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L’albero di giuggiole è originario della Cina, ma ha una lunghissima tradizione anche in Italia. A testimonianza di ciò, basti pensare ai molti nomi dialettali che questo frutto ha nel nostro Paese: zizzola, zinzuli, scicula e altri ancora.
Le giuggiole, in generale, sono molto amate, sia per il loro gusto particolare, che per le loro proprietà terapeutiche.
I frutti giungono a piena maturazione sul finire dell’estate, nel mese di settembre. La coltivazione dell’albero veniva ampiamente praticata in Italia, specie al Sud, visto che questa specie predilige un clima caldo e terreni poveri. Con il tempo, però, questa cultivar è stata dimenticata. Ad oggi è coltivata quasi esclusivamente nel frutteto familiare o è presente alla stato selvatico.
Conosciamo dunque meglio l’albero di giuggiole e le sue caratteristiche e vediamo soprattutto come poterlo coltivare.
Il giuggiolo
L’albero di giuggiole, nome scientifico Ziziphus jujuba, appartiene alla famiglia botanica delle Rhamnaceae. Questa famiglia nei testi scientifici si trova spesso con alcuni sinonimi, come Ziziphus zizyphus o Ziziphus sativa.
Si tratta di una pianta di origine asiatica, ma conosciuta nel nostro continente da tempi antichi. I Romani la introdussero in Italia al tempo dell’imperatore Augusto, ma il giuggiolo era conosciuto già prima presso i Greci. Il suo nome deriva dal greco Zizyphon.
Oggi le giuggiole vengono coltivate con una certa intensità solo in alcune zone del nostro Paese, come la Toscana, la Campania e in particolare in Veneto. Nella zona dei colli Euganei, in un piccolo borgo chiamato Arquà Petrarca, nasce e ancora oggi viene prodotto il famoso brodo di giuggiole. Si tratta di un tipico liquore, dolce e gustoso, preparato utilizzando le giuggiole appassite.
“Andare in brodo di giuggiole” è una famosa espressione, che indica uno stato d’animo di grande soddisfazione e godimento.
Caratteristiche botaniche dell’albero di giuggiole
Prima di capire come coltivare un albero di giuggiole, vediamo quali sono le sue caratteristiche botaniche.
L’albero non raggiunge dimensioni elevate, al massimo, quando non si effettua nessun intervento di potatura, arriva a 5-6 metri di altezza.
E’ una pianta che ha un lento accrescimento, devono passare diversi anni per farla entrare in piena produzione.
Il giuggiolo ha portamento arbustivo, la sua forma è contorta, con ramificazioni fitte e intricate. E’ una specie decidua, ossia perde le foglie durante il periodo invernale.
E’ un arbusto spinoso, tra gli internodi dei rami infatti vi sono delle coppie di spine, di cui una sola si svilupperà con il passare degli anni.
L’apparato radicale del giuggiolo è in grado di scendere molto in profondità. Questo gli consente di trovare riserve d’umidità negli strati profondi del terreno. Di conseguenza può crescere su suoli secchi e in un clima arido.
La corteccia giovane è grigio-chiara mentre quella vecchia è solcata da profonde crepe da cui si intravede un fondo rossastro.
Le foglie sono alternate, di piccole dimensioni, con bordi seghettati e aspetto lucido.
L’albero di giuggiolo fiorisce e fruttifica sui rami dell’anno, che portano gemme riunite a forma di corona.
I fiori sono molto piccoli, ermafroditi, con un calice diviso in lobi verdi, triangolari, e con una corolla composta da 5 petali biancastri.
Il periodo di fioritura si protrae da giugno ad agosto. Il fiore è molto apprezzato dalle api, che ne ricavano polline e nettare.
I frutti

Giuggiole acerbe
La giuggiola è una piccola drupa di forma ovale, con un pericarpo che cambia colorazione dal verde iniziale, fino al marrone della completa maturazione.
Il mesocarpo, ossi la polpa, è di consistenza piuttosto farinosa, è di colore bianco-giallastro.
All’interno del frutto c’è un solo nocciolo, simile a quello di un’oliva, che nella cucina persiana è noto come annab.
La piena maturazione avviene tra i mesi di settembre e ottobre.
Il sapore delle giuggiole, quando vengono colte ancora verdognole sull’albero, è simile a quello di una mela immatura. Quando invece giungono a completa maturazione il gusto si addolcisce, ricordando un po’ il sapore dei datteri.
L’ideale è raccogliere il frutto quando è di colore marrone scuro e inizia a raggrinzirsi sui rami.
La maturazione dei frutti è a scalare, ossia: non tutti maturano insieme e la raccolta viene fatta in modo graduale.
Una volta raccolti si possono conservare ulteriormente asciugare in un luogo buio e asciutto. In questo modo le giuggiole si conservano per diversi mesi.
Come coltivare l’albero di giuggiole
Il giuggiolo è un albero molto rustico, che si adatta a condizioni difficili, laddove gli altri alberi hanno difficoltà.
Per quanto riguarda le esigenze pedoclimatiche, predilige un clima caldo e resiste bene anche ai periodi di lunga siccità.
