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La Vespa orientalis è un insetto della famiglia Vespidae, volgarmente conosciuta come vespa orientale. Si tratta di un vespide balzato agli onori delle cronache nel 2022 per via di una sua massiccia presenza nel Lazio, specie nell’agglomerato urbano di Roma. A fine estate queste vespe manifestano una certa aggressività nella ricerca del cibo e possono creare problemi alle persone che accidentalmente possono imbattersi nei pressi di un nido. Inoltre, questa vespa è un importante e dannoso predatore di api, con gravi danni apportati di conseguenza agli alveari.
In quest’articolo vi mostreremo come riconoscere la Vespa orientalis e come comportarsi nelle diverse situazioni di potenziale pericolo.
Origine e diffusione della Vespa orientalis
Sull’esatta origine e diffusione della Vespa orientalis si stanno consumando molteplici speculazioni mediatiche. Il nome della specie, orientalis, induce a pensare che la sua origine sia asiatica. Ciò è vero guardando all’areale di distribuzione nel suo complesso, che va dal Nord-Africa all’India, passando per tutto il Medio Oriente. In realtà questa specie di vespa, ad oggi, è considerata nativa anche nelle nostre regioni meridionali, con presenza stabile al Sud, soprattutto in Sicilia e in Calabria, più di recente in Campania.
Detto in altri termini, la Vespa orientalis non è un insetto alieno, ha solo spostato la sua presenza territoriale più a nord (basti pensare che l’insetto è stato segnalato fino a Trieste). Attenzione quindi a non confondere la Vespa orientalis con la Vespa velutina, una specie molto più aggressiva e di recente arrivo nel nostro paese, questa sì appellabile come calabrone asiatico.
Invasione dell’area romana
Come accennato la Vespa orientalis sta facendo notizia per la sua invasione di Roma. L’areale dell’insetto si sta spostando nelle regioni più a Nord. Complice in primo luogo il cambiamento climatico, con le stagioni invernali sempre più miti che consentono alla vespa di espandersi geograficamente. Ma perché proprio un contesto urbano come quello della capitale?
La risposta è semplice ed è legata alla disponibilità di cibo. In estate questa vespa è alla ricerca di fonti proteiche per allargare la colonia, e una città enorme, afflitta dall’endemico problema dei rifiuti, rappresenta l’habitat ideale per l’insetto.
Scarti di carne, alimenti zuccherini come la frutta in marcescenza sono una fonte ci cibo incredibilmente attraente per un insetto come la Vespa orientalis.
Inoltre, in città, un vespide del genere ha pochi predatori naturali e molta facilità a trovare anfratti per costruire il nido, iniziando così a diventare un problema per le persone.
Come riconoscere la Vespa orientalis
La Vespa orientalis è piuttosto semplice da riconoscere, in quanto ha una colorazione unica e molto appariscente.
È infatti interamente rosso-bruna, comprese le ali trasparenti, fatta eccezione per delle bande di colore giallo acceso esclusivamente sulla 3 e 4 banda addominale e sul capo.
Le dimensioni di questa vespa vanno dai 2,5 ai 3,5 cm, non molto differenti da quelle della più comune Vespa crabro (di cui è stretta parente), che è leggermente più grossa. Il carattere distintivo è però il colore: se notate, infatti, una vespa rossiccia e con una banda gialla fluorescente, con buona probabilità siete di fronte a una Vespa orientalis.
Dove costruisce il nido?
La Vespa orientalis nel suo habitat naturale predilige le cavità dei tronchi degli alberi o addirittura gli anfratti del terreno per costruirsi il nido. In ambiente urbano possiamo trovare un nido tra i buchi dei muri dei vecchi palazzi, sotto i cornicioni e le tettoie, e addirittura in casa, tipicamente nei cassonetti delle tapparelle.
I nidi, creati con scarti di materiale organico, solitamente sono di piccole dimensioni, ma possono anche superare i 60-80 cm di diametro.
La Vespa orientalis è pericolosa per l’uomo?
La Vespa orientalis di solito non tende ad attaccare l’uomo, a meno che non si senta minacciata. In città questo può essere più frequente che in un bosco. In maniera del tutto involontaria, ad esempio se disturbato tra i rifiuti o nei pressi del nido, l’insetto può sentirsi in pericolo e quindi rispondere con aggressioni e punture, anche ripetute. A differenza delle api, la vespa non muore dopo la puntura. Quest’ultima è infatti capace di estrarre facilmente il proprio pungiglione dalla pelle del malcapitato e, dunque, può colpire ancora. Il veleno iniettato, per fortuna, non è più pericoloso della media degli altri imenotteri veleniferi, può tuttavia causare reazioni gravi in soggetti allergici, o anche in persone normali, se le punture sono numerose.
