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L’azzeruolo, noto anche come lazzeruolo, è un albero da frutto tipico delle nostra tradizione rurale. I suoi piccoli e agrodolci frutti sono chiamati “azzeruole” e somigliano molto a una mela in miniatura.
Vi abbiamo già parlato di alberi da frutto come il giuggiolo, il corbezzolo, il gelso, tutte specie radicate nell’esperienza contadina, ma spesso dimenticate e sottovalutate nell’attuale panorama delle specie da frutto. Anche l’azzeruolo appartiene a questa particolare categoria, che sarebbe opportuno rivalutare, specie nell’ambito della coltivazione del frutteto familiare. Basta infatti anche uno solo di questi alberi, dal pregiato valore anche ornamentale, per avere un ottimo raccolto.
Conosciamo dunque meglio le caratteristiche botaniche dell’azzeruolo, le sue esigenze colturali e i possibili usi dei frutti.
L’azzeruolo, origine e diffusione
L’azzeruolo (Crataegus azarolus), è una pianta da frutto della famiglia botanica delle Rosaceae inquadrabile tra le pomacee minori.
La zona d’origine di questa pianta è l’Asia Minore e Centrale, anche se alcuni ecotipi sono nativi dei paesi del bacino del Mediterraneo.
In molte regioni italiane la pianta di azzeruolo si trova naturalizzata allo stato spontaneo, specie in Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Molise, Campania, Puglia e Sicilia.
Coltivato, invece, l’azzeruolo vanta una tradizione secolare nel nostro Paese, dove veniva scelto sia per i suoi frutti che a scopo ornamentale. Già nel Rinascimento le azzeruole erano molto amate per il loro particolare aroma e il tipico sapore dolce-acidulo. Inoltre, fino allo scorso secolo, erano oggetto di un ricco commercio.
Purtroppo, negli ultimi decenni questa tradizione si è andata perdendo e la coltivazione specializzata è oggi molto rara.
Si tratta di una coltura molto rustica e adattabile, dalla fruttificazione abbondante, ideale per essere impiantata nei frutteti familiari.
Le varietà coltivate più diffuse in Italia sono l’Azzeruolo bianco d’Italia (più delicata) e l’Azzeruolo rosso d’Italia (più rustica).
Caratteristiche botaniche dell’azzeruolo
L’azzeruolo è una pianta che può assumere la forma di piccolo albero o di arbusto cespuglioso. E’ di lenta crescita e non raggiunge mai grandi dimensioni. In condizioni favorevoli può arrivare al massimo tra gli 8 e i 10 m.
La chioma dell’albero ha una forma arrotondata, a volte piramidale, con rami più o meno tomentosi e sporadiche spine.
Le foglie sono caduche, alterne sui rami e coriacee, hanno un breve peduncolo e sono dotate di stipole. Nei rami fruttiferi la lamina fogliare è arrotondata alla base, lobata, con 1-3 paia di lobi a seconda della varietà.
La pagina superiore della foglia è glabra, lucida, di colore verde-brillante. Quella inferiore è, invece, più opaca e vira sul verde pallido-grigiastro.
I fiori sono bianchi, dotati di un breve peduncolo e si trovano riuniti in corimbi, in numero variabile da 5 a 25.
La fioritura dell’azzeruolo è molto bella, avviene all’inizio della primavera e persiste fino a maggio. La fruttificazione avviene agli apici del germoglio dell’anno che si genera da una gemma mista. Dopo la raccolta, l’apice secca, ma allo stesso tempo si forma una gemma laterale, che assicurerà la crescita nell’anno successivo.
I frutti, come detto, sono le azzeruole, ovvero piccoli pomi di forma sferoidale.
Hanno un diametro di 2-2,7 cm e all’interno contengono 2 o 3 semi rivestiti da tegumenti spessi e legnosi.
Il colore della buccia, a seconda della varietà, va dal giallo pallido, al giallo intenso, all’arancio-rosso, al rosso intenso.
La loro maturazione avviene a partire dalla fine di agosto e dura fino agli inizi di ottobre. Altra caratteristica dei frutti è la buona conservabilità.