L’esposizione ideale di questa pianta è in pieno sole, specie nelle zone che hanno un inverno con freddo intenso. Ad ogni modo sopporta bene anche temperature che arrivano a -15 °C.
Quando la pianta è giovane e sono previste abbondanti nevicate, si consiglia di proteggere gli apparati vegetativi. Questo per evitare che le giovani ramificazioni, sotto il peso della neve, si spezzino.
Se il vostro terreno, invece, è molto esposto ai venti, si consiglia un esposizione in una zona più riparata.
Terreno e concimazione
L’albero di giuggiole si adatta bene ai terreni più poveri, calcarei, sassosi, avari di sostanza organica. L’importante è evitare quelli troppo argillosi, che possono provocare ristagni idrici, cosa che la pianta rifugge.
Per quanto riguarda la concimazione, non ha particolari esigenze. Nei primi anni di coltivazione è bene nutrire la pianta con un po’ di concime organico, ad esempio humus di lombrico. Questa operazione si può effettuare ogni due anni, nel periodo autunnale.
Periodo di impianto
La riproduzione dell’albero di giuggiole avviene o tramite l’impianto di astoni o polloni radicati, oppure attraverso l’innesto.
Nel primo caso, l’impianto deve essere eseguito nel periodo autunnale. Gli innesti invece, si eseguono a fine inverno, con la tecnica detta “innesto a spacco”. Un periodo alternativo può essere l’estate, in questo caso di usa la tecnica dell’innesto a gemma vegetante.
Per le distanze d’impianto, rispetto ad altri alberi da frutto come mandorlo, nocciolo, kaki o melograno, visto che la pianta non raggiunge dimensioni elevate, si possono mantenere distanze più brevi. Bastano 3 metri di distanza tra una pianta e l’altra.
L’albero di giuggiole non ha bisogno di un sistema di irrigazione né di interventi irrigui.
Potatura del giuggiolo
L’intervento di potatura principale dell’albero di giuggiole si effettua nel momento dalla messa a dimora. E’ necessario allevare l’albero secondo una forma prescelta, un po’ come abbiamo visto per la potatura dell’ulivo.
Il giuggiolo viene allevato secondo diverse forme, le principali sono: a colonna, a fusetto o a piramide.
La fase di allevamento è molto lunga, va dai 7 ai 9 anni. Durante questo periodo, gli interventi di potatura devono limitarsi solo al contenimento della chioma e alla rimozione di ramificazioni danneggiate dalle intemperie.
Dal decimo anno gli interventi potranno essere più incisivi, ma comunque più contenuti rispetto a quelli su altri alberi da frutto.
Parassiti e avversità
Come più volte sottolineato, l’albero di giuggiole è molto rustico, dunque, in genere, non soffre gli attacchi dei parassiti.
I problemi più frequenti possono essere legati a errate tecniche di coltivazione. La scelta di un terreno sbagliato, con la presenza di forti ristagni idrici, può dar luogo infatti all’insorgere di malattie crittogamiche, come l’antracnosi, la muffa grigia, la ruggine, il marciume del colletto e la cercosporiosi del giuggiolo.
Se però si evita alla base il problema, evitando i ristagni (magari provvedendo ad adeguati interventi per lo scolo delle acque), anche le malattie fungine diventano una rarità per questa cultivar.
Conclusioni
Siamo giunti alla fine di quest’articolo. Ora le caratteristiche botaniche e le tecniche di coltivazione dell’albero di giuggiole dovrebbero essere più chiare. Più in là approfondiremo le proprietà alimentari e terapeutiche di questo frutto, proponendovi qualche ricetta speciale. Una su tutte, ovviamente, il famoso “brodo di giuggiole”.
10 commenti
sono prossimo a fare una piantagione di limoni circa un ettaro quale il periodo
migliore per la piantagione .terreno in puglia loconia, canosa.ed altre informazioni in seguito.
cosimo tarantino
Ciao Cosimo,
i periodi migliori per piantare i limoni sono due: il mese di novembre e il periodio che va da metà febbraio a metà marzo.
Tutte le informazioni puoi trovarle nel nostro articolo dedicato alla coltivazione del limone.
A primavera ho avuto la cattiva sorpresa di ritrovare il mio albero di undici anni morto ! non ha piu rimesso le gemme ! che puo essere stato ? posizione soleggiata , terreno ben drenato , ma non riesco a capirne la causa , ne mettero’ a dimora ancora uno in ottobre sperando bene , qualcuno mi puo aiutare a saperne le cause della morte !?
Stabilirlo così, senza conoscere la pianta, è molto difficile.
vorrei sapere quali piante si possono eventualmente innestare sul giuggiolo ?
Ciao! Ho un giuggiole da 10 o 12 anni e non ha mai fatto nemmeno un frutto. Cosa posso fare?
Le frutti del mio giuggiolo hanno dei vermi. Come trattarlo per avere della frutta sana ?
sul giuggiolo che varietà di frutta si può innestare
Gli alberi di giuggiolo sono molto diffusi anche in Romagna, tant’è che è raro trovare una casa di campagna senza un giuggiolo. Diversamente dall’Emilia dove invece sono quasi sconosciuti. Sarebbe interessante parlare anche delle diverse varietà.
Probabile, è una pianta molto rustica che non ha bisogno d’acqua.