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L’albero di carrube, o semplicemente carrubo, vanta una grande tradizione nel nostro Paese. È originario del bacino del Mediterraneo e da sempre fa parte della macchia spontanea.
In tempi antichi la coltivazione dell’albero di carrube era uno dei nostri fiori all’occhiello. Questa pratica agricola, però, purtroppo, con il tempo è andata perdendosi.
Ma questa pianta resta comunque una coltivazione davvero importante, che val la pena di riscoprire. Ed è possibile farlo nel frutteto familiare o in giardino, anche per semplici fini ornamentali.
L’importante è avere tanto spazio a disposizione, vista la sua maestosità.
In quest’articolo vedremo quindi come coltivare il carrubo e conosceremo le caratteristiche botaniche dell’albero. Infine vedremo gli usi dei sui frutti: le famose carrube.
Identificazione botanica
Il nome scientifico del carrubo è Ceratonia Siliqua. È un albero facente parte della famiglia botanica delle Fabaceae, sottofamiglia Caesalpiniaceae, genere Ceratonia.
Le origini del carrubo
L’esatta origine dell’albero di carrube è un po’ incerta. Pare esistesse come specie spontanea nei territori del bacino orientale del Mediterraneo.
Stando a questa tesi la coltivazione del carrubo iniziò con l’antica civiltà Greca, che poi la esportò in Sicilia.
Un’altra ricostruzione sostiene che furono i Fenici ad impiantarlo in terra siciliana. Quindi l’origine dell’albero dovrebbe essere localizzata nell’Asia medio-orientale, in una zona corrispondente all’attuale Libano.
Fatto sta che l’albero è propriamente mediterraneo.
Dove si coltiva la carruba
Ad oggi coltivare le carrube è una pratica diffusa soprattutto in Spagna meridionale, Portogallo, Grecia, Cipro e nei paesi Nordafricani.
In Italia si trova spontaneo nelle regioni centro-meridionali e in Sardegna. Mentre è stato naturalizzato in Toscana. La Puglia considera il carrubo una specie protetta.
In Sicilia tutt’ora viene praticata la sua coltivazione, essendo questa regione la più ricca di carrubeti.
Caratteristiche dell’albero di carrube
Una delle peculiarità della pianta di carrube è quella di essere molto longeva; arriva anche a cinque secoli di vita. È un albero molto grande, riesce a raggiungere i 10-12 m di altezza, ma in media arriva a 5-6 m.
L’apparato radicale è molto complesso, con un lungo e profondo fittone, che si dirama grazie a numerose radici laterali. Queste sono sia striscianti, che profonde. Il carrubo cresce bene su terreni difficili e rocciosi, quindi le radici hanno la capacità di andare lontano a trovare l’acqua, oltre la proiezione della chioma dell’albero. Questo rende quest’albero perfetto per consolidare i terreni declivi.
L’albero fruttifica sulle ramificazioni di 2 o 3 anni, lasciando nel punto di crescita dei frutti dei rigonfiamenti. In quegli stessi punti, negli anni seguenti, si ripete la fruttificazione. Con il tempo i rigonfiamenti si ingrossano ancora di più, formando evidenti superfici bitorzolute.
Tronco
Il carrubo ha un tronco imponente, rugoso e tortuoso, che negli esemplari più maestosi può superare i 2 m di diametro.
La corteccia è ruvida con grosse screpolature alla base, più liscia nella parte superiore. Il colore è grigio-cenere o grigio-rossastro.
Negli alberi adulti la chioma è fitta ed espansa, con la tipica forma subglobosa. I vecchi rami arrivano anche a 7 m di lunghezza e tendono ad incurvarsi, dando all’albero la sua forma.
Le piante più giovani hanno i rami con portamento assurgente e più regolare nella loro disposizione.
Foglie
L’albero di carrube è un sempreverde, ovvero non perde mai del tutto il suo fogliame. Le foglie del carrubo vivono oltre un anno e si rinnovano periodicamente.
Si presentano in maniera simmetrica sui rami, sono paripennate, formate di solito da 4-6-8 coppie di foglioline. Hanno un corto e spesso picciolo. Sono altresì coriacee, glabre e lucide nella pagina superiore, più pallide in quella inferiore. Hanno margine intero, forma ovale, e sono solcate da evidenti nervature. In genere, sono lunghe da 4 a 8 cm e larghe dai 3 ai 6.
