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L’albero del corallo (Erythrina crista-galli) è una pianta da fiore che appartiene alla numerosa famiglia delle Fabaceae (o Leguminosae). Si tratta di una specie originaria del Sudamerica, ma che ormai è diffusa in tutto il mondo. I suoi fiori, estremamente belli, sono stati scelti come simbolo nazionale in paesi come Argentina e Uruguay. Nei diversi nazioni, questa pianta è conosciuta con nomi volgari, quali cockspur coral nei paesi anglofoni, ceibo o seìbo in spagnolo, corticeira in portoghese. In Italia la chiamiamo albero del corallo per via della spettacolare fioritura color rosso brillante. Questa, per l’appunto, ricorda i coralli di mare.
Con i giusti accorgimenti l’albero si può coltivare anche alle nostre latitudini a fini ornamentali. Vediamo come.
Descrizione dell’albero del corallo
L’albero del corallo nei luoghi d’origine raggiunge dimensioni medie, tra i 5 e i 6 m, raramente oltre. Alle nostre latitudini, con gli inverni freddi, rimane più piccolo. La pianta del corallo è decidua, anche se con il clima tropicale non perde mai le sue foglie. Il tronco è eretto, con una chioma densa di rami dal naturale portamento globoso-espanso. Le ramificazioni più vecchie hanno corteccia ruvida e colore grigiastro, mentre i rami giovani sono verdi e lucenti. La superficie dei rami è più o meno coperta di spine ricurve.
Foglie
Le foglie sono disposte in modo alterno sui rami, dotate di piccioli lunghi 5-10 cm. Sono costituite da tre foglioline (trifogliate), con le due foglioline laterali più piccole rispetto a quella centrale. La lunghezza varia da 3 fino a 6 cm e la forma è ellittica. Hanno superficie glabra, con margine intero e apice acuminato.
Fiori
I fiori sono il tratto distintivo dell’albero del corallo. Il colore varia dal rosso scarlatto al rosso scuro e la forma è quella tipica delle leguminose, ovvero a farfalla. Nascono in infiorescenze a grappolo molto appariscenti, poste su racemi terminali. Ogni infiorescenza è composta dai 20 ai 40 fiori. Il petalo più grande e più alto di ogni fiore, chiamato stendardo, è ricurvo verso l’alto quando i fiori sono completamente aperti.
La fioritura avviene dalla primavera all’inizio dell’estate ed è molto gradita ad api e altri insetti impollinatori. Nelle zone d’origine, vengono impollinati pure dai colibrì, piccoli uccelli in grado di entrare nel fiore per ricavarne il nettare ricco di saccarosio.
Frutti
I frutti dell’Erythrina crista-galli sono baccelli stretti, lunghi dagli 8 ai 22 cm. Inizialmente sono verdi, poi, a piena maturazione, diventano marrone scuro/nerastro. La forma è leggermente ricurva, un po’ come quella delle fave. All’interno del baccello ci sono diversi semi reniformi, di colore marrone scuro o nerastro, con un aspetto alquanto screziato.
Come coltivare l’albero del corallo
La zone d’origine e le attuali zone di maggiore diffusione dell’albero del corallo sono quelle con clima sub-tropicale, caratterizzato da inverni molto miti ed estati umide. La pianta è molto delicata, soprattutto nei primi anni di vita, giacché impiega molto tempo ad affrancarsi e a sviluppare un forte apparato radicale. Superata questa fase giovanile però, è in grado di vegetare bene anche nel nostro clima mediterraneo. L’importante è non piantarla in zone con temperature che scendono di molto e per lunghi periodi sotto lo zero termico. L’esposizione migliore è quella in pieno sole, possibilmente a sud/sud-ovest. La presenza di frangivento (alberature o muri), quindi la protezione dal vento, aiuta la crescita.
