La coltivazione del kiwi italiano è molto apprezzata in tutto il mondo, e la produzione del nostro Paese è molto vasta, anche se non molti lo sanno. Questo frutto, noto anche come actinidia, viene messo a dimora, solitamente, lontano dalle gelate, e viene raccolto nel periodo autunnale.
Oggi conosceremo le caratteristiche della pianta di kiwi, le principali varietà che possiamo trovare in commercio, e spiegheremo come distinguere i maschi dalle femmine. Scopriremo quindi come coltivare i kiwi nel frutteto domestico, attraverso le principali tecniche di coltivazione biologica.
Infine, vedremo insieme come e quando effettuare la potatura del kiwi, operazione colturale molto delicata e molto importante per aumentare le rese produttive della nostra pianta.
Le origini del kiwi
Il kiwi, nome scientifico Actinidia chinensis o Actinidia deliciosa, è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Actinidiaceae, genere Actinidia.
Questa cultivar è originaria della Cina, in particolare delle valli del Fiume Azzurro, il fiume più lungo dell’Asia ed il quarto più lungo nel pianeta. In queste zone la pianta cresce spontanea.
L’origine del nome, tuttavia, non è cinese, bensì neozelandese, paese dove la pianta è stata esportata agli inizi del novecento. Il kiwi, infatti, è anche un uccello non volatile, simbolo stesso della Nuova Zelanda.
Il kiwi in Italia
In Italia la coltivazione del kiwi inizia a partire dagli anni settanta e si diffonde ben presto nelle regioni del Centro-Nord (ma anche un po’ in tutto il Paese). Le regioni dove è concentrata maggiormente la produzione sono: il Lazio, il Piemonte e il Veneto.
Il successo della sua diffusione nel Bel paese è tale, che, ad oggi, l’Italia risulta essere il secondo produttore di kiwi al mondo dopo la Cina.
Ma vediamo ora la struttura della pianta di kiwi.
La pianta del kiwi

Coltivazione del kiwi con pergola domestica
La pianta dell’actinidia si presenta come una liana rampicante che può raggiungere notevoli dimensioni. Misurata in altezza, può arrivare anche a 10 metri.
Essendo una pianta rampicante, La coltivazione del kiwi ha bisogno di sostegni. Inoltre, necessita di essere ancorata a dei supporti per avere una crescita ordinata. Ancoraggi che in natura trova, ad esempio, negli alberi o nelle rupi. Per questo motivo, per coltivare kiwi, la forma di allevamento più diffusa è la pergola, facile da realizzare anche in ambito domestico.
Le foglie
Il kiwi è una pianta a fogliame caduco, ossia perde le sue foglie durante il periodo autunnale.
Le foglie dell’actinidia ricordano la forma del cuore, sono tondeggiati, con la parte finale appuntita ed i margini dentellati.
Il tronco e le ramificazioni
Il tronco principale della pianta e le ramificazioni più vecchie, si presentano con una corteccia ruvida tendente al marrone. Da qui si sviluppano numerose ramificazioni.
I giovani getti sono molto teneri e hanno consistenza erbacea. Inoltre sono ricoperti da una fine peluria rossiccia, così come i piccioli delle foglie e dei fiori.
I fiori dei kiwi
La coltivazione del kiwi permette di avere un’abbondante fruttificazione. Ma bisogna avere alcuni accorgimenti affinché questa coltivazione sia corretta. Bisogna, cioè, tener presente una caratteristica fondamentale dell’actinidia, ossia che si tratta di una pianta dioica.
Questo vuol dire semplicemente che esistono piante di kiwi femminili, ossia che fruttificano, e piante di kiwi maschili, che non fruttificano ma che sono fondamentali per l’impollinazione.
L’identificazione del sesso della pianta di kiwi è possibile attraverso l’osservazione dei fiori.
I fiori femminili sono unici, molto grandi e di colore bianco. Sono inoltre ben distanziati tra di loro per consentire la formazione del frutto.
