Le more di rovo sono ampiamente diffuse allo stato spontaneo in tutto il nostro territorio. Si tratta di una pianta selvatica perenne, in grado di propagarsi con grande facilità. Allo stesso tempo è molto difficile da eradicare, per questo motivo viene considerata un’infestante. I suoi frutti però sono prelibati, e iniziano la loro maturazione nel pieno dell’estate. In molte regioni italiane viene coltivata, prediligendo varietà più “addolcite”, in maniera particolare quelle prive di spine.
Conosciamo dunque meglio questa pianta allo stato selvatico. Inoltre, vediamo a che condizioni è conveniente la sua coltivazione, sia per una grossa produzione che in ambito domestico, magari con funzione di protezione e delimitazione dei confini.
Il rovo, descrizione botanica
Il rovo è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae, allo stato selvatico le due specie più diffuse in Europa sono: Rubus ulmifolius e Rubus fruticosus.
Sarmenti spinosi e foglie di rovo

Sarmenti e foglie di more di rovo
La pianta è di tipo perenne, con portamento frastagliato e cespuglioso. Non possiede dei veri e propri fusti, ma numerosissimi sarmenti, con una lunghezza che può arrivare anche a 10 metri. Le caratteristiche principali di questi sarmenti sono la sezione pentagonale, l’estrema resistenza e la presenza di spine, che li ricoprono per intero.
Altra caratteristica saliente delle more di rovo è che si tratta di una pianta semicaducifoglia, ossia che perde solo parte del proprio fogliame durante l’inverno, ma buona parte permane.
Le foglie sono di piccole dimensione, distribuite sui sarmenti in maniera irregolare. Sono di tipo imparipennate, con margine seghettato e colorazione verde. Solitamente hanno forma ellittica, con la punta acuminata. La pagina superiore delle foglia è glabra, quella inferiore è tomentosa, di colore più chiaro e ricoperta di peli bianchi.
Fiori

Fiore di mora di rovo
I fiori del rovo, molto belli, possono essere di colore bianco o rosa. Sono semplici e composti da cinque petali e cinque sepali. Li ritroviamo raggruppati in infiorescenze terminali all’apice dei sarmenti. La loro forma è piramidale.
Le dimensioni dei fiori non sono eccessive e variano dai 10 ai 15 mm.
La fioritura avviene a cavallo tra la fine delle primavera e l’inizio dell’estate, quindi tipicamente nel mese di giugno.
La fioritura del rovo è molto gradita agli apicoltori (e naturalmente alle api) per la grande fornitura di nettare. Nel nostro Paese, così come anche in Spagna, grazie alle siepi di rovo viene prodotto miele monoflorale.
Le more di rovo

More di rovo
Le more di rovo sono dei frutti prelibati e davvero particolari. Sono molto simili alle more di gelso, ma non bisogna confonderle.
Sulla pianta il frutto si presenta come una piccolissima drupa, che gradualmente cambia colore. Si parte dal verde, poi le bacche diventano rosse e infine nero intenso. Ogni pianta produce moltissime drupe.
Nel nostro Paese la piena maturazione avviene solitamente a partire dal mese di agosto e si protrae fino al mese di settembre. Tuttavia i cambiamenti climatici in atto stanno anticipando notevolmente questi tempi di maturazione. Capita, infatti, che già a luglio molti roveti siano carichi di frutti maturi.
Le more di rovo vengono considerate frutti di bosco, come lamponi, fragoline, ribes, uva spina e mirtilli.
La propagazione delle more di rovo
Tra le piante selvatiche il rovo è una di quelle più persistenti e di più facile propagazione.
Per questo motivo viene considerata una pianta infestante, che si diffonde molto rapidamente e si elimina con grossa difficoltà.
La riproduzione avviene sia attraverso l’aspersione dei semi contenuti nelle more, che attraverso due vie vegetative. La prima è la naturale emissione di nuovi polloni radicali. L’altra avviene quando uno dei lunghi sarmenti si appoggi al terreno, a quel punto infatti emette nuove radici sul ramo, attecchisce e continua a propagarsi.
L’habitat delle more di rovo

Giovane roveto
L’habitat preferito dalle more di rovo sono i margini dei boschi, sarà capitato a molti di incontrarle durante una scampagnata, magari in cerca di funghi. Si trovano anche nei terreni abbandonati o quelli interessati negli anni precedenti da un incendio. Questa pianta predilige un’esposizione luminosa e soleggiata. Difficilmente, infatti, troveremo un roveto nella zona interna di un bosco.
Il rovo è in grado in poco tempo di creare una siepe fitta e assolutamente invalicabile. Grazie alla presenza delle sue acuminate spine, infatti, è in grado di tenere alla larga grossi mammiferi, in primis l’uomo.
Questa sua caratteristica, che oggi viene considerata un grosso problema, nelle campagne rurali di un tempo, veniva sfruttata per delimitare i confini poderali e allo stesso tempo proteggerli. Altra funzione era quella di contenere i terreni franosi. In una scarpata ricoperta da un roveto, ad esempio, è molto difficile che vi sia un fenomeno franoso.
Oggi ci si pone di più il problema di come ripulire un terreno infestato dai rovi. Non basta eseguire un taglio a zero, oppure utilizzare un fuoco (anzi in questo modo ne favoriamo l’espansione).
Un buon sistema per eliminare il roveto è quello di effettuare uno scasso profondo del terreno. In questo modo si elimina il capillare apparato radicale. Questo operazione è ovviamente da effettuare dopo un’accurata pulizia.
Tuttavia, visto che le more di rovo sono un pregiato, la coltivazione di questa pianta a fini produttivi e commerciali è stata ripresa in molte regioni d’Italia. Vedremo nel prossimo paragrafo come.
In molte altre situazioni invece, si sta riscoprendo il valore della pianta selvatica. Viene infatti lasciata spesso sul terreno per sfruttare, non solo i frutti, ma anche le sue capacità protettive. In questo caso la strategia è quella di contenere, attraverso tagli periodici, l’espansione del roveto.
La coltivazione delle more di rovo
Le varietà da coltivare

