La potatura del melo cotogno è un’operazione agronomica importante per la corretta gestione di questo antico albero da frutto.
Potare il melo cotogno è possibile in diversi periodi dell’anno, con una distinzione tra i tagli invernali e quelli estivi.
In quest’articolo vedremo come si potano correttamente le diverse ramificazioni di questo albero. Inoltre, faremo un approfondimento sulla più comune forma di allevamento nel frutteto biologico familiare.
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Quando fare la potatura del melo cotogno
La potatura del melo cotogno si fa in due distinti periodi dell’anno: in inverno, con la potatura secca; e in estate, con la potatura verde. Vediamo queste due operazioni più in dettaglio.
Potatura secca
La potatura secca si pratica a fine inverno, prima della ripresa vegetativa. Il mese di febbraio è quello più indicato. Mediamente s’interviene eliminando circa 1/5 dei vecchi rami, in modo da stimolare la formazione delle nuove ramificazioni. La potatura quindi non è drastica. Si consideri pure che il cotogno ha una grande capacità produttiva. Si può quindi intervenire ad anni alterni nella potatura invernale di produzione. Limitandosi, nelle annate in cui non si pota, alla sola rimozione di rami secchi e danneggiati.
Potatura verde
In estate si fa invece la potatura verde del cotogno. Di solito il mese in cui operare è quello di luglio. Questa potatura è finalizzata a rimuovere i polloni e/o i succhioni di nuova crescita. Ha inoltre l’obiettivo di arieggiare la chioma e favorire l’entrata della luce. È una potatura di alleggerimento, poco intensa, onde evitare il rischio di provocare un’esplosione di nuova vegetazione, più sensibile agli attacchi del colpo di fuoco batterico.
Come potare il melo cotogno
Vi abbiamo già parlato della coltivazione del melo cotogno, vediamo ora la struttura dell’albero e come effettuarne la potatura.
Questa pianta arbustiva, che in natura può diventare anche cespugliosa, non raggiunge mai grandi dimensioni. Raggiunge infatti al massimo gli 8 m di altezza, anche se in media si ferma intorno ai 5. Questo perché ha un apparato radicale poco profondo, che ne limita l’ancoraggio al terreno.
Potatura dei polloni
Il cotogno ha una forte tendenza all’emissione di polloni. Si tratta di rami vegetativi molto vigorosi, che spuntano dalla base della pianta o direttamente dalle radici. In vivaistica i polloni vengono utilizzati per la moltiplicazione tramite propaggine di trincea, essendo il cotogno un portainnesto molto utilizzato nella coltivazione del pero.
La potatura dei polloni del melo cotogno si può fare in inverno, eseguendo dei tagli molto vicini al terreno, per evitare un’ulteriore emissione pollonifera nella stagione primaverile successiva. Ma il pollone, come detto, si può eliminare dalla base dell’albero anche con la potatura verde. In questo secondo caso, si avrà il vantaggio che di solito se ne svilupperanno di meno in primavera.
Potatura dei succhioni
Altra forte tendenza del melo cotogno è quella di emettere succhioni, ossia rami vegetativi molto vigorosi che nascono dalle branche assurgenti o dal tronco.
La potatura dei succhioni viene fatta al verde. Questi rami si tagliano alla base, evitando di raccorciarli.
Il succhione però può essere mantenuto, in quanto utile a sostituire branche danneggiate o che hanno esaurito la loro produttività.
Il suo ciclo dovrebbe essere il seguente:
- nella prima stagione si forma.
- se non viene tagliato, con la potatura nel secondo anno dà origine alle lamburde
- nella terza stagione produce. Per favorire questo processo, se vogliamo mantenere un succhione e renderlo produttivo, in estate si può fare una piegatura, con un’inclinazione di circa 45 gradi.
Potatura dei rami vegetativi
Il ramo vegetativo è un ramo abbastanza vigoroso, che ha solo gemme di tipo vegetativo. Se vogliamo avere l’albero sempre giovane, questi rami si mantengono in un’adeguata percentuale per rinnovare le strutture riproduttive.
