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La psilla dell’eucalipto, specie Glycaspis brimblecombei, è un insetto appartenente all’ordine Rhynchota, famiglia Psyllidae. Volgarmente è anche conosciuta come psilla dal follicolo bianco ceroso dell’eucalipto. Questo parassita è da considerarsi alieno, non facente parte del nostro ecosistema. Si tratta, infatti, di una specie di origine australiana (zona centro-orientale), arriva nel 2007 in Europa, precisamente in Spagna e Portogallo, per essere avvistata per la prima volta in Italia nel 2010, in Campania, Lazio, Puglia e Sicilia. Da allora, sta estendendo progressivamente il suo areale, mettendo a serio rischio la sopravvivenza degli alberi di eucalipto, che subiscono gravi danni dai suoi attacchi. Per fortuna, però, esistono già degli insetti antagonisti efficacemente impiegabili nella lotta biologica di questo parassita.
Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere sulla psilla dell’eucalipto.
Descrizione della psilla adulta

Maschio di psilla dell’eucalipto
Gli adulti della psilla dell’eucalipto sono colorati completamente di giallo, per quanto riguarda gli esemplari maschili; le femmine presentano invece, oltre al giallo, l’addome verdognolo. Hanno la tipica forma degli psillidi, ovvero capo fornito di coni geno-frontali allungati. Nelle ali anteriori la nervatura basale si ramifica in un ramo radicale superiore e in uno sottostante. Le ali hanno margini sub-paralleli e apicalmente sono angolose.
Le dimensione di queste psille adulte sono di 3 mm di lunghezza.
Ninfe e neanidi
Gli stadi di neanidi e ninfe della psilla sono quelli che osserviamo facilmente sugli alberi di eucalipto. Le neanidi sono di color giallo-arancio, mentre le ninfe sono arancio-rossastre, con astucci alari marrone-scuro. In entrambi i casi vivono al di sotto di una struttura bianca di forma conica e consistenza cerosa (lerp in inglese). Questa sostanza è costituita da un miscuglio di succhi cristallizzati di origine vegetale che vengono prodotti dalla psilla stessa. Queste produzioni cerose sono prodotte dall’insetto a scopi difensivi e riescono ad ancorare perfettamente il parassita alle foglie della pianta.
Ciclo biologico

Femmina di psilla dell’eucalipto che depone le uova
Le peculiarità del ciclo biologico della psilla dell’eucalipto sono ancora poco note alle nostre latitudini. Nell’areale d’origine, l’Australia, compie dalle 2 alle 4 generazioni l’anno, da noi sono più frequenti 2 cicli. La specie Glycaspis brimblecombei ha tre stadi neanidali e due di ninfa, osservabili scoprendo i follicoli cerosi.
Gli adulti hanno una longevità breve, da 3 a 10 giorni, e non vivono protetti dai lerps. Sono abili volatori, il che gli consente di spostarsi su lunghe distanze, ampliando le infestazioni. Dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova nella pagina inferiore delle foglie. Queste sono di color giallo-arancio, vengono disposte ad arco e ancorate saldamente alla foglia grazie a un breve peduncolo. La schiusa avviene dopo circa 7-10 giorni dalla deposizione, dando il via agli stadi neanidali. Sugli alberi di eucalipto è possibile osservare contemporaneamente adulti, uova e stadi pre-immaginali. Le maggiori popolazioni dell’insetto si hanno in giugno e luglio.
Danni della psilla agli alberi di eucalipto
In Italia la psilla Glycaspis brimblecombei vive principalmente a spese degli Eucalyptus camaldulensis, la specie di eucalipto più diffusa in Italia. Tuttavia, sono stati segnalati attacchi anche su specie affini, come E. globulus, E. viminalis, E. Amygdalina ed E. botryoides. Le neanidi e le ninfe della psilla si sviluppano sulle foglie adulte dell’albero, ma anche i giovani germogli non vengono risparmiati. Il parassita si alimenta di linfa floematica, producendo grandi quantità di melata vischiosa, la quale a sua volta provoca numerosi strati di fumaggine.
In caso di gravi infestazioni, si assiste anche a fenomeni di filloptosi, ovvero anomala caduta delle foglie dovuta a cause patologiche. Quando il deperimento è accentuato, nel giro di 2-3 anni si può arrivare alla morte dell’albero.
Danni in apicoltura
Le diverse specie di eucalipto sono eccezionali piante mellifere, da cui si ottiene uno dei mieli monoflorali più apprezzati e ricercati in assoluto. Le infestazioni di questa psilla pregiudicano la fioritura dell’eucalipto con conseguente minore produzione di miele.
Inoltre, l’abbondante melata, viene bottinata dalle api, andando ad intaccare le qualità organolettiche dello stesso miele di eucalipto o di altri mieli monoflorali (agrumi, cardo, lavanda ecc.)
Difesa biologica dalla psilla dell’eucalipto
La difesa dalla psilla degli eucalipti con prodotti biologici è molto complicata, proprio per la morfologia di questi alberi, che sono spesso di dimensioni elevate, sub-spontanei in luoghi impervi e praticamente impossibili da raggiungere con mezzi irroratori da terra. L’unica soluzione che resta, dunque, è l’uso degli insetti antagonisti all’interno di un ecosistema libero da pesticidi chimici.
Insetti antagonisti
Nei luoghi d’origine la psilla Glycaspis brimblecombei viene efficacemente controllata dall’imenottero encirtidide Psyllaephagus bliteus, un parassitoide introdotto anche in California, Brasile, Messico e Cile, per programmi di difesa biologica che stanno avendo un buon riscontro. Un’idea sarebbe quindi quella d’introdurre anche in Italia questo piccolo imenottero, un po’ come si sta facendo per la lotta alla cimice asiatica con l’introduzione della vespa samurai.
Nel nostro paese è già presente il predatore Anthocoris nemoralis, rinconte antocoride efficacemente impiegato nella lotta biologica alla psilla del pero.
Questo predatore è fortemente attratto dalla melata prodotta dalla psilla dell’eucalipto, e dunque la sua presenza riesce a contenere le popolazioni del parassita. Le neanidi di Anthocoris nemoralis, infatti, appena nate ne iniziano a predare con grande voracità le uova e le neanidi. L’antagonista è allevato nelle bio-fabbriche ed è già possibile acquistarlo ed effettuare dei lanci controllati.