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Coltivare girasoli può dare un aspetto molto più allegro al nostro orto o al nostro giardino. Ovviamente una coltivazione a fini decorativi è diversa da una a fini commerciali. Questa coltura è molto diffusa a livello mondiale e la produzione del suo olio di semi non ha bisogno di presentazioni. Ma è ovvio che in questi casi viene praticata su grandissime superfici. Questa pianta, di origine sudamericana, trova la sua iniziale diffusione in Europa a partire dal 1500 come coltura ornamentale. Qui vogliamo trattarla da questo punto di vista, uno stupendo fiore dal ciclo primaverile-estivo, che dona colore alla nostra terra. Vediamo quindi il periodo giusto per la semina, le cure necessarie per la coltivazione e quali sono le possibili utilità nell’orto e nel giardino.
Ma prima di iniziare con la coltivazione, vediamo le caratteristiche botaniche della pianta.
Caratteristiche botaniche dei girasoli
Il girasole, nome scientifico Helianthus annuus, è una pianta con ciclo annuale. Appartiene alla famiglia delle Asteraceae (o Compositae), cosi come il tarassaco.
La parola Helianthus deriva dalla composizione di due parole greche, ossia helios=sole e anthos=fiore.
Il nome esplicita dunque l’attitudine della pianta a seguire con il suo grosso fiore l’andamento del sole.
In fisiologia vegetale questo comportamento è detto eliotropismo. Anche in italiano il suo nome comune richiama chiaramente questa tendenza della pianta.
Fusti
Il girasole è una pianta contraddistinta da un notevole sviluppo. Nel suo habitat naturale può arrivare anche fino a 4 metri di altezza. Con il nostro clima, però, le specie coltivate a fini ornamentali arrivano solitamente fino a 2.
Il fusto della pianta ha andamento eretto, di forma cilindrica, molto robusto, con superficie rugosa e ispida.
Radici
Le radici di questo fiore sono di tipo fascicolato e ben sviluppate. Riescono a scendere in profondità nel terreno, soprattutto nei primi 40-50 cm, anche se possono arrivare fino a 2 metri. Questo lungo apparato radicale consente alla pianta di trovare l’acqua in profondità e quindi di resistere agli stress idrici.
Fiori
Del coltivare girasoli la caratteristica saliente è ovviamente la grande infiorescenza terminale a capolino, chiamata calatide. Questa è composta da un ricettacolo a disco di forma piatta, circondato da una doppia o plurima serie di brattee.
La calatide ha un diametro variabile dai 15 ai 50 cm ed è formata al suo interno da centinaia di piccoli fiori.
A seconda della varietà, può essere unica all’apice, o plurima, con capolini più piccoli nelle ramificazioni inferiori.
In realtà la calatide è composta da due tipi di fiori, ossia quelli ligulati e quelli tubulosi. I primi sono quelli esterni, di tipo asessuato. Sono disposti a corolla su una o due file e sono costituiti da una grossa ligula gialla.
Gli altri, i tubulosi, sono quelli del disco interno. Sono di tipo ermafrodito, di piccole dimensioni e meno appariscenti. Sono costituiti da un ovario infero e da un perianzio di forma tubolare, con colorazione dal giallo al rossiccio.
L’eliotropismo di questo fiore funziona così: al sorgere del sole le calatidi sono chiaramente rivolete a est, mentre al tramonto si trovano ad ovest. Questo meccanismo naturale si arresta quando le calatidi arrivano a piena maturazione e iniziano la formazione del seme. A quel punto, infatti, petali e corolla si trovano rivolti sempre verso nord/nord-est.
Impollinazione
In una coltivazione di girasoli l’impollinazione dei fiori è di tipo incrociato, ossia eterogama.
In sostanza, l’impollinazione avviene grazie all’azione delle api e di altri insetti impollinatori come i bombi. Tecnicamente, questo processo è detto entomofilo.