I fiori maschili, invece, solitamente sono riuniti in grappoli. Hanno una colorazione panna, leggermente diversa da quelli femminili. Inoltre, hanno dimensioni minori e l’interno del fiore è ben in evidenza.
Per svolgere la loro funzione di impollinatori, producono polline in abbondanza, ma presentano ovuli malformati.
- Fiore femminile di kiwi
- Coltivazione del kiwi con il fiore maschile
La fioritura e la fecondazione della pianta di kiwi
Il periodo di fioritura del kiwi va dagli inizi di maggio fino ai primi di giugno.
La fecondazione della pianta femminile può avvenire in due modi: attraverso il vento (la cosiddetta impollinazione anemofila); o con l’aiuto delle api e degli altri insetti impollinatori (l’impollinazione entomofila).
Come detto, un’ottima impollinazione è fondamentale per assicurare un buon livello quantitativo e qualitativo della produzione. Per questa ragione, nella coltivazione del kiwi è necessaria la presenza sia di piante di actinidia femminili che maschili. Un buon rapporto numerico è di una pianta maschile ogni 5-6 piante femminili, distribuite in maniera omogenea. In questo modo l’abbondante produzione sarà garantita.
Il frutto dell’actinidia
Il kiwi, inteso come frutto vero e proprio, è una bacca carnosa, di forma leggermente ovale e di colore marrone. La buccia è ricoperta dalla tipica peluria molto fine.
La polpa all’interno è di un colore verde vivo, molto soda, dolce e con un leggero sentore acidulo. Esistono anche varietà di kiwi con polpa gialla o rossastra.
L’interno del frutto è punteggiato da minuscoli semi, solitamente di colore nero, che si avvertono appena quando lo si gusta. I semi sono disposti a corona intorno al cuore bianco, che è chiamato columella.
Principali varietà di kiwi
Nel nostro paese la varietà di kiwi più diffusa è la Hayward. Le caratteristiche di questa specie sono: grande dolcezza ed eccellente pezzatura dei frutti, elevata capacità di adattamento alle diverse condizioni di coltivazione, ottima produttività.
Altre varietà molto conosciute sono: Abbot, Allison, Bruno, Katuscia, Top star, Tumuri, Matua, Autari, M3.
Come portainnesti, invece, il più utilizzato è quello della varietà Bruno.
Coltivazione del kiwi
La coltivazione del kiwi, come detto, è di origine asiatica. La pianta però ben si è adattata alle condizioni climatiche delle nostre latitudini. E’ coltivata da nord a sud e può essere anche piantata in un giardino domestico. Ovviamente, la sua coltivazione avrà bisogno dei dovuti accorgimenti. Vediamo quali sono.
Il terreno
La coltivazione del kiwi gradisce terreni sub-acidi, con un ph compreso tra 6 e 7, e con un ridotto contenuto di calcare attivo (ossia, avente un ph superiore a 7). Un terreno calcareo può portare a dei problemi di clorosi ferrica, cioè a un ingiallimento anomalo delle foglie. Questo è in genere dovuto alla difficoltà per quest’ultime di assorbire il ferro. In agricoltura biologica questa carenza si risolve con l’apporto di sostanza organica e l’aumento del tenore di humus, collante naturale del ferro, nel suolo di coltivazione.
Clima ideale di crescita
Il kiwi predilige un clima temperato in quanto soffre le gelate, soprattutto nella fase di germogliamento. A livello di esposizione, è bene che la pianta sia messa a dimora in una zona soleggiata. Allo stesso tempo, però, deve essere riparata dal vento che rischia di spezzare le lunghe ramificazioni. Per ovviare a questo problema si possono utilizzare dei frangivento.
Nel periodo estivo l’eccessiva esposizione al sole può portare a problemi di idratazione della pianta. Dunque, questa dovrà essere protetta con apposite reti ombreggianti. Naturalmente parliamo di situazioni climatiche estreme.
