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Nell’articolo di oggi parliamo di come coltivare il melograno e delle proprietà del frutto, noto anche come granato o melogranato. Si tratta di uno dei frutti più importanti che maturano nel periodo autunnale. Un frutto antichissimo, conosciuto e apprezzato non solo per il suo dolce sapore ma anche per le sue innumerevoli proprietà curative.
Conosciamo, quindi, oggi, non solo i metodi biologici di coltivazione del melograno, ma anche la storia del frutto e la sua leggenda. Vediamo inoltre le proprietà benefiche della sua polpa.
La coltivazione del melograno è molto resistente e richiede cure limitate. Per questo motivo può essere agevolmente realizzata negli orti e nei giardini domestici.
La coltivazione del melograno tra storia e leggenda

Coltivazione del melograno a comportamento arbustivo
La pianta di melograno, Punica granatum, è appartenente alla famiglia delle Punicaceae ed ha un comportamento sia arbustivo che arboreo.
La coltivazione del melograno è conosciuta da tempi antichissimi e si ritiene sia originaria dell’Asia sud-occidentale. I Fenici furono i primi ad apprezzare il succo di melograno e a diffondere la pianta nel Mediterraneo. E i Romani iniziarono ad importarla già nel periodo delle Guerre puniche.
Il nome scientifico è di origine romana, dal latino punicum (cartaginese), e dalla composizione della parola malum (mela) e granatum (ricco di semi).
Il mito di Persefone
Ancor prima dei Romani, che la classificarono e diffusero, la coltivazione del melograno era ampiamente conosciuta presso i Greci. A questo frutto, infatti, è legata la leggenda di Persefone, figura molto importante nella mitologia greca.
Persefone era figlia di Demetra e Zeus. Fu rapita da Ade, dio degli inferi, che se ne era invaghito. L’astuto Ade diede da mangiare a Persefone il frutto del melograno. La giovane ne mangiò solo sei semi, non sapendo che mangiando i frutti degli Inferi sarebbe stata costretta a rimanervi per l’eternità.
Questo scatenò l’ira di Demetra, dea dell’agricoltura. Fino a quel momento la dea regalava ai contadini interi anni di bel tempo e raccolti produttivi. La sua ira diede invece il via a un lungo e continuo periodo invernale.
Alla fine l’inverno cessò solo grazie all’intercessione di Zeus. L’accordo fu che Persefone sarebbe rimasta negli inferi per il numero di mesi pari ai semi di melograno che aveva mangiato, quindi i sei mesi freddi. Il resto dell’anno, ossia le stagioni calde, lo avrebbe invece trascorso accanto alla madre.
Persefone divenne sposa di Ade. Nei sei mesi che rimaneva nell’oltretomba svolgeva la funzione di Dea minore degli inferi. In primavera ed estate, quando tornava da sua madre, faceva invece rifiorire la terra al suo passaggio.
Grazie a questa leggenda il succoso melograno è divenuto il frutto degli dei per eccellenza.
Le principali varietà di melograno

Varieta wonderful
Esistono diverse varietà di coltivazione del melograno, che si differenziano soprattutto per la qualità dei frutti. A seconda della tipologia, infatti, il succo di melograno può essere più o meno dolce (e acido). Varia, inoltre, anche la consistenza dei granati, alcuni più duri, altri più soffici.
A livello alimentare vengono privilegiate le varietà il cui succo di melograno è poco acido, e i semi più dolci e soffici. Nel nostro paese le principali tipologie con queste caratteristiche sono:
- la Dente di Cavallo,
- la Neirana,
- la Profeta Partanna,
- la Selinunte,
- la Ragana,
- la Racamulto,
- la Wonderful, di origine americana, caratterizzata da frutti molto grossi e con un succo molto dolce. La coltivazione del melograno Wonderful si sta affermando negli ultimi anni soprattutto in Sicilia.
Polpa e succo di melograno: le proprietà nutrizionali e le virtù benefiche
Il succo di melograno è contenuto nei semi, detti anche arilli.
Questi ultimi rappresentano la parte edibile del frutto e nelle varietà che abbiamo sopra indicato sono molto carnosi e dal tipico colore rosso.
Bisogna dire che, in realtà, per quanto riguarda alcune varietà, il colore di quest’ultimi può essere di anche più chiaro.