Api e altri insetti sono molto attratti dai colori accessi dei petali e dalla disponibilità di polline. Anche poche piante nel giardino di casa sono dunque una risorsa preziosa per le nostre amiche api. È importante, ovviamente, a questo fine, che nel nostro orto o giardino non ci sia alcun tipo di contaminazione chimica,
Semi di girasole
Il frutto del girasole è costituito da un grosso achenio di forma particolarmente allungata. E’ composto da un pericarpo duro e fibroso che aderisce al seme, con colorazioni variabili dal bianco, al nero, allo striato. Il seme vero e proprio, invece, è il 75% dell’achenio. E’ formato da un tegumento seminale, dall’embrione e da due cotiledoni contenenti grassi e proteine. Ed è da qui che infatti si estrae l’olio.
Durante la formazione dei semi, la calatide si piega a causa dell’aumentato peso. A completa maturazione guarda verso terra.
Le varietà di girasoli
Se decidiamo dei coltivare la Helianthus annuus, dobbiamo pensare alla scelta della varietà migliore, adatta alle nostre esigenze. La principale differenziazione varietale dei semi viene fatta in base al ciclo biologico della pianta. Questo varia mediamente dai 110 ai 140 giorni.
La maggior parte dei semi di girasole disponibili sul mercato sono degli ibridi, divisi in tre macroclassi a seconda del ciclo precoce, medio o tardivo. La migliore resa in termini di semi, e dunque di acidi grassi, è dato dalle sementi con ciclo medio-tardivo.
Come coltivare girasoli
Esigenze pedoclimatiche e periodo di semina
Coltivare girasoli è una pratica che ha un ciclo colturale tipicamente primaverile ed estivo. Questo fiore predilige un clima temperato, con temperature abbastanza alte durante l’estate.
In generale, la pianta si adatta bene al clima del nostro territorio, essendo comunque molto rustica. L’accortezza sta nell’individuare il giusto periodo di semina, che di solito è verso la fine di marzo nelle regioni meridionali, e di aprile in quelle del centro Nord. L’importante è che sia scongiurato il rischio delle gelate, che possono compromettere la pianta alla germinazione del seme e nelle prime fasi di accrescimento vegetativo.
Preparazione del terreno
Il terreno ideale per coltivare girasoli deve essere molto drenante. Inoltre, deve essere lavorato in profondità, in modo da dare la possibilità all’apparato radicale di superare gli strati superficiali. Nelle grosse estensioni il terreno viene solitamente arato e affinato con una ripuntatura. Ovviamente, per una coltivazione a livello domestico in cui si seminano poche piante, queste operazioni non sono necessarie. In questo caso basta una buona vangatura come quelle che si effettuano normalmente per gli ortaggi.
Tecniche di semina
I semi di questo fiore possono essere interrati direttamente nel terreno, facendo delle piccole postarelle. La profondità dell’interramento deve essere proporzionata alle dimensioni del seme. Nel caso caso di una coltivazione di girasoli, dunque, il seme va inserito nel terreno a circa 3-4 cm.
L’impianto prevede poi una distanza tra le piante di circa 40 cm, mentre quella tra le file deve essere approssimativamente di 60-70 cm.
Queste distanze daranno modo a tutte le piante di svilupparsi armoniosamente.
Concimazioni
Questa pianta trae beneficio dalla presenza nel terreno di sostanza organica decomposta. Per questo motivo, se intendiamo coltivare girasoli, è bene concimare utilizzando del letame animale molto maturo o, in alternativa, il compost domestico.
La concimazione deve essere fatta un po’ prima della semina, in modo che sia ben integrata nel terreno.
Cure colturali
Le principali esigenze dei girasoli sono l’irrigazione e la difesa dalle malerbe.
Nel primo caso, per il fabbisogno idrico non si hanno grosse problematiche. L’apparato radicale scende in profondità, quindi la pianta è in grado da sola di trovare l’acqua. Tuttavia, dalla fase iniziale fino alla fioritura, bisogna assicurarsi che il terreno sia sempre ben umido. Sarà quindi necessario intervenire con irrigazioni di sostegno. Quando la pianta è matura, le necessità idriche sono via via decrescenti.
Per quanto riguarda la pulizia dalle erbe infestanti, invece, questo bel fiore colorato soffre la concorrenza delle malerbe. Questo è vero soprattutto nella fase iniziale, successivamente la cultivar prende nettamente il sopravvento.