Riproduzione da seme
Erythrina crista-galli si riproduce facilmente da seme (che trovate nei negozi specializzati). Il periodo migliore per la semina è l’inizio della primavera, quando i ritorni di freddo sono rari. Per facilitare il germogliamento, il seme va immerso per 12 ore in acqua tiepida e poi interrato a 2-3 cm di profondità. Si possono usare inizialmente piccoli vasetti da 10 cm di diametro, riempiti con terriccio universale (come questo).
Per il primo anno, conviene lasciare la pianta in vaso, con un travaso in un contenitore più grande ad inizio autunno. Durante il primo inverno, la piantina deve restare protetta, magari vicino a una finestra o in una piccola serra da balcone (come questa)
Nella primavera successiva alla semina si può trapiantare in piena terra.
Moltiplicazione per talea
L’albero del corallo si può riprodurre anche con la tecnica della talea semi-legnosa. La talea va fatta a fine estate, con le nuove piantine che dovranno svernare in un luogo protetto come sopra.
Piante in vaso
Il difetto delle tecniche di riproduzione appena illustrate è che l’albero del corallo ha una crescita molto lenta. Per vedere i primi fiori, sono necessari almeno 3-4 anni. Nei vivai vengono proposte piante di Erythrina crista-galli innestate, in grado di fiorire in tempi brevi. I portainnesti usati, inoltre, sono più resistenti al freddo. Per questi motivi, valutate bene se partire da seme, da talea o se acquistare una piantina.
Messa a dimora
Il trapianto dell’albero del corallo si fa in primavera, quando le temperature anche di notte sono miti. Considerate che la pianta si sviluppa molto in volume, per cui una singola piantina dovrebbe avere almeno 5 m di spazio intorno a sé. In pratica, va trattata come un albero da frutto.
Terreno
Il terreno ideale è quello sciolto e ben drenato, lavorato finemente. La pianta rifugge i terreni argillosi e asfittici, che danno luogo a ristagno idrico. La concimazione non è necessaria, se non al momento dell’impianto. Erythrina crista-galli è una leguminosa e proprio come le altre piante di questa famiglia, anche le sue radici sono in grado di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, grazie all’azione di batteri simbionti.
Irrigazione
L’irrigazione è necessaria nel periodo estivo, in stagioni in cui le precipitazioni naturali sono scarse. Ciò è tanto più vero nei primi anni di vita della pianta del corallo. Successivamente, quando l’apparato radicale sarà in grado d’esplorare il terreno alla ricerca d’acqua, l’apporto idrico sarà limitato a irrigazioni d’emergenza in periodi siccitosi.
Cure colturali
Come più volte detto, l’albero del corallo è molto delicato nei primi anni di vita. Il consiglio che diamo, quindi, è di provvedere alla sua protezione nei periodi troppo freddi e in quelli troppo caldi.
In inverno si possono usare le coperture con i teli in tessuto non tessuto (come queste) che solitamente si usano per la protezione dei limoni. D’estate, viceversa, si può usare una rete ombreggiante.
Potatura dell’albero del corallo
Gli interventi di potatura sull’albero del corallo si devono limitare solo alla rimozione dei rami danneggiati o secchi. Bisogna assecondare il naturale portamento della pianta, mantenendo la forma il più armoniosa possibile. Quest’albero, infatti, alle nostre latitudini viene coltivato esclusivamente per fini ornamentali. Con tagli in età giovanile, si può scegliere se allevare la pianta con un tronco unico o facendo sviluppare più branche.
Parassiti a cui l’albero è soggetto
La pianta del corallo non soffre di particolari attacchi di parassiti, almeno nel nostro areale di coltivazione. In primavera, quando si formano i nuovi germogli, bisogna prestare attenzione alla presenza di afidi. Sulle foglie, inoltre, sono possibili attacchi di cocciniglia. Per entrambi i parassiti, si consiglia d’intervenire ai primi segni d’infestazione con il sapone molle potassico.