Il seme è composto da questa parte polposa e succosa, la quale contiene al suo interno dei tegumenti legnosi, di colore bianco.
Nutrimenti
Com’è possibile osservare nella tabella contenuta qui, la parte edibile, cioè i semi, rappresenta solo il 60% dell’intera bacca.
La polpa e il succo di melograno forniscono un buon apporto di carboidrati, sotto forma di zuccheri (15,9 gr. per ogni 100 gr. di parte edibile). Il frutto contiene inoltre 63 kcal per 100 gr., dunque ha un elevato potere energetico.
Il melograno è ricco di potassio 290 mg, di vitamine A retinolo eq. (µg) 15 e vitamina C 8 mg.
Proprietà benefiche
Oltre agli elementi principali, polpa e succo di melograno (o melagrana riferito più propriamente al frutto) contengono altre 100 sostanze. Tra queste ci sono tannini, i polifenoli, le antocianine, i flavonoidi e gli acidi organici, che sono tutti elementi antiossidanti. Insomma, è ricco di proprietà benefiche.
Queste sue caratteristiche, infatti, ne fanno ad esempio un alimento ideale per chi ha problemi di tipo intestinale, come infiammazioni della mucosa, dovute, in genere, ad un cattivo funzionamento del sistema immunitario.
Gli elementi antiossidanti contenuti nella polpa e nel succo di melograno resistono all’ambiente acido dello stomaco. In questo modo raggiungono intatti l’intestino. Giunti qui attivano meccanismi molecolari che riducono la presenza delle sostanze che sono causa dello stato infiammatorio. In sostanza: il melograno è un vero e proprio antibatterico naturale.
I piccoli tegumenti legnosi contenuti all’interno degli arilli, hanno invece proprietà diuretiche e astringenti.
La melagrana è consumata generalmente fresca, ma molto diffuso negli ultimi tempi è il consumo della sua spremuta, o di altri derivati della lavorazione, quali gli sciroppi e le marmellate.
La spremuta, in particolare, si ottiene dal succo dei semi di melograno schiacciati. Attraverso un’operazione di filtraggio, i tegumenti legnosi vanno possibilmente eliminati. Il succo ottenuto è particolarmente concentrato, e dunque, tutte le caratteristiche sopra indicate, vengono esaltate. Il liquore di melograno, infine, ha ottime proprietà digestive.
Caratteristiche del melograno

Fiori di melograno
Come abbiamo accennato, questa pianta può crescere in maniera differente: o con portamento arbustivo cespuglioso o ad albero. Ciò dipenderà da come decideremo di effettuare gli interventi di potatura.
Giacché il melograno tende a formare un cespuglio arbustivo in modo naturale, solitamente lo si lascia crescere in questa maniera.
Questa tendenza dipende dalle sue caratteristiche intrinseche. Le radici dell’albero, ad esempio, sono molto forti, si estendono sia in profondità che in orizzontale, e sviluppano molti polloni, che crescono rapidamente, formando il cespuglio. Un cespuglio di melograno può raggiungere anche i 5 metri di altezza, mentre se cresciuto ad albero può arrivare fino a 7 metri.
I rami
I rami sono molto numerosi, frastagliati, sottili e talvolta spinosi agli apici.
Le foglie invece sono di dimensioni differenti, dai 2 ai 7 cm. Sono molto piccole e numerose durante il periodo vegetativo, sono ondulate e hanno forma oblunga-lanceolata. Il loro colore è variabile, dal verde intenso di inizio primavera tendono a schiarire durante l’estate, per poi ingiallire con l’approssimarsi della raccolta autunnale. A partire dal mese di novembre l’albero resta completamente spoglio di foglie.
I fiori
I fiori di melograno sono molto belli e appariscenti, lunghi dai 3 ai 5 cm. Hanno un calice carnoso e persistente di colore rosso. La corolla è formata dai cinque agli otto petali di colore rosso arancio, di forma arrotondata e leggermente ondulati.
Il frutto
Della polpa e del succo di melograno vi abbiamo parlato già nel paragrafo precedente. Più in generale, il frutto si presenta come una grossa bacca globosa. Ha di solito delle dimensioni di una mela e una buccia coriacea molto dura di colore scuro, dapprima verde, poi tendente al rosso in fase di maturazione. Una buccia così dura, ovviamente, serve per proteggere i delicati semi.