Spuntando un ramo vegetativo la risposta della pianta sarà quella di emettere numerosi rami e succhioni in corrispondenza del taglio. La chioma rischia d’affastellarsi troppo, pregiudicando la produzione dell’anno. Dunque, meglio tagliarlo alla base, se va eliminato, o lasciarlo per intero, se ci serve per rinnovare parti invecchiate dell’albero.
Potatura dei rami misti
I rami misti hanno un vigore medio, e possiedono sia gemme a legno che a fiore. Dalla gemme miste sui lati dei rami prendono vita i nuovi germogli fertili, sui quali avviene parte della produzione. Hanno un’ottima allegagione, con frutti di migliore qualità.
Nella potatura del melo cotogno, il ramo misto non deve essere praticamente toccato. Bisogna quindi limitarsi a piccoli interventi di diradamento. Al limite vanno tagliati quelli in posizione dorsale e troppo vigorosi.
Potatura di brindilli e lamburde
Il brindillo è un ramo lungo e sottile, con 1 anno di età. È un ramo fruttifero, che porta i suoi frutti all’apice, grazie alla presenza di una gemma mista. Nell’anno seguente può emettere un nuovo brindillo o una lamburda dalla gemme laterali, mentre dalla gemma apicale si ha un prolungamento del ramo.
La lamburda quindi è un ramo di pochi centimetri, inserito su legno di due o più anni.
In quest’albero questi rami portano buona parte della produzione.
La potatura di brindilli e lamburde deve essere quindi regolata in base alle esigenze produttive. Tagli di ritorno compromettono la fruttificazione, ma rinnovano la branca ed evitano eccessi produttivi.
Bisogna dunque regolare l’intervento di diradamento dei brindilli. Per mantenere un equilibrio vegeto-produttivo non vanno mai ridotti drasticamente di numero.
La potatura di allevamento a vaso basso
In genere il melo cotogno, i cui nome scientifico è Cydonia Oblonga, viene allevato in forma libera oppure a vaso basso. Si tratta di forme molto semplici da impostare.
Il vaso basso è costituito da 3 branche impalcate ad un altezza variabile dai 50 ai 90 cm. Ha sottobranche di diversi ordini, è facile da gestire da terra, ma richiede un sesto d’impianto piuttosto ampio, 5 x 5.
Vediamo le varie fasi di potatura a vaso basso nel tempo.
Alla messa a dimora
Quando si impianta un melo cotogno si esegue una potatura dell’astone, che viene cimato a un’altezza di circa 10 cm al di sopra delle future branche.
Solitamente si raccorcia l’astone nudo, messo a dimora in autunno.
Primo anno
Durante la prima stagione vegetativa, la pianta cimata mostrerà un ottimo vigore, con la crescita di numerosi rami anticipati. La crescita è sostanzialmente lasciata libera.
Secondo anno
Nel periodo di riposo invernale si prescelgono le branche migliori, in maggior numero delle tre che poi formeranno la struttura definitiva. Bisogna eliminare completamente le branche in eccesso, lasciando quelle meglio posizionate e più vigorose. Non si eseguono tagli di ritorno. Nella stagione vegetativa la pianta viene lasciata libera, in modo da far fortificare le ramificazioni.
Terzo anno
Nel terzo anno si procede nella scelta delle tre branche che compongono la struttura finale del vaso basso, potando quelle in eccesso. Se ne lasciano due opposte lateralmente e una frontale.
Anche in questo caso non si effettuano tagli di ritorno sulle branche rimaste. Giusto in cima ai rami, bisogna procedere con tagli di semplificazione.
La potatura di produzione
A questo punto la potatura del melo cotogno a vaso basso è impostata, si procede quindi con la potatura di produzione. Questa si esegue con un taglio di ritorno sulle branche principali, in modo da fissare l’altezza definitiva dell’albero.