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La bocca di leone è una pianta da fiore che si coltiva facilmente in un vaso sul balcone. È amata dagli appassionati per la sua splendida fioritura ed è conosciuta anche come bocca di lupo e snapdragon flower (in inglese). I nomi comuni di questa specie botanica fanno riferimento alla forma della corolla, definita personata.
Il fiore ha la caratteristica di aprire la “fauce”, quando la corolla viene stretta lateralmente tra le dita, quasi fosse appunto una bocca di leone.
Si tratta di una pianta abbastanza rustica, che si riproduce facilmente da seme. Dunque, coltivare la bocca di leone è alla portata di tutti, basta seguire alcuni accorgimenti che illustreremo in quest’articolo.
La bocca di leone
La bocca di leone è una pianta originaria delle regioni mediterranee.
Si può trovare anche allo stato spontaneo come pianta perenne. In coltivazione viene trattata come pianta annuale nelle regioni più fredde.
Storia
Non si conosce con precisione la data d’introduzione della bocca di leone in floricoltura, ma probabilmente avvenne durante il secolo XVIII.
I giardinieri si accorsero della facilità con cui questo fiore si riproduceva partendo dal seme. Intuirono, inoltre, la possibilità di selezionare ottime varietà, con corolle fiorali aventi un’ampia gamma di vivaci colori: rosso, rosa, porpora, arancio, giallo e bianco. Alla metà del XIX secolo la bocca di leone entrò di prepotenza nel commercio internazionale dei fiori.
Specie
La bocca di leone appartiene al genere Antirrhinum, famiglia botanica delle Scrofulariaceae, a cui afferiscono oltre 40 specie.
La maggior parte delle varietà da giardino deriva dalla specie A. majus, molto rustica, in quanto presenta fusto lignificato alla base. Tra le varietà più pregiate ricordiamo Nanum e Pulimum, ottime per la coltivazione sul balcone.
Caratteristiche botaniche
- La bocca di leone ha le foglie più alte sessili, mentre quelle più basse sono dotate di piccolo.
- La fioritura è molto prolungata, parte a giugno e arriva ai primi freddi.
- I fiori si trovano riuniti in infiorescenze eretta a grappolo, con la caratteristica forma “a bocca”.
- La corolla dei fiori è tubulosa, più gonfia nella parte basale. Termina nell’estremità opposta con due formazioni simili alle labbra.
- A seconda della varietà, questo fiore può arrivare a un’altezza compresa tra i 25 e i 120 cm, per cui si presta a diversi scopi.
La coltivazione della bocca di leone
La coltivazione della bocca di leone varia a seconda del luogo. Nel Sud, dove il clima invernale è mite, viene coltivata direttamente nei giardini, per formare delle bordure di fiori, usando le varietà di piccole dimensioni.
Le temperature invernali che questa pianta sopporta non devono scendere sotto i 5 °C.
A queste condizioni, la pianta si comporta da perenne, riseminandosi da sola e non richiedendo molte cure.
Ad ogni modo, la bocca di leone è coltivata soprattutto in vaso, per adornare balconi e ringhiere. La si può trattare come annuale, estirpando le piante vecchie in autunno e riseminando a ogni primavera con seme fresco.
Dove fa più freddo e si vuole tentare una coltivazione perenne, la si può proteggere con teli in tessuto non tessuto, così da preservarla dalle gelate.
Per un rigoglioso sviluppo, la posizione gradita è quella soleggiata, vanno quindi benissimo i balconi esposti a sud.
Terreno e concimazione
Il tipo di terreno ideale per coltivare la bocca di leone in giardino è di medio impasto, con pH neutro, ricco di sostanza organica e ben drenato.
In vaso si può scegliere tranquillamente un terriccio universale di buona qualità.
Per la concimazione organica, l’ideale sono concimi organici leggeri, come l’humus di lombrico o il compost domestico, che vanno ammendati (mescolati) al terreno di coltivazione.
Come e quando seminare
Come accennato, la bocca di leone si riproduce facilmente da seme. Per questa pianta la riproduzione per talea è difficile, quindi scarsamente utilizzata.
