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L’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è un piccolo arbusto appartenente alla famiglia botanica delle Elaeagnaceae. È un frutto antico della tradizione rurale, che nel nostro Paese cresce spontaneo, soprattutto nelle regioni centro-settentrionali. Si tratta di frutti che hanno un elevato valore commerciale, in quanto tra i più ricchi in assoluto di vitamina C. Per questo motivo, da qualche anno anche in Italia alcune aziende agricole, condotte da giovani intraprendenti, stanno sperimentando la coltivazione intensiva di questa pianta, seguendo l’esempio di paesi dell’Europa continentale come la Germania, dove la coltura è ampiamente diffusa.
In quest’articolo vediamo quindi le caratteristiche botaniche della pianta di Hippophae rhamnoides, le tecniche di coltivazioni biologica, le proprietà e gli utilizzi dei frutti.
I nomi regionali dell’ Hippophae rhamnoides
L’olivello spinoso è conosciuto con nomi volgari in diverse regioni, ciò a dimostrazione della sua antica tradizione nel nord del Paese. In Piemonte viene chiamato gorra, in Lombardia spino dell’Adda e briuscioi, in Veneto sbregavache, spin bianco dell’Adese, spin de iara, in Friuli ue di cornitt, in Emilia spin de berleida e bozzeini.
Descrizione dell’olivello spinoso
L’Hippophae rhamnoides è un piccolo arbusto cespuglioso, alto mediamente sui 1-3 metri. Ha una grande attitudine a emettere polloni basali, ma può essere anche allevato ad albero, con una continua spollonatura. Se lo si alleva in questo modo, può arrivare anche a 6 m di altezza e, eccezionalmente, a 10 m.
È una specie decidua, molto ramificata e spinosa (tranne, a volte, negli esemplari più vecchi). Sono soprattutto i rami corti a essere spinescenti, hanno infatti forma affusolata e terminano con una spina. I giovani rami sono invece ricoperti di scaglie rossastre, con corteccia marrone scuro, liscia e lucente negli esemplari giovani. Con il tempo, la corteccia si fessura e diviene fibroso-scagliosa. La fitta ramificazione è molto simile a quella del prugnolo selvatico.
Foglie
Le foglie dell’olivello spinoso sono alterne e di forma lanceolata, simili a quelle della pianta di rosmarino. Avvolgono i rami in maniera fitta, sono molto strette e hanno un picciolo molto corto, quasi assente. Il margine è sempre intero.
La pagina superiore della foglia è verde scuro, mentre quella inferiore è grigio-argentea, per via della presenza di un folto strato di peluria.
Fiori
L’Hippophae rhamnoides è una specie dioica, ovvero con fiori maschili e femminili portati su piante diverse. Ciò vuol dire che, per una buona fruttificazione, non può essere mai coltivato in esemplari singoli.
I fiori maschili sono inseriti su piccole spighe, hanno un calice di 2 sepali che racchiudono i 4 stami, la corolla manca.
I fiori femminili sono inseriti sui rami in modo isolato o a coppie, hanno un involucro tubolare diviso in 2 all’apice, il quale racchiude l’ovario.
In generale, le dimensioni dei fiori di olivello spinoso sono piccole, il colore è verdastro.
La fioritura avviene tra aprile e maggio, in contemporanea con l’emissione delle foglie.
Frutti
I frutti dell’olivello spinoso sono delle drupe di forma ovoidale-gobosa, colore giallo-arancio, di 6-8 mm di diametro. All’interno contengono un nocciolo con polpa molto acida. In altri termini, sono formati da un frutto secco (achenio) circondato dal ricettacolo diventato carnoso. La maturazione avviene in autunno.
Non è semplice raccogliere i frutti di questa pianta, specie in quelle spontanee, poste nei luoghi impervi, dato che la crescita è fitta e le spine si fanno sentire.
Habitat naturale dell’olivello spinoso
L’olivello spinoso è diffuso allo stato spontaneo nell’Italia centro-settentrionale, con il limite altimetrico di 1.800 m s.l.m. delle valli alpine.
Da lontano lo si riconosce facilmente, per via del fogliame grigiastro ricco e denso. Vegeta preferibilmente nei luoghi pietrosi, come ad esempio in mezzo alla ghiaia, ai margini di fiumi e torrenti, dove riesce a formare delle masse compatte. Predilige i terreni calcarei, come ad esempio quelli dei pendii erosi. Lo troviamo però anche nei prati umidi di montagna.
