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La scelta delle varietà di mele è il primo passo per impiantare una coltivazione nel frutteto familiare. Questo tipo di scelta non è affatto semplice, poiché deve tenere conto sia dei propri gusti personali che di diversi fattori tecnici. Tra questi, ad esempio, abbiamo la sensibilità alle avversità che ogni tipologia presenta, le condizioni climatiche di coltivazione a cui resiste, l’epoca di produzione, ecc. Inoltre, il melo è tra i dieci alberi da frutto più coltivati al mondo, con una storia millenaria, questo fa sì che ne esistano migliaia di varietà.
Oggi, sul mercato sono presenti tante tipologie cosiddette “convenzionali”, coltivate a livello professionale. Ma la coltivazione biologica del melo, specie in un piccolo frutteto familiare, deve tenere conto che esistono anche decine di varietà autoctone, da proteggere e tutelare. Queste hanno spesso una lunga tradizione e sono inoltre più facili da coltivare su piccola scala.
In quest’articolo, dunque, parleremo delle varietà di mele convenzionali, offrendo però anche una panoramica sulle più interessanti varietà autoctone.
Prima però, vediamo come scegliere il giusto portainnesto.
Il portainnesto del melo. Ecco come scegliere quello giusto
Il portainnesto del melo è fondamentale per la coltivazione di quest’albero. La moltiplicazione partendo da seme non dà la possibilità di ottenere le stesse caratteristiche della pianta madre. Dunque, per avere il frutto desiderato, non basta scegliere le giuste varietà di mele, ma è essenziale l’innesto.
Un tempo il portainnesto veniva generato dal seme, ottenendo così il portainnesto franco, con diverse peculiarità. Tra queste si annotano: alta vigoria, lenta entrata in produzione e buona stabilità.
Con il tempo, però, i moderni frutticoltori, per impiantare nuovi meleti, hanno iniziato a orientarsi su altre caratteristiche. La scelta è quindi iniziata a cadere su portainnesti che consentivano di mantenere bassa vigoria delle pianta, rapidità nell’entrata in produzione, alte rese produttive, resistenza alle principali malattie e ai parassiti.
Il portainnesto M9
Oggi il portainnesto del melo più usato, che risponde mediamente a tutte le caratteristiche sopra elencate, è denominato M9 (e i suoi cloni).
Questo portainnesto ha una buona affinità con le varietà più commerciali, induce scarsa vigoria nelle piante innestate e ha una veloce messa a frutto. Inoltre, ha un’elevata produttività e migliora le caratteristiche qualitative dei frutti.
Si adatta bene a differenti tipi di terreno, ma predilige quelli fertili, ricchi di sostanza organica e con disponibilità d’irrigazione. Va usato con moderazione in terreni pesanti o siccitosi.
Presenta comunque una buona resistenza al marciume del colletto. Di contro, è piuttosto sensibile al colpo di fuoco batterico, agli scopazzi e agli afidi.
Altri difetti sono il rischio di danneggiamento con forti cali di temperatura invernali (tipici delle zone di montagna). E il fatto che soffre molto la concorrenza delle erbe infestanti.
Per sopperire ai difetti del portainnesto M9 si possono impiegare i suoi cloni:
- M26, portainnesto di maggiore vigoria rispetto ad M9 (circa il 40%), più adatto a terreni poveri, ma non siccitosi;
- MM106, portainnesto vigoroso (60/70 % in più rispetto a M9). Presenta un ottimo ancoraggio al suolo, non ha bisogno quindi di sostegni. Predilige i terreni fertili, ma si accontenta anche di quelli poveri. E’ precoce e produttivo, ottimo da usare con varietà di mele deboli (ad esempio Spur). Da evitare in terreni con presenza di ristagno idrico, in quanto sensibile al marciume del colletto.
- MM111, il portainnesto del melo più vigoroso, più tardivo per l’entrata in produzione, ma migliore in terreni poveri e marginali.
Le varietà di mele convenzionali
Dopo aver visto i principali portainnesti vediamo ora quali sono le varietà di mele convenzionali. Con il termine “convenzionali” si intendono quelle mele che si trovano di solito sul mercato.
