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La potatura del mandorlo è un’operazione tecnica finalizzata a mantenere l’equilibrio tra vegetazione e produzione di questa importante cultivar.
I periodi giusti sono diversi, giacché abbiamo sia la potatura secca (invernale) che quella verde (estiva).
Per capire, però, come potare correttamente il mandorlo bisogna conoscere la sua morfologia e i tipi di rami.
In quest’articolo capiamo altresì come impostare con i tagli la forma di allevamento a vaso californiano, adatta a impianti specializzati e che favorisce le operazioni di raccolta.
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Quando effettuare la potatura del mandorlo
Potatura invernale
La potatura del mandorlo si effettua al secco e al verde.
In inverno s’interviene prima della ripresa vegetativa, considerando che la pianta è una delle prime a fiorire. A seconda delle zone, il mandorlo si pota tra la fine di gennaio e l’inizio di marzo.
C’è da dire che il mandorlo non ama i grossi tagli e mostra la sua sofferenza per una potatura eccessiva reagendo con una notevole produzione di gomma.
Per questo motivo, la potatura invernale deve essere leggera, con tagli che mediamente asportano 1/5 della struttura produttiva. Se l’albero è debole, può essere più incisiva, in modo da stimolare l’emissione di nuova vegetazione.
Per evitare la gommosi dopo la potatura, sui tagli più grossi è bene applicare sempre un mastice come questo, che protegge da infezioni e aiuta ad asciugare le ferite.
Potatura estiva
La potatura verde si effettua in estate. Nei mesi di giugno e luglio è mirata a ridurre l’ombreggiamento sui frutti e mantenere la vegetazione in equilibrio. È importante non esagerare per non esporre la pianta ad un’eccessiva insolazione.
Altro intervento di potatura estiva si fa a settembre, dopo la raccolta dei frutti. In questo caso si interviene sui rami più vecchi che hanno prodotto, asportandoli per 1/4. La pianta sarà indotta a produrre nuova vegetazione nell’anno successivo.
Come potare il mandorlo
L’albero di mandorle è tipico della nostra tradizione mediterranea. Ha una grande longevità e raggiunge dimensioni medie, fino a 8-10 m.
A seconda delle varietà coltivate può avere un portamento assurgente, espanso o pendulo.
Non è molto plastico, per cui le forme di allevamento che si possono impostare con la potatura non discostano troppo dalla forma naturale.
Gemme, foglie e fiori
Le gemme a fiore (riproduttive) si riconoscono in quanto di forma tondeggiante.
Le gemme vegetativa (a legno) sono invece piccole e appuntite.
L’albero ha anche gemme latenti, che vengono stimolate ad emettere germogli avventizi in seguito a tagli drastici di potatura, ad esempio quando s’interviene potando una branca principale per ringiovanire la pianta.
Si tratta di un albero caducifoglia, con foglie dal margine intero e dentato e forma acuto-lanceolata.
I fiori sono bianco-rosaceo e si aprono ai primi caldi primaverili. Possono essere solitari o riuniti in gruppi da 2 a 4 e hanno 5 petali.
Il mandorlo è per lo più una specie autosterile, è quindi indispensabile la presenza di varietà autocompatibili, con fioritura contemporanea, in modo da garantire l’impollinazione incrociata, che avviene ad opera delle api e degli altri insetti impollinatori.
Gli interventi di potatura sui rami
La struttura vegetativa dell’albero di mandorle è piuttosto diversificata, vediamo gli interventi di potatura su: succhioni, rami vegetativi, rami misti, brindilli e dardi.
Succhioni
Nel mandorlo il succhione è un ramo molto vigoroso, anticipato e di solito vegetativo. Si dirama dalle branche più grosse o dal tronco.
Con la potatura, i succhioni devono essere asportati tagliandoli alla base. È un’operazione che si può fare anche in potatura verde, specie se il succhione è situato nella parte alta della chioma. È conveniente mantenere i succhioni qualora si vogliano usare per rimpiazzare una branca troppo vecchia o danneggiata.
Ramo vegetativo
Si tratta di rami vigorosi, in cui sono presenti solo gemme vegetative. Con la potatura del mandorlo vanno asportati quelli troppo vigorosi, intervento che si può eseguire sia in inverno, che in estate. Su questo tipo di rami non conviene fare spuntature, in quanto verrebbe favorito lo sviluppo vegetativo verso l’alto.
Ramo misto
Si tratta di rami con vigore medio, su cui sono presenti gemme a fiore e vegetative. In piante giovani questi rami sono molto importanti, in quanto porta la fruttificazione. Questo tipo di rami vanno diradati con cautela in inverno, tenendo conto dell’età della pianta e del suo potenziale produttivo.
