Gli innesti sono una tecnica agraria molto usata per riprodurre le piante. Si tratta di una pratica comune soprattutto negli alberi da frutto. Questo perché tale pratica consente, oltre alla riproduzione, anche di migliorare o modificare le caratteristiche delle piante.
Non esiste un solo tipo d’innesto valido per tutte le colture arboree, ma ve ne sono diversi, a seconda del tipo di coltura e delle condizioni di coltivazione.
Gli innesti inoltre, hanno dei periodi specifici nei quali possono essere eseguiti.
In quest’articolo parleremo in generale degli obiettivi dell’innesto. In seguito faremo una panoramica sui diversi tipi che si possono praticare su un albero.
Cos’è l’innesto di un albero da frutto e a cosa serve
In generale, l’innesto di un albero da frutto consiste nell’unione di una porzione di ramo avente una o più gemme (detto nesto), con un fusto o un ramo di un altro albero (detto soggetto).
L’unione avviene con la formazione di un callo di saldatura.
In gergo agronomico il nesto viene anche chiamato “marza”, “gentile” o “domestico”.
Mentre il “soggetto” è di solito noto come “portainnesto”, ma anche “selvatico” quando deriva dal seme di una pianta selvatica.
Gli obiettivi che si possono perseguire con l’innesto di alberi da frutto sono diversi, ovvero:
- Propagare una varietà e fissarla;
- Rimpiazzare la chioma dell’albero magari danneggiata dall’età o da una malattia;
- Far superare all’albero un attacco di un parassita o di un agente patogeno;
- Rinforzare una specie unica nel nostro frutteto;
- Contenere lo sviluppo di un albero troppo vigoroso;
- Esaltare le caratteristiche e lo sviluppo di una varietà;
- Adattare meglio la specie alle condizioni pedoclimatiche;
- Migliorare la qualità dei frutti;
- Incrementare la produzione;
- Correggere danni provocati da agenti atmosferici;
- Allevare nuove branche o rami in zone spoglie di vegetazione.
L’artista Sam Van Aken, esperto di innesti, è riuscito a creare con questa pratica agronomica il cosiddetto “Albero dei 40 frutti”. Si tratta di un albero in grado di generare 40 tipi diversi di frutti, tra cui: pesche, ciliegie, mandorle e diverse tipologie di prugne.
Attecchimento e condizioni di riuscita dell’innesto
L’innesto di un albero da frutto ha successo quando “attecchisce”, ossia quando le due parti, marza e portainnesto, si saldano in modo duraturo con la formazione di tessuto cicatriziale.
La cicatrizzazione attraversa le seguenti fasi:
- Deperimento delle cellule superficiali;
- Nascita delle cellule sottostanti l’innesto, con la formazione di un tessuto che alla vista appare calloso;
- Differenziazione dei nuovi tessuti e saldatura finale.
Per la riuscita dell’innesto si devono verificare in concomitanza alcune condizioni: l’affinità, la polarità, l’intimo contatto e il tempo adatto.
L’affinità
Se l’innesto tra due piante da frutto attecchisce, vuol dire che queste risultano affini.
I motivi dell’affinità d’innesto non sono del tutto stabiliti a priori. Di norma dipendono dalla vicinanza botanica delle specie oggetto dell’innesto. Ma si devono tenere in considerazione anche somiglianza anatomica e fisiologica.
Quindi, sul campo, per stabilire con certezza il grado di affinità, bisogna eseguire un certo numero di prove d’innesto.
La polarità
Unendo il portainnesto e la marza, le gemme devono riuscire a conservare la loro posizione naturale.
Eseguendo un innesto con la marza rovesciata è possibile che avvenga la saldatura, ma non lo sviluppo successivo.
Negli innesti a gemma, che studieremo in seguito nel dettaglio, è facile sbagliare. Questo poiché il picciolo della foglia manca e non si riconosce l’esatto verso.
L’intimo contatto
Per l’ottimale riuscita dell’innesto di un albero da frutto è indispensabile che le zone generatrici del portainnesto e della marza siano in intimo contatto fra loro.
Bisogna far sì che le sezioni siano unite in modo netto e senza sbavature.
Per ottenere questo risultato, le parti vengono tenute insieme con apposite legature e con l’uso di mastici. Quest’ultime, tra le altre cose proteggono dall’attacco di agenti patogeni.
