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La potatura del mirtillo è un’operazione colturale semplice da eseguire, ma richiede i giusti accorgimenti. Potare correttamente questa pianta ci consente di avere una produzione costante ed equilibrata nel nostro mirtilleto.
Vi abbiamo già parlato della coltivazione del mirtillo gigante americano e del suo cugino selvatico, ovvero il mirtillo nero. Abbiamo visto tutti gli aspetti tecnici e i consigli pratici per avere una produzione generosa e piante naturali.
In quest’articolo approfondiamo gli aspetti legati alla potatura, analizzandoli in ogni singolo aspetto della struttura vegetativa.
La struttura della pianta di mirtillo
Prima di studiare gli aspetti pratici della potatura del mirtillo, vediamo come è strutturata una pianta adulta, in modo da indirizzare gli interventi di taglio laddove servono.
Per potare bene un mirtillo dobbiamo quindi tener conto di: polloni, rami fruttiferi, branche
I polloni sono rami molto vigorosi, che prendono vita dalla base della pianta, grazie a meristemi avventizi radicali.
Il ramo fruttifero è quello dell’anno che produce i frutti, è dotato di gemme a fiore all’apice e di altre vegetative alla base.
La branca è invece una ramificazione più vecchia, di due o più anni, sulla quale s’inseriscono i rami fruttiferi o le altre branche minori.
Quando effettuare la potatura del mirtillo
L’epoca migliore di potatura del mirtillo coincide con il periodo di riposo vegetativo, ossia quando la pianta perde le foglie. Questo periodo abbraccia due stagioni (autunno e inverno). Per stabilire il momento esatto per potare noi consigliamo di scegliere o l’inizio dell’autunno (appena cadono le foglie) o la fine dell’inverno (prima della ripresa vegetativa).
La scelta dipende soprattutto dal tipo d’inverno che la pianta dovrà affrontare. In una zona soggetta a forti gelate, conviene aspettare la fine della stagione rigida. Dove il clima è più mite la potatura del mirtillo si può anticipare.
Come potare il mirtillo
La potatura del mirtillo è semplice, ma prevede l’esecuzione di molti tagli. È di fondamentale importanza, quindi, utilizzare attrezzi per la potatura ben affilati, che non producano stappi in corrispondenza del punto di taglio.
Visto che s’interviene su rami lunghi, spesso situati in cespugli frastagliati, l’attrezzo migliore per eseguire questa operazione è un forbicione professionale come questo.
Si tratta di uno strumento da custodire gelosamente, che tornerà utile anche per altre potature come quelle di rose, ulivo o fico.
Per il mirtillo bisogna dividere in lavoro in tre tipologie di potature: quella dei polloni, quella dei rami fruttiferi e quella delle branche. Vediamole.
Potatura dei polloni
Nella corretta potatura del mirtillo molta importanza hanno i polloni. Questi particolari rami sono utilizzati per rimpiazzare le branche fruttifere troppo vecchie. Di solito, infatti, dopo 5-6 anni di produzione una branca va sostituita. Trascorso questo tempo, dunque, un pollone ne prende il posto.
Nelle operazioni di potatura, i polloni più sottili e deboli si eliminano.
Se ne deve lasciare 1 (o al massimo 2), scelto tra i più robusti e posto in una posizione ottimale per sostituire in futuro una branca.
I polloni rimasi si tagliano a 15 cm di altezza dal terreno. Questo taglio stimola l’emissione di gemme laterali, che nella stagione successiva diventeranno rami fruttiferi.
Potatura dei rami fruttiferi
Il mirtillo nei primi due anni dall’impianto non viene messo in produzione. Questa scelta serve a favorire la formazione di un ottimo apparato radicale e, in generale, uno sviluppo vigoroso della pianta.
Si opera quindi una potatura di allevamento sui rami fruttiferi, che vengono accorciati con i tagli. Bisogna fare in modo di non lasciare gemme a fiore. Se qualche gemma dovesse sfuggire a questo intervento di potatura, si può ricorrere alla mungitura delle branchette, tecnica primaverile di eliminazione manuale dei fiori.
Negli anni seguenti, quando il mirtillo ormai è in produzione regolare, le ramificazioni fruttifere si gestiscono eliminando quelle deboli o posizionate male.
Un ramo fruttifero viene considerato debole quando è corto e ha un diametro limitato.
I rami posizionati male sono, invece, quelli all’interno del cespuglio, che non ricevono sufficiente luce.
Eliminando questo tipo di rami si ottiene una produzione di qualità superiore.
Potatura delle branche
Una pianta matura ed equilibrata ha 5-6 branche principali. Nella potatura del mirtillo le branche più anziane devono essere eliminate di anno in anno. Nello specifico, bisogna eliminarne 1 o 2, che, come detto, verranno sostituite dai polloni. L’obiettivo è quello di avere piante sempre giovani e vigorose, che si rinnovano totalmente ogni 4/5 anni. Considerate che un mirtilleto arriva a 25-30 anni di età.
Questo tipo di potatura si fa partire dal terzo o quarto anno di coltivazione. Questo perché nei primi due anni la pianta viene impostata eliminando le gemme a fiore.
Su piante adulte, quindi dopo la fase di allevamento, la potatura di produzione prevede di eliminare i rami alla base delle branche. Questi rami non portano a buone produzioni di frutti, in quanto soffrono dell’ombra di quelli più alti.
Inoltre, un ramo troppo basso, accrescendosi, potrebbe toccare terra e quindi rovinare i suoi frutti.