In caso di puntura rivolgetevi al centro antiveleni più vicino, anche solo telefonicamente per avere indicazioni sulla profilassi farmacologica in base ai sintomi.
Cosa fare se ci si imbatte in un nido di Vespa orientalis?
La cosa più sensata da fare di fronte ad un nido di vespe e calabroni è allontanarsi il più in fretta possibile e contattare le autorità competenti, ad esempio qui trovate quello della protezione civile per il comune di Roma Capitale.
È sconsigliato ricorrere a rimedi fai da tè per eliminare la Vespa orientali , quelli che noi consigliamo normalmente per difendere il frutteto e gli apiari.
In un contesto urbano azioni sbagliate possono causare una reazione iperaggressiva dell’insetto, quindi meglio affidarsi a mani esperte e soprattutto adeguatamente protette durante l’intervento.
La vespa orientalis e l’apicoltura
Nella dieta della Vespa orientalis ci sono le api vive, con gli alveari che nel periodo estivo-autunnale vengono attaccati anche violentemente.
La vespa preda le api davanti il predellino dell’arnia o anche in volo, compromettendo la normale attività di volo per bottinare polline e nettare, causando inoltre perdite ingenti.
Normalmente, se la presenza di Vespa orientalis è moderata e le famiglie predate sono forti e sane, non si arriva alla perdita della famiglia. Cosa che invece può avvenire se la famiglia di api è più debole e non c’è un adeguato ricambio nella popolazione totale.
Anche l’andamento climatico stagionale incide, con le stagioni migliori per le api e la produzione di miele che coincidono con le annate favorevoli per la Vespa orientalis e gli altri calabroni.
Gli apicoltori sentono l’esigenza di difendere da questo dannoso predatore le loro preziose api. Il modo migliore per farlo è agendo nelle fasi giuste del suo ciclo di vita.
Ciclo di vita della Vespa orientalis
La Vespa orientalis ha un ciclo di vita differente da quello delle api.
La società è annuale, con la colonia che muore in autunno lasciando in vita solo le future regine feconde. Queste svernano nel nido stesso o in altri piccoli anfratti. Il ciclo riprende in primavera (da marzo a maggio), con le regine che iniziano a costruire nuove celle dove poter deporre (nido primario).
Le nuove nate, le operaie, in primavera inoltrata contribuiranno all’ampliamento del nido, con i primi attacchi agli alveari già in giugno o luglio.
Tra agosto e settembre l’attività della Vespa orientalis è all’apice, con la popolazione notevolmente aumentata, fino a centinaia di esemplari, e attacchi più violenti alla ricerca di cibo (le povere api).
Come eliminare la Vespa orientalis
Il momento più adatto per eliminare la Vespa orientalis è in primavera, magari individuando i nidi primari che daranno inizio alla nuova colonia.
L’importante è intercettare le regine svernanti, in modo da tenere bassa la popolazione. Intervenire tra agosto e settembre è più difficile, in quanto la popolazione della colonia di vespe è al suo massimo sviluppo. Si potranno anche uccidere centinaia di vespe senza risolvere significativamente il problema e ridurre il danno accettabile per gli alveari.
Tipi di trappole
Per combattere la Vespa orientalis in apicoltura sono state messe a punto diverse tipologie di trappole. Le più semplici da mettere in pratica sono quelle che attraggono le vespe con esche alimentari.
Si può ad esempio adoperare una bottiglia in pet con apposito tappo e riempirla di sostanze zuccherine, come la birra miscelata a piccole quantità di zucchero. Molto attrattivi per le vespe sono le esche proteiche, con scarti di carne o pesce.
Una variazione della trappola con la bottiglia è quella con la colla, costituita da un
supporto in legno o altri materiali, della colla e un’esca (carne o pesce).
La colla deve essere possibilmente neutra all’olfatto ed essiccare quanto più lentamente possibile. Inoltre, deve mantenere comunque un buon potere di collante, per trattenere sul supporto la Vespa orientalis.
Esistono poi trappole più professionali, vere e proprie strutture fisse in legno e reti metalliche, disponibili contattando le associazioni degli apicoltori.
1 commento
Articolo molto istruttivo