L’Italia è tra i maggiori produttori europei di questo frutto, poiché presenta un clima molto adatto. Le diverse varietà possono dunque essere impiantate senza problemi nei piccoli frutteti familiare, con la raccomandazione di usare sempre varietà differenti.
In un meleto, infatti, la presenza di diverse cultivar favorisce in primo luogo l’impollinazione incrociata da una varietà all’altra. Questo, ovviamente, è vero se nel campo c’è la presenza degli insetti utili.
In secondo luogo, la differenziazione varietale, con diverse epoche di maturazione, consente di avere produzioni scalari. Questo si traduce in prodotti freschi disponibili per un periodo più lungo.
Un distinzione tra le diverse varietà può essere fatta in base all’epoca di maturazione del frutto. Abbiamo dunque quelle estive, quelle autunnali e quelle invernali.
Varietà di mele a maturazione estiva
Vediamo quali sono le varietà di mele a maturazione estiva:
- Gala, è la più famosa tra le varietà di mele con una maturazione precoce. E’ vigorosa e precoce anche nell’entrata in produzione. Si raccoglie in maniera scalare a partire dalla seconda metà di agosto. I frutti sono di media pezzatura, le colorazioni vanno dal rosso pallido al rosso brillante. E’ una mela dal sapore dolce e aromatico, con polpa soda, succosa e croccante. Si tratta di una varietà poli-clonale, ovvero ne esistono diverse varietà all’interno di gruppo. Le più diffuse sul mercato sono: Galaxy, Mondial Gala, Obrogala, Royal Gala, Brookfield, Schniga, Buckeye. I difetti che si segnalano su queste varietà sono la suscettibilità a ticchiolatura, cancro rameale, spaccature del frutto quando raccolto in ritardo. I principali impollinatori sono: Golden Delicious, Morgenduft, Granny Smith, Fuji.
- Gaia, varietà resistente alla ticchiolatura, con frutti di ottima pezzatura e colorazione con rossa striata. Le mele di questa varietà hanno sapore dolce e aromatico. L’albero è molto produttivo, a volte a discapito della qualità media dei frutti. La mela è adatta al consumo immediato, in quanto dopo la raccolta si conserva per poche settimane. Matura a partire dalla seconda metà di agosto. Principale impollinatore: non determinato
Varietà di mele a maturazione autunnale
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- Ora vediamo le varietà di mele a maturazione invernale:
- Golden Delicious, è la mela gialla per eccellenza, quella più diffusa nel nostro Paese.
La pianta di questa varietà di mele è di vigore medio, molto produttiva e con frutti di pezzatura grande. Ha il difetto di presentare rugginosità sulla buccia, cosa che viene vista in maniera negativa sul mercato. Nelle coltivazioni biologiche questo fattore non dovrebbe essere considerato un difetto, in quanto una Golden rugginosa è più dolce e aromatica, rispetto a una trattata con pesticidi chimici. La raccolta delle Golden Delicius avviene a partire dalla seconda metà di settembre e si effettua in due stacchi. Anche questa varietà ha dei cloni, quelli più conosciuti sono: Golden Delicious clone B (la più rugginosa e capace di conservarsi a lungo, Smoothee e Golden Reinders, quest’ultima meno rugginosa e di colore più verde.
Principali impollinatori: Gala, Morgenduft, Granny Smith, Fuji. - Red Delicious, è una varietà di mela ideale per coltivazioni pedemontane (200 -900 mslm). In pianura, infatti, l’aspetto e la colorazione dei frutti sono più scadenti. A seconda della sottovarietà (clone) i frutti assumono colori dal rosso brillante (striato o uniforme), con tonalità fino al rosso rubino. La forma è allungata, con 5 punte, nel nostro immaginario la classica “mela di Biancaneve”. La maturazione di queste mele inizia nella prima decade di settembre in due o più stacchi. Tra i cloni diffusi sul mercato i più famosi sono Red Chief ed Erovan.
Principali impollinatori: Golden Delicious, Granny Smith, Gala. - Golden Orange, anche questa è una varietà di mela gialla simile alla Golden Delicius, ma di sapore inferiore. Ha una buccia molto sottile e soggetta alle ammaccature. Non ha però rugginosità ed è resistente alla ticchiolatura. Si raccoglie dalla seconda metà di settembre.
