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Il susino o pruno è uno degli alberi da frutto più coltivati nel nostro paese.
La sua coltivazione domestica è possibile in tutte le regioni italiane. La produzione per il mercato, invece, è concentrata soprattutto in: Emilia-Romagna, Campania, Piemonte e Trentino-Alto Adige.
La coltivazione del susino ha origini incerte, anche se la maggior parte degli studiosi la colloca nella regione compresa fra il Mar Nero e l’Asia Minore.
Le varietà di susine coltivate oggi, sono il risultato di ripetuti incroci. Se ne contano più di 2.000 e vengono divise in tre grandi gruppi: asiatico-europeo, cino-giapponese e americano.
Ai primi due gruppi appartengono quasi tutte le vecchie varietà presenti in Italia.
La coltivazione di quest’ultime riesce bene anche in un frutteto familiare, essendo l’albero molto rustico e adattabile alle diverse condizioni pedoclimatiche.
Ma vediamo insieme le caratteristiche botaniche di questa pianta, e come coltivarla in modo biologico, garantendo una produzione abbondante.
Identificazione del susino
Il susino è un albero della famiglia botanica delle Rosaceae, ordine Rosales, sottofamiglia Prunoideae, genere Prunus.
Le specie più coltivate in Italia sono il Susino europeo, Prunus domestica; e il Susino cino-giapponese, Prunus salicina. In particolare, il susino europeo è un’ibridazione tra il prugnolo spontaneo (Prunus spinosa) e l’orientale susino mirabolano (Prunus cerasifera divaricata).
I cloni del pruno europeo mirabolano, sono usati come portainnesti per molte cultivar da frutto riprodotte per innesto. Ad esempio tutte le altre drupacee: albicocco, ciliegio, pesco, mandorlo.
Nel vecchio continente il susino venne introdotto dalla Grecia nel IV secolo a.C., a seguito delle guerre greco-persiane.
E più tardi, nel corso del I secolo. a.C., in seguito ai conflitti tra Romani, Persiani e Greci.
In epoca romana le susine erano già molto apprezzate per le loro famose proprietà diuretiche e rinfrescanti.
Caratteristiche botaniche
Susino europeo
Le varietà di susino europeo possono arrivare ad un’altezza di 9 m e hanno portamento tipicamente assurgente. Il tronco e i rami principali dell’albero si presentano con la corteccia rugosa, segnata da vistose screpolature longitudinali. Sono di colore grigio scuro o grigio cinereo. Le foglie sono ovali o tondeggianti, spesso di consistenza coriacea, bollose, con il margine seghettato, tomentose e con nervature evidenti nella pagina inferiore.
I fiori, di un bel bianco, hanno grandezza media e compaiono in genere a coppie, prima dello spuntare delle foglie.
Le cultivar del susino europeo sono quasi totalmente autofertili. Fruttificano per lo più sui dardi fioriferi, in misura minore sui rami misti e i brindilli.
La fioritura avviene dopo quella del pesco (aprile) e la maturazione dei frutti va da agosto a settembre. Non ha problemi d’impollinazione, in quanto i fiori sono molto attrattivi per le api.
Resiste quindi meglio ai ritorni di gelo, sono quindi più adatti alle zone interne, con clima più rigido. Hanno in genere una maturazione dei frutti più tardiva e soffrono le zone troppo umide. Un’eccessiva umidità può portare alla spaccatura dei frutti. Il susino europeo si adatta bene alla coltivazione biologica, ha una buona produttività media nei diversi ambienti. Soffre il difetto di avere una minore scelta varietale.
Susino cino-giapponese
Gli alberi di susino cino-giapponese hanno invece portamento della pianta ombrelliforme, con ramificazioni pendenti e più fragili.
Le foglie sono di grandi dimensioni, lanceolate e con una sottile lamina fogliare.
Le gemme a fiore sono globose, e si presentano a gruppi di tre. La fioritura, abbondante e precoce, compare prima delle foglie, e avviene a marzo, prima di quella delle varietà europee. Sono quindi più sensibili ai ritorni di freddo e alle gelate tardive.
Il susino cino-giapponese è generalmente auto-incompatibile, ha quindi bisogno della presenza dell’impollinatore (impollinazione incrociata). Sono suoi buoni impollinatori il Mirabolano (gruppo europeo) e la varietà Sorriso di Primavera.
Infine, fruttifica su rami misti, dardi e brindilli.
Varietà di susino
Tra tutte le cultivar da frutto, il susino si distingue per la diversità nel vigore e nell’aspetto dell’albero, ma anche per la forma, le dimensioni e il sapore dei frutti, che possono essere molteplici.
Segnaliamo le principali varietà, distinguendole per l’appartenenza ai diversi gruppi e il periodo di maturazione.
Gruppo cino-giapponese
- Precoce: Carmen Blu, Dofi Sandra, Sorriso di primavera, Shiro.
- Intermedia: Aphrodite, Anne Gold, Blackamber, Black Diamond, Black Gold, Fortune.
- Tardiva e molto tardiva: Angeleno, Autumn Giant, Bragialla, Friar, Golden Plumza, Green Sun.
Gruppo europeo
- Precoce e intermedia: Firenze 90
- Tardiva: Regina Claudia, D’ente 707, Emperor, President, Stanley.
La coltivazione del susino
Scelta del portainnesto
Come detto l’innesto è il metodo principale per la propagazione del susino.
