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Gli afidi che infestano il melo e il pero appartengono alla specie Aphis pomi, ovvero l’afide verde delle pomacee. Questo afide è diffuso in tutta Italia e, addirittura, può essere ritenuto cosmopolita, in quanto presente in gran parte del mondo. Gli attacchi di afidi su melo e pero devono essere ben valutati, in particolare sulle piante giovani, in quanto l’infestazione compromette la regolare crescita degli alberi e quindi la produzione dei frutti.
In questo articolo capiamo come notare le presenza di afidi sul melo e sul pero, quali sono i danni provocati e studiamo quale è la corretta strategia per una valida difesa biologica.
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Descrizione dell’afide verde delle pomacee
L’afide verde delle pomacee ha diverse forme. C’è quella alata virginopara, che si riproduce per partogenesi (senza fecondazione); ha capo e torace bruni, addome verde macchiato di nero sulla parte dorsale. Misura circa 3,2 mm, comprese le ali. Una seconda forma è quella attera virginopara (priva di ali), facile da riconoscere per via del colore verde, ad eccezione di codicola e sifoni nerastri. Misura 2,1 mm di lunghezza.
Vi sono poi gli afidi anfigonici, cioè quelli che si riproducono sessualmente, quindi maschi e femmine, atteri. Gli anfigonici depositano uova dette durevoli, di forma ovale e allungata, colore verdastro appena deposto, nero lucente in seguito. Le dimensioni dell’uovo durevole sono di circa 0,6 x 0,3 mm.
Ciclo di vita dell’Aphis pomi
L’afide di melo e pero compie un cosiddetto olociclo monoico omotopo e sverna con uova durevoli deposte sui rametti dell’anno. Le fondatrici della colonia nascono nella fase fenologica della rottura delle gemme e queste originano la loro discendenza di fondatrigenie.
Durante la stagione vegetativa, si susseguono una ventina di generazioni partogeniche, di forme attere e alate, le quali provvedono a estendere l’infestazione.
In autunno, compaiono gli anfigonici, in forme attere per entrambi i sessi, che depongono uova durevoli e chiudono il ciclo annuale dell’afide.
Piante ospiti
Le principali piante ospiti dell’Aphis pomi sono il melo e il pero. Ad ogni modo, non vengono risparmiate nemmeno le altre pomacee, quali: nespolo comune, nespolo giapponese, melo cotogno e sorbo domestico.
Danni dell’afide su melo e pero
L’afide del melo e del pero predilige i giovani germogli, infestando la pagina inferiore delle foglie più tenere situate all’apice. L’infestazione si nota per l’accartocciamento del lembo fogliare. Se alla ripresa vegetativa la presenza delle giovani fondatrici è elevata, si possono avere difficoltà nell’emissione stessa dei nuovi germogli. Specie sul pero, questa infestazione si estende ai fiori e poi ai frutti in fase di allegagione.
I danni maggiori si hanno sugli alberi giovani, da poco messi a dimora nel frutteto, in quanto viene disturbato il normale accrescimento dei nuovi rami.
Su piante più grandi e già in produzione, è invece più grave il danno secondario, ovvero la melata che lasciano gli afidi, poiché questa sostanza attrae le formiche e, inoltre, può provocare successiva fumaggine.
Come prevenire l’afide verde sulle pomacee
Per limitare la presenza degli afidi su melo, pero e altre pomacee ci sono innanzitutto delle buone pratiche agronomiche da mettere in atto. Ad esempio, effettuare potature equilibrate, in modo da non causare un riscoppio vegetativo eccessivo e tale da favorire la presenza del parassita.
Occorre, inoltre, cercare di garantire un elevato livello di biodiversità nel frutteto, in modo da favorire la presenza di insetti utili come le coccinelle, grandi divoratrici di afidi. La biodiversità è favorita da una gestione ecologica del suolo, evitando le ripetute lavorazione e scegliendo di adottare l’inerbimento del terreno.
Come eliminare l’Aphos pomi
Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica, contro gli afidi delle pomacee ha dimostrato una buona efficacia l’azadiractina, ovvero il principio attivo dell’albero del neem. Si tratta di un prodotto che si trova con facilità in vendita nei negozi specializzati e che si può acquistare senza il patentino all’uso dei fitofarmaci.
Il trattamento con l’azadiractina va effettuato all’inizio delle infestazioni di Aphos pomi, quindi in primavera. Va fatto nelle ore serali, in modo da garantire una bagnatura più prolungata sulla vegetazione.
Dopo il trattamento con azadiractina si può effettuare un lavaggio della vegetazione con sapone molle potassico, anche in questo caso parliamo di un prodotto bio (che potete trovate qui). In questo modo, rimuoverete i residui del parassita, la melata e l’eventuale fumaggine.