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Lo jabuticaba (o jobaticaba) è un albero da frutto esotico noto anche come albero dell’uva e originario del Brasile. È noto in tutto il mondo per i suoi particolari frutti, che nascono direttamente dal tronco, oltre che sui i rami. Si tratta di grosse bacche simili all’uva, di forma arrotondata, scuri, gustosi e dolci.
I frutti dello jabuticaba sono molto apprezzati in Brasile per il consumo fresco o la preparazione di gelatine e liquori.
In quest’articolo conosceremo questo curioso albero esotico. Vedremo inoltre le tecniche colturali nel continente d’origine e capiamo a quali condizioni si può coltivare in Italia.
Identificazione dello jabuticaba
Jabuticaba o jobaticaba sono i nomi comuni per identificare alcune specie botaniche della famiglia delle Myrtaceae, genere Plinia. A questa classificazione appartengono nove specie, le due più coltivate sono: la Plinia jaboticaba (tra cui spicca la varietà Sabará, il più comune in Brasile) e la Plinia cauliflora, nota anche come Jabuticabeira-açu, Ponhema o Paulista.
Origini dello jabuticaba
Quest’albero è originario del sud del Brasile, ma si trova anche in Bolivia, Paraguay e Argentina. Il nome volgare Iupoti’kaba è di origine Tupi e si riferisce alla forma arrotondata del frutto. La specie è endemica del Brasile ed è stata ampiamente utilizzata nei cortili urbani, sia per l’abbondante fruttificazione che per i fini ornamentali.
Caratteristiche botaniche dello jabuticaba
Lo jabuticaba è un albero dalla crescita molto lenta e che non raggiunge dimensioni elevate. La sua altezza in media è di 8-10 m, con una densa chioma, del diametro di oltre 15 m.
È una specie con portamento quasi arbustivo, che raramente cresce su un unico tronco. Lunghi e grossi rami dipartono direttamente dal terreno e salgono verso l’alto, terminando con un’abbondante chioma inclinata verso l’esterno.
Nella fase giovanile le foglie sono chiare, color salmone. Quando l’albero è adulto sono di color verde brillante.
Fioritura
La fioritura dello jabuticaba è davvero spettacolare. I fiori ricoprono interamente i tronchi e le ramificazioni più grosse. Questo fenomeno è detto caulifloria (da cui la denominazione botanica della specie) e si verifica anche in alberi più nostrani quali, ad esempio, il carrubo e l’albero di Giuda.
I fiori si concentrano in piccoli gruppi e sono di colore bianco. Ognuno ha quattro petali bianchi e pelosi, con circa 60 stami lunghi fino a 4 mm.
In Sudamerica lo jabuticaba fiorisce anche 2 volte l’anno e nelle zone subtropicali la fioritura è continua.
L’impollinazione è prevalentemente incrociata, operata dal vento (anemofila).
Frutti
All’abbondante fioritura segue la fruttificazione, che rende lo jabuticaba famoso nel mondo.
I frutti, che vanno a ricoprire tutta la superficie a legno dell’albero, sono di forma tondeggiante, al limite ellissoidale.
Il colore è all’inizio verde, molto scuro a piena maturazione, con tonalità dal violaceo al nerastro. Per questo motivo i frutti assomigliano a quelli della pianta di vite e lo jabuticaba è conosciuto anche come albero dell’uva.
La dimensione delle bacche è diversa a seconda della varietà. Può andare da 1 cm di diametro fino a 4 cm.
La buccia del frutto è piuttosto dura, ma racchiude una polpa gelatinosa biancastra, succosa, traslucida. Il sapore è dolciastro con una nota sub-acida, moscato.
Ad ogni modo, la buccia del frutto ha un alto contenuto di tannino, per cui di solito non viene consumata.
Per mangiare il frutto basta “strizzarlo” in bocca.
Come coltivare lo jabuticaba
La zona climatica per eccellenza per coltivare lo jabuticaba è di tipo sub-tropicale. Deve quindi essere un’area caratterizzata da temperature sempre miti, grande piovosità e alto tasso d’umidità.
Tuttavia, la coltivazione dello jabuticaba è molto differenziata, in quanto esistono diversi ceppi della stessa specie. Ad esempio, è presente in alcune zone dell’Argentina che in inverno hanno temperature abbondantemente sotto lo zero termico. Questo vuol dire che, con i dovuti accorgimenti, lo jabuticaba si può coltivare anche alle nostre latitudini.
Già in Sicilia sono presenti alcuni esemplari, coltivati con successo da giardinieri appassionati di frutti esotici come avocado e mango. Il clima di coltivazione degli agrumi può quindi essere sufficiente.
A nostro avviso, il problema della coltivazione dello jabuticaba in Italia è più legato alla siccità, che alle temperature. L’albero per crescere rigoglioso ha bisogno di umidità e dunque di assistenza idrica.
L’esposizione ideale è quella in pieno sole.
Tipo di terreno
Il terreno di tipo sciolto è l’ideale per coltivare lo jabuticaba. L’importante è che abbia una buona dotazione di sostanza organica e un pH tendenzialmente sub-acido o neutro. Rifugge i terreni salini e tollera moderatamente quelli calcarei.
Irrigazione
Come accennato, l’irrigazione è importante sia per la fioritura, che per la fruttificazione.
L’albero non ha un apparato radicale troppo profondo, quindi bisogna irrigare di frequente, specie nei periodi di siccità. Tuttavia, è bene sottolineare che la pianta non ama il ristagno idrico, quindi è opportuno assicurare un adeguato drenaggio.
