L’afide nero del ciliegio, Myzus cerasi, è uno dei parassiti più problematici di questa coltura arborea.
L’albero di ciliegio è tra gli alberi da frutto più amati dagli italiani e quindi molto diffuso nei frutteti familiari.
La presenza degli afidi può compromettere sia la produzione dell’anno, che la salute di lungo periodo della pianta.
In quest’articolo procediamo all’identificazione di questo parassita. Capiamo inoltre quali sono il suo ciclo di vita e i danni che può arrecare ai nostri alberi.
Vediamo infine com’è possibile eliminare gli afidi dall’albero di ciliegio.
Ovviamente lo faremo usando solo tecniche di prevenzione agronomica e rimedi consentiti in agricoltura biologica.
Ma andiamo per ordine e vediamo come identificare l’afide nero del ciliegio.
Identificazione e ciclo di vita dell’afide nero del ciliegio
La specie Myzus cerasi, nota come afide nero del ciliegio, è originaria dei paesi del Mediterraneo. Oramai, però, questo insetto è presente in tutti i paesi del mondo dove si coltiva il ciliegio in maniera intensiva.
Le sue caratteristiche fisiche lo rendono ben riconoscibile anche ad un occhio poco esperto. Allo stadio adulto, è di colore nero lucente e raggiunge dimensioni di circa 2 mm di lunghezza. Negli stadi giovali è più piccolo e chiaro, di colore marrone. E’ possibile che diverse generazioni si susseguano. Per questa ragione sulle piante si possono trovare sia insetti neri, che bruni, ma la specie è identica.
Il ciclo di vita dell’afide del ciliegio può essere descritto partendo dal periodo invernale. L’insetto sverna sotto forma di uovo alla base delle gemme dell’albero.
All’inizio della primavera, quando le piante sono in ripresa vegetativa, nascono le neanidi, che presto si sviluppano e diventano fondatrici. A questo punto, le femmine danno origine ad una serie di generazioni che si succedono e sovrappongono tra loro.
La massima presenza si ha tra i mesi di aprile e giugno.
Nel periodo estivo, l’afide nero tende ad abbandonare il ciliegio e a spostarsi su piante secondarie. La cosa particolare è che in autunno l’insetto torna sul ciliegio per depositarvi le uova svernanti.
E’ possibile anche una variazione di questo modello, con l’afide che non abbandona mai la pianta.
I danni dell’afide nero del ciliegio alle colture
Gli attacchi dell’afide nero del ciliegio riguardano la vegetazione, soprattutto i germogli teneri. E’ molto dannoso sulle piante giovani, interferendo sull’equilibrio vegetativo.
Questa specie ha comportamento gregario, quindi colonizza in grossi gruppi foglie e germogli della pianta.
Il danno è provocato dalle punture trofiche di nutrizione. Queste si notano sull’albero per via di evidenti accartocciamenti e deformazioni fogliari.
Il germoglio attaccato dall’afide risente di atrofia e cresce in maniera deforme, con gli internodi più accorciati. Se l’attacco di afide nero è grave, ci può essere la perdita del cimale del germoglio.
L’infestazione può avvenire anche su piante già in produzione. In tal caso i danni interessano i peduncoli e le ciliegie stesse, la qualità del frutto decade e la produzione diminuisce di molto.
Quelli appena descritti sono i danni primari, ma altrettanto importanti sono quelli secondari. Come tutti gli afidi, anche la specie Myzus cerasi produce abbondante melata. Questa imbratta i frutti e la vegetazione e attira le formiche (che acuiscono i danni alla pianta). Infine, se l’infestazione è insistente, vi è la presenza di fumaggine.
Prevenzione agronomica dall’afide nero
Per controllare la presenza dell’afide nero del ciliegio si possono adottare degli accorgimenti agronomici di tipo preventivo.
Innanzitutto servono: potature equilibrate, irrigazioni non eccessive e concimazioni azotate solo di tipo organico. Quest’ultime contengono il rigoglio vegetativo dell’albero di ciliegio e di conseguenza l’attività del fitofago.
Anche interventi volti a tutelare la complessità dell’agro-sistema contribuiscono al controllo degli afidi. Mantenere l’inerbimento del frutteto e creare zone di rifugio (siepi di confine) per gli insetti utili, sono tecniche su cui si fonda la difesa biologica.
E’ stato osservato, infatti, che la conduzione biologica del frutteto fa sì che le piante siano meno suscettibili agli attacchi di afidi. Questo è dovuto sia all’accresciuta presenza degli insetti predatori (ad esempio le coccinelle), che al migliore equilibrio nutrizionale che si viene a instaurare senza l’uso di concimi minerali.
Rimedi biologici contro l’afide nero del ciliegio
I rimedi biologici contro l’afide nero del ciliegio si attuano in modo graduale e al bisogno, osservando lo stato dell’infestazione.
All’apertura delle gemme, che avviene di solito a marzo, appena si nota la presenza sotto la pagina inferiore delle foglie delle neanidi, bisogna intervenire con i macerati naturali.
Il macerato di ortica e quello d’aglio sono molto efficaci per tenere lontani gli afidi, svolgendo azione repellente.
Se però la prima comparsa dell’insetto ci sfugge, o abbiamo un’infestazione allo stato avanzato, bisogna intervenire in modo più energico.
Tra i prodotti biologici che fermano il proliferare dell’insetto, quello più efficace è il sapone potassico molle (sapone di Marsiglia). Irrorato direttamente sulla vegetazione interessata, questo prodotto provoca la morte del parassita per asfissia.
Il sapone potassico agisce per contatto, si posa sulla corpo dell’insetto e, disseccandosi, occlude i pori di respirazione.
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Infine, come già accennato, c’è da considerare che la melata prodotta dagli afidi richiama le formiche. Quest’ultime, tra le altre cose, ostacolano il controllo naturale dell’infestazione da parte degli antagonisti. Per combattere questa sinergia che si crea, si può intervenire sul tronco dell’albero posizionando delle apposite strisce di colla. Queste impediscono la risalita delle formiche. Qui trovare un buon prodotto contro le formiche.
1 commento
È più difficile debellare l’afide nero o quello verde ?
Nella mia esperienza il più cattivo è sicuramente quello nero
Grazie e buona serata
AG