Fiori

Fiore femminile
In generale, i fiori ci danno le informazioni sul sesso di una specie botanica.
Nel caso dei fiori del carrubo quest’inquadramento è piuttosto complesso.
Questa pianta, infatti, è definita poligamo-dioica-trioica. Vale a dire che vi sono esemplari che portano solo fiori femminili (piante fruttifere); altri con solo fiori maschili (piante sterili); e altri ancora (più rari) che portano fiori maschili ed ermafroditi.
In generale, i fiori di quest’albero sono molto piccoli. Sono riuniti in racemi (solitari o aggregati) e si trovano in corrispondenza delle grosse branche prive di foglie.
L’infiorescenza è lunga dai 6 agli 11 cm.
Quella maschile è di colore rosso-scuro appena nata, giallastra a piena maturità.
Viceversa, l’infiorescenza femminile è all’inizio di colore rosso carminio, a maturità verde-gialla.
Il loro odore è molto forte, penetrante, non per tutti gradevole.
Impollinazione e periodo di fioritura
Il periodo di fioritura del carrubbo è scalare, inizia ad agosto e perdura fino a tutto il mese di novembre.
L’impollinazione è in parte entomofila (operata dalle api e altri insetti impollinatori) e in parte anemofila (operata dal vento).
I fiori sono molto graditi alle api, che riescono a produrre un delizioso miele, appunto il miele di carrubo. Si tratta di un prodotto uniflorale, che può essere realizzato solo laddove si pratica la coltivazione in modo intensivo.
Le carrube
Altra caratteristica peculiare dell’albero di carrube è che i frutti, dopo la fecondazione del fiore, iniziano a svilupparsi solo nella primavera successiva e a maturare nei mesi di agosto e settembre.
Dunque ci vuole un anno intero per raccoglierli.
Quando i frutti sono pronti per la raccolta, dunque, l’albero ha già i nuovi fiori per la produzione dell’anno successivo.
Le carrubbe altro non sono che dei legumi indeiscenti e pendenti sull’albero, con le seguenti caratteristiche:
- Hanno lunghezza variabile dai 10 ai 20 cm, larghezza dai 2 ai 4 cm;
- Inizialmente si presentano di colore verde chiaro, con striature rossicce. Con l’avanzare della maturazione tendono dapprima al brunastro, fino a divenire di colore marrone scuro, quasi nero;
- Forma è arcuata e tondeggiante, più grossa verso le estremità;
- Buccia coriacea e lucida;
- Polpa carnosa e ricca di zuccheri;
- L’interno del frutto è composto da logge che contengono i semi. Questi hanno forma obovata, sono schiacciati all’apice, lunghi fino a 8 mm e larghi circa 7.
- I semi sono di colore rossiccio, molto duri. Ogni frutto ne contiene dai 10 ai 12, anche se esistono varietà che ne contengono da 1 a 3.
Varietà di carrubo
La coltivazione del carrubo in Sicilia ha una tradizione millenaria. Per questo con il tempo si sono selezionate delle varietà autoctone.
Si tratta nello specifico di varietà femminili, che citiamo di seguito:
- Latinissima;
- Racemosa;
- Morescona;
- Saccarata;
- Falcata.
Se volete coltivare un albero di questo frutto vi consigliamo di ricercare in un vivaio specializzato una di queste varietà.
Come coltivare un albero di carrube
Come accennato, coltivare alberi di carrube è un’antica tradizione contadina. Anche se oggi questa cultivar è stata progressivamente abbandonata, a vantaggio di coltivazioni più redditizie.
A nostro avviso la coltivazione di quest’albero andrebbe ripresa, specie in aree marginali, dove apporta grandi benefici per il territorio. Ad esempio, può avere una funzione importante in apicoltura, visto che i suoi fiori sono molto graditi alle api per la grande quantità di polline e nettare, e che la fioritura avviene in un periodo dell’anno sfavorevole alla gran parte delle piante mellifere.
Da non sottovalutare poi il suo valore ornamentale, dato che la pianta è bellissima e longeva.
Questi sono gli accorgimenti colturali necessari per coltivare il carrubo:
- Il clima in cui si decide di impiantarlo deve essere mite, privo di gelate;
- Ideale è un terreno povero, calcareo e alcalino;
- Evitare ristagni idrici;
- La semina in semenzaio è da preferire;
- Durante il trapianto usare un sesto ampio;
- L’irrigazione è necessaria nel primo anno di vita;
- Effettuare semplici potature di mantenimento;
- Usare le strategie di lotta biologica per evitare parassiti e malattie.
