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La fatsia japonica, anche conosciuta come aralia, è una sempreverde ornamentale. E’ una pianta molto apprezzata e coltivata sia in giardino che in appartamento.
Per avere piante sane e rigogliose è però importante rispettare alcuni accorgimenti colturali.
Essendo molto rustica, si adatta bene agli inverni freddi, per questo motivo può trovare giusta collocazione anche all’esterno delle abitazioni.
Ne esistono poi diverse varietà, ognuna con delle proprie caratteristiche.
Conosciamo dunque le proprietà botaniche della fatsia japonica e vediamo come riprodurla e coltivarla in modo corretto. Un occhio di riguardo, in questo articolo, concederemo alla sua difesa biologica antiparassitaria.
Identificazione botanica e caratteristiche dell’aralia
La fatsia japonica è una pianta della famiglia delle Araliaceae, così come l’edera.
Si tratta di una specie originaria dell’Asia orientale, molto diffusa allo stato spontaneo soprattutto in Giappone e penisola coreana.
La pianta ha un arbusto molto ramificato, che in crescita libera può arrivare anche a 5 m di altezza.
Il fusto ha la tendenza ad accestire alla base, ossia a moltiplicare il numero delle ramificazioni della pianta.
Altra caratteristica saliente dell’aralia è rappresentata dalle ampie foglie, inserite sul fusto in maniera alterna. Queste, inoltre, sono dotate di un lungo picciolo, hanno una forma palmato-lobata e sono suddivise in 7-11 lobi.
Nella varietà classica, le foglie sono verde scuro nella pagina superiore, chiaro in quella inferiore, e possono arrivare anche a 45 cm di larghezza.
La pianta fiorisce in autunno, con tipiche infiorescenze a ombrello poste all’apice dei rametti. I fiori sono di color bianco-crema.
Varietà di fatsia japonica
Oltre alla varietà tipica che vi abbiamo appena descritto, esistono altre varietà di fatsia japonica. Queste differiscono in particolare per dimensione, forma e colore delle foglie. Vediamo quali sono queste varietà.
- Aurea. Pianta con una crescita più lenta e foglie variegate
- Marginata. Varietà dotata di foglie con lobi profondi di colore grigio-verde ed evidenti margini di colore bianco
- Variegata. Con foglie con un largo margine, rese ancora più belle dalle variegature bianco-crema.
La coltivazione dell’aralia
Le esigenze ambientali
Come accennato nell’introduzione, la fatsia japonica è una specie molto rustica. Viene coltivata sia in appartamento che in giardino, sia in vaso che in piena terra.
Se collocata all’esterno, resiste bene alla basse temperature invernali, purché non si scenda al di sotto degli 0 °C.
Ciò che tollera di meno sono i raggi diretti del sole nei mesi estivi. Questi, con alte temperature, possono portare a un rapido ingiallimento fogliare.
Quando si decide di coltivarla in casa, bisogna scegliere una stanza con una buona luminosità, ma che non sia riscaldata. In inverno l’aralia mal sopporta il calore artificiale, quindi attenti a posizionarla lontano da termosifoni e stufe.
E’ facile capire quando questa pianta soffre per una temperatura ambientale inadeguata, le grandi foglie, infatti, dapprima diventano gialle, poi si afflosciano e infine cadono.
Dunque, se non avete una stanza fredda, meglio posizionare il vaso sul balcone.
Terreno, irrigazione e concimazione
L’aralia non è molto esigente in termini di tipologia di terreno agricolo. Per le coltivazioni in vaso basta un buon terriccio da giardino, mescolato con un 20% di sabbia di fiume per migliorarne il drenaggio.
Molta cura invece va prestata all’irrigazione, che col caldo non deve mancare mai, sia in vaso che in piena terra.
Il terreno deve essere sempre ben umido, con annaffiature frequenti in estate e ridotte in inverno. Attenzione a non esagerare, troppa acqua può far afflosciare le foglie. Regolatevi toccando la terra, che deve essere umida, ma non zuppa d’acqua.
