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Il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora) o più semplicemente fuoco batterico è una malattia molto pericolosa per gli alberi da frutto.
La sua identificazione è avvenuta in America agli inizi del ‘900, per poi propagarsi in seguito nei paesi Europei. In Italia i primi focolai si sono registrati nel Salento nel 1990, per poi diffondersi a tutte le regioni.
La malattia manifesta i suoi sintomi su tutti gli organi della pianta ed molto dannosa su diverse colture. Tra queste ci sono: pero, melo, cotogno, susino, biancospino, albicocco, prugnolo, sorbo.
In quest’articolo vediamo innanzitutto quali sono i segnali della presenza del colpo di fuoco batterico sugli organi delle piante. Capiamo poi come procedere alla prevenzione agronomica e alla difesa biologica.
Identificazione del colpo di fuoco batterico e ciclo biologico
Il colpo di fuoco batterico è una batteriosi di tipo parenchimatico. Il suo nome scientifico è Erwinia amylovora e appartiene all’ordine degli Eubacteriales, famiglia Enterobacteriaceae.
Il batterio sverna sotto forma di essudati. Questi dopo la loro formazione si disidratano, trasformandosi in crosticine nelle quali il colpo di fuoco può rimanere vitale.
In primavera la disseminazione avviene tramite l’acqua e con vettori animali, quali uccelli (sulle zampe) ed insetti (contatti con il fiore).
Anche l’uomo può contribuire alla diffusione attraverso le operazioni colturali, quali ad esempio la potatura.
- La penetrazione negli organi della pianta avviene
per ferita; - attraverso gli stomi;
- nei fiori, attraverso gli organi riproduttivi che non hanno rivestimenti protettivi. Questa è la forma d’inoculo più frequente e importante.
L’entrata dell’agente patogeno, quindi, è più probabile nel periodo della fioritura, sia principale, che secondaria.
In ogni caso il colpo di fuoco batterico è favorito con temperature comprese tra i 18 e i 24 °C e nei periodi umidi e piovosi. Un po’ come per altre due dannose patologie delle piante, ovvero la bolla del pesco e l’occhio di pavone dell’ulivo.
Danni del colpo di fuoco batterico
Sui fiori
Sui fiori il colpo di fuoco batterico si manifesta con iniziali imbrunimenti che partono dagli organi vessillari esterni. L’imbrunimento scende man mano lungo il calice e i peduncoli, i quali si deformano.
I fiori, al termine dell’attacco, risultano molto anneriti, ma rimangono sulla pianta, senza cadere.
Con condizioni climatiche favorevoli alla malattia, sul tessuto colpito compaiono macchioline, dapprima giallastre e poi sempre più scure e dense.
Queste goccioline costituiscono l’essudato batterico. In questa fase si ha l’evasione dei batteri dai tessuti infetti e morenti.
Sui frutti
Sui frutti, specie se giovani, si evidenzia dapprima un lieve avvizzimento, poi un improvviso inscurimento della buccia e della polpa. Infine, un completo annerimento.
Il frutto assume quindi un aspetto mummificato e anche in questo caso, con condizioni meteorologiche favorevoli, compare l’essudato batterico.
Sui germogli
Sui germogli i danni del colpo di fuoco batterico sono caratteristici e peculiari. All’inizio compaiono delle zone necrotiche brunastre che avanzano, anche in modo rapido, nei tessuti sani. Ciò provoca una necrosi e un annerimento dell’asse del germoglio e delle foglioline ad esso attaccate.
l’attacco, all’inizio, provoca nel germoglio un appassimento apicale che, prima di annerire e necrosare, assume la caratteristica forma “a pastorale” (si ripiega come un manico di ombrello).
Le foglie, annerite e secche, restano attaccate all’asse del germoglio. Questo sintomo, molto peculiare, è un ottimo elemento diagnostico sia in fase vegetativa (il nero dei germogli risalta sul verde della vegetazione), sia alla caduta delle foglie, quando si vedono i germogli ancora incurvati con attaccate le foglie.
