batteriche secondarie, causate dal grattarsi.
Le lesioni compaiono dopo pochi minuti o dopo alcune ore dalle punture, a seconda dei soggetti e del tipo di risposta immunitaria.
In alcuni soggetti evolvono in orticaria papulosa, con papule molto pruriginose di circa 2-6 cm di diametro. Sulla sommità delle papule può essere osservato un piccolo punto emorragico.
In alcuni casi è avuta la comparsa di vescicole o bolle contenenti essudato chiaro o rossastro, alcuni giorni dopo le punture.
Alcuni soggetti possono sviluppare, se punti ripetutamente per un certo periodo, una sorta di “sindrome da sensibilizzazione”. Questa consiste nell’insorgere di sintomi di natura psicologica, quali nervosismo, irritabilità e insonnia.
Come agire
Le parti del corpo maggiormente interessate dalla puntura delle cimici dei letti sono quelle scoperte. In particolare parliamo di: viso, collo, mani, arti superiori. Quanto possibile, in via preventiva, converrebbe dunque coprire queste parti. La cosa però non è sempre attuabile.
Per evitare di grattarsi e complicare la sintomatologia con le infezioni, un trattamento immediato dopo la puntura è sciacquare con acqua calda a 50 °C. Questo semplice rimedio si è dimostrato efficace per lenire il prurito e ridimensionare i danni.
Le condizioni e i rischi di un’infestazione
Le cimici dei letti sono insetti molto mobili, che possono essere introdotti in un ambiente sano in diversi modi. La via più diffusa è rappresentata da persone (o oggetti) venute in contatto col parassita. Queste, senza saperlo, lo trasportano in un altro ambiente, come la propria abitazione. Un esempio come tanti potrebbe essere quello di cimici nascostesi e trasportate in una valigia.
Gli ambienti più a rischio sono quindi gli alberghi e i mezzi pubblici, quali treni o bus a lunga percorrenza.
Negli alberghi, i letti sono i luoghi principali dove le cimici trovano rifugio diurno. Spesso si nascondono lungo le cuciture dei materassi, tra le doghe in legno, nelle reti, tra la testata del letto e il muro. Nei treni e negli altri mezzi di trasporto, le zone più colonizzate sono gli interstizi delle poltrone o delle cuccette. Buona norma di prevenzione, quindi, è ispezionare con attenzione letti e altri luoghi a rischio, prima di soggiornarvi o transitarvi. Questo tipo di accortezza è necessaria specie se si frequentano zone dove i livelli d’igiene e manutenzione sono bassi. Certo, prevenire non è semplice e toccherebbe sempre ai proprietari dell’albergo, dei bus o dei treni assicurare standard igienici adeguati.
E’ dunque possibile che un’infestazione abbia inizio per cause accidentali nella nostra abitazione. Vediamo quindi come comportarsi qualora questo avvenga.
Cosa fare in caso d’infestazione di cimici
Per prima cosa bisogna individuare l’infestazione delle cimici dei letti (che non sempre, come abbiamo visto, si trovano nei letti). Di solito è sufficiente seguire con attenzione l’eventuale presenza di residui lasciati dall’insetto. Ad esempio le piccolissime feci, i cambi di muta, gli esemplari morti.
Poi si deve compiere una scelta: rivolgersi a una ditta specializzata nelle disinfestazioni, oppure procedere in autonomia.
In questo secondo caso si deve eliminare il nido e gli eventuali oggetti infestati, ad esempio il materasso.
Un ottimo sistema per agire è quello che prevede l’uso del calore, cosa che le cimici non sopportano. Con una macchina del vapore, come questa trovate qui è sufficiente indirizzare il getto bollente sul focolaio delle cimici per ucciderle tutte. Queste muoiono letteralmente cotte, visto che non resistono a temperature superiori ai 60 °C.
Il vapore è un metodo davvero molto efficace, in quanto consente con semplicità di raggiungere anche angoli difficili dell’abitazione.
Una volta trattato il focolaio con il vapore si può procedere a un’aspirazione con una normale scopa elettrica.
Lo stesso principio si usa sui vestiti che crediamo interessati dalle cimici. Infatti è sufficiente lavarli in acqua bollente, portando la temperatura della lavatrice sopra i 60 °C.
Per proteggere i letti, invece, è opportuno utilizzare sempre dei coprimaterassi come questi, che possono essere facilmente rimossi e lavati ad alte temperature.
Altri rimedi ecologici e privi di pesticidi sono le trappole da posizionare nei punti strategici della casa. Sui tratta di trappole particolari verso cui le cimici dei letti sono attratte, ma dalle quali non riescono più a uscire. Un prodotto del genere potete trovarlo qui.
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