Maturazione e raccolta dei melograni

Melograni maturi
La maturazione della melagrana avviene tipicamente nel mese di ottobre. Generalmente non tutti i frutti sulla stessa pianta maturano nello stesso tempo, il loro sviluppo è in questo senso scalare. L’albero privilegia di solito i frutti dei rami più esterni ed sposti. Dunque la raccolta si può protrarre anche fino alla metà del mese di novembre.
Nella foto in basso vediamo l’albero che abbiamo in giardino (lo stesso della foto scattata a luglio), carico di melagrane succose, quasi pronti per la raccolta.
Da notare come l’aspetto dell’albero sia completamente modificato.
I pesanti frutti hanno abbassato i rami, le dimensioni sembrano quasi raddoppiate. Da notare anche l’ingiallimento fogliare nei rami dove sono presenti più frutti.
Come detto le granate dei rami esterni saranno le prime ad essere raccolte. Possiamo accorgerci in prima battuta della loro maturazione dal colore più acceso delle bacche.
Altro indicatore della giusta maturazione è la spaccatura dei frutti sull’albero. Questo indica che la maturazione è completa e dunque bisogna affrettarsi nella raccolta.
Da sottolineare però che a volte i frutti si spaccano prima che siano completamente maturi. Questo problema, molto comune, è dovuto all’andamento climatico irregolare. Ad esempio dopo una stagione molto secca, precipitazioni abbondanti nel mese di settembre, causano l’ingrossamento improvviso dei chicchi e quindi la spaccatura prima della maturazione completa. Anche in questo caso conviene raccogliere il prima possibile, magari accontentandosi di avere chicchi più bianchi.
Per la raccolta da notare che la melagrana è attaccata molto bene agli apici vegetativi della pianta. Bisogna quindi necessariamente utilizzare una forbice per potatura, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, ed evitare di strappare il frutto, con il rischio di danneggiare i rami.
Pulizia delle melagrane
La corretta pulizia delle melagrane, una volta raccolte, è lenta e meticolosa.
Bisogna procedere seguendo questi passaggio:
- Aprite in due il frutto
- A mano a mano rimuovere anche la dura cuticola esterna
- Sgranatelo, cioè separate i semi ben compatti tra di loro.
Più il frutto è maturo e più l’operazione risulterà agevole.
Fate attenzione alle macchie che questa operazione può provocare: il succo di melograno è in grado di tingere molto.
Utilizzate quindi, come appoggio, ripiani in legno o vecchie tovaglie.
La coltivazione del melograno
Veniamo ora alla coltivazione del melograno. Questa antica pianta, di cui è necessario riscoprire bellezza e valore, è da sempre abituata a crescere nelle nostre terre.
Come coltivare un melograno, i passaggi da seguire
Per coltivare il melograno nel migliore dei modi bisogna seguire i seguenti passaggi:
- Mettere a dimora l’albero in un luogo riparato,
- Evitare terreni argillosi,
- Irrigare solo nei primi due anni di vita,
- Nutrire il terreno con una giusta concimazione,
- Scegliere un’adeguata potatura,
- Usare preventivamente i macerati per la difesa biologica dai parassiti.
Clima e terreno per la coltivazione del melograno
La coltivazione del melograno è molto rustica. La pianta si adatta a quasi tutti i climi. Anche se predilige un clima mite è capace di resistere bene anche alle latitudini più a nord. L’unica accortezza è di coltivare la pianta in una zona riparata, che la protegga dal gelo in caso di freddo prolungato. Questa specie arborea non ha bisogno di irrigazione di sostegno, se non nei primi due anni di crescita. Inoltre, resiste molto bene ai periodi di siccità, anzi, il clima asciutto permette una maturazione più equilibrata. Per questo motivo è bene evitare i terreni argillosi che danno luogo ai ristagni idrici.
L’ideale per la coltivazione del melograno sarebbe un terreno ricco di elementi nutritivi e profondo. In questo modo l’apparato radicale avrebbe più spazio per la propagazione. Comunque sia, in mancanza di queste caratteristiche la pianta è capace di adattarsi bene anche a terreni secchi e duri.
