Il cotonello dell’olivo (Euphyllura olivina) è un parassita molto comune nelle regioni italiane in cui si pratica l’olivicoltura. Lo troviamo con maggiore frequenza nelle zone costiere e nelle aree caratterizzate da primavere miti associate a elevata umidità relativa. Forti infestazioni di cotonello dell’olivo possono provocare danni specialmente nel periodo della fioritura, incidendo sulla produzione di olive dell’anno. Per fortuna, questo parassita è controllato da numerosi insetti antagonisti, che ne limitano l’incidenza dei danni. È importante però saperlo riconoscere e saper valutare gli effetti della sua presenza, intervenendo quando è il caso con prodotti consentiti in olivicoltura biologica.
In quest’articolo vediamo la descrizione di questo insetto, il suo ciclo biologico, i danni che causa agli alberi d’ulivo e le adeguate strategie di difesa bio.
Scopri come coltivare l’olivo ►
Descrizione del cotonello dell’olivo
Il cotonello dell’olivo è un insetto appartenente all’ordine dei Rincoti, famiglia degli Psillidi, genere Euphyllura, specie E. olivina. Ecco di seguito le caratteristiche morfologiche per riconoscerlo.
Cotonello dell’olivo adulto
- Lunghezza di quasi 3 mm;
- Corpo tozzo di colore inizialmente verde chiaro, che con il tempo vira al marroncino;
- Capo di colore giallastro;
- Evidenti occhi di colore rosso;
- Ali che in posizione di riposo racchiudono il corpo “a tetto”.
Uova di cotonello dell’olivo
- Forma cilindrica;
- Appena deposte di colore giallo, che virano al giallo-arancio.
Neanidi di cotonello dell’olivo
- Lunghezza 1 mm;
- Colore giallo chiaro;
- Occhi di colore rosso brillante;
- Nella parte posteriore dell’addome sono presenti le ghiandole ceripare, in grado di secernere in abbondanza fiocchi cotonosi, da cui il nome volgare della specie.
Ciclo biologico dell’insetto
Il cotonello dell’olivo sverna come adulto nella vegetazione dell’albero. In particolare, alla base di piccoli rametti, sotto le foglie e nelle gemme ascellari. Riprende il suo ciclo in primavera, quando inizia a deporre le uova (tra le 150 e le 200). L’ovideposizione avviene nei bottoni fiorali e nella pagina inferiore delle foglie poste sulle ramificazioni terminali. Dopo circa 2 settimane nascono le neanidi, che si nutrono degli organi vegetali della pianta che trovano nel momento della schiusa delle uova. La particolarità di questo parassita è l’abbondante produzione di fiocchi di cera, piuttosto evidente, usati dalle neanidi per proteggersi. Dopo questa prima fase, le neanidi si fissano sotto le foglie per passare allo stadio adulto. L’intero ciclo di vita del cotonello può avere una durata variabile dai 25 ai 50 giorni. Compie 3-4 generazioni l’anno, ma è la prima generazione primaverile quella che può causare in maggiori danni agli alberi.
Danni del cotonello all’olivo
Il cotonello dell’olivo, sia allo stadio di neanide che di adulto, si nutre delle linfa dell’albero, attraverso punture trofiche di nutrizione. Queste vengono praticate sui bottoni fiorali, causando aborto del fiore e/o sterilità, quindi mancata allegagione.
La seconda generazione di cotonello può causare danni anche alle piccole olive appena allegate, provocandone la cascola precoce. La cera che il cotonello secerne, inoltre, dà luogo ad abbondante produzione di melata, da cui può derivare una successiva fumaggine. Questa è dovuta, nel caso dell’olivo, all’insediamento del fungo ectoparassita Capnodium oleaginum. La fumaggine è quella fastidiosa patina nerastra che imbratta le foglie, provocando asfissia e un generale deperimento della vegetazione. I danni possono essere elevati in caso di forti infestazioni e dipendono dall’andamento climatico della stagione primaverile e dallo stato vegetativo dell’albero.
La proliferazione del cotonello dell’olivo
Il proliferare del cotonello dell’olivo è fortemente condizionato dal clima della stagione primaverile. Una primavera piovosa ostacola lo sviluppo del parassita, in quanto la protezione cerosa viene dilavata dalle precipitazioni. Venendo meno lo strato di cera, l’insetto è esposto ad altri agenti atmosferici (sole, vento, cali di temperatura), che ne limitano di fatto la gravità del danno. Anche alte temperature estive rappresentano un fattore negativo per questo insetto. In seguito al caldo eccessivo, infatti, si avranno generazioni più deboli e di numero inferiore.
Insetti antagonisti
Per fortuna in natura ci sono molti insetti utili che controllano naturalmente le popolazioni di cotonello dell’olivo. Gli antagonisti in particolare sono:
- gli imenotteri parassitoidi: Psyllaephagus euphyllurae, Trecnies spp, Alloxysta eleaphila;
- i ditteri sirfidi: Syrphus auricollis e S. flavomarginatus;
- i rincoti emitteri: Antochoris nemoralis e Deraecoris spp.
L’inerbimento
In un ambiente caratterizzato da un elevato grado di biodiversità la presenza di cotonello dell’olivo è tenuta sotto controllo dagli insetti antagonisti. La gestione dell’oliveto con la tecnica dell’inerbimento favorisce sicuramente la biodiversità e quindi il controllo della presenza del cotonello.
Come eliminare il cotonello dell’olivo
È abbastanza inusuale che si debba intervenire in maniera specifica contro le infestazioni di cotonello dell’olivo. È anche vero, però, che ultimamente si sta assistendo a una maggiore pressione di questo parassita, specie nelle regioni meridionali.
C’è da dire che di solito gli interventi messi in campo per la mosca dell’olivo sono efficaci anche nei confronti del cotonello, per cui il controllo è indiretto. L’intervento specifico si rende necessario se l’infestazione dà luogo ad una eccessiva produzione di fumaggine. In tal caso, un abbondante lavaggio della vegetazione con sapone molle potassico risolve tutti i problemi. Ricordiamo che il sapone molle di potassio è un prodotto consentito in agricoltura biologica. Ovviamente si tratta di un formulato specifico per l’agricoltura che deve essere di buona qualità. Se lo cercate, un buon prodotto lo trovate qui di seguito.
Acquista il sapone molle potassico ►