La cineraria marittima (Jacobaea maritima) è una pianta appartenente alla grande famiglia delle Asteraceae. Sui testi è variamente denominata e potete incontrarla con i sinonimi di Cineraria maritima, Senecio maritimus e Senecio cineraria. Si tratta di una specie tipica che cresce spontanea nel nostro paese, dove viene anche coltivata a fini ornamentali. In commercio esistono però numerose specie, con fioriture appariscenti e colorate, che vengono coltivate in giardino seguendo cicli annuali.
Ad ogni modo, noi concentreremo la nostra attenzione sulla classica cineraria marittima, anche perché è una pianta ampiamente usata in erboristeria per le sue proprietà benefiche, in particolare per gli occhi.
Descrizione della cineraria marittima
La cineraria marittima è una pianta perenne, suffruticosa. Sviluppa inizialmente dei rami erbacei, i quali con il tempo si lignificano nella parte inferiore. È inoltre ben ramificata e sviluppa un cespuglio voluminoso e appariscente, alto fino a 1 m. I rami sono dapprima sdraiati e radicanti, poi diventano eretti. Tutta la pianta è coperta da una fitta peluria lanuginosa che le conferisce il tipico aspetto argenteo.
Foglie
Le foglie della cineraria marittima sono carnose e dotate di un robusto picciolo. Sono pennatifide, con i lobi variamente incisi o, a loro volta, pennatifidi. La colorazione è bianca nella pagina inferiore, argento cenere in quella superiore, in quanto, come detto, la superficie è coperta da forte tomentosità.
Fiori
L’infiorescenza della cineraria marittima è formata da un ampio corimbo terminale, composto a sua volta da numerosi capolini. Questi sono racchiusi da una serie di brattee lineari e acuminate. I fiori disposti esternamente hanno la corolla tubulare terminata da una linguetta giallo dorata; quelli interni hanno la corolla sempre tubulare, ma divisa alla fauce in cinque lobi triangolari acuti.
La fioritura avviene in tarda primavera e si protrae fino all’estate, è molto gradita alle api e alle farfalle.
Frutti e semi
Il frutto è un achenio subconico, con la superficie minutamente striata e normalmente pelosa. Superiormente è inserito in un pappo di setole semplici.
L’habitat della cineraria marittima
Come facilmente si intuisce dal nome, la cineraria marittima predilige le zone costiere. In Italia cresce spontanea soprattutto sulla fascia tirrenica e sulle isole, in cui è naturalizzata. Vegeta nei pendii rocciosi e assolati, in terreni poveri e asciutti. È inoltre molto resistente alla siccità e alla salinità, sia del suolo che delle correnti aeree.
Come coltivare la cineraria marittima
Oltre che nelle zone costiere, per coltivare la cineraria marittima in piena terra come pianta perenne è necessario trovarsi in zone con inverni miti, dove le gelate sono solo sporadiche. Nelle zone del Centro-Sud solitamente non ci sono problemi di resistenza al freddo invernale, al Nord invece, la cineraria viene coltivata come pianta annuale o in vaso con protezione dal gelo.
Ovunque vi troviate, ad ogni modo, è fondamentale che esponiate la pianta in pieno sole, quindi a sud.
Terreno
La cineraria non è molto esigente in termini di tipologia di terreno, quelli più adatti sono quelli sabbiosi o con una tessitura grossolana, ben drenati. Sono da evitare i terreni argillosi e asfittici, che danno luogo a ristagno di acqua.
Se volete coltivarla in giardino, nel preparare il suolo ammendate una buona quantità di sabbia, facilmente reperibile nei negozi di edilizia.
In vaso, preparate un mix composto da terriccio per piante verdi (70%) e sabbia (30%). In alternativa alla sabbia si può usare la perlite.
Per la concimazione di fondo è sufficiente una manciata di humus di lombrico o di compost domestico.
Trapianto
Il periodo migliore per piantare la cineraria in giardino è l’inizio della primavera (la piccola pianta in vaso si trova facilmente in vendita nei negozi specializzati). Per far si che sviluppi un bel cespuglio, lasciatele spazio a sufficienza (almeno 50 cm tra una pianta e l’altra).
Semina
Si può anche decidere di avviare una coltivazione di Senecio cineraria partendo dai semi. La semina si effettua a fine inverno, utilizzando piccoli vasetti riempiti con il mix di terriccio visto in precedenza. Da subito la pianta va tenuta al sole e nelle prime fasi di crescita il terriccio deve essere ben umido. Il trapianto in un contenitore più grande (o nelle aiuole del giardino) si farà quando i fusti saranno almeno lunghi 10-15 cm.
Suddivisione dei cespi
Altro semplice metodo di moltiplicazione della cineraria marittima è la suddivisione dei cespi, tecnica adatta alle piante in contenitore e da farsi al momento del rinvaso.
Ad inizio primavera basta prelevare la pianta dal suo contenitore e districare l’apparato radicale, suddividendolo in più porzioni per quante nuove piante vogliamo creare.
Talea
La cineraria si può anche riprodurre con la tecnica della talea da effettuarsi a fine estate prelevando porzioni di rami semilegnosi. La percentuale di attecchimento è buona, ma occorre proteggerla durante i mesi invernali, ad esempio spostandola in casa, garantendole una buona luminosità e un ambiente umido.
Irrigazione
L’irrigazione della cineraria marittima deve essere minima, in emergenza, solo in periodi di lunga siccità estiva. Per le piante in vaso può essere fatta una volta a settimana in estate.
Potatura
Per la cineraria marittima è forse improprio parlare di potatura, in quanto si dovrebbe lasciare la pianta crescere libera e limitarsi al taglio di rami secchi o danneggiati. Se si vogliono creare delle piccole siepi, ad ogni modo, si tagliano 1 o 2 volte all’anno gli apici dei rami più lunghi, così da favorire l’ingrossamento della parte bassa.
Difesa dai parassiti
Tra i parassiti che possono attaccare le foglie della cineraria marittima i più temibili sono gli afidi in primavera, che imbrattano la vegetazione provocandone il deperimento. Appena ci accorgiamo della loro presenza, per bloccare l’infestazione è bene usare del sapone molle potassico specifico per l’agricoltura, che in commercio si trova con facilità.
Raccolta e conservazione
Come accennato, la cineraria marittima è famosa anche per le sue proprietà benefiche. La parte utilizzata sono le foglie, che andrebbero raccolte poco prima della fioritura, quindi in maggio o giugno, a seconda delle zone. Nella raccolta si lascia intatta la parte bassa più legnosa, in modo che possa emettere nuovi ricacci. Una volta raccolte, vanno essiccate in strati sottili all’ombra o in mazzetti appesi in locali ben areati. Si conservano quindi in sacchetti di carta o iuta.
Proprietà della cineraria marittima
Da sempre alla cineraria marittima sono attribuite proprietà antinfiammatorie e oftalmiche. La pianta non è commestibile, in quanto contiene un alcaloide del tipo senecina, se ne fa quindi solo uso esterno. Ha azione decongestionante ed è impiegata nelle congiuntiviti, in piaghe, intorpidimenti e ulcerazioni della cornea, mediante l’uso di colliri e sotto controllo medico.
In ambito domestico, ci si limita a preparare un decotto decongestionante con 2 g di foglie secche in 100 ml d’acqua. Il decotto va applicato poi sulle palpebre, utilizzando delle garze sterili imbevute.