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L’afide lanigero del melo è un tipico parassita diffuso ovunque si pratichi la coltivazione di quest’albero da frutto.
È un insetto con un ciclo di vita molto particolare, che si svolge in modo esclusivo sul melo.
Per non pregiudicare la salute dell’albero, e quindi la produzione dei frutti, deve essere tenuto sotto controllo.
Le infestazioni si eliminano con prodotti consentiti in agricoltura biologica, l’importante è capire come e quando intervenire.
In questo articolo vediamo le tecniche agronomiche utili a prevenire gli attacchi di questo parassita del melo, anche noto come Eriosoma lanigerum.
Descrizione dell’afide lanigero

Colonia di afidi lanigeri
Eriosoma lanigerum è il nome scientifico dell’afide lanigero del melo. Si tratta di un insetto dell’ordine Hemiptera, famiglia Aphididae.
Da adulto non raggiunge grandi dimensioni, si ferma a 2 mm di lunghezza. Ha forma ellittica e una colorazione variegata che va dal marrone al violaceo.
Il suo aspetto è però camuffato dalle secrezioni bianche, cerose e lanuginose che produce e che ricoprono l’intera colonia.
Il riconoscimento pertanto si effettua osservando sull’albero queste formazioni biancastre e filamentose, da cui il nome volgare afide lanigero.
La cera lanuginosa viene prodotta in seguito alla sua muta e serve all’insetto per proteggersi da parassiti e predatori.
Quindi ai primi stadi l’afide lanigero si presenta come ninfa, di dimensioni ancora più piccole e colore rosaceo.
Danni dell’afide lanigero sull’albero di mele

Melo attaccato dall’afide lanigero
L’afide lanigero insedia le sue colonie sugli organi vitali dell’albero di mele e ne colpisce tutte le varietà. Lo troviamo su: rami, radici e piccoli anfratti del tronco o delle branche secondarie.
Se l’albero è stato in precedenza attaccato da altri insetti, come ad esempio il rodilegno rosso, gli afidi hanno maggiore facilità di trovare spazi in cui sviluppare la colonia.
Attraverso l’attività trofica di nutrizione, questo parassita punge la pianta sottraendo linfa vitale. Ciò causa un grave danno diretto che si manifesta in screpolature corticali, rigonfiamenti e deformazioni dei tessuti.
L’albero attaccato da questo afide mostra segni di sofferenza e deperimento, specie se le infestazioni si susseguono per molte stagioni.
L’eriosoma lanigerum provoca anche danni indiretti all’albero. Le ferite causate diventano infatti la via d’accesso di pericolose malattie fungine, come ad esempio la ticchiolatura.
Il ciclo di vita
L’afide lanigero compie per intero il suo ciclo di vita sull’albero di melo, le infestazioni non interessano gli altri alberi da frutto.
La riproduzione del parassita è asessuata e avviene ad opera delle femmine per partogenesi.
Sverna allo stadio di ninfa con l’arrivo del freddo in dicembre e riprende la sua attività nei mesi primaverili. Da aprile a novembre riesce a compiere fino a 20 nuove generazioni, essendo una specie molto prolifica.
Nei mesi estivi si sviluppano delle forme di afide lanigero alate, le quali riescono a spostarsi sugli alberi di mele limitrofi, riuscendo quindi a diffondere l’infestazione.
Prevenire l’afide lenigero del melo
L’afide lanigero del melo si previene gestendo bene il frutteto.
Noi consigliamo:
- potature equilibrate per evitare la presenza di troppe vie d’entrata al parassita;
- irrigazioni e concimazioni azotate razionali, in modo da non creare eccessivo rigoglio vegetativo, che a sua volta favorisce lo sviluppo del parassita;
- terreno gestito con la tecnica dell’inerbimento per favorire la presenza degli insetti utili.
Come eliminare l’afide lanigero del melo
L’afide lanigero del melo può essere eliminato in modo biologico con due tipi di interventi: l’inserimento nel frutteto del suo insetto antagonista; oppure usando opportuni trattamenti biologici.
L’insetto antagonista
L’insetto antagonista dell’afide lanigero del melo è l’imenottero afelinide Aphelinus mali.
Questo piccolissimo insetto è in grado di parassitizzare l’afide e quindi tenerlo sotto controllo in modo naturale.
Con il freddo l’insetto antagonista sverna all’interno dell’afide lanigero, che a primavera si ritrova morto.
Se una colonia è stata parassitizzata dall’antagonista si nota con facilità. Gli insetti, infatti, appaiono più scuri e hanno meno rivestimento ceroso. Se nel frutteto ci sono colonie di afide lanigero parassitizzate dall’imenottero non conviene effettuare nessun intervento.
L’insetto utile è in grado di controllare le infestazioni. Intervenendo con trattamenti, se pure biologici, andremmo comunque ad ostacolare il suo lavoro.
I trattamenti biologici
I trattamenti consentiti in agricoltura biologica contro l’afide lanigero del melo sono diversi. Ribadiamo che questi devono essere eseguiti solo laddove non vi sia la presenza dell’insetto antagonista.
Il periodo migliore per intervenire è l’autunno/inverno.
Si procede con irrorazioni localizzate a base di: piretro (100 g per 100 l d’acqua); olio bianco minerale (250-500 g per 100 l d’acqua).
Trascorsa una settimana dall’intervento si può effettuare un lavaggio usando sapone potassico molle, in questo modo lasceremo le piante pulite dai residui dell’afide.