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La pianta del caffè appartiene alla famiglia botanica delle Rubiaceae, genere Coffea. A questo genere di piante afferiscono numerose specie (oltre 120), ma la più famosa e coltivata al mondo è, senza dubbio, la Coffea arabica, dai cui semi si ricavano le selezioni di caffè più apprezzate. Altre specie di caffè ampiamente coltivata è Coffea robusta, pianta più rustica e produttiva, ma dalla qualità del prodotto finale meno pregiata.
Le coltivazioni intensive e finalizzate alla produzione industriale di caffè sono tutte localizzate in aree tropicali, col Brasile al primo posto tra i paesi produttori. Da questa semplice annotazione geografica, si evince che questa pianta non può essere coltivata a fini commerciali alle nostre latitudini. Tuttavia è molto interessante la coltivazione di una pianta di caffè in vaso, esclusivamente per fini ornamentali.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche botaniche di Coffea arabica e scopriamo le tecniche di coltivazione biologica per tenere una pianta in casa.
Origini e diffusione della pianta di caffè
Le piante del caffè sono originarie dell’Africa subsahariana, ovvero dei paesi posti al di sotto del deserto del Sahara. La specie di nostro interesse, la Coffee arabica, è originaria degli altipiani dell’Etiopia, dove cresce spontanea, e fu la prima pianta di caffè ad essere esportata e coltivata su larga scala.
Da queste zone, si diffuse nella penisola arabica (da cui il nome) in particolare nello Yemen, fino ad arrivare in Egitto, poi in Siria, fino all’impero Ottomano agli inizi del XV secolo. A Istanbul, capitale dell’attuale Turchia, nacquero le prime caffetterie, luoghi di incontro dove per ore si consuma il caffé=kahve.
In Europa
In Europa il caffè arriva circa un secolo più tardi, attraverso la deportazione di schiavi turchi. Per quanto riguarda l’Italia, invece, a Napoli fa capolino nel 1600, insieme ai racconti di questa bevanda scura preparata in terra santa. Nel 1700, era diffuso ovunque e ogni città importante aveva almeno una caffetteria. A metà del 1700, la pianta di caffè sbarca in Centroamerica ad opera dei colonizzatori e da allora diventa progressivamente una delle coltivazioni principali del continente, con la creazione delle prime piantagioni su vasta scala dove venivano sfruttati gli schiavi. Ad oggi, il caffè su larga scala si coltiva nella fascia tropicale di diversi continenti, e i maggiori produttori, dopo il Brasile, sono il Vietnam, la Colombia, l’Indonesia e l’Etiopia.
Caratteristiche botaniche della pianta di caffè
Le piante di Coffea arabica sono sempreverdi e crescono a mo’ di piccolo arbusto, che in genere non supera i 5-6 m di altezza (ovviamente nella coltivazione in vaso sono molto più basse). La chioma ha il tipico portamento piramidale. Il tronco è dritto, di colore rossiccio, con la tendenza a sfaldare la parte più esterna della corteccia con gli anni.
I rami si trovano disposti a raggiera sul tronco, con quelli basali e vecchi più lunghi di quelli giovani, disposti nella parte superiore della pianta, da qui l’aspetto piramidale.
L’apparato radicale è di tipo superficiale, ma abbastanza esteso. In ambiente naturale la pianta del caffè ha un’ottima longevità, oltre 100 anni, ma ovviamente con produzioni decrescenti nel tempo, motivo per cui viene coltivata nelle piantagioni con cicli più brevi.
Foglie
Le foglie della pianta del caffè sono molto belle a livello ornamentale. Sono lucide e di un bel colore verde intenso, con evidenti nervature mediane che ne risaltano l’armonia. La forma è ovale, con apice appuntito. Il margine fogliare è ondulato, con le foglie che tendono a stringersi verso il centro.
Fiori
Nella pianta del caffè i fiori nascono all’ascella delle foglie e in piccoli gruppi. Alle giuste condizioni ambientali, sono molto numerosi e ricoprono per intero i diversi “palchi” della pianta. Il colore è bianco, l’odore gradevole, la forma è a stella. Ai climi tropicali la fioritura della pianta avviene praticamente tutto l’anno, mentre alle nostre latitudini la si ha solo in estate.
Frutti e semi
La Coffea arabica è una pianta autofertile che si autoimpollina, non ha quindi bisogno dell’impollinazione incrociata. Dopo l’impollinazione, inizia la trasformazione dell’ovario in frutto, un processo molto lento che può durare complessivamente 9-10 mesi.
Inizialmente il frutto è un piccolo pallino verde che per lungo tempo non cambia le sue dimensioni. Pian piano, la drupa si accresce, virando come colore dal verde al rosso. All’interno della drupa vengono custoditi i semi (1-2), ossia il classico “chicco di caffè” che tutti conosciamo.
La coltivazione della pianta del caffè
Come più volte sottolineato, la pianta del caffè Coffea arabica viene coltivata nei climi tropicali. L’habitat ideale è quello della montagna, caratterizzato, alle latitudini tropicali, da un clima praticamente invariato durante tutto l’anno, con altissima umidità e temperature costanti, senza estremi. Tanto per intenderci, l’optimus di temperatura oscilla tra i 25 °C di giorno e i 15 °C nelle ore notturne.
