Indice dei contenuti
I nematodi entomopatogeni sono dei nematodi “benefici” per le piante dell’orto, le cui dimensioni sono molto ridotte. Si tratta di minuscoli “vermi” che vengono usati per la lotta biologica ai parassiti dell’orto e degli alberi da frutto, e sono così piccoli da essere invisibili a occhio nudo. Ad ogni modo, pur essendo piccoli, sono molto efficaci per eliminare le larve di numerose specie di insetti dannosi. Questi particolari organismi vermiformi agiscono in modo molto selettivo, per cui non sono dannosi per l’ambiente, le colture, l’uomo, i pesci e, in generali, gli animali. Il loro uso sta avendo ottimi risultati sul campo, tanto da essere considerati una eccellente alternativa all’uso dei pesticidi chimici.
In questo articolo cerchiamo quindi di capire bene cosa sono, come si comportano e come si usano questi particolari macrorganismi.
Cosa sono i nematodi entomopatogeni?
I nematodi in natura sono classificati come un Phylum (tipo) del regno animale, a cui appartengono oltre 20.000 specie. Si tratta di microscopici “vermi”, visibili al microscopio elettronico, che di norma si comportano come parassiti. Molti di essi sono parassiti dannosi, per animali, uomini e piante. Vi abbiamo infatti già parlato dei nematodi delle colture, che provocano gravi deperimenti all’apparato radicale delle piante. Esistono però dei generi di nematodi, detti per l’appunto entomopatogeni, che esplicano la loro attività parassitaria nei confronti di insetti a loro volta considerati parassiti delle colture. Ai fini agrari sono parassiti “buoni”, ovvero impiegabili nella lotta biologica e assolutamente non dannosi per l’uomo e l’ambiente. I generi impiegabili in agricoltura sono: Steinernema e Heterorhabditis, nello specifico le specie: Steinenernema feltiae, S. carpocapsae, S. kraussei, Heterorahabditis bacteriophora e H. megidis.
Contro quali parassiti si usano i nematodi entomopatogeni?
I nematodi entomopatogeni sono parassiti obbligati di insetti allo stadio larvale, tra cui: coleotteri, lepidotteri, ditteri e imenotteri. Gli stadi di adulti e crisalidi non possono essere parassitizzati da questi organismi. Molte delle specie di insetti di maggior interesse agrario contro cui questi nematodi sono efficaci, vivono allo stadio larvale all’interno delle piante (o nel terreno). Qui scavano gallerie e si nutrono, provocando quindi gravi danni alle colture colpite. Tra questi menzioniamo:
- oziorrinco
- capnodio
- tuta absoluta
- nottua del pomodoro
- frankliniella occidentalis
- rodilegno giallo e rosso
- punteruolo rosso delle palme
- popilia japonica
- carpocapsa
- maggiolino
Come agiscono i nematodi entomopatogeni
I nematodi entomopatogeni ospitano al loro interno dei batteri dei generi Xenorhabdus e Photorhabdus. Sono questi batteri che a loro volta parassitizzano le larve degli insetti dannosi. In pratica, il nematode è un minuscolo essere vermiforme, che penetra all’interno dell’insetto obiettivo. Una volta al suo interno, rilascia questi batteri, che in poco tempo si moltiplicano e uccidono l’ospite in 24-72 ore dalla penetrazione. Il nematode entomopatogeno continua invece a sopravvivere, andando alla ricerca di altre larve da parassitizzare.
Condizioni necessarie affinché siano efficaci
I nematodi entomopatogeni, per essere efficaci, hanno bisogno di muoversi in un ambiente molto umido. Temperature troppo basse o esposizione ai raggi del sole ne provocano invece la morte. Per questo, vengono somministrati sulle colture e nel terreno insieme all’acqua, mantenendo sempre elevati livelli di umidità.
Dove si trovano si nematodi entomopatogeni
I nematodi entomopatogeni si trovano con facilità in commercio (ad esempio qui) e possono essere acquistati senza patentino, non essendo classificati come fitofarmaci. Sono quindi consentiti in agricoltura biologica. Le aziende produttrici, in genere, li distribuiscono in appositi contenitori refrigerati in polistirolo, così da garantire la sopravvivenza del macrorganismo, che, come detto, non resiste alle alte temperature. In vendita si trovano formulazioni costituite da una massa soffice disidratata, in un substrato inerte (argilla, alginato o gel). Questi substrati contengono miliardi di nematodi entomopatogeni che vengono riattivati grazie al contatto con l’acqua. Nella pratica, come detto, si aggiungono all’acqua e si mescola in modo lento e costante la soluzione. Questa poi viene distribuita sul terreno o sulla vegetazione.
Come si usano
Nel terreno
Irrorati nel terreno, riescono a raggiungere le larve degli insetti che trascorrono stadi dello sviluppo nel terreno o nell’apparato radicale. Parliamo in particolare di coleotteri come il rodilegno, il capnodio o l’oziorrinco. I nematodi sfruttano le stesse vie d’ingresso create dagli insetti, come le gallerie scavate negli organi sotterranei degli alberi.
Altra via d’ingresso dal terreno è attraverso i frutti bacati caduti a terra, ad esempio le mele colpite da carpocapsa.
Sulla vegetazione
Analogo meccanismo si ha con il trattamento a base di nematodi sulla vegetazione. Questi possono essere irrorati sul tronco e, in tal caso, sono in grado di raggiungere le larve svernanti di insetti che si annidano nella corteccia. Sulle colture orticole non penetrano in modo diretto nei tessuti vegetali delle piante, non ne sono in grado. Sfruttano sempre i danni già causati dagli insetti, come ad esempio le gallerie di un parassita minatore come la tuta absoluta del pomodoro. Per una riuscita ottimale dell’intervento, bisogna bagnare bene la vegetazione, fino a farla sgocciolare.
Consigli di applicazione
I trattamenti, sia sul terreno che sulla vegetazione, si eseguono sempre nelle ore fresche della giornata, quando è più facile mantenere alta l’umidità. Per le irrorazioni fogliari si usa una pompa a spalla (come questa), strumento in grado di bagnare in modo uniforme le piante. Per le bagnature del terreno, basta anche un semplice innaffiatoio. In questo secondo caso, il consiglio è quello di mantenere il suolo umido anche dopo la distribuzione dei nematodi, quindi irrigando spesso. Così facendo, si garantisce la sopravvivenza dei nematodi stessi.
Come è ovvio, per colpire i parassiti agli stadi larvali (meglio se giovani) bisogna studiarne e conoscerne il ciclo di vita, cosa non sempre semplice. Spesso ci si accorge di un insetto solo quando lo vediamo adulto, anche se in realtà sono le larve a fare disastri. Un esempio lampante è il punteruolo rosso delle palme.
6 commenti
Interessante
Molto interessante ho scoperto un nuovo sistema tattico scientifico per la lotta ai parassiti ed è anche bio
Buongiorno, mi confermate che i nematodi entomopatogeni non hanno nessun tipo di controindicazione se usati in giardino ed orto?
Grazie,
Cristina
Agiscono in modo molto selettivo, per cui non sono dannosi per l’ambiente, le colture, l’uomo, i pesci né gli animali.
Chiedo, per il fico attaccato dal punteruolo nero, posso dare il prodotto anche in presenza dei fichi che tra qualche mese saranno in maturazione? Riesco a stanare qualche adulto ma per quanto riguarda le larve( trovo ogni mattina segatura alla base del tronco) non riesco a raggiungerle, come posso fare? Grazie
E possibile distribuire via manichetta o con lancia irroratrice?