Per evitare operazioni di sarchiatura, si può intervenire con la pacciamatura naturale. Questa operazione ci aiuterà inoltre a tenere più umido il terreno. Con questa tecnica agronomica bio, preferendo la paglia, avremo notevoli benefici anche a livello estetico.
Raccolta dei semi di girasole
Dal punto di vista alimentare, sono i semi di girasole la parte preziosa della pianta. Questi giungono a piena maturazione quando gli acheni si staccano in maniera agevole dalla calatide. Per capire quando è il momento giusto per raccoglierli basta osservare la calatide stessa e le foglie, che si presentano secche. Il fusto e gli steli, invece, iniziano a imbrunirsi.
Coltivare questa pianta alle nostre latitudini vuol dire avere la raccolta da fine di agosto a fine di settembre, a seconda del grado di maturazione raggiunto e dal ciclo della pianta.
A livello di agricoltura industriale la raccolta viene effettuata con delle apposite mietitrebbiatrici da frumento opportunamente adattate. In campo domestico possiamo agevolmente effettuarla a mano con operazioni di battitura sull’aia.
I benefici dei girasoli nell’orto e nel giardino
Il primo vantaggio del coltivare girasoli a livello domestico sta nel fattore estetico. Osservare da vicino una pianta in piena fioritura è uno spettacolo affascinante. La vita di campagna non deve essere solo finalizzata alla produzione. Bisogna imparare a godere anche della pace che la natura con le sue bellezze è in grado di donare.
Altra funzione utile è la naturale attrazione che questo fiore genera nei confronti delle api e degli altri impollinatori. Sappiamo bene che la presenza di questi insetti utili è fondamentale per l’armonia dell’intero ecosistema. E questo, a sua volta, è una cosa importantissima per la salute delle nostre piante.
Oltre a questo c’è la possibilità di sfruttare la fioritura come pianta spia per gli insetti dannosi dell’orto. Ad esempio, la tuta absoluta del pomodoro è molto attratta dal giallo del fiore e quindi vi fa visita frequentemente. La presenza del lepidottero sul fiore ci consentirà di intervenire in tempo (magari con le trappole di confusione sessuale o con altri rimedi bio) salvando gli ortaggi.
In quest’ottica, consigliamo di posizionare i fiori ai margini esterni del campo, sia per non infastidire le altre colture, sia per creare una sorta di barriera protettiva esterna.
Proprietà nutritive dei semi di girasole
I semi di girasole possiedono proprietà nutrizionali eccellenti. Hanno un elevato contenuto in acidi grassi essenziali, quali l’acido folico, utile durante lo stato di gravidanza, e l’acido linoleico, sostanza impiegata dal nostro organismo per produrre omega 3, acidi grassi utili per la protezione dalle malattie cardiovascolari.
Contengono inoltre vitamine del gruppo B e vitamina E, che svolgono funzioni antiossidanti. Infine, sono molto ricchi di sali minerali quali ferro, fosforo, zinco, magnesio e potassio.
Usi alimentari
Nell’agricoltura industriale i semi di girasole sono utilizzati principalmente per la produzione di olio di semi. In ambito domestico possiamo, invece, utilizzare i semi raccolti dalle nostre piante biologiche direttamente tal quali. In cucina, se li saliamo e tostiamo leggermente, li possiamo usare come snack spezzafame o da aperitivo. Possiamo unirli alla preparazione di una sana e gustosa muesli. Li possiamo utilizzare insieme a mandorle e pinoli per fare il pesto in casa.
Ma esistono anche molte altre ricette, per cui potete davvero sbizzarrirvi con la vostra fantasia.
Naturalmente se utilizzate i semi delle vostre piante biologiche, non avrete problemi di alcun tipo. Se invece se per i semi da piantare vi rivolgete al mercato, fate attenzione a che provengano da produzioni biologiche. Un prodotto con ottimi standard qualitativi potete trovarlo qui.
2 commenti
Ecco finalmente una guida completa ed esaustiva sulla coltivazione naturale dei Girasoli. Grazie per le preziose dritte (e le chicche, che la maggior parte trascura, come gli effetti benefici del nostro corpo e di quello di madre natura).
I miei più sentiti complimenti per l’articolo, appena sbocceranno i miei piccolini, a voi andrà la giusta parte del merito.
Grazie mille per i complimenti e buona coltivazione!