La potatura dell’albicocco è molto delicata, in quanto sono diverse le operazioni da compiere sulla struttura dell’albero.
Potare correttamente quest’albero da frutto è di grande importanza per avere piante dal giusto equilibrio vegeto-produttivo.
In quest’articolo affrontiamo la potatura dell’albero di albicocche considerando ogni tipologia di ramo, e vedremo le forme di allevamento più comuni.
Ma vediamo subito quali sono i momenti migliori per potare.
Scopri come coltivare un albicocco ►
Quando potare l’albicocco
La potatura dell’albicocco si pratica in diversi periodi dell’anno, e si divide in potatura secca e potatura verde.
La potatura secca (o invernale) si esegue a partire dalla fine di gennaio e fino alla ripresa vegetativa. Questo intervento deve essere limitato, in quanto l’albicocco è un albero che non sopporta grossi tagli. Inoltre tende a produrre “gomma”, sintomo di sofferenza del legno.
La potatura verde è vantaggiosa in quanto consente di aumentare il numero di rami anticipati e stimolare la differenziazione a fiore delle gemme. Si esegue nei mesi caldi:
- tra aprile e maggio, contestualmente all’importante operazione del diradamento dei frutticini
- a luglio, subito dopo la raccolta
- tra settembre e ottobre, nel momento in cui si conclude la stagione vegetativa, fino al momento della caduta delle foglie.
La crescita dell’albero di albicocco
L’albicocco è una specie tipica del Mediterraneo, che inizia a diffondersi in Europa al tempo dei romani. È tra gli alberi da frutto più amati ed è molto presente nei frutteti familiari. Presso l’università di Pisa è attivo da diversi decenni un progetto finalizzato a recuperarne varietà antiche e autoctone.
L’albero ha una vigoria media, ma una grande longevità. Emette molta vegetazione, con una rapida crescita primaverile.
Riproduzione
Si riproduce per innesto e viene innestato tipicamente su:
Portamento
Negli alberi di albicocco con portamento assurgente la potatura deve essere più incisiva negli interventi al verde, al fine di limitare la vigoria.
L’albicocco è un albero che ha una forte dominanza della gemma apicale, che deve essere regolata con la potatura.
A seconda del portainnesto e della vigoria della varietà, l’albero ha portamento:
- aperto
- espanso
- assurgente
Crescita primaverile
La crescita primaverile segue più cicli, che interessano parti differenti della struttura. Per questo motivo non s’interviene una sola volta con una drastica potatura invernale, ma a più riprese, con molta importanza alla potatura verde:
- fino a maggio va a completarsi la formazione dei dardi e dei brindilli e inizia l’accrescimento dei rami misti;
- tra giugno e luglio, oltre a continuare la crescita dei rami misti, inizia il germogliamento nei rami anticipati più forti;
La potatura dell’albicocco

Rami produttivi di albicocco
La potatura dell’albicocco non influisce in modo significativo sulla qualità dei frutti. Influenza però la loro quantità, visto che la pianta produce in maniera abbondante.
L’obiettivo principale della potatura è aumentare o diminuire la produzione, intervenendo quindi sul numero di rami fruttiferi che si lasciano sull’albero con le operazioni di taglio. Ma vediamo come si potano i singoli rami dell’albicocco.
Polloni
Il pollone è il tipico ramo dritto che si origina vicino al colletto dell’albero. L’albicocco non è una specie con una forte attitudine pollonifera, fatta eccezione per il portainnesto mirabolano. Nell’intervento di potatura, i polloni si eliminano con un taglio alla base, in primavera o prima della raccolta dei frutti.
Succhioni
Il succhione è un ramo vigoroso e di solito vegetativo. Ha ramificazioni anticipate che terminano in brindilli corti, i quali possono avere gemme a fiore.
Questi rami partono, di solito, dalle branche più grosse.
Si potano con un taglio alla base, sia nella potatura secca, che in quella verde. Quelli da togliere sono quelli inseriti nella parte ventrale delle branche. Nella potatura dell’albicocco adulto questi rami possono essere usati per il rinnovo di branche esaurite o danneggiate.
Ramo vegetativo
È il vigoroso ramo dell’anno, con prevalenza di gemme a legno. Nel secondo anno, prolungandosi, diviene una branca riproduttiva. Questi rami non vanno toccati in potatura con tagli di ritorno, per evitare di causare riscoppi vegetativi. L’operazione di raccorciamento torna utile per rinvigorire una branca o rivestire di vegetazione zone spoglie.