La semina si fa in inverno, dal mese di gennaio fino a tutto marzo. Deve però essere utilizzato un semenzaio riscaldato.
La temperatura ideale per far germogliare il seme è compresa tra 16 e 18 °C, dunque solo una cassetta a temperatura controllata darci garanzie. In rete è facile trovare questo tipo di attrezzatura.
I semi della bocca di leone sono abbastanza piccoli (si acquistano facilmente nei negozi specializzati, in tante varietà colorate).
Pertanto, un buon modo per seminarli in maniera omogenea è quello di mescolarli con la sabbia, spargendo poi tale miscuglio.
Il letto di semina può essere fatto con torba da giardino e sabbia, miscelati in parti uguali.
Dopo la semina, si innaffia leggermente e in maniera delicata la terra, usando un annaffiatoio con fori molto sottili. Infine, basta ricoprire con un po’ di sabbia.
Le piantine germoglieranno dopo circa 10 giorni, e bisognerà lasciarle crescere per un po’ alle condizioni della semina. Quando saranno abbastanza grandi, potranno essere ripicchettate, cioè trasferite dal semenzaio riscaldato a un vaso. Per questo primo trapianto è consigliato l’utilizzo di un vaso da 8 cm di diametro.
A questo punto si lascia sviluppare la pianta, facendo attenzione a proteggerla dal gelo.
Allo scopo, si può usare una piccola serra da balcone come questa, che di notte può essere facilmente trasferita in casa.
Come e quando trapiantare in vaso
Dopo questa prima fase, le piantine di bocca di leone che avremo allevato nel piccolo vaso possono essere messe a dimora nella loro posizione definitiva.
Il periodo migliore per il trapianto della bocca di leone va dal mese di aprile in poi, dipende da quando avete eseguito la semina.
Si possono usare fioriere circolari di grandi dimensioni, dove metterete più piantine di colori diversi, ma anche vasi rettangolari, ecc. L’importante è che il nuovo contenitore sia sufficientemente ampio e profondo. Tenete però sempre conto che le giovani piantine si trapiantano a una distanza minima di 25 cm l’una dall’altra.
Come e quando innaffiare
La bocca di leone richiede un apporto d’acqua regolare durante la lunga stagione della fioritura. Bisogna sempre controllare il terriccio del vaso e verificare l’umidità superficiale. È meglio innaffiare la pianta spesso ma con poca acqua, così da non correre il rischio di creare pericolosi ristagni idrici.
Come eliminare i parassiti
Tra i parassiti, quelli più temibili per la bocca di leone sono gli afidi. Questi fastidiosi insetti attaccano infatti sia le foglie, che i fiori e i nuovi germogli.
La loro presenza si può però prevenire usando, ad esempio, il macerati naturale d’aglio.
In caso di forti infestazioni conviene ricorrere al lavaggio della pianta con sapone molle potassico. Questo prodotto è consentito in agricoltura biologica ed è molto efficace sia per eliminare gli afidi dalla bocca di leone che per rimuovere la melata e la fumaggine che questi insetti lasciano. Un ottimo sapone per le piante da giardino potete trovarlo anche online.
Come eliminare le malattie
La ruggine della bocca di leone
Tra le malattie che affliggono la bocca di leone, la più frequente è la ruggine. Questa si presenta con la comparsa di pustole scure sul fusto e sulle foglie. In caso di rischio, la malattia può essere prevenuta nel periodo vegetativo, facendo ricorso a delle periodiche bagnature con acqua e bicarbonato di sodio.
Sconsigliato è l’utilizzo di prodotti a base di rame, in quanto si tratta di piante che teniamo molto vicine all’interno delle nostre abitazioni.
Ci sono comunque delle varietà di bocca di leone resistenti alla ruggine. Queste sono:
- Harrison’s Rust Resistent
- Scarlet Monarc
- Yellow Monarc
Altre malattie
Altre malattie della bocca di leone sono la muffa, il marciume del piede e radicale.
Sono tutte di origine fungina e si presentano quando c’è un forte ristagno idrico nei vasi di coltivazione e poca areazione. Per prevenirle basta regolare le annaffiature e tenere sempre le piante in posizioni soleggiate e ben arieggiate.