Propagazione
Lo jabuticaba si propaga facilmente da seme. I semi conservano per poco tempo la germinabilità dopo la raccolta del frutto, quindi dovrebbero essere piantati immediatamente. Sono poli-embrionici, ciascuno in grado di produrre fino a sei piante. Dal momento della semina a quello della germinazione, trascorrono circa due mesi.
Il problema delle piante di jabuticaba nate da seme è che impiegano moltissimo tempo per produrre frutti. Sono necessari dagli 8 ai 15 anni! Per questo motivo viene riprodotto più spesso per innesto.
Se volete quindi tentare la coltivazione dell’albero dell’uva, la soluzione migliore è reperire piante già innestate presso un vivaio specializzato. Il trapianto deve essere fatto a fine inverno.
Esistono comunque molti studi in merito alla propagazione.
Sesto d’impianto
Per una buona riuscita della coltivazione dello jabuticaba è importante un sesto d’impianto piuttosto largo. Dalle rilevazioni fatte in Brasile, le produzioni migliori si hanno con alberi piantati a 10 m di distanza l’uno dall’altro. Con questa distanza è garantita una sufficiente illuminazione, anche dei tronchi e dei rami che portano i frutti.
In ogni caso, si consiglia di non scendere sotto i 7 m di distanza, anche se la crescita dell’albero è lenta e, quindi, lasciare tutto questo spazio potrebbe sembrare uno spreco.
Concimazione
Buona cosa è la concimazione di fondo al momento della messa a dimora. Si consiglia di usare del letame maturo da porre sul fondo della buca dove viene impiantato l’albero. Ogni anno, a fine inverno, si può ripetere la concimazione, ammendando al terreno intorno ai tronchi del compost domestico o dell’humus di lombrico.
Pacciamatura
Per migliorare le condizioni d’umidità del suolo e limitare gli apporti idrici, è consigliabile utilizzare uno strato di pacciamatura naturale. I materiali utilizzabili sono: paglia, juta o lana di pecora.
Potatura
Lo jabuticaba non necessita di particolari interventi di potatura. L’albero deve essere lasciato libero di crescere per sviluppare le sue grosse ramificazioni e incrementare così la produzione.
L’unico intervento di taglio che dovrebbe farsi è quello finalizzato alla rimozioni del legno secco o danneggiato.
Diradamento dei frutti
Nelle zone di coltivazione dello jabuticaba si pratica il diradamento dei frutti, un po’ come accade, ad esempio, per il nostro albicocco.
Quando l’albero è all’inizio della fruttificazione si possono togliere le bacche più piccole, diradando i grappoli. In questo modo si avrà un accrescimento maggiore dei frutti rimanenti.
Parassiti e malattie
Lo jabuticaba è un albero molto rustico, che non soffre di particolari malattie.
Nelle zone d’origine si è osservato che alcuni alberi sono stati colpiti dalla ruggine (Puccinia psidii), durante stagioni delle piogge piuttosto insistenti.
Come parassiti, i maggiori problemi che si presentano sono dovuti agli uccelli e ai piccoli mammiferi, che vanno ghiotti dei frutti. Il problema è dovuto al fatto che crescendo sul tronco, i frutti dello jabuticaba sono facilmente accessibili.
Raccolta
La raccolta dei frutti si effettua a mano, quando hanno raggiunto la colorazione scura. Alle nostra latitudine la piena maturazione dello jabuticaba dovrebbe avvenire in piena estate, mentre sappiamo che nelle zone d’origine si raccoglie più volte.
Il frutto ha un veloce deperimento, dopo la raccolta deve essere consumato entro 3-4 giorni. Questo probabilmente è il motivo per cui questa specie botanica non è particolarmente diffusa al di là delle zone di origine. Il fatto di non poter stoccare il prodotto finito e quindi commerciarlo, non rende conveniente le coltivazioni estese.
È infatti praticamente impossibile trovare frutti di jabuticaba importati.
Gli usi dello jabuticata
In Brasile lo jabuticaba è un albero da frutto di grande valore e tradizione.
Oltre al consumo fresco, che come abbiamo detto deve avvenire entro pochissimi giorni dalla raccolta, queste bacche, simili all’uva, vengono utilizzate per la trasformazione.
Le preparazioni più comuni sono: gelatina, sciroppi, gelati, salse dolci e salate, liquori, vini aromatizzati.
Proprietà dello jabuticata
Essendo un’ottima fonte di antocianini, i frutti dello jabuticata hanno elevate proprietà antiossidanti. I suoi estratti fenolici sono inoltre utili per contrastare diverse tossine velenose.
Valori nutrizionali
I frutti freschi hanno ottimi valori nutrizionali, di seguito elencati per 100 g di prodotto:
- acqua 87.1%
- energia (Kcal) 45,7
- proteine 0,11%
- lipidi (grassi) 0,01%
- carboidrati 12.6%
- fibra 0,08%
Minerali (mg):
- calcio 6.3
- ferro 0.49
- fosforo 9.2
Vitamine (mg):
- acido ascorbico 15-30.7
- tiamina 0,02
- riboflavina 0,02
- niacina 0,21
Altri elementi:
- triptofano 1 mg
- lisina 7 mg
1 commento
Buona sera, ho trovato questo frutto (jabuticaba) mediante internet e credo sia molto interessante, sono un ragazzo pugliese e vorrei maggiori informazioni in riguardo a quanto va al kilo, e quale azienda ritira questo prodotto, grazie in anticipo buona serata.