Principali impollinatori: Everest, Florina
Varietà a maturazione invernale
Per quel che riguarda invece le varietà di mela a maturazione invernale, abbiamo:
- Fuji, tra le più conosciute e diffuse, anche se di origine giapponese e impiantate da poco nel vecchio continente. Questa varietà è ancora oggi oggetto di studi. Il loro successo è dovuto alla dolcezza e croccantezza dei frutti, molto succosi e gustosi. Fuori presentano più difetti rispetto alle altre varietà, in quanto non hanno forma e colore omogenei. Soffrono le piogge tardive, che formano screpolature sulla buccia. La pianta di fuji è vigorosa e c’è da dire che ha un’alternanza annuale nella produzione dei frutti. Le mele maturano dalla seconda metà di ottobre in poi.
Principali impollinatori: Gala, Morgenduft, Granny Smith. - Granny Smith, è la classica mela verde e dal sapore acidulo. Sviluppa piante molto vigorose, perciò viene innestata su un portainnesto più debole. Ciò limita la produzione nei primi anni, ma l’albero adulto regala ottime soddisfazioni.
Viene coltivata in pianura, ma difficilmente in maniera biologica.
Principali impollinatori: Gala, Golden Delicious, Fuji.
Morgenduft (Imperatore), questo gruppo di varietà ci porta alla classica mela rossa con produzione tardiva, molto diffusa nel nostro Paese. I frutti sono grandi e omogenei e l’albero molto produttivo. E’ di gestione agronomica semplice, in quanto gli interventi di potatura sono limitati. E’ una mela che deve piacere, perché la polpa tende ad avere consistenza farinosa e pesante. Le “mele imperatore” sono molto usate nell’industria della trasformazione, per succhi o frutta secca. La raccolta di questa mela parte ad inizio ottobre e prosegue in maniera scalare.
Principali impollinatori: Gala, Golden Delicious, Granny Smith, Fuji.Le varietà di mele autoctone italiane
Finora vi abbiamo parlato delle principali varietà di mele che si trovano a livello commerciale. Queste tipologie sono presenti un po’ ovunque, dai banchi dei supermercati ai vivai. Chi vuole però impiantare un nuovo frutteto, sia familiare che professionale, c’è anche la possibilità di scegliere tra le centinaia di varietà di mele autoctone presenti sul nostro territorio.
Certo si tratta di varietà più difficili da reperire, ma con un po’ di fortuna si può impiantare un meleto dal valore molto più significativo e più funzionale all’agricoltura biologica. Varietà riscoperte sul territorio, infatti, sono meno suscettibili a parassiti e malattie, in quanto già in equilibrio con l’ecosistema stesso.
Vediamo in dettaglio due tra le varietà autoctone più rappresentative.Mela Annurca
La varietà di mela Annurca è un’antichissima cultivar di origine campana, già descritta da Plinio il Vecchio e raffigurata nei dipinti degli scavi di Ercolano, dell’epoca Romana.
Ha dei cloni naturali che si sono affermati nel tempo, conosciuti come Annurca rossa del Sud e Annurca bella del Sud.
La sua coltivazione è ancora in auge e viene commercializzata con il marchio Melannurca Campania IGP. L’Annurca dà vita a un albero di vigoria medio-elevata con portamento assurgente.
Ha una raccolta tardiva che si protrae fino a novembre, con maturazione finale in melaio.
Ha una produttività medio-elevata, ma è soggetto a cascola e alternanza produttiva.Il frutto di mela Annurca è di grandezza medio-piccola, forma rotondeggiante, un po’ asimmetrica. La buccia ha uno spessore medio, è liscia e cerosa, dal colore giallo-verde con sovracolore rosso.
La polpa è una vera prelibatezza, molto bianca e compatta, croccante e succosa, aromatica e profumata. E’ la varietà autoctona più apprezzata sul mercato.
Per le sue eccezionali proprietà viene usata in erboristeria, per la preparazione di integratori alimentari come questi.Mela Abbondanza
La varietà di mela Abbondanza, nota anche col nome del suo clone Abbondanza rossa, è originaria del Bolognese, dove venne scoperta a fine ‘800. Nel secolo successivo si è diffusa in tutta la Regione e in parte dell’Italia settentrionale.