La specie è eliofila, in grado di crescere solo nei terreni soleggiati e con intorno bassa vegetazione. Con la crescita, i rami inferiori diventano eziolati per la loro stessa ombra, così le foglie e i frutti crescono solo all’esterno dell’arbusto o del cespuglio.
Arbusto ornamentale o da frutto?
In passato l’olivello spinoso aveva anche una certa importanza forestale, grazie al suo apparato radicale stolonifero, in grado di trattenere i terreni, nonché per l’attitudine pollonifera. Era una delle piante più apprezzate per i lavori preliminari di restaurazione delle montagne erose. Trovava anche impiego come pianta per delimitare i confini dei terreni, grazie alla fitta e spinosa vegetazione che forma una barriera invalicabile, sia per gli animali da pascolo che per quelli selvatici.
Ad oggi, l’olivello spinoso, viene coltivato per fini ornamentali o, in maniera più intensiva, come cultivar da frutto, visto l’elevato valore commerciale degli stessi.
Ovviamente, la scelta della finalità di coltivazione ha implicazioni pratiche dal punto di vista colturale.
Come coltivare l’olivello spinoso
Viste le caratteristiche della pianta di Hippophae rhamnoides possiamo affermare che è una specie da frutto che si può coltivare ovunque, in quanto non soffre il freddo e le gelate. Altresì, sopporta bene il vento e può essere coltivata addirittura vicino al mare, in terreni salini. L’importante, per avere buoni frutti e un arbusto rigoglioso, è che sia esposta al sole.
Il terreno può anche essere povero di sostanza organica, l’importante è che non abbia una struttura troppo compatta, come accade nei terreni argillosi, per cui sono da preferire i terreni sabbiosi o sassosi.
Il pH ideale è quello neutro o sub-alcanino, con un’ottima resistenza al calcare attivo.
Come avviare la coltivazione
Per iniziare a coltivare l’olivello spinoso ci sono diverse strade; la scelta dipende dalla finalità della coltivazione. Per l’introduzione in giardino, come coltura ornamentale o piccolo frutto domestico, si può optare per la semina o il trapianto dei polloni.
Per una coltivazione intensiva e specializzata occorre invece partire dalle piantine.
Vediamo come procedere.
Trapianto dei polloni
Il modo più semplice per avviare la coltivazione dell’olivello spinoso nel frutteto familiare è quello di estirpare dei giovani polloni da piante nel loro habitat naturale. Questi, provvisti di una porzione di ceppo, si metteranno poi a dimora una volta radicati. L’operazione si fa a fine autunno, mettendo il pollone in un mix di terra e sabbia. La ripresa vegetativa avviene di solito senza fatica, per cui nella primavera (o nell’autunno successivo) si può trapiantare in piena terra il pollone ormai radicato.
Semina
La semina dell’olivello spinoso si fa in autunno, posizionando i semi all’aperto in piccoli vasi con un mix di terra e sabbia. A primavera avremo i primi germogli e quindi plantule. Per il primo periodo, si consiglia di mantenerli in vaso, trapiantando in piena terra in autunno o nella primavera successiva.
Il vantaggio di questa tecnica è che i semi di olivello spinoso si trovano facilmente nei negozi specializzati in rete.
Acquisto di piantine di olivello spinoso
L’acquisto di piantine è scelta quasi obbligata per chi vuole avviare una coltivazione intensiva. Il problema è la disponibilità delle stesse. Nei nostri vivai o in rete si trovano piante in vaso di uno 1-2 anni di età, ma a costo elevato per un’intera coltivazione. Per trovare piantine atte a creare un nuovo impianto bisogna rivolgersi a vivai esteri, ad esempio in Francia o in Germania, dove la coltivazione dell’olivello è parecchio diffusa e di conseguenza vi sono vivai che riproducono la cultivar in quantità.
Quando si mettono a dimora le piantine ricordate di prevedere sempre un certo numero di maschi, giacché hanno la funzione di impollinatori. Un po’ come avviene per la coltivazione del kiwi, serve 1 pianta maschio per ogni 4-5 femmine, mantenendo una certa alternanza tra le piante. Altra soluzione è quella di alternare interi filari di maschi e altri di femmine.