Il caffè infatti non tollera il freddo, ma nemmeno il caldo torrido delle nostre estati mediterranee, per cui il limite climatico è duplice. Questo ci suggerisce di coltivare la pianta in casa, in vaso, dove può adattarsi più facilmente. La coltivazione in vaso ci dà inoltre la possibilità di spostare la pianta all’esterno nei periodi miti dell’anno, come a metà primavera o a inizio autunno. L’esposizione migliore in casa è vicino a una finestra luminosa, ma lontano dai raggi diretti del sole e da fonti di riscaldamento/raffreddamento artificiali.
Terreno e concime
Se vogliamo coltivare una pianta di caffè in vaso, è di fondamentale importanza preparare il giusto mix di terreno e concime. La pianta gradisce un pH del terreno subacido, con una buona dotazione di sostanza organica e un ottimo drenaggio. Conviene quindi usare un terriccio per piante acidofile (come questo) e mescolarvi del concime organico come humus di lombrico o lupini macinati. Sul fondo del vaso occorre sistemare dell’argilla espansa, in modo da non rischiare ristagni idrici.
Come avviare la coltivazione del caffè
Per iniziare a coltivare la pianta del caffè, la cosa più semplice da fare è acquistare una piantina in vivaio o nei negozi specializzati in rete. Non appena ricevuta la piantina, bisogna trapiantarla in un contenitore più grande con il mix visto in precedenza. Le piante in vaso, solitamente vengono proposte con più fusti, ma crescendo assumeranno l’aspetto di un arbusto con più tronchi, un po’ come il ficus benjamin. Questo perché la finalità della coltivazione non è la produzione di caffè, ma il valore ornamentale della pianta stessa. Ci sono comunque delle alternative, ovvero la semina e la talea.
Riproduzione da seme
Ovviamente, per seminare una pianta di caffè non possiamo utilizzare i semi già tostati, ma bisognerà trovare dei semi attivi (se vi interessano li trovate qui), provenienti da bacche fresche e mature, nonché certificati.
Per agevolare la germinazione, conviene tenere i semi in acqua per circa 24 ore prima di procedere alla semina. Questa si effettua in piccoli vasetti, riempiti con terriccio per piante acidofile. Il periodo migliore per la semina è la primavera. La germinazione è lenta, occorrono circa 2 mesi. Inoltre, il tasso di germinazione è basso, per cui meglio utilizzare due semi di caffè per vasetto. Per il primo anno, la pianta andrà tenuta in vaso, irrigata con regolarità e assolutamente protetta da temperature troppo calde o fredde. Le piante coltivate da seme impiegano dai 2 ai 4 anni per la prima fioritura.
Riproduzione per talea
La riproduzione per talea della pianta del caffè si fa invece a inizio estate, prelevando, dai getti più vigorosi della pianta, delle porzioni di 10-15 cm di lunghezza, che portino almeno una gemma. La talea di caffè radica bene in un mix di torba e sabbia da giardino, con terra costantemente umida e vaso tenuto protetto dal sole e dalle alte temperature estive. Nella primavera successiva si potrà procedere al rinvaso.
Rinvasi e concimazione
La pianta del caffè cresce lentamente all’inizio, ma dopo il primo anno la crescita annuale è abbastanza veloce. I rinvasi vanno fatti spesso, ovvero non bisogna dare alla pianta subito un vaso troppo grande. Questo perché le radici crescono bene se trovano lo spazio in maniera progressiva. Nel momento del rinvaso, si può approfittare per effettuare una concimazione organica, come spiegato in precedenza. Mediamente, questa operazione si può fare due volte l’anno, a inizio primavera e a fine estate.
Irrigazione
Nella coltivazione in vaso della pianta del caffè, l’irrigazione deve essere regolare, almeno una volta a settimana in autunno/inverno, 2-3 volte in primavera/estate. Attenzione a non esagerare con la quantità d’acqua, evitando il ristagno idrico nel sottovaso, che per lo scopo può essere riempito di argilla espansa, in modo da assorbire l’acqua in eccesso dal fondo del vaso.
Potatura
Le operazioni di potatura si limitano solo alla rimozione di rami vecchi o danneggiati, meglio non esagerare con tagli di tipo “decorativo”.
Ingiallimento fogliare
Molto comune sulla pianta del caffè è l’ingiallimento fogliare, con successiva caduta delle foglie. Questo è dovuto quasi sempre a sbalzi di temperatura che vanno corretti, pena il deperimento della pianta.
Parassiti
Tra i potenziali parassiti della pianta del caffè segnaliamo gli afidi e la cocciniglia. Tuttavia, essendo le piante coltivate in casa, si dovrebbero tenere sotto controllo eventuali inizi d’infestazione. Alla prima comparsa di insetti si consiglia di effettuare un lavaggio delle foglie con acqua e sapone molle potassico.