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Il corbezzolo è un albero da frutto originario del bacino del Mediterraneo, molto amato nella nostra tradizione contadina. E’ una specie selvatica, tipica della vegetazione della macchia mediterranea, ma può essere coltivata con facilità nel frutteto.
Per le sue particolari caratteristiche di fioritura e fruttificazione, il corbezzolo ha un grande valore ornamentale. E’ infatti molto apprezzato per i suoi colori misti e vivaci. Ha inoltre una grande capacità di attecchimento e riproduzione spontanea e proprio per questo è perfetto per il rimboschimento delle aree colpite dagli incendi.
I frutti vengono chiamati corbezzole, o anche albatre. Possono essere consumati sia freschi che trasformati per la lunga conservazione.
Il corbezzolo e i suoi frutti hanno innumerevoli proprietà benefiche, da secoli impiegate in fitoterapia. In questo articolo conosciamo meglio queste proprietà e tutti gli altri segreti di questo splendido albero.
Identificazione botanica, origine del nome e diffusione del corbezzolo
Il corbezzolo, nome scientifico Arbutus unedo, è un albero sempreverde facente parte della famiglia botanica delle Ericaceae.
La nomenclatura scientifica ha derivazioni latine, ossia arbutus = aspro cespuglio e unedo = ne mangio uno solo. Quest’ultimo termine venne attribuito da Plinio il Vecchio, che non gradiva il sapore dei frutti. Considerandoli poco gustosi non voleva mangiarne più di uno.
Altri nomi dialettali con cui il corbezzolo è conosciuto nelle nostre regioni, sono: lellarone, ciliegia marina o albastro.
I Greci lo chiamavano kòmaros. Da questo termine deriva, ad esempio, il Monte Conero, facente parte dell’Appennino umbro-marchigiano. La traduzione di questo nome è letteralmente “monte dei corbezzoli”. E difatti questa specie è molto presente nella macchie boschive che affacciano sul Mar Adriatico.
La presenza spontanea del corbezzolo va dal piano agli 800 m di altitudine, con una predilezione per le zone costiere.
I primi produttori mondiali sono i paesi dell’ex Jugoslavia dove sono presenti veri e propri boschi di corbezzolo. In Italia l’albero è presente soprattutto nelle regioni meridionali, per via del clima più mite, ma lo si incontra anche al Centro-Nord, dove può essere coltivato con successo.
Caratteristiche botaniche del corbezzolo
Tronco
Il corbezzolo è un albero caratterizzato dal rapido accrescimento e dalla grande longevità (può sopravvivere diversi secoli).
Allo stato spontaneo lo ritroviamo spesso come arbusto cespuglioso, pieno di polloni, che non supera i 2 metri d’altezza.
Se coltivato e impostato ad albero può invece raggiungere dimensioni elevate, sia nell’altezza (fino a 8 metri) che nel volume del tronco.
Il tronco è molto robusto, di forma sinuosa e molto ramificato. Può svilupparsi con più branche principali che partono dal terreno, o con un tronco principale, corto, che si dirama successivamente.
La corteccia del fusto e delle ramificazioni principali è rugosa e fessurata. Il colore è bruno-rossiccio e con il tempo si sfalda in sottili placche allungate.
La chioma è molto densa e di forma tondeggiante ma allo stesso tempo irregolare.
Foglie
Le foglie del corbezzolo sono spesse e dure, coriacee. Sono alterne sui rami, con breve picciolo, lamina lanceolata e margine fogliare seghettato.
Il colore è verde, scuro e brillante nella pagina superiore, chiaro e opaco in quella inferiore.
Fiori e frutti

Fiori e frutti di corbezzolo
Le cose più caratteristiche dell’albero di corbezzole sono la fioritura e la fruttificazione. Sulla stessa pianta infatti, in autunno-inverno, possiamo incontrare fiori appena nati e molto profumati insieme ai frutti già maturi.