La messa a dimora dell’olivello spinoso
Il periodo migliore per piantare l’olivello spinoso è in assoluto l’autunno, ma si può procedere anche a inizio primavera. Se la finalità è quella ornamentale in giardino, bastano anche due piante (una maschio e una femmina), messe a dimora a 2-3 metri l’una dall’altra. Con il tempo, formeranno un bel cespuglio o una siepe.
Se l’obiettivo è la coltivazione intensiva, invece, si consiglia di piantare su file regolari, in modo da facilitare le future operazioni di raccolta, mantenendo 3-4 m tra una pianta e l’altra, e altrettanto spazio tra le file.
Concimazione
La concimazione, per quanto riguarda l’olivello spinoso, non è necessaria, neanche nel momento dell’impianto. Una delle caratteristiche della cultivar è infatti quella di essere una specie azoto-fissatrice, esattamente come le leguminose, grazie alla simbiosi con i batteri attinomiceti del genere Frankia.
Dunque è un arbusto che arricchisce il terreno, migliorandolo.
Irrigazione
L’irrigazione nella coltivazione dell’olivello spinoso è necessaria solo nel primo anno, se stiamo trapiantando le piantine in primavera. Una volta affrancata, infatti, la pianta non ha più bisogno di interventi irrigui regolari. Si interviene solo in emergenza, dopo lunghi periodi di siccità.
Sarchiatura
Sempre nel primo anno dopo la messa a dimora, si consiglia di mantenere pulita dalle erbe infestanti la zona in cui si trova la pianta. Per farlo, si può procedere con periodiche operazioni di sarchiatura. Una volta che si sarà formata la parte alta del cespuglio/arbusto non avremo bisogno di pulire il terreno dalle malerbe.
La potatura dell’olivello spinoso
La potatura dell’olivello spinoso ha come finalità principale quella di mantenere la pianta in ordine e sana, eliminando parti secche o danneggiate.
Si può sfruttare la capacità pollonifera della specie per la sua espansione o, viceversa, per avere dei filari di piante ordinate. Dunque, le operazioni di spollonatura variano a seconda dell’impianto.
Altra interessante operazione di potatura è la cimatura, che stimola la pianta a compattarsi e quindi a produrre frutti nella parte bassa e più accessibile.
Parassiti e malattie
La Hippophae rhamnoides è una specie estremamente rustica, che non soffre dell’attacco di parassiti. Per quanto riguarda le malattie, l’importante è mantenere il terreno ben drenato. Sui terreni asfittici e che danno luogo al ristagno idrico si corre, infatti, il rischio di incorrere nel marciume radicale.
Come e quando raccogliere i frutti della Hippophae rhamnoides
Come accennato, i frutti dell’Hippophae rhamnoides maturano in autunno, sono molto persistenti sulla pianta e vanno raccolti prima dell’arrivo del gelo. La raccolta avviene necessariamente a mano. Per un’azienda agricola è molto laboriosa, per via della presenza di spine sui rami, e dunque è dispendiosa in termini di manodopera impiegata.
Nei paesi del nord Europa si è soliti tagliare i rami per velocizzare le operazioni, questi vengono poi scossi per far cadere i frutti. Attenzione però, perché le bacche sono delicate e vanno sistemate in stratificazioni basse per non danneggiarle.
Proprietà e uso dei frutti
I frutti dell’olivello spinoso contengono elevate quantità di vitamina C, vitamina E, acidi organici (omega 3, 6, 7 e 9), antiossidanti, mucillagini, minerali, polifenoli, fitosterolo. Sono dei veri e propri vitaminizzanti, nonché astringenti intestinali e antinfiammatori, e la loro diffusione nel centro Europa si spiega con l’impossibilità in quei paesi di coltivare gli agrumi. Sono molti gli studi che attribuiscono alla pianta proprietà antiossidanti, immunomodulanti o, ancora, antimocrobiche.
L’utilizzo principale dei frutti passa per la trasformazione industriale, ed riguarda la produzione di succhi, considerati degli integratori alimentari e venduti a prezzi elevati.
In ambito domestico, in frutti raccolti si possono tranquillamente utilizzare per la preparazione di confetture e gelatine, dal gradevole sapore acidulo.
1 commento
Bellissimo e chiaro articolo