Sule foglie
Le foglie possono essere attaccate anche in modo diretto e non solo in quanto parte del germoglio.
Nel caso di attacco diretto la sintomatologia è molto specifica. Consiste nella formazione di una zona triangolare necrotica (dapprima rossastra), con il vertice rivolto verso il picciolo fogliare e la base verso la lamina della foglia.
Sugli organi legnosi
Sugli organi legnosi dell’albero il sintomo si evidenzia a primavera inoltrata e si manifesta con una colorazione più intensa della parte della scorza colpita.
La sezione tangenziale delle zone arrossate evidenzia tessuti con un elevato tenore idrico e arrossamenti (o imbrunimenti) marcati, specie nella zona corticale.
Quando lo stato della malattia è molto avanzato, in corrispondenza di queste sintomatologie si possono formare dei cancri longitudinali (anche piccoli), dai quali spesso esce un essudato batterico mucillaginoso.
Quando le lesioni provocate dal colpo di fuoco batterico arrivano al colletto o sulle radici, l’esito della malattia è, di norma, letale e molto rapido.
Infatti il patogeno può provocare sia una morte “lenta” della pianta, sia, molto spesso, una rapida morte degli esemplari colpiti, da qui il nome “colpo di fuoco”.
La lotta al colpo di fuoco batterico
La lotta contro il colpo di fuoco batterico è stata resa obbligatoria con il decreto legge 27 marzo 1996, aggiornato poi con il decreto 10 settembre 1999 n. 356.
Ciò vuol dire che devono essere segnalati i casi ai servizi fitosanitari regionali, i quali prenderanno i dovuti provvedimenti.
Il batterio dell’Erwinia amylovora viene identificato mediante i seguenti metodi:
- saggi biochimici e sierologici di laboratorio;
- prove di patogenicità. Queste si effettuano inoculando nella polpa dei frutti giovani succhi cellulari sospetti. Il frutto viene messo in camera umida, con una temperatura di 26-27 °C. Se il succo iniettato è infetto, dopo 5-6 giorni diventa nero e si ricopre di essudato.
Come prevenire il colpo di fuoco batterico
Sorvegliare il territorio è fondamentale per individuare per tempo i focolai di colpo di fuoco batterico ed eliminarli.
La prima accortezza da tenere è quella di usare materiale vivaistico sano e certificato, esente dal batterio.
L’agricoltore deve effettuare frequenti visite nel frutteto, in modo da individuare i sintomi sospetti della batteriosi. Se si individuano piante infette, bisogna provvedere all’immediata asportazione e distruzione con il fuoco delle parti colpite o dell’intera pianta. Nei casi più gravi, devono essere abbattute anche le piante sane vicine a quelle infette.
Al termine di queste operazioni, è necessario disinfettare gli attrezzi usati e sterilizzare gli indumenti che sono venuti a contatto con le parti infette delle piante.
Altre accortezze per una corretta strategia di difesa agronomica sono:
- evitare grandi concimazioni azotate;
- non eseguire potatura verde nelle aree a rischio;
- eliminare le fioriture secondarie;
- evitare l’irrigazione sopra la chioma;
- potare solo nel periodo di riposo vegetativo;
- bruciare il legno di potatura.
Come combattere le epidemie di colpo di fuoco batterico
L’uso di prodotti rameici consentiti in agricoltura biologica, può contribuire al contenimento della malattia.
Si consiglia di usare il rame durante la stagione vegetativa, effettuando dei trattamenti alla dose di 50-100 g per 100 l d’acqua, 24 ore dopo un evento atmosferico predisponente la malattia. Chiaramente, questi trattamenti hanno natura eccezionale e devono essere effettuati solo su piante molto a rischio d’infezione o già infette.
In via preventiva, si possono effettuare dei trattamenti con Bacillus subtilis, un batterio presente in natura che agisce eliminando o riducendo l’attacco di funghi e batteri parassiti.
Qui trovate un fungicida a base di Bacillus subtilis.