Brindilli
Sono rami corti, vegetativi o misti.
Il vegetativo è un rametto che non ha differenziato a fiore e non ha bisogno d’interventi specifici.
Il brindillo misto è un ramo riproduttivo corto ed esile, su cui sono presenti gemme a fiore e una gemma terminale a legno.
I brindilli misti si diradano con la potatura, praticando tagli di ritorno sulla branchetta, in modo da stimolare lo sviluppo di nuove strutture produttive.
Dardi
Anche in questo caso abbiamo dardi vegetativi o fioriferi.
Il dardo vegetativo è molto corto, presente su branche di 2 o più anni. È privo di gemme a fiore e non ha bisogno d’interventi di potatura specifici.
Il dardo fiorifero è anche chiamato mazzetto di maggio. È una ramificazione corta, portata da branche mature, sui cui sono inserite gemme a fiore e vegetative.
Il dardo è produttivo per 5-6 anni. Nelle piante adulte porta gran parte della produzione.
Con la potatura del mandorlo vanno rinnovati quelli troppo vecchi, asportando la branca relativa.
La potatura in base al gruppo varietale
Nella potatura del mandorlo si deve tener conto anche della varietà coltivata. A secondo del gruppo varietale di appartenenza si hanno delle dinamiche di fruttificazione diversa, che ovviamente influenzano i tagli di potatura.
Per semplicità distinguiamo le cultivar italiane (pugliesi e siciliane), da quelle californiane.
Cultivar italiane
Le varietà italiane portano frutti da adulte prevalentemente sui dardi, da giovani, invece, li portano sui rami misti.
La potatura di queste varietà deve essere equilibrata e intensa, per favorire la formazione dei rami corti. Nei tagli si raccorciano o diradano le branchette produttive più vecchie, stimolando il rinnovo.
Cultivar californiane
Le varietà di mandorle californiane fruttificano di più su rami misti e brindilli. La potatura è più intensa, con un maggiore diradamento dei misti in eccesso.
Forma di allevamento libera
Nel mandorlo molto importante è la potatura di formazione, strettamente dipendente dalla forma di allevamento prescelta.
Nel frutteto familiare spesso si opta per una forma libera o semi-libera, con un impalcatura alta. Il mandorlo viene sfruttato al massimo per il suo valore ornamentale, diventando di grandi dimensioni. La forma libera è consigliabile quando si hanno portainnesti vigorosi, ma con naturale portamento pendulo.
L’impalcatura della forma libera si fa a 1-1,20 m di altezza.
Forma a vaso californiano
Nelle coltivazioni di mandorlo specializzate si preferisce optare per le forme di allevamento a vaso, soprattutto per facilitare le operazioni di raccolta effettuate con mezzi meccanici, tipo un abbacchiatore.
Tra le forme più moderne c’è quella del vaso californiano. Questa prevede un impalcatura media, variabile da 70 a 100 cm da terra, con 3-4 branche principali che a loro volta si diramano in 2 branche secondarie. Pur essendo una forma a vaso, le branche hanno una posizione abbastanza dritta, con un’inclinazione che non supera i 35° rispetto all’asse verticale.
Vediamo come si imposta questa forma di allevamento con la potatura nei primi anni di vita.
Impianto
Dopo la messa a dimora dell’albero, che nel mandorlo avviene in autunno con l’astone a radice nuda, si effettua la cimatura, che sarà praticata grosso modo a 70-80 cm d’altezza.
Primo anno
Nella prima stagione vegetativa si eseguono degli interventi di potatura verde, in modo da scegliere i germogli destinati a formare le branche primarie. Si eliminano i rami che vanno in competizione con quelli prescelti e gli altri rami inseriti troppo in basso.
I germogli scelti si cimano con la potatura invernale, in modo da indurre la formazione dei nuovi germogli che andranno a costituire le branche secondarie.
Secondo anno
Nella potatura verde della seconda stagione vegetativa si eliminano i succhioni interni che si sono accresciuti sulla branche primarie. Questo è il momento in cui si scelgono le branche secondarie, a un altezza di 120-150 cm da terra. La selezione parte con la potatura verde e termina con quella invernale.
La scelta delle branche secondarie viene operata se già le branche primarie sono sufficientemente lunghe e formate. in caso contrario, si rinvia all’anno successivo.
Terzo anno
Nella terza stagione vegetativa gli interventi di potatura verde sono limitati all’asportazione dei succhioni. Si lascia crescere l’albero liberamente, in modo da favorire l’entrata in produzione.
Approfondimenti
- Training and Prunig almond trees (in inglese)
- Almond Pruning & Training (in inglese)