Tempo adatto
Ogni tecnica d’innesto ha il suo momento migliore per essere eseguita. In generale, gli innesti fatti in inverno-primavera si chiamano “ad occhio o gemma vegetante”. Quelli di fine estate sono noti invece come “ad occhio o gemma dormiente”.
Le condizioni meteo ideali per praticare gli innesti degli alberi da frutto si hanno in giornate miti. Meglio se nuvolose, con aria ricca di vapore acqueo.
Attrezzi per l’innesto
Anche a livello amatoriale, per cimentarsi nella pratica dell’innesto, bisogna dotarsi di una serie di piccoli attrezzi.
Innanzitutto gli innestatoi, ovvero coltelli di vario tipo (Come questi), studiati proprio per questa operazione. Serve poi una sega per il legno, indispensabile per fare i grossi tagli senza sbavature. Qui ne trovate una di qualità.
Altro attrezzo importante è la roncola, che useremo per ripassare i tagli e affinare. Se non l’avete, qui ce n’è una molto buona.
Per gli innesti a spacco un altro attrezzo fondamentale è il fenditoio. E’ molto utile, poiché serve per fendere il portainnesto. Se vi manca, potete acquistarlo qui.
Questi sono gli attrezzi da taglio.
Servono poi i legacci, utili a far aderire meglio il nesto al soggetto, e quindi favorire la saldatura. Di solito, a questo scopo viene usata la rafia, in quanto resistente e un po’ elastica.
Infine per un innesto di successo servono i mastici. Si tratta di sostanze che impediscono la penetrazione di parassiti e agenti patogeni nel delicato tessuto innestato. Inoltre, riducono la dispersione dell’umidità. I mastici per l’innesto degli alberi da frutto possono essere a freddo e a caldo. Qui ne trovate uno a freddo.
Le diverse tipologie d’innesto
Come accennato, non esiste un’unica tecnica d’innesto di un albero da frutto, ma ve ne sono diverse. Ognuna è più adatta ad una specifica condizione, o anche semplicemente preferita dall’innestatore.
Vediamole in quest’elenco, differenziando tra innesti per approssimazione, innesti a gemma, innesti a marza e innesto a linguetta.
Innesti per approssimazione
Questo tipo d’innesto ha un’importanza residuale. Viene praticato in particolare per dare determinate forme alle piante, come ad esempio nel caso di un meleto a spalliera. Non è utile per propagare una nuova varietà. Come nesti possono essere usati parti della pianta stessa.
Ci sono 2 tipi d’innesti per approssimazione:
- Semplice: consiste nell’asportare un tratto di corteccia dal soggetto e dal nesto e nel far combaciare le due parti legandole;
- Ad intarsio: diverso dal semplice in quanto per aumentare la superficie di contatto, si incidono le due parti in modo da creare un incastro.
Innesti a gemma
Questo tipo d’innesto è molto praticato. E’ facile da eseguire, rapido, ha un’alta percentuale di attecchimento.
Gli innesti a gemma degli alberi da frutto sono chiamati anche “a occhio” e “a scudo”.
Ce ne sono diversi, vediamoli.
Innesto a gemma vegetante
Con l’innesto a gemma vegetante si incide il soggetto con un taglio trasversale e uno longitudinale. In questo modo si forma una sorta di T diritta o rovescia.
Dalla marza, poi, si prelevano le singole gemme con una piccola porzione di corteccia chiamata scudetto.
Impostato il taglio e prelevate le gemme si divaricano i due lembi della corteccia e si inserisce lo scudetto.
Infine si esegue la legatura con la rafia, con l’accortezza di non stringere troppo.
Una volta attecchito l’innesto, la rafia si recide.
Innesto a gemma dormiente
Questo tipo d’innesto differisce dal precedente per l’epoca di esecuzione (fine estate).
Innesto a doppio scudo
La tecnica dell’innesto a doppio scudo viene adoperata per superare un’eventuale scarsa affinità tra piante.
Si esegue come l’innesto a gemma vegetante. La differenza nel fatto che tra portainnesto e scudetto della pianta che si desidera propagare s’inserisce un sottoscudo, ossia una lista sottile di corteccia che fa da “intermediario”.
Innesto a zufolo o ad anello
Con questa tecnica di innesto si pota un anello di corteccia con gemme su un ramo di un soggetto. Vi si sostituisce poi un analogo anello di corteccia delle stesse dimensioni.
