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La botrite (o muffa grigia della vite) è tra le malattie fungine più gravi che minacciano la viticoltura italiana. Colpisce in particolar modo gli acini d’uva in fase di maturazione, ma può manifestare i suoi sintomi anche sulle foglie e i germogli, ovvero gli organi vegetativi della pianta di vite. È molto importante prevenire la botrite con adeguate pratiche agronomiche e trattamenti mirati. Com’è ovvio, parliamo di interventi consentiti in biologico. Se non si corre ai ripari, infatti, il rischio è che la malattia diventi sempre più virulenta e quindi difficile da controllare.
In questo articolo vediamo quali sono i sintomi della muffa grigia e quali danni arreca alle piante. Inoltre, vediamo gli interventi di tipo colturale da fare nel vigneto e le strategie migliori di difesa biologica.
Cosa è la botrite
La botrite è una malattia delle piante causata dal fungo parassita Botrytis cinerea, nella sua forma asessuata. Viene chiamata anche muffa grigia, in quanto questa è la caratteristica visibile degli attacchi in stadio avanzato.
Piante colpite
È la vite che subisce i maggiori danni da botrite, specie a livello economico. Si tratta ad ogni modo di un patogeno molto aggressivo e polifago, ossia che colpisce diverse specie. Le altre piante interessate dal problema sono:
- fragola,
- canapa,
- colture ortive in genere
- pomacee (melo, pero, cotogno, nespolo comune, nespolo del Giappone, sorbo domestico, azzeruolo),
- drupacee (pesco, susino, albicocco, mandorlo e ciliegio).
I sintomi di botrite della vite
I sintomi di botrite sulla vite sono diversi, a seconda se si mostrano sugli acini di uva, sulle foglie, sui germogli o sui tralci. Vediamoli in dettaglio.
Sintomi sugli acini di uva
La botrite della vite colpisce in modo forte gli acini di uva. Questi sono a rischio soprattutto dopo la fase fenologica della invaiatura e in fase di maturazione. In queste fasi aumentano le concentrazioni di zuccheri negli acini, il che favorisce la germinazione del fungo e la penetrazione nei tessuti dei frutti. Quando il grappolo è colpito dal fungo gli acini iniziano a diventare scuri, con tonalità diverse a seconda dello stadio fenologico e della varietà di uva. In seguito diventano molli e ricoperti di muffa grigia. Se le condizioni ambientali virano verso una condizione di “secco”, anche la parte colpita del grappolo tende a seccare, formando delle necrosi.
Sintomi sulle foglie
I sintomi di attacco da botrite sulle foglie di vite sono meno frequenti e con un danno minimo. Si manifestano specie in primavera, nei periodi molto piovosi. Il fungo sulle foglie si evidenzia con la comparsa di necrosi di color rossastro, localizzate soprattutto ai bordi. In seguito le aree necrotiche possono estendersi all’intero margine fogliare.
Sintomi su germogli e tralci
Anche su germogli e tralci l’attacco di botrite è meno frequente, più circoscritto e di norma primaverile. Sui germogli si possono avere dei marciumi molli, che tendono a ricoprirsi di muffa e disseccare. Sui tralci, invece, quando hanno ancora consistenza erbacea, creano delle necrosi e degli imbrunimenti diffusi. Sulla parte colpita si formano gli organi di conservazione del fungo, gli sclerozi, visibili ad occhio nudo come una punteggiatura di color nerastro.
Ciclo biologico della botrite
Botrytis cinerea è un fungo saprofitario, ovvero in grado di sopravvivere sui tessuti morti. La sua grande polifagia inoltre, gli consente di superare con facilità l’inverno. Si conserva allo stato di sclerozio o micelio. In particolare, nella vite si rifugia sui tralci, nelle screpolature della corteccia, nei residui di vegetazione infetta rimasti a terra, sugli acini non raccolti. Nei vigneti si è osservata la presenza di conidi del fungo per tutto l’arco dell’anno. Questi organi sono in latenza durante il periodo invernale e in fase potenzialmente patogena nelle altre stagioni.
Condizioni che favorisco la botrite
La botrite si “risveglia” in primavera, quando trova le condizioni ambientali favorevoli. A seguito di piogge prolungate, associate ad umidità elevata, il fungo si sviluppa, sino a produrre in circa una settimana un’abbondante muffa grigiastra. Questa è formata dai conidi che vengono disseminati dal vento e dalla pioggia stessa. Le condizioni ottimali allo sviluppo dell’infezione da botrite si verificano con un’umidità relativa oltre il 90%, capace di mantenere bagnata la vegetazione per circa 15 ore a temperatura media di almeno 15 °C . Tale condizione è nota come regola dei due 15.
Altre condizioni
Con temperature e umidità differenti, la botrite può comunque infettare l’ospite, ma ha bisogno di più tempo. I conidi, infatti, hanno un range di sviluppo molto ampio. Possono germinare da temperature di poco superiori a 0 °C fino a oltre 30 °C. L’infezione è inoltre favorita dalla lesioni e ferite (provocate magari da grandine, parassiti o altre malattie quali peronospora o oidio). Ad esempio le lesioni agli acini dovute ad attacchi di tignoletta della vite sono una tipica via di ingresso per la muffa grigia.
Rimedi naturali per prevenire la botrite
Una buona prevenzione agronomica è indispensabile per evitare la botrite. Ecco quindi cosa fare e cosa non fare:
- a livello varietale, i vitigni caratterizzati da grappoli compatti e acini con buccia sottile risultano più sensibili agli attacchi di botrite. Per questo, in zone epidemiche, nel caso di un nuovo impianto, bisognerebbe orientare la scelta della varietà verso uve con grappolo meno compatto, con portainnesti poco vigorosi;
- fattore predisponente alla botrite sono le continue lavorazioni del terreno, dunque per evitarla è consigliato l’inerbimento;
- eseguire concimazioni equilibrate, evitando gli eccessi di azoto, che determinano condizioni di rigoglio vegetativo e dunque ombreggiamento. Quest’ultimo favorisce l’infezione botritica;
- dare importanza alla potatura verde della vite, molto utile poiché, scoprendo i grappoli, ne favorisce la maturazione ed evita l’eccesso di umidità all’interno della massa fogliare;
- eliminare con cura i residui di vegetazione infetti della stagione precedente.
Prodotti contro la botrite
Per fortuna la botrite si può contenere facendo ricorso a prodotti biologici. Quelli migliori sono i polverulenti, in quanto più persistenti e in grado di bloccare la diffusione del patogeno. Tra questi abbiamo:
- zolfo in polvere (che trovate qui)
- caolino
- zeolite
- prodotti a base di rame (che già si usano per la peronospora della vite, giacché favoriscono l’ispessimento della cuticola dell’acino, e dunque contrastano anche gli attacchi di botrite).
Fungicidi contro la botrite
Di recente la lotta alla botrite ha visto l’introduzione di due agenti di controllo biologico: il Bacillus subtilis e il Trichoderma harzianum. Il primo è un batterio naturale del terreno, che riesce a proteggere le piante dagli attacchi di agenti patogeni come la botrytis cinerea.
Il trichoderma è anche esso un fungo presente in natura. È usato in viticoltura biodinamica per micorrizare il suolo. Agisce per antagonismo alimentare, limitando il potenziale infettante del patogeno della botrite. In sintesi, ne diminuisce l’efficienza germinativa, riducendo la disponibilità di secreti e sostanze nutritive dalla superficie delle foglie.