Potatura

Coltivazione del melograno con comportamento arboreo
La potatura del melograno varia a seconda che si scelga di crescere la pianta a cespuglio o ad albero.
Nel primo caso, quello usuale, gli interventi devono essere limitati ad accorciare i rami più lunghi ed esterni. Bisogna però tener presente che la formazione dei frutti avviene negli apici vegetativi, quindi bisogna andarci molto leggeri. Altra potatura necessaria, in questo primo caso, è l’eliminazione di rami secchi, spezzati o comunque rovinati dal tempo.
Nel caso si opti invece per un melograno ad albero, la potatura è di formazione e inizia già nei primi anni. È infatti necessaria, fin dall’inizio, l’individuazione di uno o più tronchi principali, dai quali devono essere eliminati tutti i polloni basali che naturalmente emergeranno nel tempo.
In entrambi i casi il sapore del succo di melograno resta invariato.
Sinceramente, vista la naturale tendenza del melograno a svilupparsi a cespuglio, l’opzione migliore, a nostro avviso, è quella di assecondare la natura della pianta e quindi lasciarla sviluppare come un arbusto cespuglioso.
Questo tipo di portamento può assolvere anche una funzione secondaria nel giardino, andando a posizionare il melograno in una zona di confine, all’esterno, per delimitare o chiudere un area.
Il periodo di potatura, qualunque tecnica si scelga, va da novembre a gennaio, quando la pianta è in riposo vegetativo.
Propagazione
La propagazione del melograno può avvenire in diversi modi. Quello più diffuso è la talea utilizzando rami di almeno un anno ben sviluppati.
Altro sistema molto usato per la propagazione, che consente di allargare il cespuglio, è l’interramento dei polloni. In questo caso, è sufficiente scegliere in primavera un giovane pollone, piegarlo a terra ed interrarlo leggermente. In questo modo il pollone interrato darà vita a nuove ramificazioni che allargheranno ulteriormente il cespuglio.
Difesa biologica antiparassitaria
La coltivazione del melograno è molto rustica e resistente. Non è facile per i comuni parassiti attaccare la pianta ed averne il sopravvento. I frutti in particolare, protetti dalla spessa cuticola esterna, sono praticamente immuni ai loro attacchi. La pianta può però soffrire, nel periodo primaverile, gli attacchi degli afidi. Questi, comunque, possono essere contrastati in maniera biologica grazie all’utilizzo dei diversi preparati naturali, tra cui il macerato d’ortica e l’infuso d’aglio.
Conclusioni
Il succo del melograno, con le sue mille virtù, ci riporta dunque a un periodo antico, fatto anche di mitologia. La pianta, rustica, resistente, decorativa, è facile da gestire anche per i giardinieri inesperti ed è da consigliare assolutamente in ogni giardino. Per il consumo familiare, basta anche un singolo arbusto, che dal punto di vista produttivo può donare molti frutti.
A questo punto non ci resta che augurarvi un buona coltivazione del melograno!
6 commenti
Buona sera, se raccolti prima della spaccatura hanno le stesse proprietà del frutto maturo? Li posso eventualmente lasciare per qualche giorno su un graticcio? Grazie.
Il melograno è bene che maturi completamente sull’albero. Non devi necessariamente aspettare che i frutti si spacchino, quello è un indice, vuol dire che sono giunti al massimo della maturazione. La colorazione accesa del frutto è un altro indicatore. Considera che i frutti non maturano tutti contemporaneamente, ma in modo scalare. Cerca di raccogliere quelli più rossi dei rami esterni. Magari aprine uno, prima di procedere con tutta la raccolta, così avrai un’indicazione sicura. Grazie
Mi potete dare la ricetta per il liquore di melagrana ? Grazie
Ciao Patrizio. La trovi qui: Il liquore al melograno, una ricetta semplice e… allegra
I miei melograni fanno diversi fiori ma cadono tutti prima di trasformarsi in frutto. Da cosa dipende?
Ho da diversi anni in melograno in vaso ma non produce ne fiori ne frutti.Quei pochi fiori cadono molto presto. Cosa pisso farre x avere una fioritura persistente corelativa maturazione a frutto ?GRAZIe