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Il maggiolino (Melolontha melolontha) è un insetto appartenente all’ordine Coleoptera, famiglia Scarabaeidae, superfamiglia Melolonthinae. Questo insetto parassita è molto diffuso nel nostro Paese ed è conosciuto anche con i nomi di maggiolino comune e scarabeo. Produce gravi danni alle colture, sia nelle forme adulte che allo stadio di larva. Ha inoltre un ciclo di vita lungo, che si completa in diversi anni, per questo è dannoso e difficile da debellare.
Conosciamo quindi le caratteristiche del maggiolino e le tecniche agronomiche per difendere le coltivazioni che infesta.
Le caratteristiche del Melolontha melolontha
Il maggiolino adulto
Gli adulti di maggiolino sono insetti con il capo scuro forniti di poderose mandibole e antenne. Il protorace è in genere nero, talvolta rossastro in alcuni individui, ricoperto di corta e fitta peluria.
Le zampe sono rossastre, mentre le elitre (ali) sono color bruno con una fine punteggiatura e delle coste longitudinali.
L’addome è nero lucente con tacche bianche ai lati.
Raggiunge una lunghezza di 25-30 mm.
Le larve di maggiolino
La larva del Melolontha melolontha ha un aspetto caratteristico: è di colore bianco latteo, con capo grosso e più scuro (bruno rossastro). Il protorace porta sul dorso due placche gialle. Anche le zampe sono gialle, piuttosto lunghe e vellutate.
L’addome si presenta ricurvo a C, con l’ultimo tratto più voluminoso, di colore grigio nerastro e con due linee parallele di spine che attraversano un’area di peli scuri.
Le dimensioni a piena maturità raggiungono i 40-45 mm di lunghezza.
La larva di maggiolino è simile a quella della Cetonia aurata (che proprio per questo è detta anche maggiolino verde), ma, in realtà, non andrebbero confuse, in quanto la larva di cetonia è innocua per le radici delle piante.
I danni del Melolontha melolontha alle piante
Danni del maggiolino adulto
L’insetto maggiolino adulto si nutre per lo più delle foglie degli alberi. Predilige in particolare le latifoglie come quercia, acero campestre, carpino, faggio, castagno, ippocastano, betulla, pioppo e olmo. Non disdegna nemmeno le foglie di alcune fruttifere, e ama in particolare melo, ciliegio, nocciolo, susino e noce. I danni sono consistenti solo in caso di piante giovani e gravi infestazioni.
Danni delle larve
I danni maggiori del maggiolino sono dovute all’attività trofica delle larve che vivono nel terreno. Queste larve sono grandi divoratrici delle radici delle colture erbacee (bietola, patata, fragola, cereali, leguminose e graminacee da foraggio), delle piante fruttifere, della vite e di piante forestali.
A seconda dell’entità dell’infestazione abbiamo danni più o meno gravi, che vanno dal deperimento e appassimento fogliare, fino alla morte.
Particolari danni sul melo
Molto suscettibili agli attacchi di larve di maggiolino sono i giovani meleti realizzati su portainnesti nanizzanti, i quali sviluppano l’apparato radicale poco in profondità. In seguito all’attività larvale, si verificano diffusi deperimenti della chioma dell’albero, riduzione dello sviluppo, anticipata caduta delle foglie e, nei casi più gravi, la morte delle piante.
Il ciclo di vita del maggiolino
La nuova generazione di adulti di maggiolino si forma durante l’inverno. Lo fa nelle celle pupali, posizionate a 25 cm di profondità nel terreno. Quando la temperatura del suolo supera stabilmente gli 11 °C gli insetti emergono dal terreno; di norma ciò avviene tra aprile e maggio. Nelle prime due settimane di vita si dirigono per lo più sulle latifoglie boschive, dove si alimentano con voracità.
