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Il fico è uno degli alberi da frutto più diffusi nei frutteti domestici, specie nelle regioni del Sud Italia. E’ un albero dalla tradizione antichissima, si ritiene infatti che sia stato uno dei primi addomesticati e coltivati dall’uomo.
Si tratta di una pianta in grado di regalare grandi soddisfazioni in termini produttivi, già dopo pochi anni dall’impianto. Inoltre, essendo assai longeva, la sua produzione durerà per molto tempo.
I suoi frutti arrivano a maturazione sul finire dell’estate e sono l’ideale per il consumo fresco. Ad ogni modo è anche possibile preparare sfiziose conserve come le crocette di fichi secchi, da consumare con tutta tranquillità nel periodo invernale.
Conosciamo dunque meglio quest’albero e vediamo come coltivarlo, in maniera sana e rigogliosa, nel nostro frutteto.
Storia e curiosità sull’albero di fichi
L’albero di fichi (Ficus carica), è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Moracee. A questa stessa famiglia appartengono anche altre piante come l’albero di gelsi e le more.
Il fico si ritiene essere originario dell’Asia Minore, ma la sua antica diffusione si è avuta nel bacino del Mediterraneo.
Per i Greci era un albero sacro. Secondo la leggenda cresceva solo sull’Olimpo e solo gli dei avevano il privilegio di cibarsene. Un giorno Demetra, che stava vagando sulla Terra alla ricerca della figlia Persefone, donò il prezioso frutto a un contadino dell’Attica che era stato con lei ospitale. Dai semi del fico l’uomo fece nascere un albero e col tempo diffuse la specie in tutta la Grecia.
I Romani ne erano particolarmente ghiotti. All’epoca dell’Impero era consuetudine mangiare i fichi come antipasto, insaporiti con sale, aceto e garum (un’antica salsa di pesce ancora oggi in commercio).
Caratteristiche botaniche del fico
L’albero di fichi è molto rustico, resiste infatti molto bene al caldo intenso e alla siccità.
Resiste meno al gelo, quando però le temperature iniziano a scendere al di sotto dei -10 °C.
Si tratta di un albero longevo, che inizia la sua produzione intorno al 5° anno di età.
Raggiunge il picco produttivo dai 30 ai 40 anni e vive anche più di 70 anni.
E’ un albero che, se lasciato alla crescita libera, e quindi non contenuto con adeguati interventi di potatura, può raggiungere anche un’altezza di 10 metri.
L’apparato radicale e il fusto
L’apparato radicale è molto espanso, però non scende a grandi profondità nel terreno.
Il suo fusto è corto, tortuoso e si apre con numerose ramificazioni che tendono ad andare verso l’alto.
Il colore della corteccia è grigio e la superficie liscia. All’interno del fico scorre una caratteristica linfa bianca, molto appiccicosa.
I rami (e quindi il legno) sono di consistenza debole e terminano con una gemma a forma appuntita.
Le foglie e i frutti
Le foglie sono disposte sui rami in maniera alternata. Sono spesse e consistenti, ampie e lunghe fino a 25-30 cm. La loro superficie è palmato-lobata.
All’ascella delle foglie sono inserite le gemme a fiore che, schiudendosi, danno origine a un’infiorescenza, detta siconio. Da qui ha origine il frutto.
I fichi sono molto particolari, formati da ricettacoli carnosi ricchi di zucchero, che con la loro buccia ricoprono e proteggono i veri frutti, ossia i semi (o acheni). Questi si trovano immersi in una dolcissima polpa.
Lo sviluppo dei siconi
Nell’albero di fico si formano tre tipi di siconi, in periodi differenti:
- Fioroni, che si formano da gemme presenti sull’albero dalla stagione autunnale precedente. Questi sono maturi alla fine della primavera o all’inizio dell’estate successiva
- Fichi, o forniti, che si formano da gemme primaverili e maturano alla fine dell’estate della stessa stagione
- Cimaruoli, che sono prodotti da gemme poste all’apice dei rami nel periodo estivo e che maturano in pieno autunno. Questo tipo di fruttificazione, per la verità scarsa, avviene solo nelle regioni più calde.
La differenziazione sessuale della pianta
Prima di vedere come si coltiva un fico, occorre fare una precisazione botanica sulla sessualità dell’albero.
La specie ficus carica si distingue a sua volta in due forme botaniche, ossia:
- Il caprifico, conosciuto come selvatico o maschile (Ficus carica caprificus)
- Il fico vero, detto coltivato o femminile (Ficus carica sativa).
Il caprifico
Il caprifico ha solo lo scopo di produrre il polline ed inseminare gli esemplari femminili, producendo frutti non commestibili.
L’impollinazione avviene per mezzo di una microscopica vespa, la Blastophaga psenes, che vive all’interno dei suoi siconi e da cui trasporta il polline alle piante femminili.
Il fico vero

Fico dottato cosentino
Il fico vero riceve il polline e matura gli acheni contenuti nei siconi. O meglio, questo è quello che avviene in natura. Nel corso dei secoli l’uomo ha selezionato piante di fichi veri e quindi commestibili, con impollinazione detta partenocarpica. In sostanza, questi alberi non hanno necessariamente bisogno della presenza della vespa per produrre frutti.
