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L’albero di alloro, conosciuto semplicemente come lauro, è molto diffuso nel nostro Paese. E’ una pianta dall’antica tradizione, impiegata non solo per le mirabili qualità ornamentali, ma anche per le sue proprietà terapeutiche e per gli usi in cucina. Dalle sue foglie è anche possibile realizzare il liquore di alloro, di cui vi abbiamo già parlato in passato. L’alloro può essere coltivato con facilità, essendo una specie molto rustica, che si adatta facilmente alle diverse condizioni pedoclimatiche.
In quest’articolo conoseremo le caratteristiche botaniche salienti dell’albero di alloro. Inoltre, vi forniremo utili indicazioni sulla corretta coltivazione nel giardino. Infine, parleremo della riproduzione, della potatura e della difesa biologica antiparassitaria.
Inquadramento botanico dell’alloro e origine del nome
L’alloro (Laurus nobilis) è un albero sempreverde appartenente alla famiglia botanica delle Lauraceae, genere laurus.
L’origine del nome deriva dal latino laus=lode, forse per l’apprezzamento delle qualità terapeutiche della pianta, e nobilis, per l’antico simbolo nobiliare attribuito a quest’albero.
Nel Medioevo la corona di alloro iniziò ad essere considerata un tributo da offrire, non tanto a chi avesse compiuto gesta eroiche, quanto a chi si fosse distinto nella poesia e nella letteratura.
L’usanza si radicò nel Rinascimento, e ancora oggi i grandi poeti vengono detti “laureati”. Lo stesso termine “laurea” deriva da questo uso dell’alloro. Chi viene riconosciuto come sapiente viene simbolicamente premiato con la nobile ghirlanda di lauro.
Le caratteristiche dell’albero di alloro
L’albero di alloro è un arbusto che, se lasciato vegetare in modo libero, può arrivare anche all’altezza di 10-15 metri.
Il tronco è eretto con corteccia liscia, grigia o nerastra. La chioma è allungata, con forma piramidale, molto folta e densa di fogliame.
Le ramificazione è fitta e i rami dritti, i quali spingono la pianta di alloro verso l’alto.
Il legno di quest’arbusto è aromatico, emana il classico profumo delle foglie.
L’alloro ha un apparato radicale espanso, con radici che vanno in profondità nel terreno. Rispetto ad altre specie arboree presenti nelle nostre campagne, come il mandorlo, il prugnolo o le giuggiole, l’alloro non è un albero molto longevo.
Le foglie sono ovali, molto spesse, di colore verde scuro, con la pagina superiore brillante e lucida. I margini sono seghettati.
Hanno una discreta dimensione: possono essere lunghe 6-9 cm e larghe 4-6 cm.
In cucina, com’è noto, le foglie di lauro sono la parte più utilizzata per via del loro intenso aroma.
L’alloro è specie dioica, ossia i fiori maschili e quelli femminili si trovano su piante diverse.
Dunque i fiori dell’albero di alloro sono di tipo unisessuale, di colore giallo chiaro e molto piccoli. Si trovano riuniti in ombrelle ascellari e fanno la loro comparsa all’inizio della primavera.
I frutti invece si presentano come delle drupe (bacche) di forma ellittica-ovoidale, lunghe 10-15 mm. A piena maturazione, nel periodo autunnale, hanno un colore nero lucente. Al loro interno contengono un unico seme.
Varietà e specie
Dell’albero di alloro esistono due varietà che presentano leggere differenze. Entrambe sono molto apprezzate per vari motivi.
La prima specie è il Laurus nobilis var. Aurea. Questa varietà di lauro ha foglie di colore dorato, più appuntite.
Si tratta di una specie più delicata, e nella coltivazione in giardino, infatti, ha bisogno di maggiore protezione da vento e gelo. Anche il pieno sole può provocare fastidiose bruciature sulle foglie, e dunque è bene proteggerla anche dal caldo eccessivo.
L’altra varietà molto diffusa è il Laurus nobilis Angustifolia. Ha foglie più strette rispetto al lauro e per via di queste è chiamato anche lauro dalla foglia di salice. Questa varietà è molto resistente agli sbalzi climatici.
Specie simili
Una specie dalle caratteristiche molto simili all’albero di alloro è il lauroceraso (Prunus laurocerasus). Questa specie è un’arbustiva appartenente alla famiglia botanica delle Rosacee. Come si capisce dal nome, vi è un’associazione con l’albero di alloro, in particolare per la somiglianza delle foglie. Quelle del vero alloro si distinguono per i margini seghettati.
I frutti del lauroceraso sono bacche velenose per l’uomo. Contengono infatti acido cianidrico, che, in grosse dosi, può rivelarsi addirittura letale.
La coltivazione dell’albero di alloro
L’albero di alloro è rustico e resistente. Si adatta bene a diversi climi ma predilige quello costiero e collinare, fino a 800 metri sul livello del mare.
Resiste bene anche a temperature che vanno sotto lo zero termico. Ovviamente il gelo prolungato può rappresentare una minaccia. Tuttavia è possibile proteggere la pianta utilizzando un telo in plastica, un po’ come avviene per il frutteto, soprattutto nei primi anni di vita della pianta, o se questa è coltivata in vaso. Ribadiamo che questa precauzione è da prendere in considerazione solo in condizioni meteo estreme.
