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L’erica arborea è un’essenza tipica della macchia mediterranea, che vanta un’antica tradizione nella cultura popolare. Nel nostro Paese nasce spontanea in tutte le regioni, dove svolge un importante ruolo nella riforestazione delle aree colpite da incendi.
Oltre ad essere una specie selvatica, ne esistono alcune varietà selezionate dalla grande bellezza ornamentale. Vista la sua grande rusticità, l’erica arborea può trovare spazio nei nostri giardini. Ad esempio, può essere utile per costituire una siepe o attirare api e altri insetti impollinatori.
Conosciamo, dunque, questa pianta, le sue caratteristiche botaniche, le proprietà e i diversi usi a cui si presta.
Identificazione botanica e habitat naturale dell’erica arborea
L’erica arborea, nota come radica, è una pianta della famiglia delle Ericaceae.
E’ una specie dell’area mediterranea, dove vegeta spontanea in macchie, boschi radi di leccio e garighe.
Spesso la troviamo associata al corbezzolo, con il quale forma delle fitte macchie di copertura vegetale, nei terreni difficili.
Il binomio naturale erica arborea/corbezzolo si sviluppa nei terreni acidi, sottoposti a pascoli intensivi o colpiti da incendi e laddove l’intervento dell’uomo ha ridotto la presenza di vegetazione.
La pianta di erica vegeta bene nelle zone non troppo calde o aride, come quelle della prima fascia costiera. Si adatta, inoltre, ai climi più umidi delle zone basso-montane. Nel nostro Paese la troviamo al Sud, partendo dal piano fino ai 1200 metri d’altitudine. Nel Nord, invece, arriva fino ai 600 metri.
Caratteristiche botaniche dell’erica arborea
L’erica arborea è un piccolo arbusto sempreverde, che può anche avere forma di alberello, con un’altezza massima di 6 m.
I rami hanno portamento eretto e formano una fitta chioma. Quelli giovani presentano alle estremità della lanugine biancastra, questa permette di distinguere l’erica arborea dalle altre eriche presenti nella macchia mediterranea.
La corteccia dei rami è di colore bruno-rossastro, con evidenti screpolature.
Le foglie sono aghiformi, lunghe fino a 5 mm. Sono di colore verde-scuro, hanno il margine dentellato, con una linea bianca nella pagina inferiore.
I fiori sono belli e numerosi. Sono di tipo ermafrodito e si trovano riuniti in infiorescenze a grappolo nella parte superiore dei rami. Emanano un caratteristico e piacevole profumo.
I frutti sono costituiti da capsule che contengono tanti piccoli semi.
La fenologia dell’erica arborea prevede una spiccata attività vegetativa in primavera. La fioritura, invece, avviene in periodi diversi a seconda del clima:
- Febbraio e marzo al Sud e nelle Isole
- Marzo e aprile al Centro
- Giugno al Nord e in montagna.
L’impollinazione è entomofila, operata da api e altri insetti pronubi. L’erica arborea è una mellifera da cui le api producono un eccellente miele uniflorale, scuro e torbido anche da liquido. Ha inoltre una consistenza cremosa e si cristallizza con rapidità.
Varietà di erica arborea coltivabili
Di erica arborea esistono alcune varietà di pregiato valore ornamentale, selezionate dalla vegetazione spontanea nel corso del tempo.
Ad esempio l’erica arborea var. alpina, con caratteristiche più rustiche della specie tipo.
Altre varietà note sono:
- Albert’s Gold, con fogliame giallastro
- Estrella Gold, ancora più compatta e con massiccia fioritura tradiva
- Picos Pygmy, con bellissimi fiori di colore bianco puro e foglie molto scure
- Spring Smile, varietà più sensibile al freddo, con colorazioni rosa-giallo all’apice delle foglie durante l’inverno.
Proprietà e usi dell’erica arborea
L’erica arborea è una pianta che si presta a numerosi utilizzi, vediamo quali sono i principali.
In ambito forestale svolge azione di contenimento dei fenomeni erosivi, ad esempio su terreni troppo sabbiosi e in forte pendio.
