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Le malattie di origine fungina rappresentano una sfida comune nell’orto domestico, richiedendo una strategia di prevenzione mirata per garantire la salute delle piante e la produttività del raccolto. Prevenire queste malattie, dette anche malattie crittogamiche, in modo biologico richiede un approccio olistico che comprenda pratiche agronomiche appropriate e l’uso di prodotti sicuri per l’ambiente.
In questo articolo, quindi, come si possono prevenire le malattie fungine dell’orto utilizzando solo metodi biologici.
Le malattie fungine
Le malattie fungine sono diffuse in molte colture orticole e possono causare gravi danni alla produzione se non affrontate correttamente. Fitopatologie come la peronospora, il marciume del colletto e l’alternaria, oidio, compromettono seriamente la salute delle piante e la resa del raccolto.
La prevenzione è essenziale per proteggere le piante dagli attacchi fungini e mantenere la salute del terreno, in quanto è proprio nel suolo che gli agenti patogeni si conservano (ad esempio attraverso le spore) per poi attaccare le piante, quando vi sono le condizioni ambientali predisponenti (elevate umidità ambientale, sbalzi termici ecc).
Importanza delle tecniche agronomiche
In agricoltura biologica, l’uso di fungicidi di sintesi è vietato a causa dei loro potenziali effetti dannosi sulla salute umana e sull’ambiente. Pertanto, diventa cruciale adottare pratiche agronomiche che favoriscano la resistenza delle piante alle malattie fungine senza l’uso di prodotti chimici nocivi. Queste pratiche includono la rotazione colturale, il rispetto delle distanze di trapianto e l’utilizzo di prodotti biologici approvati, vediamo questi aspetti singolarmente.
Rotazione colturale
Una delle pratiche più importanti per prevenire le malattie fungine è la rotazione colturale. Questa tecnica comporta la rotazione delle colture su base annuale o pluriennale, evitando di piantare la stessa specie vegetale nello stesso terreno per periodi prolungati, ovvero alternare le colture in modo che specie diverse vengano coltivate in successione nel medesimo appezzamento. In questo modo, si riduce la presenza di patogeni nel suolo che possono sopravvivere grazie alle spore residue. Ad esempio, se un’area è stata colpita da peronospora su patata, è consigliabile piantare colture diverse, come leguminose, l’anno successivo per interrompere il ciclo vitale del patogeno. Inoltre, la rotazione colturale favorisce una maggiore diversità microbiologica nel suolo, riducendo così il rischio di malattie fungine.
Piantare alle giuste distanze
Oltre alla rotazione colturale, è fondamentale effettuare i trapianti delle giovani piantine alle giuste distanze per favorire una buona circolazione dell’aria. Questo riduce l’umidità e previene l’accumulo di condizioni favorevoli alla proliferazione dei funghi patogeni. Ad esempio, l’oidio sulla zucchina tende a svilupparsi in ambienti umidi e soffocati, quindi mantenere le piante adeguatamente distanziate può aiutare a prevenire questo tipo di malattia.
Utilizzo dei prodotti consentiti in agricoltura biologica
Esistono diversi prodotti consentiti per l’uso in agricoltura biologica che possono aiutare a prevenire le malattie fungine. Tra questi ci sono le micorrize, i sali rameici, il bicarbonato di sodio e di potassio, lo zolfo, l’equiseto e la zeolite. Questi prodotti agiscono in modi diversi, ad esempio la zeolite micronizzata forma una barriera protettiva sulle piante, mentre il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che ostacola la crescita dei funghi patogeni. È importante utilizzare questi prodotti in modo oculato e alternato, in modo da sfruttare al massimo le loro proprietà preventive senza compromettere la salute del suolo e degli organismi non bersaglio.
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