L’albero di alloro si adatta a tutti i tipi di terreno, l’importante è che vi sia un corretto drenaggio. I ristagni idrici, infatti, possono creare problemi.
Per le sue caratteristiche, la pianta di alloro può essere anche coltivata in vaso, per fini ornamentali. In questo caso bisogna curare anche l’irrigazione con regolarità. Nel caso, invece, della coltivazione in terra, l’alloro non necessita d’irrigazioni di sostegno, se non nel primo anno della crescita.
Come posizionamento nel giardino predilige la mezz’ombra, possibilmente in una zona protetta dal vento.
La riproduzione della pianta di alloro
La pianta dell’alloro può essere riprodotta per seme, attraverso un procedimento preciso. Il periodo ideale per la semina è l’autunno, quando la bacca, che contiene il seme, si trova al massimo della maturazione.
Prima di porlo nel terreno, il seme va scarificato, ossia va indebolito la strato esterno che lo protegge. Ciò avviene mettendo il seme in acqua bollente e lasciandolo a bagno fin quando la temperatura dell’acqua non ritorna normale.
Il seme scarificato non si conserva, bensì va messo subito a dimora nel terreno. Il terriccio per la riproduzione deve essere soffice e leggero, e lo si può ottenere mischiando in parti uguali, torba e sabbia. Quando le nuove piantine saranno abbastanza sviluppate possono essere travasate in vaso di dimensioni maggiori. Oppure direttamente nel terreno, nella posizione definitiva.
Altri metodi per riprodurre la pianta di lauro sono: il prelievo e l’invaso dei polloni radicali che si formano alla base delle piante madri; e per talea.
Naturalmente si possono acquistare in vivaio piante di alloro già formate, che si trovano facilmente a prezzi competitivi. In questo caso il trapianto si può effettuare sia in autunno, che alla fine dell’inverno.
La potatura dell’albero di alloro
In natura l’albero di alloro non ha bisogno di potature, cresce spontaneo e rigoglioso e si propaga finché ha spazio. Tuttavia, viene spesso coltivato per fini ornamentali, nell’arte topiaria, o per la creazione di siepi, ed è dunque potato.
Le operazioni di potatura servono a modellare la pianta per fini estetici e non hanno un’utilità migliorativa reale.
La potatura può essere effettuata sia in autunno che alla fine dell’inverno, prima della ripresa vegetativa della stagione primaverile. Come per ogni intervento di potatura, anche in questo caso sono richiesti i giusti attrezzi per potare.
Raccolta e conservazione
Le foglie dell’albero di alloro si raccolgono tutto l’anno. Per conservarle al meglio devono essere essiccate in un luogo fresco e ventilato.
Le drupe, le quali vengono prodotte solo dalle piante femminili, vengono raccolte in pieno autunno. Per la corretta conservazione si essiccano al sole o in forno tiepido. Per utilizzarle al meglio vi consigliamo di leggere il nostro articolo dedicato alle proprietà terapeutiche dell’alloro.
Difesa biologica antiparassitaria dell’albero di alloro
Per quanto riguarda i parassiti, l’albero di alloro è molto resistente agli attacchi, che, dunque, sono molto rari.
Uno dei parassiti che teme di più è la cocciniglia, nelle specie “mezzo grano di pepe” e “cotonosa”. Questo animaletto può infestare le foglie, compromettendone l’uso e, in generale, portare a un deperimento.
Per ripulire la pianta dalla cocciniglia e dalla sua fumaggine, è possibile usare il rimedio biologico del sapone puro di Marsiglia. Un altro prodotto utile allo scopo è il sapone molle potassico (specifico per piante e agricoltura in genere), che trovate qui.
Dopo il trattamento con il sapone, si può intervenire con un altro prodotto naturale, ossia il macerato di felce. questo è utile come repellente, per evitare il ripresentarsi del parassita.
Tra le malattie crittogamiche la più rischiosa per l’albero di alloro è l’oidio.
Nel giardino domestico, per proteggere le piante da questa malattia, è consigliato intervenire con un prodotto che tutti abbiamo disponibile in casa, ossia il bicarbonato di sodio.
2 commenti
Buongiorno,
Abito a Mestre-Venezia.
In giardino ho un bellissimo albero di alloro, su cui è cresciuto un glicine a dir poco regale, insieme da più di 60 anni sono diventati una meraviglia.
Il giardiniere che è venuto a potarmi gli alberi ha detto che l’alloro è malato e va tirato giù, tagliato, ucciso!
Non mi ha detto che malattia abbia l’albero e sono disperata.
Conoscete qualcuno nella mia zona che possa curare il mio albero?
Grazie infinite.
Michela Calderaro
ho delle piante di alloro molto alti5/6 metri diametro 10/15/20 cm. .vorrei sbassarle almeno la meta;,faccio dei danni muoiono le posso topponare e riprendono .devo lasciare qualche rametto dovele taglio per la ripresa o non importa, spero di essermi spiegato , grazie