Inoltre è una specie colonizzatrice dei suoli devastati dagli incendi, tanto che a volte è considerata infestante.
Le foglie, specie negli apici vegetativi più teneri, sono molto appetibili per gli animali da pascolo.
Ma questa pianta ha anche usi in fitoterapia, grazie alle sue proprietà diuretiche, febbrifughe, astringenti, sedative. Molto facile da preparare in casa è il decotto con i fiori secchi.
La pianta di erica viene impiegata nei piccoli lavori artigianali di falegnameria. Il suo legno è di buona qualità, molto duro e di colore rosso. Di solito viene usata la parte basale della pianta, ossia il “ciocco di erica”, utilizzato in particolare per le pipe. Splendidi esemplari potete trovarli qui.
Nella tradizione contadina, la radica aveva anche altri usi. I rami secchi, ad esempio, erano usati per accendere il fuoco o per fare le classiche scope rustiche. Sempre secondo gli usi tradizionali, la pianta veniva impiegata nella tintura delle matasse di lana e di altre fibre. Infine, il ciocco e i rami permettevano di ottenere un particolare carbone vegetale. Questo era dotato di elevato potere calorifico, aveva lunga combustione e veniva usato soprattutto dai fabbri.
La coltivazione dell’erica arborea
Propagazione
In natura l’erica arborea si propaga e riproduce grazie all’azione del vento che trasporta con facilità i piccolissimi semi.
E’ stato osservato che anche il fuoco contribuisce alla stimolazione dei processi germinativi, fenomeno questo molto particolare. In prove sperimentali, infatti, si è verificato che i semi esposti al fumo anticipano in maniera evidente l’inizio della germinazione. Si ipotizza che questo sia dovuto a un’esposizione al fumo seguita da una stratificazione calda e una stratificazione fredda. Questo, unito all’eccellente attività pollonifera della pianta, spiega la facilità di colonizzazione dell’erica nei terreni percorsi dagli incendi.
In ambito domestico conviene optare per la propagazione per via vegetativa. Questa si effettua con l’uso di talee semilegnose in luglio, o di talee legnose in ottobre. Il procedimento di attecchimento della talea di erica è uguale a quello che vi abbiamo già illustrato parlando del rosmarino.
Altra alternativa è la propagazione tramite propaggine, nel mese di marzo.
Molti vivai specializzati, comunque, vendono piante di erica in vaso, che si possono trapiantare nel terreno a partire da febbraio.
Esigenze ambientali
Per crescere in maniera rigogliosa, l’erica richiede un ambiente soleggiato, ma non troppo caldo. La pianta si adatta bene anche in zone umide, purché il freddo invernale non sia eccessivo. L’erica teme il gelo intenso, anche se ci sono varietà più resistenti.
Per quanto riguarda l’esposizione al vento, invece, la pianta non ha problemi.
Terreno e irrigazione
L’erica arborea preferisce un terreno con un pH un po’ acido. La pianta rifugge i terreni di tipo calcareo.
Per le coltivazioni in vaso, un ottimo substrato di coltivazione potete acquistarlo qui.
Ad ogni modo, il terreno deve avere un buon drenaggio e un’ottima dotazione di sostanza organica matura. Sono da evitare gli apporti successivi di concime.
A livello idrico, la pianta resiste bene anche a prolungati periodi di siccità. Bisogna prestare attenzione ad irrigare con regolarità solo nel primo anno di vita.
Avversità e Parassiti
L’erica arborea è una pianta rustica, che poco teme le avversità e gli attacchi dei parassiti.
Tra le malattie crittogamiche si segnala il potenziale rischio dovuto alla presenza dell’agente patogeno Phytophthora cinnamomi. Questo causa marciumi radicali e il deperimento della pianta. Vi abbiamo già spiegato come difendersi da questo fungo parlando della coltivazione dell’avocado.
Tra gli insetti, invece, i problemi maggiori sono dovuti alla presenza di afidi e cocciniglia.