Messa a dimora

Messa a dimora per la coltivazione del kiwi
Di solito la coltivazione del kiwi si propaga usando delle piante innestate in vivaio, di cui si conosce già l’espressione sessuale, e che possono essere messe a dimora in due differenti periodi dell’anno. O all’inizio dell’autunno, molto prima delle probabili gelate, o ad inizio primavera, con il rischio gelo oramai scongiurato.
La messa a dimora ottimale viene effettuata in più fasi. Dapprima si lavora il terreno, liberandolo dalle erbe infestanti. Quindi si scava una buca profonda almeno 50 cm sul cui fondo viene sistemata della ghiaia per migliorare il drenaggio. A questo punto si procede con la concimazione organica di fondo e si mette a dimora la pianta, ricoprendola con la terra prelevata in precedenza.
Gestione del suolo
La tecnica ottimale di conduzione del terreno per coltivare l’actinidia è rappresentato dall’inerbimento permanente. Con l’inerbimento il controllo delle erbe infestanti è effettuato favorendo lo sviluppo calcolato di un manto erboso, ad esempio utilizzando delle graminacee. Questo manto verrà regolarmente falciato e non dovrà superare i 10-15 cm di altezza.
L’inerbimento permette di conservare una buona struttura del terreno, di apportare sostanza organica e di limitare la compattazione del suolo. Inoltre riduce i rischi per la pianta, dato che le radici del kiwi sono molto superficiali e le lavorazioni al terreno potrebbero causare dei danni.
Irrigazione
La coltivazione del kiwi ha elevate esigenze idriche.
Soprattutto durante le fasi di fioritura, allegagione e sviluppo dei frutti, è opportuno che la pianta disponga di acqua a sufficienza. Questo onde evitare stress idrici. Verso la fine del ciclo annuale, a partire dal mese di agosto, l’apporto idrico deve essere progressivamente ridotto, al fine di non pregiudicare la qualità dei frutti. Naturalmente bisogna avere la giusta misura. I ristagni idrici sono negativi per quasi tutte le coltivazioni, quindi va bene tanta acqua, ma senza provocare pericolosi ristagni.
La pergola del kiwi

Pergolato domestico per la coltivazione del kiwi
Come abbiamo accennato, il kiwi, per potersi sviluppare correttamente, ha bisogno di adeguati sostegni. O meglio, necessita della creazione di una vera e propria struttura che ne guidi lo sviluppo. In ambito domestico è facile creare una pergola, un po’ come avviene per la vite.
Molto semplicemente, basterà creare un quadrato con dei grossi pali in legno, e farvi scorrere dei fili di ferro, in modo da creare una rete aerea, sulla quale il kiwi si diramerà.
L’altezza della pergola dovrà essere di almeno 2 metri, con una distanza tra un palo e l’altro di almeno 4-5.
Con la tecnica del pergolato, l’actinidia diventa una pianta ornamentale per il giardino. E’ particolarmente indicata, per via della sua rapida crescita e vigoria, per coprire in maniera naturale superfici di medie dimensioni, e regalare così una piacevole ombra nel corso dei mesi estivi.
La potatura del kiwi
La corretta coltivazione del kiwi passa anche attraverso la fase di potatura. Vi abbiamo già parlato delle regole generali per la corretta potatura delle piante da frutto.
La potatura del kiwi è molto delicata ed è importante per garantire una fruttificazione abbondante e di qualità. Deve essere effettuata in più riprese ed ha differenti finalità. Per la corretta potatura, ovviamente, bisogna munirsi della giusta attrezzatura.
Potatura di formazione
Innanzitutto, nei primi anni di crescita, viene effettuata una potatura di formazione. Questa deve mirare a far sviluppare il tronco principale e le diramazioni necessarie a coprire la struttura di sostegno.
Una volta formata la pianta, si eseguono invece altri due tipi di potatura: la potatura secca, alla fine dell’inverno; e la potatura verde, in estate.