L’albero ha una vigoria medio-scarsa ed entra precocemente in produzione. Ha una raccolta tardiva, senza alternanza, ed è poco soggetto a cascole dei frutti.
Il frutto ha una pezzatura media, forma sferoidale un po’ appiattita. La buccia è striata di rosso intenso. La buccia è spessa, leggermente cerosa. La polpa ha una colorazione unica, specie nella varietà Abbondanza Rossa: rosso-violetto nel 100% del cuore della mela.
La polpa è croccante e succosa, molto compatta, con un buon rapporto acidi/zuccheri.
I nuovi impianti che sono stati fatti di questa varietà, hanno dimostrato che è meno suscettibile alla ticchiolatura e ai parassiti quali la carpocapsa, lepidottero autentico “amante” delle mele.Altre varietà di mele autoctone
Come accennato, le varietà di mele autoctone, nel nostro Paese sono moltissime. Ecco un elenco di quelle più note.
- Apione, origine Sardegna
- Appio, Sardegna
- Bella del Giardino, Emilia-Romagna
- Bella di Barge, Piemonte
- Bianca di Grottolella, provincia di Avellino
- Bianca di Ussassai, provincia di Nuoro
- Bolognola, provincia di Bologna
- Buras, provincia di Cuneo
- Calamana Trevigiana, Veneto
- Campanino, Emilia Romagna
- Canonico, Sicilia
- Carbone, provincia di Cuneo
- Carla, coltivata in Trentino, un tempo in tutto il Nord Italia
- Carraia, province di Piacenza e Parma
- Casciana, Toscana e Liguria
- Cerina, Marche
- Cioca Rumela, Emilia-Romagna
- Cola, pendici dell’Etna
- Contessa, Piemonte
- Conventina, Umbria
- Dal Doc, Friuli
- Damoncella, Calabria
- De Jerru de Aritzo, provincia di Nuoro
- Decio, Emilia Romagna, Veneto e Lazio
- Dolcezza di Tronzano, provincia di Vercelli
- Dominici, provincia di Torino
- Durello di Forlì, Romagna
- Edelroter, Sud-Tirolo
- Ferro, Sud Italia
- Francesca, Toscana, Emilia e Lazio
- Gelata, Centro-Sud Italia
- Lazzeruola, origine bolognese, presente in Campania e Lombardia
- Limoncella, diverse specie in Calabria, Molise, Sicilia, Basilicata, Campania e Sardegna
- Mela Ghiaccio, Basilicata
- Mele Rosa, grande famiglia, forse la più antica delle varietà italiane, con specie tipiche in ogni Regione
- Mele a polpa rossa, mele sanguigne di origine non precisata, ma presenti in Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Molise, Umbria, Lazio.
- Miali, Sardegna
- Miliadeci, provincia di Palermo
- Musona, Emilia-Romagna
- Noi Unci, Sardegna
- Panaia, Centro-Sud Italia
- Paradisa, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania
- Pomella Genovese, Liguria
- Promentina Rossa, Calabria
- Renetta Grigia di Torriana, provincia di Cuneo
- Renetta Ruginosa del Tirolo, Sud-tirolo
- Renetta Walder, Emilia-Romagna
- Righetta, Toscana ed Emilia
- Rosa di Caldaro, provincia di Bolzano
- Rosa Marchigiana, Marche
- Rosa Romana, Lazio
- Rosmarina Bianca, Trentino Alto Adige
- Ruggine, Marche e Toscana
- San Giovanni, Campania
- Zitella, tutto il Sud-Italia.
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- Golden Delicious, è la mela gialla per eccellenza, quella più diffusa nel nostro Paese.
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3 commenti
Grazie. MOLTO PRATICO e chiaro nei fondamentali concetti.
Alfonso Boraschi
Grazie a te, Alfonso.
Ho un azienda biologica di 11 ha, coltivo mele e nocciole bio certificate
Complimenti per l’attività .
La gamma di mele resistenti a ticchiolatura, oidio, cancro rameale è molto ampia.
A chi vuol fare coltivazione biologica indicherei la scelta di queste cv resistenti e non le cv che impongono 10 trattamenti contro la ticchiolatura.