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La tignola della patata, Phthorimaea operculella, è uno dei parassiti delle patate più problematici. È un insetto appartenente all’ordine dei Lepidotteri, e danneggia questi tuberi sia in campo, che in magazzino.
È presente in tutta Italia, ma è soprattutto nei campi di patate delle regioni meridionali che provoca i danni più ingenti.
Per fortuna, con adeguate tecniche agronomiche preventive e interventi mirati di difesa biologica, questo insetto può essere tenuto sotto controllo, così da evitare le infestazioni.
In quest’articolo procediamo al riconoscimento della tignola e capiamo il suo ciclo biologico. Vediamo inoltre i danni che provoca alle colture e le tecniche di difesa.
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Descrizione della tignola della patata
La tignola della patata è un insetto fitofago originario del continente americano, così come un altro noto parassita di questo tubero, ovvero la dorifora.
Si presenta allo stadio adulto come una piccola farfallina, un tipico lepidottero molto simile alla tuta absoluta del pomodoro.
Ecco le principali caratteristiche per riconoscere la tignola della patata:
- apertura alare dai 10 ai 17 mm;
- ali anteriori di colore grigio, screziate di nero;
- sul bordo posteriore presenta una serie lineare di tre macchiette nere, alternate a due più chiare;
- lunghe antenne scure;
- ali posteriori di color grigio-frangiato.
Uova
Uovo di piccole dimensioni (o,5 x 0,3 mm), forma ovale, colore all’inizio biancastro, poi vira sul giallo.
Larve
Le larve della tignola della patata sono lunghe dai 10 ai 12 mm. Il corpo è biancastro con sfumature rosa. Presenta, inoltre, una linea vascolare più scura.
Il capo è brunastro.
Crisalide
La crisalide è lunga dai 6 agli 8 mm, colore bruno-rossastro. Ha l’estremità caudale dotata di una piccola spina uncinata, circondata da 12 setole ventrali e 10 dorsali.
Quali piante colpisce la Phthorimaea operculella
Phthorimaea operculella è uno specie di lepidottero che attacca principalmente le coltivazioni di patate.
In misura minore, però, provoca danni anche su altre colture Solanacee quali: pomodoro, melanzana, peperone, tabacco.
La sua presenza si riscontra anche su piante spontanee della famiglia, come Solanum nigrum e Datura stramonium, si tratta di piante velenose di cui vi abbiamo già parlato.
Vengono infine parzialmente colpite, anche piante appartenenti ad altre famiglie, come Scrophulariaceae, Boraginaceae, Rosaceae, Typhaceae, Compositae, Amaranthaceae e Chenopodiaceae.
Danni della tignola della patata alle coltivazioni
I danni della tignola della patata sono dovuti all’attività trofica delle larve, ovvero la loro nutrizione.
Sul campo
Sulle patate in pieno campo scavano delle gallerie, la cui entrata di solito è in corrispondenza dei germogli (o occhi).
Per facilità d’ingresso prediligono i tuberi parzialmente scoperti sul terreno.
Sulle foglie della pianta, s’insidiano sotto la lamina scavando delle mine filiformi. Queste poi si estendono, fino a quando la foglia non dissecca.
L’attacco delle larve di tignola può interessare anche il fusto, sempre con la formazione di gallerie.
Dopo la raccolta
Spesso non ci si accorge della presenza delle larve di tignola nel momento della raccolta del tubero. Il danno, quindi, continua anche una volta che le patate vengono conservate in magazzino.
Le gallerie invadono praticamente per intero il tubero, che a quel punto non è più commestibile e va incontro a marcescenza.
La presenza delle larve, inoltre, diventa la via d’ingresso per marciumi batterici, tipo l’Erwinia carotovora.
Danni della tignola della patata sulle altre piante
Su altre colture molto diffuse negli orti domestici, quali pomodoro, melanzana e peperone, il danno di questa tignola si concentra principalmente sul fusto.