Esigenze climatiche
Per crescere sano e rigoglioso il carrubo ha bisogno di un clima mite. Per questo motivo è da sempre coltivato nelle regioni meridionali. Soffre le gelate prolungate, quando la temperatura scende al di sotto dei -5 C° per lungo tempo.
In zone dove si verificano queste condizioni sfavorevoli sconsigliamo la coltivazione dell’albero.
L’esposizione migliore è quella in pieno sole (a mezzogiorno), anche in zone calde e secche, giacché resiste bene alla siccità.
Terreno
Il terreno ideale per la crescita della pianta di carrubo è quello più povero. Vegeta incredibilmente bene nei terreni sassosi, con alto contenuto di calcare attivo, con un pH alcalino.
Altra caratteristica importante è che i terreni siano ben drenati e non diano quindi luogo a ristagno idrico. Motivo per cui questi alberi sono perfetti per i terreni rocciosi e declivi.
Riproduzione

Giovani piante di carrubo
La riproduzione di una pianta di carrubo può avvenire agevolmente partendo dal seme. Il consiglio è quello di usare un classico semenzaio.
Il periodo migliore per la semina è il mese di aprile, quando il rischio di gelate è alle spalle.
I semi, prima della messa a dimora, vanno tenuti in acqua per 3-4 giorni, cambiando ogni giorno l’acqua.
Si semina a postarelle, 3 o 4, profonde un paio di centimetri. La distanza deve essere di 30 cm, ricoprendo con uno strato di terra fine. Una volta usciti i germogli, si diradano e se ne lascia uno per postarella.
Quando le piante sono abbastanza grandi, vanno trasferite in pieno campo, facendo attenzione a non rovinarne il delicato apparato radicale. Così facendo otterremo un portainnesto franco.
Sulle giovani piantine create dal seme dovrà essere praticato l’innesto: a scudetto, se nella stessa primavera; o a spacco, se nel periodo invernale.
Ricordiamoci poi che il carrubo è una pianta dioica. Dunque, per produrre ha bisogno dell’impollinazione incrociata, con la presenza di almeno un esemplare maschile nel campo. Questa caratteristica l’accomuna al kiwi o al nocciolo.
Per fare un esempio, se si piantano due carrubi, uno deve essere maschio, l’altro femmina.
Una pianta maschile riesce a coprire anche 20 piante femminili.
Valutate quindi la finalità della coltivazione. Se volete piante ai soli fini ornamentali, va bene anche partire da seme con le modalità sopra descritte.
Se invece desiderate alberi che diano frutti, conviene acquistare piante innestate in vivaio e già definite sessualmente.
Quando piantare il carrubo
Il periodo migliore per impiantare una giovane pianta di carrubo è la primavera, dopo le ultime gelate.
A seconda della grandezza del vaso in cui è stata allevato, bisognerà scavare la buca in cui si mettere l’alberello.
Per farlo è sufficiente seguire le indicazioni generali su come piantare un albero da frutto.
Sesto d’impianto
Nell’impianto di un carrubeto dovete tenere conto delle dimensioni finali dell’albero, ma anche del suo esteso apparato radicale.
Il consiglio, in una coltivazione di carrubi specializzata, è di mantenere la distanza di 20-25 m tra un albero e l’altro sulla fila e di 30 m tra le fila.
Nel caso dell’impianto di pochi alberi, invece, tenete conto di queste misure da mantenere, per non dare fastidio alle altre colture.
Evitate altresì di piantare carrubi vicino a tubature dell’acqua, muretti o pavimentazioni. Le radici profonde ed estese, infine, potrebbero danneggiare la rete idraulica.
Irrigazione
L’irrigazione non è necessaria durante la secolare vita di un albero di carrube. Tuttavia, nel primo anno d’impianto si può intervenire innaffiando ogni tanto, per facilitare l’attecchimento iniziale delle radici.
Concimazione
Allo stato selvatico l’albero di carrube non viene concimato, ma è comunque produttivo e rigoglioso.
Le coltivazioni specializzate hanno però evidenziato che il carrubo si avvantaggia in termini di rese produttive di una periodica concimazione organica. Questa va effettuata con il letame maturo.
Ogni tre anni, alla fine dell’inverno, si possono ammendare al terreno circa 40 kg di letame.
