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La valerianella, conosciuta anche come insalata valeriana e formentino, è un ortaggio a foglia facile da coltivare. E’ in grado di regalare grandi soddisfazioni per via del suo ottimo gusto e degli importanti elementi nutrizionali.
Si semina con semplicità nell’orto, ma anche in un vaso sul balcone. Inoltre resiste al freddo e non ha bisogno di molte cure colturali.
E’ l’ideale per chi non possiede un terreno ma vuole cimentarsi lo stesso nella coltivazione. La valerianella, infatti, non ha bisogno di grandi spazi per assicurare buone rese. E anche in un piccolo spazio può garantire un consumo di verdura fresca e gustosa per lunghi periodi dell’anno.
Conosciamo dunque meglio l’insalata valeriana, con le sue caratteristiche botaniche e le tecniche di coltivazione biologica.
Identificazione e nomi comuni della valerianella
L’insalata valeriana, nome scientifico Valerianella locusta, è una pianta della famiglia delle Valerianecee, genere Valerianella. Non va confusa con la valeriana officinalis, specie assai conosciuta, ma con caratteristiche diverse.
La valerianella ha una grande tradizione nella nostra cucina tipica, inoltre ha un’ottima diffusione allo stato spontaneo.
Per questi motivi è conosciuta anche con diversi nomi comuni, quali:
- soncino o songino, derivazione del termine greco sonchus, che vuol dire “delicato”, “tenero”;
- dolcetta;
- lattughella;
- gallinella;
- grassagallina;
- pasqualina.
Tutti nomi che ci fanno intuire come sia delicata quest’insalata, dolce, gradita alle galline, molto simile ad una pianta grassa.
L’insalata valeriana, inoltre, si distingue in maniera decisi dagli altri tipi di insalata a cespo che siamo abituati a conoscere.
Vediamo quindi le sue caratteristiche botaniche.
Caratteristiche botaniche dell’insalata valeriana
La valerianella è una pianta di tipo erbaceo, che può essere coltivata con un ciclo annuale, se si decide di seminarla in inverno, o con un ciclo biennale, se la semina avviene in primavera.
E’ composta da un insieme di piccole foglie basali che formano una rosetta. Si tratta di foglioline asessili e spatolate, con lunghezza fino a 10 cm e di colore verde brillante.
Con semina anticipata, la pianta fiorisce in primavera, emettendo un lungo scapo fiorale con diverse ramificazioni. Queste possono arrivare fino a 40 cm di altezza e hanno all’apice piccoli mazzetti di fiori a forma di imbuto. La fioritura è molto delicata e bella da vedere, con fiori di colore bianco e azzurrino.
I fiori sono molto graditi ad api e altri insetti impollinatori, difatti l’impollinazione è entomofila.
Dai fiori all’inizio dell’estate matura il frutto. Quest’ultimo è un piccolo seme di forma tondeggiante, di colore grigio chiaro, facile da raccogliere e che potrà essere conservato e usato per la semina successiva.
Tra le varietà d’insalata valeriana disponibili per la coltivazione ne segnaliamo due:
- D’Olanda a seme grosso, più adatta ad essere coltivata in serra o tunnel;
- Verde a cuore pieno, migliore per la coltivazione in campo aperto.
Coltivare la valerianella
Periodo
La valerianella è una specie molto rustica, per questo può essere coltivata con facilità in più periodi dell’anno. I semi hanno una temperatura di germogliamento di 15 °C ed emergono in circa una settimana. Può essere quindi seminata in autunno, all’inizio dell’inverno, a fine inverno e a primavera. Si sconsiglia la semina in piena estate.
In pieno inverno invece, ad esempio a gennaio o febbraio, può essere seminata, ma ha bisogno di una protezione del gelo. L’ideale è usare semenzai protetti, tunnel freddi o piccole serre da balcone (come questa).
Terreno
La coltivazione dell’insalata valeriana in campo aperto non ha particolari esigenze per quando riguarda la terra. La pianta si adatta bene a diversi tipi di terreno, pur prediligendo quelli di medio impasto, con una buona dotazione di sostanza organica e un pH tendente al neutro. Per una buona riuscita della coltura, l’importante è che sia garantito un buon drenaggio, senza la formazione di ristagni idrici.