In questo caso gli acheni sono vuoti all’interno. Attualmente la maggior parte delle varietà di fico coltivate sono di questo tipo. Tuttavia, in queste varietà è sempre possibile l’impollinazione ad opera della vespa, anche se nei pressi non vi sono presenti caprifico. La vespa, aiutata dal vento, è in grado infatti di percorrere lunghe distanze.
Tra le varietà partenocarpiche più pregiate vi segnaliamo il fico Dottato Cosentino Dop, che abbiamo utilizzato per produrre le crocette di fichi secchi e il miele di fichi, due produzioni tipiche calabresi di alta qualità.
La coltivazione del fico
Clima e terreno
Il fico predilige un clima caldo, tipico delle regioni mediterranee, con poca umidità.
A livello di temperature non tollera le gelate prolungate, con temperature persistenti sotto i -10 °C. Tuttavia, se il legno dell’albero è ben maturo, può resistere anche a temperature inferiori. Se invece il legno è giovane, si possono avere danni, anche gravi, già a -5 °C.
Il terreno preferito è sciolto e ricco di sostanze organiche. Ad ogni modo l’albero di fichi si adatta bene anche ai terreni poveri e sassosi, l’importante è che non siano umidi e argillosi.
L’esposizione migliore è quella in pieno sole.
Per ciò che concerne la resistenza al caldo, solo quando ci sono temperature superiori ai 45 °C ci possono essere problemi. In questi casi potrebbe verificarsi un arresto della crescita vegetativa e la caduta delle foglie.
Le estati con notti molto caldi, comunque, favoriscono l’ingrossamento dei frutti.
Moltiplicazione e nuovo impianto di un albero di fichi
La moltiplicazione del fico avviene generalmente per talee, prelevate su legno di almeno 2/3 anni in autunno o fine inverno.
Tuttavia, sempre più spesso, ci si rivolge a vivai specializzati, acquistando piantine già cresciute con pane di terra. Queste, una volta impiantate, entrano in produzione già dal terzo anno.
L’impianto avviene in questo caso alla fine dell’inverno.
Il sesto d’impianto, a seconda della vigoria che si vuole imprimere alla pianta, varia dai 6×6 metri fino ai 10×10.
Concimazione e irrigazione
Prima di un nuovo impianto di fichi è opportuno arricchire il terreno con sostanza organica. Si può utilizzare letame molto maturo, compost o humus di lombrico. Dopo l’impianto, per avere una buona ed equilibrata concimazione, si può effettuare il sovescio di leguminose.
Per quanto riguarda l’irrigazione, vi è bisogno di assistenza idrica solo nei primissimi anni di vita dell’albero di fico. Dopodiché, questo, sarà in grado di vivere tranquillamente anche in condizioni di elevata siccità.
La potatura del fico
La potatura del fico è un argomento che per noi di Coltivazione Biologica riveste un grande interesse. Per questo motivo gli abbiamo dedicato un approfondimento specifico. In questa sede accenniamo al fatto che i corretti interventi di potatura si eseguono alla fine dell’inverno e sono di diversa intensità a seconda dell’età dell’albero, delle sue condizioni e di come si vuole intervenire. Qui trovate l’articolo completo sulla sua potatura.
Difesa biologica antiparassitaria
Il fico, vista la sua grande rusticità, non soffre in modo particolare di attacchi dei parassiti. Il più temibile per lui è sicuramente la cocciniglia del fico, Ceroplastes rusci. La presenza di questo parassita provoca un indebolimento dei germogli e delle foglie, che, se non adeguatamente controllato, può provocare la morte della pianta, soprattutto se è molto giovane. La cocciniglia, inoltre, provoca danni collaterali quali melata e fumaggine, che riducono sensibilmente l’attività di fotosintesi dell’albero. Infine, se l’invasione di cocciniglia è estesa, vi può essere un grave danno ai frutti, che rischiano di diventare non commestibili.
Contro questo parassita è bene intervenire nei mesi invernali, nel momento del riposo vegetativo, con olio bianco e sapone potassico molle.
Altri parassiti problematici dell’albero di fichi sono la mosca della frutta (Ceratitis capitata) e la psilla del fico (Homotoma ficus).
Alla mosca della frutta dedicheremo un approfondimento a parte. In questa sede, vi diciamo che questo parassita può essere contenuto efficacemente attraverso l’utilizzo delle trappole cromotropiche di colore giallo. La psilla, invece, si contiene efficacemente a inizio primavera, utilizzando sugli stadi larvali il bacillus thuringiensis.
Come coltivare il fico in sintesi
Riepilogando, per coltivare un albero di fichi bisogna precedere rispettando i seguenti punti:
- Evitare terreni umidi e argillosi,
- Arricchire il terreno con letame maturo, compost o humus di lombrico,
- Irrigare solo nei primi anni,
Potarlo nel modo corretto, - Proteggerlo dai parassiti usando rimedi biologici come sapone di Marsiglia, trappole cromotropiche o bacillus thuringiensis (a seconda del problema).