La margotta è una particolare tecnica di riproduzione agamica delle piante. È parente stretta della tecnica della talea, da cui si differenzia per il fatto che la moltiplicazione avviene direttamente sulla pianta madre, senza praticare il distacco di parti vegetali.
Solo quando la radicazione è avvenuta, si effettua il distacco dalla pianta madre, ottenendo così un nuovo individuo.
Fare una margotta è un’operazione alla portata di ogni bravo giardiniere, ma è una tecnica molto diffusa anche nei vivai.
Ci sono diversi tipi di margotta, che all’atto pratico hanno differenti gradi di difficoltà.
In quest’articolo vediamo come realizzarli, per riprodurre le nostre piante.
Cos’è la margotta
La margotta è una tecnica che consente di moltiplicare le piante in maniera asessuata, a differenza della semina, dove la riproduzione è sessuata.
Il grande vantaggio è quindi quello di ottenere una pianta clone della pianta madre, dunque con le medesime caratteristiche genetiche (forma e sapore dei frutti, portamento ecc).
Riprodurre per margotta è possibile grazie alla capacità di alcune specie vegetali di emettere nuove radici da fusto e rami, (rizogenesi). Ovviamente, questo avviene solo se messe nelle giuste condizioni.
Quando i fusti o i rami sono messi in contatto con il terreno, danno luogo alla formazione di radici avventizie. Queste, al momento del distacco dalla pianta madre, consentiranno al nuovo individuo di svilupparsi autonomamente.
Il distacco deve avvenire quando le nuove radici sono sufficientemente sviluppate e forti. Non è possibile stabilire un tempo preciso, questo dipenderà dalla specie vegetale e dalle condizioni ambientali in cui si effettua il margottaggio.
Le differenze con la talea
In generale, la margotta ha più successo della talea. Questo è dovuto al fatto che non viene interrotto l’afflusso di linfa, essendo continua la connessione con la pianta madre.
Rispetto alla talea, la margotta è però più lenta e costosa.
Diversi tipi di margotta
Tratto comune delle diverse tecniche di margottaggio diffuse in giardinaggio è la forzatura. Questo termine fa riferimento alla necessità di mettere la pianta madre nelle condizioni di emettere nuove radici dalle sue parti legnose.
Le condizioni ideali si hanno:
- mettendo un ramo a diretto contatto con del terriccio (tecnica della margotta aerea);
- interrando un fusto, ossia un pollone (tecnica della margotta di ceppaia).
Margotta aerea
La margotta aerea si pratica sulla porzione del ramo di un anno ben lignificato. È opportuno scegliere un ramo con portamento verticale, con molti germogli.
Fatto questo, ecco i diversi passaggi da seguire:
- Sul punto prescelto, non troppo vicino alla diramazione, si esegue un taglio anulare, per tutto il diametro del ramo. L’incisione va a rimuovere la corteccia, lasciando nudo il legno sottostante. Per migliorare la percentuale di emissione di nuove radici, si consiglia di spennellare il legno nudo con dell’ormone radicante auxina.
- Il passaggio successivo per l’esecuzione della margotta è quello di avvolgere con un manicotto il ramo. Questo involucro può essere creato artigianalmente con del cellophane o con un telo scuro. Il manicotto, che assumerà la forma di un salsicciotto, dovrà essere bloccato sia sotto chee sopra l’incisione con della rafia.
- A questo punto si deve riempire l’involucro con del terriccio, che può essere costituito da torba mista a sfagno, terriccio fine, o un mix dei due.
- La margotta si completa bagnando il terriccio e chiudendo il manicotto per bene, con del nastro o della rafia.
- Per una buona radicazione occorrono almeno 2 o 3 mesi, in ogni caso per l’asportazione dalla pianta madre si attende l’inizio della primavera successiva.
- Bisogna aver cura di bagnare periodicamente la margotta, in modo che il caldo umido che si va a creare, aiuti la formazione delle radici.
Distacco della margotta aerea
Una volta certi dell’avvenuta radicazione della margotta, si deve procedere al distacco dalla pianta madre. Questo, come detto, di solito avviene nella primavera successiva.
Il taglio si effettua sotto il punto d’inizio del manicotto. Può essere fatto in uno o più momenti, in modo da abituare la nuova pianta ad “allontanarsi” dalla pianta madre.