La coltivazione dell’azzeruolo
Esigenze pedo-climatiche
Di solito l’azzeruolo è una pianta termofila, per questo cresce lungo i pendii collinari, che di norma hanno buona esposizione solare e clima più mite. L’azzeruolo cresce bene nella stessa fascia climatica della roverella e del leccio.
Questo piccolo albero da frutto rustico, vegeta in suoli drenati e non troppo compatti, ma anche in terreni di tipo argilloso o calcareo, purché non diano luogo a ristagno idrico.
Il pH del terreno tollerato va da 6,8 a 8,5, quindi da neutro a sub-alcalino.
Queste le condizioni ideali, ma la sua rusticità garantisce la crescita anche in situazioni più difficili.
La pianta è infatti dotata di una elevata resistenza alla carenza idrica e allo stesso tempo resiste bene ai geli invernali, riuscendo a sopravvivere a temperature inferiori ai -15 °C.
Propagazione
L’azzeruolo si può propagare sia da seme che usando un portainnesto. Far partire la coltivazione da seme, però, è sconsigliato, in quanto la crescita è molto lenta e l’entrata in produzione dei frutti avviene dopo i 10 anni di vita.
In genere l’azzeruolo viene, quindi, propagato per innesto, usando soprattutto il biancospino (Crataegus monogyna ), che ha un’ottima affinità d’innesto e favorisce una precoce entrata in produzione.
Nei vivai specializzati nel recupero di frutti antichi, potrete trovare piante pronte per l’impianto e garantite dalla presenza di malattie.
Sesto d’mpianto
Per il periodo e le tecniche di piantumazione dell’azzeruolo vi consigliamo il nostro articolo su come piantare un albero.
In questa sede, precisiamo solo che il sesto d’impianto è di 4 m tra una pianta e l’altra.
Cure colturali
Nella coltivazione dell’azzeruolo l’irrigazione artificiale non è necessaria. Giusto durante il primo anno dall’impianto bisogna tenere d’occhio periodi di lunga siccità e nel caso intervenire per favorire l’iniziale attecchimento radicale.
La concimazione deve essere blanda. Può essere eseguita in autunno interrando vicino alla base del tronco del compost domestico o dell’humus di lombrico (che trovate qui).
Un intervento colturale che di solito viene eseguito, è quello della cimatura autunnale, che favorisce la fruttificazione dell’anno successivo.
Questa particolare tecnica si applica sui rami misti, ossia le ramificazioni dell’anno che presentano gemme a legno e, al loro apice, gemme a frutto.
La cimatura stimola la formazione di ulteriori gemme a frutto.
Per quanto riguarda i normali interventi di potatura, si possono seguire le regole generali. Queste mirano soprattutto a mantenere una forma armoniosa e ad eliminare le parti vecchie o malate dell’albero.
Raccolta e uso dei frutti
L’azzeruolo è una vera e propria specie arborea multi-funzionale. Produce frutti eccellenti e con proprietà medicinali, ed è anche un albero di elevato pregio ornamentale.
E’ perfetta come pianta decorativa nel giardino, da ammirare dalla primavera all’autunno, dalla fase di fioritura a quella di fruttificazione.
Come pianta da frutto è sufficiente coltivare un esemplare isolato, vista l’abbondante produzione.
I frutti si possono consumare freschi, appena raccolti, ma anche in inverno, se conservati in un luogo buio e asciutto.
Le azzeruole fresche sono dissetanti e hanno diverse proprietà. Sono diuretiche e ipotensive e la loro polpa è antianemica ed oftalmica, grazie all’elevato contenuto di provitamina A.
Le azzeruole sono un ottimo ingrediente per le ricette della tradizione contadina, come ad esempio confetture, marmellate e gelatine. Si usano anche in pasticceria e si conservano sotto spirito.
2 commenti
Grande iniziativa,le indicazioni biologiche proposte sono una costante educazione ad amare e rispettare la natura.
Grazie
Non ho letto per quale cause le piante seccano al primo anno piantate. Nel territorio di Siracusa era molto coltivato questo frutto. Io li ho piantate per tre anni consecutivi in terreni e posizioni diversi, ma, anche quest’anno mi sono seccate: cosa posso fare per risolvere questo problema.