More di rovo mature
Le zone italiane dove vengono coltivate le more di rovo sono perlopiù il Trentino Alto Adige, parte del Cuneese, aree rurali di Lombardia ed Emilia Romagna e le provincie di Forlì e Cesena.
Le varietà di more utilizzate per le coltivazioni non sono quelle selvatiche. Per aumentare la produzione e facilitare raccolta e potatura, sono state selezionate delle varietà di rovi senza spine. Queste hanno il vantaggio di avere un portamento semi-eretto.
Le varietà con queste caratteristiche sono tutte di origine americana. Le più diffuse sono:
- Thornfree
- Black Satin
- Dirksen Thornless
- Hull Thornless
- Lock Ness
Tutte queste varietà assicurano abbondanti fruttificazioni, grande pezzatura dei frutti, assenza di spine, portamento semi-eretto.
Tuttavia, rispetto alla grande rusticità delle more selvatiche, le specie addomesticate sono più delicate. Richiedono infatti maggiori cure e sono sensibili agli attacchi di malattie fungine, quali peronospora e botrite. Hanno inoltre bisogno di assistenza idrica in caso di periodi di lunga siccità e possono soffrire di sbalzi climatici, in particolare gelate tardive.
Anche queste varietà, come la selvatica, si possono adattare a terreni poveri. In generale, però, prediligono terreni profondi, poco calcarei, sub-acidi, ricchi di sostanza organica, freschi e permeabili.
Raccolta e operazioni culturali
Per facilitare raccolta e operazioni colturali, nella coltivazione delle more di rovo bisogna realizzare un impianto di sostegno. Si tratta di grossi pali in legno ai quali vengono agganciati e stesi lunghi fili di ferro, ad altezze diverse. In questo modo la pianta, man mano che avanza nella sua crescita, può appoggiarsi e crescere in maniera eretta e ordinata.
Il momento migliore per l’impianto di una coltivazione di more di rovo è nel periodo autunnale, quando le piante sono in riposo vegetativo. In vivaio si possono acquistare piante a radice nuda, che vengono interrate a una bassa profondità del terreno. Quest’ultimo però deve essere accuratamente lavorato in precedenza.
Se si ha già un impianto e lo si vuole allargare, è sufficiente prelevare dei polloni dalla pianta, aumentandone così la superficie coltivata.
Più raramente l’impianto avviene nei mesi primaverili, utilizzando piantine provviste di pane di terra.
Proprietà e utilizzi delle more di rovo
Le more di rovo hanno ottime proprietà nutrizionali.
Si tratta di un frutto a basso contenuto calorico, solo 36 kcal per 100 gr, ma allo stesso tempo ricco di zuccheri, fibre e sali minerali (sodio, calcio, potassio, ferro).
Molto interessante è anche il contenuto in vitamine, soprattutto C e A.
Le sue proprietà in campo erboristico sono quelle astringenti e lassative, quindi è molto indicato per chi ha problemi di tipo intestinale.
Una delle sue pecche di questo frutto è quella di essere molto delicato, che si deve consumare fresco e subito dopo la raccolta. Non è adatto per lunghe conservazioni. Per questo il suo utilizzo maggiore è nella trasformazione. Viene infatti utilizzato per produrre gustose marmellate di more, confetture di more, yogurt, crostate, gelati, sciroppi, liquori…
Nel periodo della raccolta approfondiremo l’argomento parlando della ricetta della marmellata di more.
3 commenti
Complimenti per l’accuratezza e l’interesse che i Vs argomenti stimolano ed io li seguo sempre.
Gradirei avere dei consigli per eliminare le piante di Ailanto.
Grazie mille, Roberto. Appena possibile, sull’ailanto faremo un approfondimento…
avendo assaggiato quelle selvatiche e quelle coltivate preferisco di gran lunga le selvatiche dal sapore più intenso, le coltivate pur essendo più grosse sembrano annacquate ed anche le confetture non danno un buon sapore, alla raccolta mi sono attrezzato per arrivare anche nei punti più alti e stacco tutto il grappolo provvedendo in sede al recupero e cernita delle drupe mature, si lavora di più ma il risultato è migliore.