La pianta di corbezzolo ha una fioritura prolungata, che inizia in autunno e dura per buona parte dell’inverno. Dai fiori si generano i frutti, che sono maturi nell’autunno dell’anno seguente. Da qui il grande valore ornamentale del corbezzolo, che quando gli altri alberi sono spogli, ci regala splendidi colori.
Per la sua colorazione viene chiamato anche “albero Italia”. Un tempo veniva adoperato per abbellire le zone dove sorgono monumenti ai caduti.
I fiori del corbezzolo sono ermafroditi e compaiono nella parte terminale dei rami. Si presentano riuniti in piccoli racemi penduli di colore bianco crema o rosato.
Ogni infiorescenza è formata da un numero variabile di piccoli fiori (da 5 a 35). La forma del fiorellino è inconfondibile, essendo costituita da una corolla orciolata, cioè ristretta all’orlo e rigonfia nel mezzo come un otre, terminante con cinque piccoli denti rivolti verso l’esterno.
I frutti, le corbezzole, sono delle bacche rotonde di circa 2 cm. di diametro. Sono carnose, con la caratteristica superficie granulosa e tubercolata. Il colore è dapprima giallastro, poi arancione, e rosso scuro a piena maturazione.
Il miele di corbezzolo
La fioritura del corbezzolo è molto gradita alle api e agli altri insetti impollinatori. I fiori hanno infatti abbondante nettare, un po’ come quelli del nespolo giapponese.
Dalla fioritura del corbezzolo si ricava un ottimo miele uniflorale, con le seguenti caratteristiche:
- Cristallizza in modo rapido
- Color ambra quando è allo stato liquido; da nocciola a marrone, con toni grigio-verdi, quando è solido
- Odore molto intenso e pungente
- Sapore inizialmente dolce, poi amaro
La coltivazione del corbezzolo
Coltivare il corbezzolo nel frutteto può dare grandi soddisfazioni, sia per il valore ornamentale che per l’abbondante produzioni di frutti.
È una specie piuttosto rustica, che non ha bisogno di grandi cure colturali.
Per quanto riguarda il clima, predilige quello mite, tipico delle zone costiere, questo soprattutto per il particolare periodo di fioritura e allegagione dei frutti.
Di per sé è una pianta che resiste bene al gelo, anche a temperature sotto lo zero termico. Per crescere rigogliosa e fruttificare bene, però, ha bisogno di un clima mite.
L’esposizione migliore è quella in pieno sole, ma riparata dai venti, per favorire il lavoro d’impollinazione delle api.
Riproduzione e messa a dimora
La moltiplicazione del corbezzolo può avvenire per seme o talea, ma anche per margotta o propaggine. La riproduzione per seme la si effettua sul finire dell’inverno. Quella per talea, invece, predilige l’autunno.
Le giovani piantine andranno allevate in vaso per circa 2 anni, prima di essere trasferite in piena terra. La talea deve essere riparata e protetta nei periodi più freddi.
Sia nel caso della talea che del seme, serve un mix di sabbia, terriccio e torba da mantenere sempre umido.
Piante da vivaio
Si può anche scegliere di acquistare piante adulte cresciute in vivaio. In questo caso, se si acquistano piante a radice nuda, le epoche per la messa a dimora sono l’autunno e la fine dell’inverno. Se la pianta è in vaso, con il pane di terra, si consiglia di aspettare l’inizio della primavera. Per ulteriori informazioni vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento su come piantare un albero da frutto.
Come abbiamo accennato l’albero del corbezzolo è molto longevo e inoltre sviluppa una densa chioma. Dunque non andrà posizionato troppo vicino ad altri alberi. Consigliamo di mantenere una distanza di almeno 5 m.
Terreno, irrigazione e concimazione
Tra le varie tipologie di terreno agricolo, il corbezzolo predilige quelli sub-acidi e detesta quelli calcarei.
Per ottenere un suolo più acido al momento della messa a dimora consigliamo di ammendare la terra dell’impianto con torba per piante acidofile e letame maturo. In questo modo garantiremo alle giovani piante un ambiente ideale per i primi anni di crescita.