L’innesto a zufolo è aperto, quando si esegue nella parte mediana del ramo; chiuso quando si esegue nella parte finale.
Innesto a pezza
Con questa tecnica si usa una superficie più ampia di corteccia provvista di gemme, che si applica sul soggetto scortecciato per una pari superficie.
Sul soggetto si praticano tre incisioni, una trasversale e due longitudinali.
Quindi si distacca la corteccia verso il basso e si inserisce la pezza. Bisogna fare in modo che combaci superiormente e lateralmente con le incisioni praticate sul soggetto.
Innesto semilegnoso alla majorchina
L’innesto avviene apportando un tassello di legno sul soggetto, facendo in modo che restino uno o due incastri laterali. Questi poi dovranno fissare la gemma munita di una porzione di legno sottostante.
Innesti a marza
In questo innesto la marza è costituita da un vero e proprio rametto, di dimensioni di 5-10 cm di lunghezza. Questo rametto porta più gemme.
Come per gli innesti a gemma, ce ne sono diversi tipi.
Innesto a spacco diametrale
Il portainnesto viene reciso con un taglio orizzontale. Poi, con il fenditoio si pratica uno spacco per l’intero diametro.
A questo punto s’inserisce la marza tagliata a cuneo nella parte inferiore, che dovrà possedere 2-3 gemme.
Infine, l’innesto si chiude con la legatura e il mastice.
Innesto a spacco radiale
Uguale al precedente con la differenza che lo spacco interessa solo il raggio del portainnesto reciso.
Innesto a spacco pieno
Con questa tecnica soggetto e marza devono avere lo stesso diametro. La marza tagliata a cuneo si inserisce nella fenditura fatta sul portainnesto.
Innesto a spacco vuoto
Dall’apice del portainnesto viene asportato un cuneo di legno, di pari dimensioni a quello che si formerà alla base della marza.
Innesto a cavallo
Tecnicamente simile ai precedenti innesti a spacco, con la differenza che in questo
caso è la marza a subire lo spacco.
Innesto a spacco inglese
Con questa tecnica d’innesto molto diffusa, portainnesto e marza, con lo stesso diametro, vengono tagliati obliquamente.
Le superfici di taglio si pongono a contatto e si legano accuratamente.
Per evitare il problema dello scorrimento delle due sezioni, è possibile introdurre nel
midollo un pezzo di fil di ferro o uno spillo, cosa che sconsigliamo di fare.
Innesto a corona
Negli innesti degli alberi da frutto a corona, a differenza di quelli a spacco il portainnesto si recide, ma non si fende.
Le marze vengono preparate con un solo taglio di sbieco e si inseriscono tra corteccia e legno del portainnesto. Infine le parti vengono legate e protette con il mastice.
Su un unico soggetto è possibile inserire anche 4 marze.
Innesto a sella
Nell’innesto a sella di un albero da frutto portainnesto e marze devono avere lo stesso diametro.
Il portainnesto viene reciso e si asporta una porzione laterale di corteccia e di legno giovane. La marza si prepara formando un’intaccatura da cui diparte un taglio obliquo. L’intaccatura viene posta sulla testa del portainnesto, mentre la marza si pone in intimo contatto con la parte, anch’essa tagliata obliquamente, del soggetto.
Innesto a ponte
Tecnica d’innesto utilizzata per collegare parti sane di un fusto che ha una parte malata.
Le marze, infatti, andranno a formare come una sorta di ponte e dovranno essere inserite sotto i lembi della corteccia precedentemente incisa.
Innesto a triangolo
Con l’innesto a triangolo sul portainnesto reciso vengono praticati due intagli longitudinali, obliqui e convergenti, tali da asportare un settore di corteccia e di legno a forma di cuneo.
Sulla marza si fanno due tagli obliqui, così da conferire una forma a cuneo simile a quella eseguita sul portainnesto. Infine, la marza si introduce nell’incavo e si copre con mastice.
Innesto a linguetta
Questa tipologia d’innesto è conosciuta anche come “doppio spacco inglese”. Consiste, in pratica, nel tagliare la talea e la marza secondo un piano inclinato.
Nel piano di sezione di ognuno si praticherà un taglio in modo da formare due linguette. Nell’unione, le due linguette andranno a incastrarsi le une con le altre.
Questo tipo d’innesto è usato in particolare per preparare gli innesti/talea della vite.