Per coltivare la valerianella in vaso invece, basta procurarsi del buon terriccio universale per ortaggi (lo trovate qui). Sul fondo, poi, basta aggiungere un po’ di sabbia di fiume.
Irrigazione
L’irrigazione di soccorso della valerianella è necessaria solo in determinate circostanze.
Certamente nelle coltivazioni in vaso bisognerà garantire sempre un terriccio umido e quindi intervenire al bisogno.
In pieno campo l’irrigazione è necessaria solo durante lunghi periodi di siccità, quindi soprattutto in estate.
La semina della valerianella nell’orto e in vaso
La semina diretta è il miglior modo per iniziare una coltivazione di valeriana. I semi germogliano facilmente, come detto a temperature non inferiori ai 15 °C.
Essendo molto piccolo, il seme non ha bisogno di essere interrato, basta il suo contatto con la superficie. Ci può essere anche un interramento leggero, l’importante e non far scendere i piccoli semi troppo in profondità.
La semina può avvenire a spaglio, con successivo diradamento, o a file regolari.
L’importante è che dopo l’emergenza si mantenga una distanza di almeno 10 cm tra una pianta e l’altra. In questo modo si può assicurare un regolare sviluppo.
Per la coltivazione in vaso sul balcone valgono le stesse regole. L’accortezza maggiore che si deve rispettare è quella di non esagerare con la quantità di seme.
Cure colturali
Coltivare valerianella non richiede molto impegno. Come detto è una pianta rustica, la sua cura è alla portata di tutti. L’attenzione maggiore che deve essere prestata è quella di mantenere le giovani piantine pulite e libere erbe infestanti. Non è necessaria la pacciamatura. Basta una sarchiatura manuale nelle prime fasi, poi la pianta, crescendo e formando un tappeto unico, prenderà il sopravvento sulle malerbe.
La concimazione è utile prima della semina, usando concimi leggeri come il compost domestico o l’humus di lombrico.
Difesa biologica antiparassitaria
Per quanto riguarda la difesa biologica della valerianella dai parassiti, prestiamo attenzione in primis alle lumache, che ne sono ghiotte. Non è un caso se questa pianta, spesso, viene impiegata nell’elicicoltura.
Per tenere lontane le lumache si può usare la cenere di legna (ottima anche come concime), i gusci d’uovo sbriciolati o la posa del caffè.
Altri insetti da tenere sotto osservazione sono i lepidotteri minatori, come la tuta absoluta e la nottua, parassiti che abbiamo conosciuto parlando della coltivazione del pomodoro.
Per tenere sotto controllo i lepidotteri si consiglia l’uso del bacillus thuringiensis. Si tratta di un prodotto consentito in agricoltura biologica, che potete trovate qui.
Per le coltivazioni in serra della valerianella ci sono invece rischi sulle malattie crittogamiche, dovute soprattutto a un’errata gestione dell’irrigazione.
I principali sono:
- Sclerotinia minor;
- Pythium spp.;
- Phoma valerianellae;
- Peronospora valerianellae;
- Aecidium valerianellae.
Raccolta dell’insalata valeriana
La raccolta della valerianella si effettua quando le foglie hanno raggiunto il loro massimo sviluppo. Questo avviene, in genere, quando le piante iniziano a superare gli 8 cm.
La raccolta è semplice, la pianta si taglia alla base, garantendole così la possibilità di emettere nuovi ricacci.
Proprietà e uso in cucina della valerianella
L’insalata valeriana è perfetta per essere consumata insieme ad altre verdure e ortaggi, quindi per fare delle insalate miste. In una dieta vegetariana non può assolutamente mancare, essendo altresì un alimento ricco di proprietà nutrizionali.
E’ poverissima di calorie, solo 21 per 100 g, ma molto ricca di vitamine A e C.
Molto interessante è, inoltre, la presenza di sali minerali, in particolare potassio (459 mg), e sodio (4 mg), magnesio (13 mg). E’ in fine ricca di calcio (38 mg) e ferro (2,2 mg) ed è praticamente priva di grassi e colesterolo.
Tutti questi elementi rendono la valerianella un alimento utile per dare equilibrio nelle fasi della crescita. Il suo consumo aiuta a difendere il sistema immunitario e dà benefici alla pelle. Le sue foglie hanno proprietà depurative, emollienti e lassative.