Rami misti
Il ramo misto ha vigore medio e porta gemme vegetative e a fiore nella parte finale. È un ramo mediamente produttivo, con una fioritura intermedia.
Nella potatura dell’albicocco si diradano i rami misti in eccesso. Onde favorire l’emissione di rami anticipati, si possono cimare i rami misti nella potatura verde. In inverno non si toccano.
Rami anticipati
È un ramo che si forma su germogli con forte crescita da un meristema ascellare, che non evolvono a gemma, ma immediatamente si allungano. I rami anticipati portano gemme a fiore, dunque sono produttivi. In potatura verde se ne asporta una parte, nell’operazione del diradamento dei frutti. Si eliminano quello peggio posizionati o che s’incrociano, per evitare danni ai frutti dovuti allo sfregamento.
Brindilli
Questi rami possono essere vegetativi o misti.
Nel primo caso sono rami corti, che non hanno differenziato gemme a fiore. Nella potatura dell’albicocco non vengono toccati, in quanto con il tempo diventano produttivi.
Il brindillo misto è corto ed esile, termina con una gemma a legno e porta gemme a fiore di lato. Ha buona fertilità e produce frutti. Nella potatura invernale s’interviene solo per asportare i brindilli in eccesso.
Dardi
I dardi sono vegetativi e fioriferi (mazzetti di maggio). Il dardo vegetativo è cortissimo (1-10 cm), portato da branche con più di 2 anni. Non ha gemme a fiore all’inizio, ma comincia a differenziarle con il tempo, trasformandosi in dardo fiorifero. Non viene toccato con la potatura.
Il dardo fiorifero produce i frutti migliori in qualità e grandezza. In potatura invernale si diradano quelli in soprannumero per regolare la produzione.
Forma di allevamento dell’albicocco

Albicocco potato a vaso
Gli interventi di potatura dell’albicocco si differenziano a seconda della forma di allevamento adottata. Non solo nella potatura di allevamento, ma anche quando l’albero è in produzione.
Le principali forme di allevamento dell’albicocco sono:
- a vaso (regolare a 3 branche, semi-libero a 4/5 branche, ritardato)
- fusetto
- palmetta
Vediamo le peculiarità del sistema di allevamento più diffuso nei frutteti familiari, ovvero il vaso ritardato.
Vaso ritardato
Nella coltivazione dell’albicocco, il vaso ritardato è la forma di allevamento più comune, specie nei terreni di collina. È una forma che asseconda bene il portamento naturale dell’albero e consente una rapida entrata in produzione.
L’albicocco a vaso ha mediamente un sesto d’impianto di 5 x 4 m, con piante adulte che non vanno oltre i 3 m di altezza.
Momento dell’impianto
Al momento dell’impianto, si procede con la potatura di allevamento, spuntando l’astone a circa 60 cm di altezza. Con la potatura verde si scelgono i germogli migliori e meglio posizionati, lasciandone 3 o 4, che formeranno la struttura principale dell’albero. Gli altri vengono eliminati.
Primi due anni
Nei primi due anni le piante vengono fatte crescere liberamente, limitando gli interventi di potatura dell’albicocco alla rimozione dei germogli in concorrenza con le branche principali.
Dal terzo anno
Con la potatura invernale del terzo anno si pratica una spuntatura per favorire la crescita in termini di volume. L’albicocco inizia la sua produzione su rami misti e brindilli che si sono formati sulle branchette produttive.
Nella potatura di produzione dell’albicocco a vaso ritardato si deve garantire l’equilibrio vegeto-produttivo. Quindi si praticano tagli di ritorno e raccorciamento sul legno vecchio. Vengono inoltre asportati in rami misti in sovrannumero.
Altri accorgimenti sulla potatura dell’albicocco
Come accennato, l’albicocco non ama i tagli drastici. Ha inoltre la tendenza a cicatrizzare male e a produrre gomma. Per questo motivo è di assoluta importanza evitare tagli che sfilaccino il legno. Dunque, è necessario evitare di usare attrezzi per la potatura poco affilati. Il taglio deve essere netto e preciso.
Inoltre, gli attrezzi devono essere disinfettati (usando alcol o candeggina) ogni volta che si passa da un albero a un altro.
Per aiutare l’albero a cicatrizzare, è buona norma ricoprire le ferite dei tagli con del tipico mastice per innesti.
Applicare il mastice sui tagli più grossi previene l’ingresso di pericolosi patogeni, come ad esempio quello responsabile del corineo delle drupacee.
1 commento
E stato molto interessante,penso di fare buon uso nella potatura invernale , grazie.