Le margotte, una volta staccate, devono subito essere messe a dimora in un vaso con del terriccio fine e ben umido.
Per favorire la crescita regolare, si pone un tutore accanto alla margotta, che deve essere posizionata in un luogo ben illuminato, ma protetto da venti e intemperie.
Una volta che il vaso si è riempito con il nuovo apparato radicale, si può procedere al trapianto in un contenitore più grande o in piena terra.
Piante e alberi da riprodurre con la margotta aerea
Ci sono specie vegetali più adatte di altre alla riproduzione per margotta aerea. Olivo e melograno, ad esempio, hanno percentuali altissime di riuscita della margotta.
In frutticoltura domestica questa tecnica è impiegata spesso per la moltiplicazione del limone e degli agrumi in genere.
Ha inoltre ottime percentuali di riuscita su colture esotiche come mango e avocado.
Tra gli alberi da frutto, i migliori da riprodurre per margotta sono:
Tra le piante ornamentali che meglio si adattano alla margotta ci sono:
Infine, la tecnica della margotta è parte integrante dell’arte del bonsai giapponese.
Quando fare una margotta aerea
Il periodo migliore per praticare la riproduzione per margotta delle piante è la primavera, in particolare tra aprile e maggio.
Se non fa troppo caldo, anche l’inizio dell’estate può essere un buon momento.
Margotta di ceppaia
La margotta di ceppaia è una tecnica ampiamente usata in ambito vivaistico per produrre dei cloni da una pianta madre.
Questi cloni diventeranno dei portainnesti, sui quali praticare la tecnica dell’innesto, ossia la più diffusa tecnica di riproduzione delle colture arboree da frutto.
La margotta di ceppaia si ottiene mettendo a dimora delle barbatelle di un portainnesto, destinate a diventare delle piante madri.
Per la riuscita di questa operazione, la tipologia di terreno indicata è: terra sciolta, ben drenante e fertilizzata.
Le barbatelle vengono disposte in file distanti 1,5 m tra loro, con 40-50 cm di distanza sulla fila, tra barbatella e barbatella.
Nel primo anno vengono fatte crescere liberamente.
Nel secondo, prima della ripresa vegetativa, le piante madri vengono recise poco al di sotto del livello del terreno. In questo modo verrà favorita la formazione di germogli avventizi.
Quando i nuovi germogli avranno raggiunto un’altezza di circa 10-15 cm, verranno ricoperti alla base con del terriccio.
In pratica, verrà effettuata una sorta di rincalzatura, che verrà ripetuta una seconda volta quando le piante avranno un’altezza di 25-30 cm.
La formazione delle nuove radici (avventizie) è favorita dall’eziolamento dei tessuti nella porzione interrata dei germogli, dove si ha accumulo naturale di auxine.
Per un’ottima riuscita della margotta di ceppaia, c’è bisogno di irrigazione e concimazione regolare e di pulizia dalle erbe infestanti.
Prelievo delle barbatelle
Al momento del riposo vegetativo, quando cadono le foglie, le nuove barbatelle vengono scalzate e prelevate praticando un taglio al di sotto del nuovo sistema radicale. Prima della ripresa vegetativa primaverile, vengono trapiantate nel cosiddetto nestaio, dove poi verranno innestate con la cultivar prescelta.
La margotta di ceppaia è molto conveniente, in quanto, se curata bene, consente di produrre nuovi portainnesti per un periodo di 15-20 anni.
Alberi che si riproducono per margotta di ceppaia
La tecnica della margotta di ceppaia è ideale per quelle piante arbustive che hanno un naturale portamento cespuglioso. Parliamo ad esempio di nocciolo, corniolo e melo cotogno.
Viene anche impiegata dai vivai per la riproduzione di portainnesti clonali d’importanti specie da frutto, come il melo.
Approfondimenti
Qui potete trovare ulteriori approfondimenti sulla propagazione delle piante.
3 commenti
Se il periodo migliore per la margotta è aprile maggio, il distacco si farà la primavera del successivo anno?
Sì. Oppure in autunno.
Il mio commento è superfluo ma domanda,quando si fa la margotta al carrubo, a maggio o in autunno?