Per chi coltiva la fatsia japonica in appartamento, un utile accorgimento è quello di bagnare di tanto in tanto le foglie con uno spruzzino. In questo modo risulteranno lucide e brillanti.
Una concimazione periodica giova alle piante, specie in primavera-estate, nel momento del rigoglio vegetativo. Un ottimo concime organico per l’aralia è l’humus di lombrico, che potete reperire qui.
La riproduzione della fatsia japonica
La fatsia japonica si può riprodurre con facilità dal seme. Il periodo migliore per piantarla è la fine dell’inverno, con temperature tra i 10 e i 15 °C. I semi vanno messi a germinare in piccoli vasi del diametro di 10 cm. Le piantine, che non andranno mai esposte ai raggi diretti del sole, dovranno essere rinvasate tra settembre e ottobre. Dopo aver trascorso l’inverno in una serra fredda da balcone (come questa), saranno trapiantate nella dimora definitiva all’inizio della primavera, quindi dopo poco più di un anno dalla semina. In generale è l’inizio della primavera il momento ideale per il rinvaso della fatsia. Questo va effettuato quando il vaso è troppo piccolo per contenere lo sviluppo delle radici e la vigoria della vegetazione. Un vaso di dimensioni inadeguate rischia di non mantenere in equilibrio una pianta voluminosa.
I semi o la pianta già sviluppata è possibile acquistarli qui.
Se invece volete prelevare i semi dalla pianta, sappiate che questa fiorisce a inizio autunno. Dunque i semi sono maturi verso fine novembre-inizio dicembre. Le piante coltivate in casa fioriscono di rado.
L’aralia si può riprodurre anche prelevando in marzo-aprile i polloni basali. Questi andranno messi a radicare in un mix al 50% di torba e sabbia.
Potatura dell’aralia
La potatura della fatsia japonica ha fini ornamentali e serve solo per imprimere alla pianta una forma più compatta.
La pianta è caratterizzata da un rapido accrescimento e raggiunge notevoli dimensioni, per questo si possono tagliare i rami esili o allungati, in modo da farla apparire più chiusa. E’ importante praticare sempre tagli netti e precisi, per non causare sfilacciature molto dannose.
L’attrezzo per la potatura dev’essere pulito e disinfettato e il taglio va effettuato sopra una nuova gemma.
Il periodo migliore per potare l’aralia è la fine dell’inverno.
Difesa biologica antiparassitaria
L’aralia può soffrire dell’attacco di diversi parassiti, che ne compromettono l’aspetto, ma anche il sistema linfatico.
I periodi più a rischio sono la primavera e l’estate.
La cocciniglia cotonosa
In primavera bisogna fare attenzione alla cocciniglia cotonosa, che attacca fusti e pagina inferiore delle foglie, succhiando linfa. La cocciniglia provoca il deperimento della pianta, oltre alla produzione di abbondante melata e fumaggine. L’insetto può essere eliminato con l’olio minerale bianco (che trovate qui), che è un prodotto consentito in agricoltura biologica, specifico per cocciniglia. Altri rimedi per questo parassita sono il sapone di Marsiglia, ottimo anche per pulire le piante dalla melata, e il macerato di felce.
Gli afidi
Altri insetti problematici per la fatsia japonica sono gli afidi, che compaiono in piena primavera.
Questi insetti attaccano in particolare le foglie rendendole appiccicose, e ne succhiano la linfa. Per prevenirne la presenza consigliamo l’uso dei macerati naturali, come il macerato d’aglio e il macerato di ortica. Qualora non fossero sufficienti e ci si dovesse trovare di fronte a un’infestazione, si può intervenire con l’olio di neem, che in formula specifica per l’agricoltura biologica trovate qui.
Il ragnetto rosso
Con l’arrivo del caldo estivo attenzione anche al ragnetto rosso, che attacca le foglie facendole prima ingiallire e poi morire. Questo animaletto prolifera col caldo secco. Un sistema molto semplice per limitarne la proliferazione, arrestandone lo sviluppo, è un’abbondante bagnatura serale con acqua fredda.