Potatura del carrubo
Il carrubo è un albero che conviene far crescere in forma libera, assecondando il suo naturale portamento globoso.
Per cui non si effettuano dei veri e propri interventi di potatura di produzione, ma più che altro tagli di mantenimento. Questi sono finalizzati alla rimozione di rami secchi e danneggiati.
Il periodo migliore per intervenire è la fine dell’inverno.
Per dare una forma più equilibrata all’albero, che dovrebbe avere 3-5 branche principali, si può effettuare una potatura di allevamento.
Nel secondo anno dopo la messa a dimora, s’interviene con dei tagli sull’astone, per lasciare solo le branche che c’interessano.
Raccolta del carrubo
L’albero di carrube è molto produttivo. Bisogna avere però un po’ di pazienza prima di vedere i primi frutti. Questi alberi, infatti, non entrano in produzione prima dei 10 anni di vita.
Rese
Trascorso questo periodo, la resa produttiva aumenta notevolmente. Tra i 30 e i 100 anni di vita l’albero si può dire nel pieno della sua produzione.
Le rese annuali possono arrivare a 2 quintali per ogni pianta, anche se ci possono essere anni di alternanza produttiva. Funziona un po’ come per l’olivo, con anni di carica e altri meno fruttuosi.
Periodo di raccolta
Il periodo della raccolta delle carrube è tra agosto e settembre, quando i frutti maturi iniziano a cadere a terra. Si può anche effettuare la battitura dell’albero con robuste canne di bambù. Bisogna però cercare di non rovinare i fiori, che si trovano sull’albero in concomitanza con la maturazione delle carrube.
I frutti, una volta colti, si fanno essiccare al sole o, in alternativa, vengono infornati. Queste pratiche servono per rendere le carrube più appetibili e quindi aumentarne il valore commerciale.
Malattie e parassiti
L’albero di carrube è piuttosto rustico e resistente agli attacchi di parassiti e malattie. Vi sono comunque alcuni agenti patogeni e insetti da tenere sotto controllo. Vediamo quali sono.
Malattie
La malattia crittogamica più preoccupante è l’oidio del carrubo, Oidium ceratoniae, detto anche mal bianco o nebbia. Si tratta di una forma di oidio che può essere limitata agendo in prevenzione con bagnature di bicarbonato di sodio.
Per piante molto grandi la difesa biologica è difficile, per l’oggettiva difficoltà di raggiungere tutte le parti della chioma.
Insetti
Tra gli insetti che possono attaccare un albero di carrube si segnalano:
- Cocciniglia specie Aonidiella aurantii;
- Lepidottero della specie Ectomyelois ceratoniae, da controllare con l’uso del bacillus thuringiensis;
- Coleottero scotilide esotico Xylosandrus compactus, di origine asiatica e ancora poco conosciuto in Italia. Altra pianta che attacca e l’alloro.
Le carrube in cucina
Le carrube in cucina si prestano a molteplici usi. Sono impiegate nella trasformazione dolciaria e nel settore delle conserve industriali.
Le parti più pregiate del frutto sono la polpa interna e i semi.
Da un frutto ben asciutto si ricava il 90% di polpa e circa l’8% di semi. Il restante 2% sono parti legnose.
Dalla polpa si possono ottenere:
- Sfarinato utilizzato nella produzione di mangimi animali;
- Farina per uso alimentare umano denominata cacao di carrube. Questa farina trova largo impiego nelle produzioni dolciarie e è apprezzata per il gusto gradevole e il basso contenuto di grassi.
Dai semi invece si produce un altro tipo di farina, che viene usata come:
- Addensante;
- Legante;
- Stabilizzante;
- Flocculante;
- Sospendente;
- Filmogene;
- Impermeabilizzante;
- Eccipiente;
- Omogeneizzante;
- Agente di sedimentazione;
- Agente di filtrazione.
Altro impiego è quello della produzione di alcol alimentare. Non dimentichiamo che possono anche essere consumate tal quali, come frutta secca.
Se volete assaggiare questo frutto, qui trovate diversi prodotti.
3 commenti
In cerca di info chiare e ben spiegate, provando a creare il mio angolo verde, sono incappata in Coltivazione Biologica e ne sono super contenta e soddisfatta. Grazie per condividere così dettagliatamente e ampiamente le vs conoscenze!
Grazie a te, Rossella.
Molto interessante e utile!