L’irrigazione è necessaria solo il primo anno, specie se l’albero è stato piantato in primavera.
È necessario fare in modo che la terra in estate sia sempre ben umida. Consigliamo quindi di innaffiare con regolarità, almeno una volta a settimana.
Una volta cresciute, le piante non avranno più l’esigenza di essere assistite con l’acqua.
Per migliorare l’umidità del suolo si può usare, inoltre, la pacciamatura naturale. Questa ci aiuterà anche a mantenere la zona di coltivazione libera dalle erbe infestanti.
Infine, la concimazione è importante, ma non deve essere eccessiva. Una volta l’anno, meglio se in autunno-inverno, basterà ammendare intorno alla pianta del compost domestico o dell’humus di lombrico.
Potatura dell’albero di corbezzole
Gli interventi di potatura sull’albero di corbezzole sono più che altro di mantenimento e quindi piuttosto limitati.
I tagli dovranno essere mirati a contenere la chioma e arieggiarla, eliminando parti secche o danneggiate dal tempo.
Per dare all’albero un aspetto più ordinato, è importante la potatura di formazione, con cui s’imprime la forma di allevamento. Le piante acquistate in vaso sono di norma già impostate ad alberello o a cespuglio.
Nel caso si decida di crescere il corbezzolo ad albero, fondamentale è la periodica eliminazione dei polloni basali.
Il corbezzolo è una pianta che ha una forte attività pollonifera e che quindi s’inselvatichisce con facilità.
Avversità e parassiti
Il corbezzolo è una cultivar molto rustica, che non soffre in modo particolare di attacchi da parte di parassiti.
Un pericolo può essere rappresentato dagli afidi neri in primavera. Ad ogni modo, questo insetto si controlla con facilità grazie ai macerati naturali (aglio e ortica) e al sapone di Marsiglia.
Altro insetto problematico per questa specie è la cocciniglia, che in generale predilige gli alberi con foglie coriacee. Per combatterla si consiglia l’uso del macerato di felce in prevenzione. Nel caso di attacco già in corso, si possono usare gli oli bianchi consentiti in agricoltura biologica.
Proprietà e utilizzi del corbezzolo
Il corbezzolo racchiude in sé numerose proprietà, che ne fanno una pianta ottima non solo dal punto di vista ornamentale.
Innanzitutto, il suo legno è eccellente per il riscaldamento e per i lavori di falegnameria. La corteccia è ricca di tannini, che possono essere impiegati per la produzione di coloranti naturali e la concia delle pelli.
Le foglie sono ricche di principi attivi come l’arbutina (o arbutoside). Questa sostanza appartiene al gruppo dei “glucosidi idrochinonici”. Se ingerita viene elaborata ad opera della flora intestinale, trasformandosi in una sostanza con azione antibatterica e antinfiammatoria (idrochinone). Con le foglie fresche si preparano, inoltre, infusi, decotti e tisane. Questi servono sia come diuretici che per curare cistiti, uretriti, prostatiti, infiammazioni dello stomaco, dell’intestino e del tratto epato-biliare. Il miele di corbezzolo è invece ottimo per curare in maniera naturale le affezioni del cavo orale.
Le corbezzole
I frutti sono la parte edule e contengono fino a 400 mg di vitamina C e molti polifenoli con proprietà antiossidanti. Possono essere consumati freschi, ma senza esagerare, in quanto un consumo eccessivo può dare un senso di ebbrezza o leggeri dolori di stomaco.
Nella tradizione delle diverse regioni italiane, le corbezzole vengono per lo più trasformate e quindi sono destinate a una lunga conservazione.
È un frutto ottimo per preparare composte, marmellate, per essere messo sotto spirito con la grappa, per farne dei canditi.
Le corbezzole vengono usate anche per aromatizzare liquori o ricavare bevande alcoliche, come la “vinetta” Ligure. Insomma, un frutto antico, dai molteplici usi e dal sapore Mediterraneo.