Le gallerie scavate provocano un deperimento generale delle piante.
Più raramente attaccano i frutti, provocando marcescenza e caduta precoce.
Ciclo biologico della tignola della patata
La tignola delle patate compie un numero variabile di generazioni in un anno. Questa variabilità è dovuta essenzialmente a ragioni climatiche. Nelle zone con un clima più mite, le generazioni che si succedono saranno più numerose.
Mediamente le generazioni sono 6, con picchi di 8 nelle regioni meridionali.
Può svernare in modi differenti, ad esempio come:
- larva, nei tuberi conservati in magazzino;
- crisalide, nei contenitori di conservazione (cassette in legno, sacchi di juta, ecc.);
- larva, nelle patate infestate lasciate sul campo.
Il primo volo delle tignole adulte si ha all’inizio della primavera, quando le temperature iniziano a superare i 13 °C.
Le farfalline sono molto attive di notte, mentre di giorno tornano nei loro rifugi.
In media una tignola della patata adulta vive sui 15 giorni.
Riproduzione
L’accoppiamento si ha quando le temperature si ha alzano e superano i 16 °C.
Una femmina è in grado di deporre fino ad 80 uova, che vengono lasciate all’ascella delle foglie delle piante, o magari nei pressi dei tuberi che spuntano dal terreno.
Il tempo dello sviluppo embrionale delle uova è variabile, pochi giorni in estate, dai 15 giorni ad un mese in autunno-inverno.
Ciclo delle larve
Le larve di tignola compiono il loro ciclo attraversando 4 stadi di mutazione. Il tempo totale varia a seconda della stagione (2 settimane in estate, 3 mesi in inverno).
A piena maturità, le larve fuoriescono dai tuberi o dagli altri organi vegetativi delle piante, e s’incrisalidano formando un bozzetto, sulla buccia dei tuberi stessi o negli anfratti del magazzino. In sostanza, questo insetto provoca danni in diversi periodi dell’anno, sia in campo, che in magazzino.
Prevenzione della tignola della patata
La prevenzione agronomica è fondamentale per evitare grosse infestazioni e danni da tignola della patata.
Al di là della posizione delle piante, le tecniche principali consistono in:
- usare tuberi sani per la semina, senza la presenza di larve di vecchia generazione;
- scegliere varietà di patate a maturazione precoce, che sviluppino i tuberi in profondità nel terreno;
- effettuare la rincalzatura, in modo da tenere i tuberi più possibile coperti e meno esposti all’attacco;
- rimuovere tutte le patate dal terreno durante la raccolta, soprattutto se già colpite dalle larve;
- conservare le patate in locali di stoccaggio puliti e sanificati.
Eliminare la tignola della patata
Trappole ai feromoni
Per la specie Phthorimaea operculella, sono state messe a punto le trappole di aggregazione sessuale ai feromoni.
Queste hanno la duplice funzione: effettuano il monitoraggio della presenza degli esemplari di tignola adulta e nel contempo effettuano la cattura massale.
Un modello di trappola che ha mostrato buoni risultati sul campo è la “Traptest a forma di pagoda”, attivata con il feromone specifico.
Questo tipo di trappola va posizionata, a partire da marzo, alla densità di 2 per ettaro sul campo. Il feromone ha la durata di circa 4 settimane, poi va sostituito.
È possibile usare la trappola ai feromoni anche all’interno dei locali di conservazione.
Bacillus thuringiensis
Per il controllo delle larve di tignola della patata ottimi risultati si sono registrati con l’uso del bacillus thuringiensis varietà kurstaki.
Si tratta di un bio insetticida, consentito in agricoltura biologica, con azione specifica sulle larve di tignola e altri lepidotteri.
È un prodotto che non necessita del possesso del patentino all’uso dei prodotti fitosanitari. Lo si può, dunque, acquistare tranquillamente anche online.