Potatura invernale
La potatura invernale, o potatura secca, si esegue non appena è terminato il periodo del gelo intenso. A seconda delle zone si va da febbraio a marzo.
Con questo tipo di potatura andranno eliminati i tralci della pianta che hanno prodotto l’anno precedente e si accorceranno i tralci dell’anno, che saranno i prossimi a fruttificare.
Potatura verde
La potatura verde, o potatura estiva, è fondamentale per la crescita corretta dell’actinidia e prevede più interventi. Si effettua due volte, subito prima e subito dopo la fioritura, quindi, generalmente, nei mesi di aprile e giugno. E’ finalizzata a sfoltire e far arieggiare la chioma, eliminando le ramificazioni che si sono sviluppate male o che sono secche. Nella potatura di fine giugno si eliminano anche i fiori che appaiono deformi, in modo da avere una fruttificazione migliore.
Ulteriore intervento si effettua sulle piante femminili alla comparsa dei frutti, eliminando quelli in eccesso o che magari si notano deformi.
Questa operazione migliora la pezzatura e la qualità dei frutti stessi. Non abbiate timore di farla, quindi, in quanto la pianta di kiwi regala grosse soddisfazioni produttive. Pensate piuttosto che si può arrivare anche a produzioni di 30 kg per singola pianta.
Difesa biologica antiparassitaria
A livello di parassiti sono molti i nemici della coltivazione del kiwi. A seconda della stagione bisogna prestare attenzione a diversi sintomi.
Gli acari e il ragnetto rosso
Nel periodo estivo, particolare attenzione è rivolta agli acari, in special modo al ragnetto rosso, che agisce solitamente nei mesi di giugno e luglio.
Contro questo acaro, molto dannoso per diverse coltivazioni, una tecnica di difesa totalmente naturale prevede un’abbondante bagnatura della vegetazione con acqua fredda. Questa blocca la schiusa delle uova e la nuova generazione di ragnetto.
L’Eulia
Altro nemico giurato della coltivazione del kiwi è il lepidottero Argyrotaenia pulchellana, meglio conosciuto come Eulia, molto simile alla tuta absoluta del pomodoro.
Il lepidottero compie tre generazioni l’anno e sverna come crisalide riparato nei tronchi e nei rami della pianta. Le larve compaiono in tre periodi diversi: fine maggio; fine giugno-inizio luglio; e alla fine di agosto.
I danni che provoca sono il danneggiamento delle foglie e l’erosione dei frutti. Sull’actinidia sono particolarmente pericolose le larve di seconda generazione, mentre sono più rari i danni causati dalla terza.
La difesa biologica può essere attuata efficacemente utilizzando sugli stadi larvali il bacillus thuringiensis var. kurstaki.
Per individuare il momento più opportuno per l’intervento, è bene monitorare la situazione utilizzando le trappole di confusione sessuale a base di feromoni.
La cocciniglia
Infine, non dimentichiamoci di tenere sotto controllo l’eventuale presenza della cocciniglia. In caso di attacco è bene eliminare, durante le operazioni di potatura, le parti della pianta interessate. Al limite, si può intervenire con lavaggi a base di sapone puro di Marsiglia e in fase preventiva con i macerati naturali, quali la felce o l’ortica.
Raccolta dei kiwi
La raccolta del kiwi avviene in pieno autunno. A seconda delle zone climatiche si parte dal mese di ottobre e si arriva fino ai mesi di novembre e dicembre. I frutti si staccano dalla pianta molto semplicemente, basta svitarli come se fossero delle piccole lampadine.
Nei banchi dei supermercati i kiwi si trovano fino a primavera inoltrata. Questo sia per via delle varietà a produzione tardiva che per le tecniche di conservazione nelle celle frigorifere.
Prossimamente parleremo anche delle proprietà e delle caratteristiche di questo frutto, uno dei più ricchi in assoluto di vitamina C.
3 commenti
Molto utile e interessante
Informazioni interessanti riportate in modo chiaro ed esaudiente
Grazie mille 🙂