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L’humus rappresenta la sostanza organica non vivente presente nel terreno agricolo. Il suo nome deriva dal latino e significa terra, suolo, e infatti l’humus è spesso inteso come sinonimo di terreno molto fertile.
La sua struttura è costituita da vari componenti a diversi stadi di trasformazione. Può essere composto da foglie, rami, radici ancora ben distinguibili e non completamente degradati. Oppure può essere formato da molecole complesse derivanti dalle decomposizione della sostanza organica o sintetizzate dagli organismi terricoli come i lombrichi.
Ma in un terreno sano, la sua formazione avviene autonomamente, e la sua presenza è il miglior indice di fertilità del suolo.
In quest’articolo vediamo quali sono le due forme fondamentali di humus presenti nel terreno e come si comportano per rilasciare sostanze nutritive alle piante.
Humus nutritivo
Nella composizione del terreno agrario sono presenti i bioriduttori, ovvero i microrganismi costituiti da batteri e funghi. L’humus nutritivo è l’insieme delle sostanze prontamente decomponibili e mineralizzabili dai bioriduttori.
Tra queste si possono considerare: tutti i residui colturali ricchi di azoto, le radici delle piante poco lignificate, i concimi organici aggiunti (letame, compost, humus di lombrico), i residui di un sovescio e gli stessi resti dei bioriduttori.
L’humus nutritivo è una importante fonte di sostanze nutritive per le piante e per gli organismi terricoli (lombrichi, insetti, ecc.). Per questo motivo è opportuno controllare e gestire il patrimonio umico del suolo, così da garantirne fertilità e vitalità.
In particolare, per coltivare piante sane e rigogliose, s’impone la necessità di mantenere costante e a livelli ottimali la quantità di humus nutritivo presente nel terreno. Ciò avviene con la distribuzione dei concimi organici o attraverso la pratica del sovescio (coltura intercalare da interrare nel suolo).
Un circolo virtuoso, dunque, che deve essere alimentato per ottenere ottimi risultati in agricoltura biologica.
Humus stabile
L’humus stabile è un complesso organico con proprietà colloidali. Deriva dalla trasformazione dei residui organici ad opera dei micro e macrorganismi del suolo e partecipa alla cementificazione della frazione minerale più minuta (argilla, minerali, limo).
A differenza dell’humus nutritivo, quello stabile subisce molto lentamente i processi di mineralizzazione. Va quindi considerato come una riserva duratura di principi nutritivi.
L’humus stabile costituisce la maggior parte della sostanza organica presente nel terreno.
È per lo più concentrato negli strati superficiali, ai quali conferisce il tipico colore bruno-rossastro di un terreno in salute.
La sua presenza è dunque fondamentale per considerare un terreno come fertile.
I motivi sono i seguenti:
- ha natura colloidale. È quindi in grado di assorbire acqua e principi nutritivi, per poi cederli alle radici delle piante;
- influisce in modo decisivo sui processi di strutturazione del suolo. Determina infatti strutture più o meno stabili e sensibili ai fattori di disgregazione (acqua, calpestio, lavorazioni meccaniche, ecc.);
- grazie al suo colore scuro, assorbe le radiazioni solari e facilita il riscaldamento naturale del terreno;
- è la riserva di azoto più consistente del terreno
Denominazione del terreno
Il contenuto di humus di un terreno è molto variabile e largamente influenzato da fattori climatici, chimici e agronomici. Questi possono essere ad esempio, la temperatura, il pH, il contenuto di azoto e di ossigeno, le lavorazioni.
I terreni coltivati, e che quindi subiscono ripetute lavorazioni, sono in generale più poveri di humus. Per questo motivo le tecniche innovative di agricoltura organica e conservativa limitano le lavorazioni del terreno allo stretto necessario.
L’uso dell’aratro, pietra miliare dell’agricoltura moderna, viene limitato. Questo poiché è l’attrezzo peggiore per mantenere l’humus presente negli strati superficiali del terreno e quindi la fertilità dello stesso. Questo è il motivo principale per cui, n frutticoltura biologica, si preferisce la tecnica dell’inerbimento alle continue lavorazioni.
In natura, i terreni più ricchi di humus sono quelli gestiti a prato permanente e a pascolo. Ma anche i suoli situati in ambienti umidi e freddi, dove è scarsa la decomposizione minerale (foreste montane) ne sono ricchi.
Vediamo, infine, nella seguente tabella, come si può definire un terreno in base al suo contenuto di humus.