Le tecniche d’innesto più usate: gemma vegetante, che si esegue tra fine maggio e giugno; a gemma dormiente, da fine luglio a metà settembre.
Vediamo quali sono i portainnesti più diffusi e le loro diverse caratteristiche.
- Franco Mirabolano. Si adatta bene a vari tipi di terreno, in particolare quelli argillosi, limosi o un po’ asfittici. Ha una buona affinità con gran parte delle varietà. E’ vigoroso e nei suoli pesanti può risultare pollonifero.
- Mirabolano B. Tollera bene il ristagno idrico e si adatta ai terreni poco fertili. E’ inoltre affine alla maggior parte delle varietà.
- Mirabolano 29 C. Tollera i terreni pesanti o poveri, anche quelli con calcare attivo superiore all’8%. E’ tra i migliori portainnesti in assoluto, idoneo per le cultivar vigorose, induce una precoce entrata in produzione.
- Marianna GF 8-1. Ideale per i terreni con forte ristagno idrico, in quanto molto resistente ai marciumi radicali. Imprime vigore medio alle piante.
- GF 677. Idoneo solo per le cultivar del gruppo cino-giapponese e buono per i terreni ben drenati. E’ un portainnesto vigoroso, con precoce entrata in produzione.
Esigenze pedoclimatiche
La coltivazione del susino viene praticata ovunque sul nostro territorio. Come detto, le varietà europee resistono meglio al freddo, mentre quelle cino-giapponesi sono più sensibili, per via dell’anticipata fioritura. I cambiamenti climatici, con gelate tardive che possono arrivare anche a maggio, sono comunque un problema comune a tutte le colture da frutto e non solo. E’ una condizione nuova per l’agricoltura con cui bisognerà fare i conti in futuro.
Per la posizione nel frutteto bisogna optare per posti soleggiati ma protetti dal vento, onde evitare il pericolo di stroncature. Da evitare i fondo valle e, in generale, le zone troppo umide.
Per quanto riguarda il terreno, la giusta scelta del portainnesto dà un’ampia serie di opzioni. In generale, i terreni che il susino gradisce sono quelli profondi, ben drenati, franchi. Tuttavia, può essere anche impiantato in terreni non molto profondi, visto l’apparato radicale superficiale.
Forma di allevamento e sesto d’impianto

Albero di susino allevato a vaso
La coltivazione del susino a vaso è la forma di allevamento che asseconda meglio la fisiologia naturale della pianta. Questo è vero, in particolare, nelle varietà con portamento aperto. Inoltre, non necessita di sostegni, dunque ha un costo d’impianto molto basso.
Per la messa a dimora facciamo riferimento alle regole generali per piantare gli albero da frutto.
Nei frutteti specializzati si usano, invece, altre forme, in particolare quelle a parete, come la palmetta. Questa ha elevati costi di gestione, poiché necessita di adeguate strutture portanti. Ha comunque il vantaggio di sviluppare l’altezza della pianta e quindi ridurre i rischi di gelate tardive, più pericolose al suolo.
Infine, il sesto d’impianto per la forma di allevamento del susino a vaso varia con la vigoria:
- Alta: 5m tra le fila e 5m tra le piante;
- Media: 5 x 4;
- Scarsa: 5 x 3.
Gestione del suolo, irrigazione e concimazione
La gestione del suolo tramite la tecnica dell’inerbimento è perfetta per i piccoli frutteti familiari. Dunque noi la consigliamo anche per la coltivazione del susino.
L’inerbimento consente, infatti, anche una concimazione naturale, praticando in mezzo alle piante principali periodiche rotazioni di leguminose.
Per coltivare susine sane e rigogliose, però, c’è anche bisogno di un certo apporto idrico. Questo perché le piante hanno un apparato radicale non troppo profondo. Non bisogna però esagerare con le irrigazioni, specie se le precipitazioni naturali sono costanti. In sostanza, occorre intervenire solo in caso di periodi di prolungata siccità.
Per quanto riguarda la concimazione, oltre a quella effettuata al momento dell’impianto, occorre intervenire una volta l’anno, ma in modo leggero.
In autunno basta ammendare un po’ di sostanza organica intorno alla pianta, questa può essere compost domestico o humus di lombrico (che potete trovare qui).
Potatura del susino
La potatura di produzione del susino assicura l’equilibrio vegeto-produttivo e il rinnovo delle strutture dell’albero e ne evita l’invecchiamento.
E’ da preferire la potatura verde, mentre la potatura invernale deve rappresentare un completamento di questa.
Avversità e parassiti a cui è soggetto il susino
Sono diverse le avversità e i parassiti di cui bisogna tener conto nella coltivazione del susino in regime biologico.
Di seguito le elenchiamo.
Malattie crittogamiche
- Corineo, Stigmina carpophila;
- Monilia delle drupacee, Monilia laxa, M. fructigena;
- Ruggine delle drupacee, Tranzschelia prunispinosae;
- Armillaria mellea;
- Maculatura batterica, Xanthomonas arboricola pv. pruni;
Virosi e batteriosi
- Sharka o vaiolatura delle drupacee, Plum Pox Virus
- Giallume europeo delle drupacee, European Stone Fruit Yellows Phytoplasma (ESFYP);
Parassiti
- Cocciniglia di S. Josè, Comstockaspis perniciosa;
- Afide verde, Brachycaudus helychrisi;
- Afide farinoso, Hyalopterus pruni;
- Cidia funebrana.
- Tentredini del susino, Hoplocampa flava, H. minuta, H. rutilicornis.