Dopo l’accoppiamento, ritornano nei luoghi d’origine (ad esempio, il terreno di un orto vicino ad un bosco) dove iniziano a deporre le uova a 15-20 cm di profondità. Ogni femmina depone circa 20-30 uova.
Gli esemplari femminili più forti, dopo la prima ovideposizione ritornano nei boschi per alimentarsi e rinforzarsi, per poi deporre altre uova. Questo andirivieni può ripetersi fino a 3-4 volte. L’incubazione delle uova avviene in 4-6 settimane, quindi la schiusa si verifica di solito tra giugno e luglio.
Sviluppo delle larve
Il ciclo totale di vita del maggiolino (stadi larvali compresi) si completa in 3-4 anni. Questo è uno dei motivi della loro pericolosità, anche perché ci sono generazioni di adulti e larve che si sovrappongono.
Primo anno
Le larve di maggiolino appena nate misurano 7-8 mm. Da subito iniziano a erodere gli apparati radicali delle piante ospiti, senza tuttavia arrecare particolari danni. A settembre la larva raggiunge già i 10 mm di lunghezza e compie la prima muta, scendendo fino ad 1 m di profondità nel terreno. Qui trascorre l’inverno.
Secondo anno
Nella primavera del secondo anno le larve di scarabeo risalgono più in superficie, iniziando un’attività più intensa di erosione radicale, attaccando anche le radici più grosse. A giugno compiono un’altra muta e continuano a nutrirsi fino all’autunno, momento in cui scendono giù nel terreno per trascorrere l’inverno. A questo punto hanno raggiunto i 30-35 mm di lunghezza.
Terzo anno
Nella primavera del terzo anno, le larve di maggiolino sono in avanzato stato di sviluppo, e la loro attività, per fortuna, si riduce. Alla fine di giugno, scendono più in profondità nel terreno per compiere la metamorfosi dentro una cella ovale molto resistente.
La vita pupale dura 7-8 settimane. I nuovi adulti che si formano rimangono in diapausa all’interno delle celle, fino alla primavera successiva, quando fuoriescono dal terreno come maggiolini adulti.
Come eliminare le larve di maggiolino
Eliminare il maggiolino dal terreno non è cosa semplice. Come abbiamo visto, è un insetto che vive molti anni allo stadio larvale e che trascorre l’inverno a profondità considerevoli.
Smuovere il terreno ed eliminare a mano le larve è la soluzione più semplice ed efficace per la difesa agronomica. Questa operazione, però, deve essere fatta in estate, periodo non favorevole per lavorare il terreno, a causa di siccità o per via delle coltivazioni dell’orto estivo in corso. Bisogna dunque operare delle scelte, che dipendono dal grado d’infestazione. Se in una stagione c’è forte presenza larvale, l’anno successivo è meglio sospendere le coltivazioni e lavorare il terreno in estate, così da uccidere le larve.
La difficoltà di questo intervento è legata alla superficie infestata. Dove si può usare il trattore con l’erpice a dischi, la lavorazione meccanica sarà più semplice e rapida.
Lotta microbiologica
Buoni risultati si ottengono con la lotta microbiologica, utilizzando i nematodi entomopatogeni o la beauveria bassiana. Si tratta di prodotti consentiti in agricoltura biologica, che si immettono nel terreno in sospensione acquosa. Anche in questo caso, facendo i trattamenti in inverno, quando le larve di maggiolino sono ben riparate 1 m sotto terra, si ottengono scarsi risultati, quindi è bene agire in estate.
Come eliminare i maggiolini adulti
Per ostacolare l’uscita dal terreno degli adulti, si può ricorrere a delle particolari pacciamature di fine inverno. Per realizzarle possiamo usare teli di juta o reti a maglie fittissime, tipo quelle che si usano per le raccolta delle olive. A primavera, quando gli scarabei tenteranno di andare in superficie per accoppiarsi, troveranno sul loro cammino questo ostacolo. Così facendo riusciremo a interrompere il ciclo riproduttivo e quindi il proliferare dell’insetto.